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Will

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  1. Bello, innovativo, carico di dettagli significativi. Sul richiamo alla storia Lancia, dirò una cosa un po' impopolare che darà molto fastidio ai veri appassionati: ma a chi interessa questa storia del richiamo a modelli di diversi decenni fa, che la gran parte delle persone non conosce? Voglio dire, se un rilancio di questo brand deve esserci, non sarà certo perchè si è stati bravi a reinventare in chiave moderna le linee dell'Aurelia, Gamma, Thema o Delta. Quello poteva valere nel post Prisma, Delta, Thema. Non ci sono riusciti allora, e neppure nella tornata successiva. E allora la continuità storica, il bacino di utenza, la fidelizzazione si è persa per sempre. In un altro post ho commentato che dei marchi praticamente esordienti o resuscitati di recente (MG, Tesla, Cupra, DR) si sono inventati letteralmente dal niente delle quote di mercato rilevanti. Lo hanno fatto con il richiamo alla storia? Ma se non ce l'hanno o è morta e sepolta da decenni! Lo hanno fatto, individuando una particolarità tecnica, di stile, di immagine, o inserendosi in nicchie che i marchi storici hanno abbandonato per scelte strategiche, ma che forse avevano ancora un potenziale bacino di utenza. Ecco, con Lancia verrà fatto questo. Si cercherà la particolarità, di stile, motorizzazione, collocazione economica, immagine, individuazione di una nicchia di appartenenza che non coincide perfettamente con le categorie Unrae. LA questione della storia del marchio, con la parata di delle glorie passate, rientra solo nella strategia di marketing, per dare un po di lustro ad un nuovo tentativo di rilancio in casa ex-Fiat. I presupposti mi sembrano buoni PS: ma non trovate che il post di Fumia contenga un utilizzo errato del termine "pertanto"??
  2. E chiedere il prestito del marchio Dacia a Renault??
  3. Vi prego basta citare la DAnimarca Ma andateci a vivere qualche anno e poi la potete citare come esempio virtuoso, se ne avrete ancora lo stomaco per farlo Ma non è così come la credono in molti nel loro immaginario. Vi sono cose che sono oltre le statistiche OCSE e bias cognitivo dei paesi scandinavi. Ma per realizzare meglio di cosa si parla, bisogna parlare con loro, dialogare con le organizzazioni sindacali e tributarie, con i gruppi di pressione e poi con i dirigenti di azienda e i responsabili ambientali, avvocati e commercianti, vicini di casa, immigrati di pirma e seconda generazione, rappresentanti di aziende degli altri fratelli scandinavi. Giorno per giorno. E' un contesto non esportabile e meno male che è così. E' una questione di kilometri quadrati, di strutture, di identità, di stratigrafia economica storicizzata, di risorse disponibili, di posizione geografica, di pregiudizi radicati e inestirpabili verso il sud d'Europa, di relazione con altri paesi e sovrapposizione di interessi con gli stessi, di quantità di persone, di ruolo nello scacchiere della real politik. Non voglio scivolare in una invettiva contro un popolo, ma non se ne può più di vedere sbandierata questa storia della Danimarca e della Norvegia. Torniamo vi prego a i KW, alla filiera, a chi controlla le riserve di litio, a quante colonnine ci sono in italia, alle ripercussioni sulle fasce più deboli della popolazione, all'effettivo risparmio in termini ambientali, a quanto sia intelligente e responsabile abbracciare l'innovazione e la responsabilità. Convinciamoci a vicenda ad andare con i pattini o monopattino, a prendere gli autobus. Cerchiamo i geni di Fidippide e proviamo a farne un'ibridazione con i nostri e poi diveniamo tutti maratoneti... altro che elettrico o ICE
