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johnpollame

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  1. Spero le versioni normali non avranno una caratterizzazione finto ditiemme come quella in foto... Come spesso accade ultimamente, bei volimi e belle linee di base (molto belli nel caso in questione), rovinati da grafiche e dettagli al limite dell'imbarazzo. Peccato, in generale, gran peccato nel caso in questione. Quanto sopra al mio pesonal palato, ovviamente... Oramai il frontale si sta riducendo alla sola, enorme calandra, con il corollario di surdimensionate prese d'aria. Credo ci sia una spiegazione psicanalitica a tutto questo... Ma d'altra parte, oramai chi cerca eleganza e sobrietà nell'eccellenza, coloro che fecero la fortuna dei quattro anelli qualche lustro fa, sono in minoranza, e oggi chi più può spendere, vuole -gradasso- vieppiù ostentare.
  2. Non proprio nelle mie corde. Qualche dettaglio stucchevole. Ma plaudo fino a scorticarmi i palmi l'aver proposto una vettura dalla personalità davvero spiccata, fuor dalla magna corrente, con quel pizzico di irrazionale (che fa tanto Doppio Chevron...). Bravi, Franzosi, vi voglio così.
  3. Un altro punto di flesso nella storia dell'automobile: dopo questa la Porsche è stata altro. Sempre d'eccellenza, ma altro da quel ch'era stata prima.
  4. C'è anche chi, sapendo cosa offre il presente, alla fine si è rivolto al passato, per esser più felice. Ma il discorso è ampio, e forse il senso di quanto scrissi, non così chiaro. E di per sé qui fuor d'argomento.
  5. Non si stava peggio. Si stava in altro modo. Meno sicuri, certamente, e più lenti specie in pista, ma non meno felici nel guidare. Concordo. Nel suo genere certamente. Le metterei su piani simili, la 720 ha un gioco di volumi molto particolare e soluzioni di design uniche, ma la Rossa fa sicurametne più sangue...
  6. E'stata forse l'ultima Ferrari asciutta, equilibrata, classica, analogica, godibile anche su strada per quello ch'era appieno. Poi iniziò, per le supervetture, un crescendo di esasperazione che portò ai dissennati, pur per molti aspetti affascinanti, bolidi mostruosi d'oggidì. Assurdi per prestazioni, esagerati nei numeri, imbrigliati dall'elettronica (per non esser srumenti di Morte), per palati vieppiù danarosi, ma assai meno fini. Certo non più belli da guidare, su strada almeno. Non parlo d'estetica, ma di essenza della vettura sportiva: la 355 è stata un punto di flesso, la fine di un'epoca. Che rimpiango.
  7. Chi il settore automobile lo avrebbe abbandonato del tutto, fosse stato per lui, fu Romiti. Mi si dice che al violento rigirarsi nella tomba del nonno, il viveur Ovino, in un sussulto d'orgoglio, impose che che le vetture rimanessero cosa di famiglia. Il buon Romiti fece (e non fece) di tutto per dimostrare che non era una buona idea, che l'automobile oramai era morta, che sarebbe stato inutile ove non dannoso continuare ad investire. E quasi riuscì a far chiuder la baracca.
  8. Ricordiamo però che, grazie all'abbiente mercato interno che le assorbiva, Mercedes e BMW hanno sempre prodotto storicamente* sole vetture d'alto livello, cilindrata, confort, prestazioni, qualità, immagine, affidabilità prezzo. Audi ha dal canto suo lavorato incessantemente dagli anni '80 per individuare e soddisfare i gusti dell'automobilista ad elevata propensione di spesa (vedendo peraltro veri risultati solo 20 anni dopo). La possibilità che hanno ora di spacciare per superiore l'ordinario se la sono guadagnata chi in decadi di prodotti d'elite, chi investendo per decenni, pesantemente, con coerenza e costanza. (*) salvo in parte negli ultimi annie salvo l'Isetta...