  4. Ho avuto un dubbio di coscienza civica prima di postare questo messaggio. Se ne comprenderà il motivo più avanti Vi è una sottesa virtuosità etica e senso comunitari presente e futuro nel sostenere scelte che in fondo in fondo diminuiscono le emissioni di CO2, permettano un utilizzo più "sostenibile" e "responsabile" della energia elettrica (e dunque delle fonti che la producono). E' interessante notare in questo contesto, quanto vi sia un altro convitato di pietra proprio sotto i nostri occhi. Quanta energia consumano Internet e i cloud (i data center)? Possiamo scomodare il termine "unità energivore". Una semplice ricerca su internet, questo messaggio, lo streaming, producono in ultima istanza Co2, in quanto consumano watt. Giganti come Google, Facebook hanno impostato una policy di utilizzo totale di fonti rinnovabili per abbeverarsi, e hanno stipulato accordi con Finlandia, Danimarca e Svezia al riguardo (no, adesso non c'entra nulla il pensiero "concentrazione giganti IT e paesini nord europei"... ho vissuto 4 anni in Danimarca e dopo decenni che mi porto dietro un interrogativo che mi assillava fin dalle elementari, ho compreso perché i Romani nella loro massima espansione li hanno sempre "saltati"). Perché, se bisogna essere responsabili, usando meno l'auto, i condizionatori, facendo la pipi in concomitanza con la doccia come consigliava Licia Colò, lavando i denti con mezzo bicchiere d'acqua, mangiando più legumi e verdure e meno chianine o churrasco.., allora nel paradigma entrano anche i big data. I quali oggi non sono ancora tra i cuccioli che succhiano di più, ma sono destinati a una crescita non lineare. Almeno non lo erano qualche anno fa quando disponevo di dati () piuttosto attendibili per questioni di lavoro E non inganni il fatto che alcuni giganti virtuosi facciano un gran ricorso alle rinnovabili, perché anche quelle tendono a una finitudine, perlomeno spaziale. Nel senso che ogni pannello solare copre uno spazio di un'area che in ultima istanza è finita.
  5. Anche perché, in questo apparente vero obbiettivo (riduzione del parco circolante privato), c'è un'altra variabile che ingarbuglia il corollario... le concessioni autostradali. Queste ultime hanno una durata tra 20-30 anni (al di là di insipienza di alcuni politici che danno i numeri a caso). In un business plan, un qualsiasi ente privato o statale, compie un determinato investimento che banalmente poggia su due variabili fondamentali: durata, traffico atteso sulla tratta (ce ne sono ovviamente molte altre ma al puro fine di discorrere amabilmente e senza pretese, le riduciamo a quelle di partenza) Queste due variabili hanno, una una carattere determinato e, l'altra determinabile con un'alea fondata su storicità "live". E' evidente che se un'esternalità interviene incidendo significativamente sul trend di una variabile, peggiorando lo stato economico atteso, si scomodano concetti di "claim", esternalità, forza maggiore, interventi di legge che hanno mutato fortemente l'equilibrio esistente al tempo dell'investimento. Il nostro codice norma queste casistiche, ma viene in aiuto un nuovo trend delle cose umane che riguarda la specialità tutta anglosassone di scovare l'avvenuto turbamento dell'equilibrio iniziale in cui si è chiuso un accordo e l'attribuzione della sua responsabilità, e dunque il ristoro Questo giusto per dire che un cambio così forte, indotto da entità sovranazionale (l'equivalente odierno dello Stato nazionale), non può essere valutato con il cannocchiale. C'è bisogno piuttosto di un modello che inserisca tutte le variabili, compreso lo sbattere delle ali della famosa farfalla (chiedo scusa in anticipo se dopo Smith e la sentenza di torto nei confronti dei luddisti decretata dalla storia, scomodo l'iconica farfalla)
  6. Mai una gioia! Anzi una si ... frontale Stelvio bellissimo
  7. cut... l discorso della "forzatura" mi pare sia lo specchio di questo. Continuo a sentir parlare di questa forzatura come se fosse un complotto di qualche potere occulto, e non capisco, perché saranno anche discutibili per mille motivi ma sono comunque decisioni che scaturiscono alla luce del sole da organismi democratici.... cut Gli organismo europei non hanno un insito ed esclusivo funzionamento democratico nella realtà. Esistono altre realtà, fatte di persone in carne e ossa che credimi o no ho incontrato, che generano ingerenze e direzioni che sfuggono al meccanismo superficiale del flusso democratico scritto nei libri di testo e nei trattati. Mi fermo qui perchè ho fatto una promessa nel precedente messaggio Wilhelm, tu scegli due punti, che sono la nostalgia e la forzatura imposta. Ma non mi sembra che sia tutto li. Anzi la nostalgia e le emozioni le ho lette poche volte rispetto a quanto mi aspettassi. Ci sono perlomeno i punti di una infrastruttura ancora da creare che oggi rende il mezzo BEV più fastidioso rispetto all'immediatezza dell'ICE. Un utente (chiedo scusa per non ricordare il nome) ha fatto un esempio piuttosto significativo affermando che vuole essere trasportato da A al punto da lui definito e non dover portare il mezzo dalla colonnina A alla colonnina più prossima Ci sono i costi di ingresso molto più alti, che nel tempo più che abbassarsi per l'effetto di tecnologia più matura ed economie di scala, avrà l'effetto di far alzare il costo delle ICE (è già in corso). Una bella fregatura perchè presto diremo che ormai i costi si equivalgono, ma in parte potrebbe essere che sarà per effetto dell'aumento delle ICE. PRoprio nel tuo esempio di una emotività del motore ICE che in realtà è un simulacro di un tempo che fu (un mio amico aveva la Uno turbo ed era una cosa di pazzi, ma ero anche più giovane), fai cenno a una richiesta dei clienti (del mercato) di maggiore sicurezza, confort, accessori, etc. Certo sono subentrate anche normative a cui conformarsi. Ma la spaccatura odierna non si è creata al tempo. Faccio una digressione, e penso che forse quella richiesta di maggiore sicurezza e confort coincide con il progressivo invecchiare della popolazione europea. Chissà che anche quest'ultima non sia una variabile da inserire nell'equazione che stiamo cercando di costruire. Ci si chiede, ma se l'Europa rappresenta il 9% delle emissioni e l'auto il 2%, ma non poteva essere più plausibile continuare nello sviluppo di una coscienza ambientale e il mercato avrebbe chiesto, sebbene più gradualmente, quel tipo di auto? Se l'errore è stato, come mi pare affermi tu, l'aver permesso la mobilità di massa privata, e la BEV è l'effetto di questa causa (che sembra più il rimedio), allora partiamo da un assioma differente. Nel senso che riconosciamo che le realtà urbane di oggi e il pianeta tutto non è strutturato per alloggiare, per esempio in Italia, un parco circolante di 40 milioni di auto. E, fermo restando questo punto di partenza, dobbiamo ridurlo a 25/30. Le BEV con costi di ingresso più alti, assolvono a due compiti: riducono le emissioni e riducono il parco circolante. E' che è un po' la storia del chi deve rimanere fuori? Un po' come nei film distopici di abbandono della terra e limitati posti sulle scialuppe di salvataggio spaziali. Chi sale? e chi resta a terra? Anche qui siamo a una domanda retorica. Come accaduto per altre dinamiche del passato il reddito è un vecchio refrain, che aiuta a dirimere. Aggiungo una coda a questo argomento: ho ammesso che abbia una ragionevolezza ritenere un errore l'aver permesso la mobilità di massa privata, ma anche se per ragionamenti puramente razionali fosse vero, il tornare indietro da una comoda abitudine, non può essere accolto dalle masse con giubilo e comprensione. Soprattutto se per qualcuno non cambierà niente. E per favore non scomodiamo gli archetipi del progressismo e dell'elemento reazionario al cambiamento, perché sono più consoni ad altre dinamiche. Qualche giorno fa mi trovavo nel Goiás in Brasile, e mentre ero nel traffico un pulmino ha fatto una sgasata che avrà rilasciato nell'aria l'equivalente di CO2 di 200 ICE già sostituite con 156 BEV (la sostituzione non sarà mai 1 a 1)