  9. -Sono vistosi, si fanno notare più delle berline, hanno più immagine delle vetture tradizionali agli occhi de laggente. -Sono a volte leggermente più spaziosi delle berline equivalenti. -Sono massicci a vedersi e agli occhi del medioautomobilista sembrano più sicuri in caso di impatto. -Sono agghindati da fuoristrada, suggeriscono un senso di n maggiore libertà di utilizzo, sembrando attrezzati per poter affrontare situazioni di terreno difficili.( Solo apparenza, però, nella maggior parte dei casi). -Hanno una posizione di guida rialzata, che molti preferiscono perché da un senso di "dominare" la strada e il traffico circostante. E ai più impacciati nel parcheggio aiuta a vedere dove finisce il muso - Normalmente la seduta di un SUV aiuta l'accessibilità alla vettura, essendo più alta di quella delle berline, ove di solito occorre calarsi per entrare ed issarsi per uscire. Non mi viene in mente altro...
  10. E una ventina d'anni, almeno, di modelli di livello. E relativi investimenti, continui, costanti, coerenti.
  11. Avrebbe senso se fossero esemplari incidentati... O magari c'è qualche facoltoso personaggio innamorato della Stratos che di F430 ne ha magari più di una e non avrebbe problemi a sacrificare un esemplare. E/o in caso comprarsene uno nuovo ulteriore.
  12. Tendo a dubitarne. Ghidella, mi si diceva, già considerava Lancia un morto deambulante negli anni '80, per puro caso sopravvissuto ai '70, secondo lui nonostante i buoni successi domestici era sostanzialmente un blasone di nicchia, se non sconoscuto, nei mercati che contavano e ne presagiva l'incertissimo futuro, e non sembrava interessato ad investire quanto si sarebbe dovuto per garantire alla Lancia un futuro nelle automobili di livello. E fosse stato per lui le Alfa Romeo degli anni '90-2000 non sarebbero state delle Fiat Veloce, ma delle Fiat e basta: " In I.DE.A avevo già finito ed approvato il modello Tipo3, che verrà poi commercializzato come Tempra nel 1990, e l’ing. Ghidella mi propose di trasformarla in Alfa Romeo mettendo davanti lo storico scudetto. La vettura non avrebbe avuto nessun altro family-feeling AR a così fortunatamente convinsi l’amministratore delegato di Fiat-Alfa di proporre un nuovo modello più Alfa Romeo sempre utilizzando il concetto delle parti comuni con variazioni caratterizzanti il marchio Alfa Romeo. " Ercole Spada Ghidella geniale e pervicace nell' aver portato i concetti di qualità totale nella progettazione e nella produzione, della razionalizzazione dei componenti, delle sinergie di gamma e di gruppo, grande uomo d'industria, un manager dalla visione tecnica, pragmatica, ma distante dalla pancia e dal cuore dell'automobilista: credo che con lui si sia comunque mancato il cambio di passo alla saturazione dei mercati, quando l'automobilista medio cominciò sempre più a cercare nelle automobili valori emozionali, mettendo via via in second'ordine quelli meramente funzionali/razionali/utilitari/economici, su cui nei decenni precedenti si era fondato il successo della marca sabauda. Poi arrivarò Romiti, che provò, quasi riuscendoci, a far crollare la baracca, che per lui l'auto era solo un onere per le ovine finanze. Poi Cantarella con Testore a tener moccolo, che per non saper né leggere né scrivere già che c'erano provarono ad appiciar fuoco a tutta la baracca, che, inopinatamente, in qualche modo gli sopravvisse. Poi il Maglione.
  13. Negli Eighties, Audi era ancora un outsider near-premium (ma con focus sulla long-term mission) .
  14. Io invece preferisco le forme tornite di quella di serie: ho sempre trovato troppo grafica, un po' piatta e asettica quella concettuale...
  15. Beh, "pessimo" è aggettivo a dir poco ingeneroso per descrivere il comportamento stradale della Brera, che sarebbe certo potuta essere più agile, più nervosa, come il Marchio richiedeva, ma alla fine in strada ci stava eccome. E tra l'altro nella versione 2.0, propulsa dal 1750 aveva perso quasi tutti i kg di troppo e guadagnato un signor motore.