  8. Ciao Xtom, faccio una breve replica perchè mi rendo ben conto che ho un po' deviato il discorso su argomenti meno afferenti all'auto e alla specificità del topic...distorsione dovuta al mio campo di lavoro Probabilmente il mio sotteso non è stato espresso bene. Dal periodo successivo alla lady di ferro e a Ronald Regan, si è generato un abbrivio dell'orientamento economico verso un mercato meno condizionato dagli interventi dello stato. Salto alcuni passaggi storici, che sono comunque interessanti ma non in questa sede, per arrivare al Washington consensus che ha operato un'ulteriore spinta in quella direzione. Nel frattempo, il concetto di Stato Nazione si è un po' diluito con l'intuizione intellettuale politica di questo nuovo concetto di entità sovranazionale che è oggi l'UE. La mia battuta si inserisce in questo contesto. Dove si parte da un riformismo, in cui si opera uno spogliamento forte delle istituzioni/enti pubblici e municipalizzate in nome di una libera manifestazione del mercato, libertà privata e non ingerenza dell'entità statale. In parallelo il concetto di Stato Nazione viene riformato e alcune delle sue prerogative sono trasferite ad un organo di livello superiore, che a sua volta, in questo caso specifico di cui stiamo parlando, ingerisce sulle scelte industriali. Il mio non è uno schieramento elettrico si/elettrico no in termini tecnologici. E' la dinamica di cui sopra che genera una stortura sociale e storica e disarciona alcuni principi che hanno un percorso antico. Non è questione di fanalino di coda, è questione che l'Italia ha una conformazione geologica, orografica, architettonica, identitaria, un po' arzigolata, raffazonata, ma comunque tutta sua. Quando lavoravo nei paesi scandinavi, mi era chiaro che non potevano cogliere fino in fondo cosa sia il nostro paese e che il loro sistema, per quanto funzionale, lo è a casa loro, nella loro storicità industriale e culturale, disponibilità di risorse, egemonia identitaria. Mi scuso davvero per la deviazione, è che oltre ad essere il mio campo professionale è anche la mia passione e mi sono concesso con voi un minuscola uscita d'argomento. Prometto che mi fermo qui Sulla questione elettrico, potremmo davvero fare un gruppo di studio e analizzare tutta la filiera dall'estrazione materie prime, loro collocazione nelle aree della terra, lavorazione, trsporti, paesi coninvolti e dinamiche geopolitiche in corso, riserve, sfruttamento del terreno e effetti collaterali, effettiva produzione di CO2 frontale e latente del processo, break even point, stato del parco macchine attuale, sviluppi tencologici attesi, ripensamenti sul nucleare. Poi quando arriviamo a un documento compiuto, ci mettiamo il copyright "autopareri" e lo pubblichiamo
  9. Mi sembra che la discussione si sia un po' arroccata. Ci sono due/tre posizioni oltranziste sull'elettrico che resistono stoicamente alle argomentazioni di una decina di posizioni non molto favorevoli all'elettrico. I pollici alti affidati sono sempre gli stessi E' interessane notare anche la vena antropologica latente che emerge, relativamente alla percezione degli altri e percezioni soggettive di se stessi e del proprio caso specifico. Una cosa che mi chiedevo leggendo i vari commenti (strainteressanti) è che l'imposizione (giusta o sbagliata che sia), porta con sé due implicazioni: - ma chi paga gli incentivi per acquistare le prime elettriche? Retorica certo la domanda. Li pagano i contribuenti. Dalle mie parti di origine si diceva: "becchi e bastonati" - Ma se siamo nell'epoca del liberismo totale, dove la "mano visibile dello Stato" non si deve azzardare a commettere alcuna alterazione del mercato libero e privato, come è possibile che il sovrastato diriga le scelte dell'industria e dunque distorca il mercato? Caspita, eppure Adam Smith con l'esempio del macellaio e del birraio e del loro interesse, ci aveva pur spiegato qualcosa sulle motivazioni umane. Un'ultima cosa... se fossi nel Marocco o nell'India, rinforzerei un po' l'esercito. Tutta quella roba, in caso di penuria futura, potrebbe far gola fino all'irrazionalità.
  10. Direi che l'argomento è stato sviscerato bene. Se si cercano motivi meramente di impatto sulla vita dei singoli, attendibilità di effettivo progresso tecnologico, reale sostanza dell'impatto sull'ambiente, aspetti impositivi... le reazioni avverse all'elettrico hanno dignità di essere espresse e tenute in considerazione Se il piano della questione è perchè ci siano reazioni becere, nomignoli spregiativi e tendenza a buttare tutto in caciara in maniera viscerale... anche qui abbiamo scoperto che non è una reazione che "l'elettrica" deve prendere sul personale, in quanto è una tipica polarizzazione estrema che assumiamo (noi umani, lasciamo un po' in pace gli italiani) quando vi è un dibattito qualsiasi, che riguardi la cucina, la geopolitica, il creazionismo contro evoluzionismo, lo sport, la politica, etc Ora però, un po' come fece GAber in risposta a Celentaono e alla sua via Gluck, dovremmo chiederci perchè tutto questo odio verso l'italiano medio. Il quale è si, non umanamente sviluppato, non empatico verso il pianeta e il destino degli altri, affetto da posizioni per partito preso e da irrimediabile ignoranza, e ha pure il malcelato e, non detto per il momento, difetto di essere povero... ma mi chiedo se è ricompreso anche lui nella dichiarazione universale dei diritti dell'uomo e del cittadino; se anche lui possa avvalersi del diritto di pensare, di opinione, di libertà di movimento e di essere fautore del proprio destino. Oppure se, in quanto rappresentante dell'archetipo reazionario ottundente, debba essere in qualche modo considerato un residuato di lavorazione del progresso in avanzamento. E pertanto, destinato a scendere dalla storia. A parte l'ironia, grazie a tutti. Mi piace sempre leggervi a tutti quanti perchè date sempre vita un dibattito stimolante Saluti dal Brasile
  11. E' venuta molto bene in questa inquadratura... devo dire che così mi piace molto
  12. Quella foto, quel colore giallo, quel patacche sulla carrozzeria non le rendono giustizia. Ma sei troppo bravo e preparato in particolare sull'aspetto del design per non averlo notato anche tu. Ti leggo sempre con piacere. Anche a me ricorda la EV6. Infatti la prima volta che vidi questo modello della KIA per strada, colore rossa pensai ... "ecco ci siamo, finalmente vedo un muletto quasi definitivo in anteprima. Pregustavo già di fare delle foto e postarle qua. Poi mi sono avvicinato e ho capito la cantonata che avevo preso. A parte questo, a me sembra venuta fuori veramente bene. Paradossalmente mi ha colpito ancora di più della magnifica, sinuosa, choccante Roma. Proprio perchè la Ferrari in una categoria - i suv o allroad o altro che sia - non nota per il design da capogiro, ci ha dato un modello all'altezza del marchio, che svetta su tutte le altre. Goes without saying che i gusti sono gusti
  13. Secondo me resta invece un aumento considerevole al di là del valore assoluto Bisogna sottolineare due aspetti: nei precedenti 90 anni si è raggiunto il 20% e nei successivi 30 anni il 30%; la spinta all'efficienza delle emissioni, dei consumi e in via non troppo sventolata politicamente, delle prestazioni ha iniziato ad avere un'urgenza pressante da metà anni novanta in poi con giapponesi che rendevano veramente globale l'arena della competitività, pressioni crescenti di una sensibilità green finalmente allargata nell'opinione pubblica e sua istituzionalizzazione. Ma presto quella spinta ha perso slancio sulla tecnologia a combustione interna in quanto come già sottolineato più volte da altri forumisti, la politica (o altre forme di interesse e di pressione che non saprei individuare) hanno chiaramente indicato la via dell'elettrico come prioritaria. E forse lo hanno fatto a ragione. Provo a dire perché, pronto ad essere smentito e/o corretto - LA politica o chi per essa doveva indicare necessariamente una via (intesa come tecnologia) perché se avesse lasciato campo libero alle case costruttrici, come avremmo potuto creare delle infrastrutture comuni al servizio della tecnologia scelta? - Abbiamo compreso che la combinazione energetica di un paese o dell'intero pianeta è dirimente nel trovare il break-even-point tra ICE e elettrico. Se per ipotesi la spinta alle rinnovabili pulite (eolico e solare) procedesse fino a raggiungere un peso del 70/80% in tale combinazione, probabilmente la preferibilità dell'elettrico sarebbe più dimostrabile con dati fattuali lungo tutta la filiera produttiva. Questo perché quel tipo di energia (solare, eolico) si presta ad essere trasformata e incamerata in reti e batterie per essere poi riutilizzata quando necessario in forma di energia elettrica per alimentare appunto macchine con tecnologia elettrica. Posso sbagliare, ma non credo che lo stesso si possa fare con i motori a combustione interna
  14. Dopo la scorpacciata di linee magnifiche della Maserati, questa subitanea apparizione della Porsche è stata un tonfo tremendo.