  16. Alla Thesis, personalmente, rimprovero solo i fari anteriori: evidente tentativo malriuscito di riproporre i fari concettuali in mancanza delle opportune facoltà di ingegnerizzazione. Credo abbiano rovinato l'intera vettura. Per il resto la trovo tuttora elegante ed equilibratissima. E gli interni all'epoca erano preziosi e con un design unico, da vera Lancia. Ed era comodissima e stava anche molto bene su strada (d'altra parte la ciclistica era di primissimo ordine). Abituato a lame gelide sibilanti dalle bocchette dei condizonatori dell'epoca, ricordo m'esaltai per il sistema "poroso" di diffusione dell'aria. Nata in un periodo di vacche magrissime, con una banca organi di Gruppo oramai lontana dalle esigenze di una vettura di classe. Il Busso 3.0, trapianto tra non consanguinei, faticava a mascherare la propria indole, il 3.2 riuscì ad adattarsi meglio alla vettura, pur rimanendo un poco troppo... Busso nel carattere. (il che è un bene di per sé ma accoppiato ad una berlinona classica da crociera, meno assai). Il turbo non era malvagio ma comunque non un motore della classe della vettura. Il Diesel 2.4 poteva andare, ma ci sarebbe voluta un'unità più potente e plurifrazionata per dar lustro alla gamma. Ma... fosse pure stata cento volte più bella, prestazionale, accessoriata, parca nei consumi, comunque non avrebbe potuto aver successo: oramai il Marchio Lancia era già troppo appannato per diventare appetibile a chi cercasse una berlina di rappresentanza, cosa che oramai si identificava quasi esclusivamente con vetture alemanne.
  17. Ma ci sono l'uovo di quaglia e mezzo cucchiaino di caviale! No, dico, CA-VIA-LE: non so se mi spiego: robba premiumm... E vuoi mettere l'innovativa forma piramidale? Altro che le solite, banali, fiorentine altre quattro dita: così sì che ti distingui sull' Instagramma...
  18. "Babbo, se adesso non guardo i cartoni, dopo posso vedere con te il programma buffo delle macchine?" Johnpulcina
  19. Scegli un'auto che ti piace, le perdonerai ogni, inevitabile, difetto. Fossii in te correrei quindi a pendere la Scenic...
  20. Credo che il malguidatore si riferisse a quanto oggi l'uomo della strada, delle strade del medioriente e dell Est più popoloso, in primis, possa considerare il marchio oramai entrato nell'olimpo del lusso assoluto del Toro emiliano, rispetto a quello del Biscione, amato visceralmente ma da pochi, vetusti appassionati dell'Automobile e della sua Storia.
  21. Come scrissi altrove, e in altri tempi, e senza aver sufficienti dati per valutarne la fattibilità ed il rischio di investimento effettivo, una possibilità potrebbe essere una Giulietta retrotratta su Giorgio , opportunamente prezzata (indicativamente immaginare lo stesso delta di listino tra Serie3 e Serie1), per palati fini, su cui guadagnare poco come margine ma contribuendo ad ammortizzare con volumi maggiori la piattaforma, saturare meglio gli impianti, etc. Oltre che dare un certo contributo all'immagine di marca ed ampliare il possibile target odierno di Giulia. E in aggiunta un suvvetto avantratto+integrale a base plebea già esistente, ma ben confezionato in termini di disegno ed apparecchiamento: già con quanto in casa si può ottenere una vivacità stradale superiore alle capacità di discernimento di chi apprezza questo tipo di vetture (per esempio ho sperimentato che già la 500X non va affatto male anche impegnata a fondo) con una linea curata, interni fatti con criterio, ben promossa di markettaggio, unirebbe buoni numeri e ottimi margini. E solo pochi storcerebbero il naso, e tra questi comunque molti perdoneranno, se il resto della gamma proseguirà la strada intrapresa con Giulia e Stelvio.
  22. Ricordo però che in quegli anni le vendite erano ignobilmente spinte a scapito della redditività, cosa che in un decennio ha fato quasi fallire quella che era una delle Case Costruttrici più solide del Pianeta...
  23. Beh vecchia di linea... forse troppo particolare nel muso ma non direi vecchia, certo rispetto a 156 poteva sembrare meno dirompente, ma non in termini assoluti e soprattutto non nei confronti delle concorrenti. E gli interni erano anzi per design tra i più curati del circolante e con un infotainment d'avanguardia, per l'epoca, lo stesso impiegato solo sulle coeve Porsche... L'esempio più corretto di Alfa effettivamente arrivata troppo vecchia sul mercato è proprio l'Alfa 6 indicata da Pandino...
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