  15. Ho passato il mio sabato pomeriggio a leggere tutte le 19 pagine. Non so se sia un bene, ma tant'è, mi avete letteralmente catturato. Interessantissimo il contributo da parte di tutti. Ogni volta che mi veniva da intervenire, trovavo la risposta successiva più coinvolgente e ho preferito farla da spettatore. Competenze differenti, punti di vista che hanno compiuto l'intero cerchio, toni alcune volte caustici ma l'escalation nei fatti non ha mai preso l'abbrivio sciocco che spesso si trova nelle discussioni di altri forum o situazioni di confronto analoghe (anche di quelle reali). Una domanda per Wilhem275, le tue argomentazioni sembrano giungere al corollario che il vero scopo delle leggi ambientali - che a loro volta inducono una direzione univoca al progresso tecnologico dell'auto - sia non già la riduzione dell'inquinamento, o almeno non in via prioritaria, ma piuttosto la riduzione del parco circolante di auto, così da ridurre le esternalità negative che contengono tra i vari fattori anche l'inquinamento. Ma, assumendo che, primo io abbia compreso l'estrema sintesi del tuo ragionamento magari forzandolo un po', e in seconda battuta che tu abbia ragione, mi chiedo se c'era bisogno di sconvolgere da cima a fondo l'intera concezione tecnologica produttiva, industriale dell'automotive con tutto quello che si porta appresso in termini di impatti sociali, lavorativi, investimenti, dibattiti? Non si poteva semplicemente esagerare il costo del bene auto lungo tutta la filiera produttiva e di utilizzo in modo da renderlo meno accessibile e quindi indirizzare le persone, e dunque gli investimenti, verso sistemi di mobilità alternativi che restituiscano suolo pubblico, riduzione del rumore, appagamento degli occhi (alcune modelli sono veramente difficili da digerire esteticamente), etc.? Un altro aspetto che mi vince e convince razionalmente è quello che va a solleticare il vecchio adagio per cui la "mia libertà finisce dove comincia la tua" (stabilire i rispettivi confini delle due esigenze vitali è poi tutto da dibattere). Mi convinci quando affermi che le esternalità negative prodotte da un gruppo di persone finiscono per essere pagate da altri. E allora ci vuole un uso più responsabile, maggiore consapevolezza, senso del presenza del prossimo. Resta però un fondo di rammarico. Ho ancora in mente un articolo di Quattroruote del lontano 1983 dove si descriveva l'auto come simbolo di libertà, evasione, viaggio indipendente e passibile di qualsiasi cambio di programma in corsa. Quasi fosse un archetipo antropologico. Magari me lo ricordo male quell'articolo e la mia memoria mi gioca scherzi. Quel che voglio dire è che non vorrei si sviluppasse un senso di disagio nell'usare l'auto, quasi si stesse facendo qualcosa di brutto, di egoistico e sconsiderato. Come se entrasse nella lista nera del politcally correct che già ci impone diverse cautele di pensiero e comportamento e parola.
  16. Forse se assimilata alla locuzione "ironia della sorte", si può pensare ad un significato che si avvicina al concetto di "beffa", e allora non suona così stonata la frase Scusate il reiterare l'offtopic, era solo per la curiosità che mi ha destato l'osservazione di savio.79
  17. Io pensavo che fosse una battuta un po' troppo enfatizzata quella che viene ciclicamente riproposta nei topic Alfa e cioè che ad ogni nuovo modello si passa in rassegna la riabilitazione dei modelli usciti di scena e la loro santificazione come vere Alfa di un tempo che fu... ma invece è vero!!! Eppure quello che non torna è che proprio quei modelli subirono la stessa massacrante sorte al momento della loro uscita.
  18. E' un concept, è futuristica e heritage allo stesso tempo. Muscolosa, sinuosa, ricercata Uno delle poche auto in cui il design è opera d'arte... e considerato che si parla di Ferrari, anche eccellenza tecnologica. Pur con stili completamente diversi, questa e Roma sono quelle che maggiormente mi hanno lasciato completamente senza fiato Ferrari è incredibile. La casa automobilistica del XX e XXI secolo più assoluta.
  19. Mi sono convinto: bellissima. Design pulito, personale, dinamico e a parer mio non così distante dal magnifico concept. La trovo molto "Alfa Romeo", al di là dei puristi "SUV NO!". Il muso, la fiancata, lo scudetto in bella vista. E sono certo che non tradirà neppure dinamicamente su strada come quasi sempre accade con Alfa Credo che si possa fare un'analogia con l'uscita della Alfa Sud negli anni settanta. Un modello e un concetto totalmente nuovo per Alfa Romeo ma che comunque aveva una sua specificità che la differenziava dalla altre medie e la faceva rientrare a pieno titolo nella storia del marchio (anche qui al di là dei ben noti difetti qualitativi e di montaggio e dei puristi che già allora dicevano giustamente la propria) Io attualmente ho una macchina aziendale, ma se dovessi scegliere questo modello sarebbe un serissimo candidato.
  20. In effetti quando sono andato a veder le dimensioni sono rimasto un po' sorpreseo...lunghezza 468cm. Dal vivo mi era sembrata più lunga
  21. Oggi mi è capitato di vedere per strada la KIA EV6 rossa...mi ha dato veramente la sensazione che concettualmente richiami il design della Purosangue che ho visto nelle foto su queste pagine Chiedo a chi ha avuto l'opportunità di vedere dal vivo la Ferrari, se effettivamente ci sia un concetto di design che segue una stessa idea tra i due modelli
  22. MA come può essere così sorprendentemente magnifica ? Il tempo non la sfiora
  23. SEmbra quasi impossibile che siano la stessa macchina. Sto percorrendo dettaglio per dettaglio per capire perché la visione di insieme mi restituisce due macchine diverse pur sapendo che in realtà non lo sono. La prima è magnifica, mi da' lo stesso impatto del concept (forse anche meglio). La seconda mi sembra pesante, monotona.
  24. Buongiorno, vorrei riportarvi pedissequamente un messaggio che mi ha inoltrato un amico fervente oppositore dell'auto elettrica Personalmente non sono ne pro ne contro, semplicemente sono più affezionato al motore a combustione interna In relazione al messaggio qui sotto, non sono stato in grado di rispondere subito. Voi cosa ne pensate? 'auto elettrica - la più grande truffa che il mondo abbia mai visto? Qualcuno ci ha pensato? "Se tutte le auto fossero elettriche... e dovessero restare bloccate in un ingorgo di tre ore nel freddo di una nevicata, le batterie si scaricherebbero tutte, completamente Perché nell'auto elettrica praticamente non c'è riscaldamento. Ed essere bloccato in strada tutta la notte, senza batteria, senza riscaldamento, senza tergicristalli, senza radio, senza GPS per la batteria tutta scarica, non deve essere bello. Puoi provare a chiamare il 911 e proteggere le donne e i bambini, ma non potranno venire ad aiutarti perché tutte le strade sono bloccate e probabilmente tutte le auto della polizia saranno elettriche. E quando le strade sono bloccate da migliaia di auto scariche, nessuno potrà muoversi. Le batterie come potranno essere ricaricate in loco? Lo stesso problema durante le vacanze estive con blocchi chilometrici. Non ci sarebbe in coda la possibilità di tenere accesa l'aria condizionata in un'auto elettrica. Le tue batterie si scaricherebbero in un attimo. Naturalmente nessun politico o giornalista ne parl, ma è questo che accadrà. Testo da me liberamente tradotto, ripreso da Marian Alaksin (Repubblica Ceca)
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