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3volumi3

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  1. C'è anche da dire che a quei livelli sei corteggiato dai cacciatori di teste. Come Hochholdinger che è andato a ricoprire lo stesso incarico presso Lucid Motors (stando all'articolo che hai linkato).
  2. Ho letto la tua disamina e l'ho trovata interessante. Mi piacerebbe però approfondire questo punto. Hai qualche link da cui partire?
  3. A me, se si parla di "un'auto dell'epoca pre elettronica, che sia robusta e duri il più a lungo possibile e di cui trovare i ricambi ancora per parecchio tempo", da usare anche su un tratto di strada bianca, mulattiera, bosco, viene in mente questa: O al limite questa
  4. Insomma, dopo quarant'anni ci sono arrivati anche loro Molto utile nel caso uno debba essere portato fuori dal veicolo dopo un incidente, magari durante un principio d'incendio 🙄 (Vabbè, voglio sperare che abbiano previsto un'apertura d'emergenza)
  5. Interessante come negli anni i numeri AWD calino costantemente a fronte di una crescita di FWD (parlo di Renegade e, in misura minore, 500X). Secondo me questa cosa si spiega col fatto che all'inizio gli acquirenti sono quelli più aggiornati sulle novità (e quindi più esigenti e competenti: per loro una Jeep dev'essere AWD), mentre in seguito, per il pubblico più generalista (al quale non frega nulla delle trazione integrale), subentra l’effetto moda o conformismo.
  6. Esagerato! Significa che lo 0.1% se ne è invece accorta, e quindi (in base alla popolazione mondiale attuale) sarebbero ben 7.850.000 persone. Tenendo conto che non saranno manco 1000 persone ad averlo notato, secondo me sarebbe più corretto parlare del 99.9999% 😁
  7. Fixed (e incidentalmente noto come sono cambiati i tempi. Dieci anni fa, quand'era uscita, la 500L offriva la macchina per il caffè. Questa un sistema per debellare i virus...)
  8. Che è anche di un segmento inferiore 🤦‍♂️
  9. Sì, ok, però non ho capito se ha l'integrazione con Android auto. In caso positivo potrei farci un pensierino...
  10. Quoto tutto. E poi non dimentichiamoci che nel mondo reale (quello fuori dalle cartelle stampa) la situazione reale con i comandi touch è questa (screen presi da due video di DeMuro): Cosa c'è di meno premium che una cruscotto infestato di ditate?
  11. Ottenendo anche (parere personalissimo, ovviamente) una banalizzazione di alcuni elementi di design che avevano il pregio di citare, attualizzandolo, il passato del biscione. Mi auto-cito per non riscrivere cose già dette:
  12. Ad esempio eliminarono i sedili in pelle dell'allestimento Distinctive, una cosa che ai tempi faceva molto "premium".
  13. La tua Focus è stata prodotta dal 1999 al 2001 (rif: scheda tecnica Ford Focus Mk1 Tdi 90 cv ). Il TCS è stato introdotto nelle dotazioni Focus solo nel 2003, stando a Wikipedia (rif: https://en.wikipedia.org/wiki/Ford_Focus_(first_generation)#cite_ref-2002_Ford_Focus_Press_Kit_20-0 ). Ergo: il puslsante per disabilitare il controllo trazione non c'è perché non c'è il controllo trazione
  14. "Nuovo Alfa Romeo Stelvio GT Junior(...)" Solo a me da fastidio quest'andazzo di usare il maschile, quasi non fossero più nemmeno delle automobili? Io il maschile nei mezzi di trasporto l'ho sempre associato a furgoni, camion, trattori... Poco mi importa che nella pubblicità intendano dire "Nuovo (SUV) Alfa Romeo Stelvio". Alfa Romeo fa in primo luogo automobili nella migliore accezione del termine, anche quando escono in versione SUV. Insomma, non stiamo parlando di Kia o Toyota...
  15. Ehm... No, evidentemente non basta mettere una fascia nera sul frontale e sul montante C...
  16. Un giorno i nostri nipoti rideranno di questa mania dei frontali a cancello, così come noi ridiamo della mania dei paraurti a ogiva e delle pinne gigantesche nelle americane degli anni '50.
  17. Infatti penso che l'approccio più giusto sia quello di Enrico Fumia, con il suo “ciclo di riconoscibilità”: citare – attualizzandoli – alcuni dettagli caratteristici della storia del marchio, per mantenere con discrezione una linea di continuità con la tradizione della casa. Citazione, quindi, non mera copia come si fa con i modelli "revival". (che poi, vabbè, Fumia col tempo è diventato un po' troppo integrailista nell'applicazione delle sue teorie, ma di questo ne abbiamo già parlato nell'apposito topic)
  18. Dal punto di vista del marketing (e quindi della proprietà di un'azienda) il successo del design industriale si misura con il numero di vendite. Quindi la 500 2007 è stato un successo. Da un punto di vista di appassionati e storici del design il successo del design industriale si dovrebbe misurare come l'insieme ottimale di estetica piacevole che presenta soluzioni innovative per adeguarsi con intelligenza ai vincoli meccanici che ha dovuto affrontare. Quindi in questo caso, no: la 500 2007 non è stato un successo. Col senno del poi è comunque meglio che abbia risposto alle esigenze del marketing, perché il fatto che abbia venduto così tanto ha portato ossigeno alla Fiat
  19. Non è che la 500 attuale non abbia senso, però come tutti i modelli “revival” è l’emblema di un problema che affligge un certo design contemporaneo (e quindi la creatività contemporanea). Mi spiego. La Fiat 500 del 2007 è innegabilmente un bel oggettino, una vettura carina che ispira simpatia e che ha salvato la Fiat dalla morte per inedia (anche se da un certo punto di vista ne è stata la sua condanna, ma questo è un altro discorso). Ma (ed è un "ma" gigantesco) è il segno della recente tendenza della creatività a ripiegarsi su se stessa. Anziché fare quello che ci si aspetta da un buon design, ossia proporre nuovi linguaggi visivi e nuove soluzioni di stile, si percorre la scorciatoia dell'effetto nostalgia, si rimane nella confort zone della rivisitazione del classico, della rassicurazione del "già visto e digerito". Nel migliore industrial design, il design viene sviluppato in base alla soluzione tecnica deliberata. È il progetto tecnico a guidare lo stile. E se i designer sono designer di prim'ordine (quindi con competenze sia ingegneristiche sia di design) vengono fuori prodotti innovativi e armonici che passeranno alla storia. Penso alla Nuova 500 di Giacosa, alla VW Beetle di Porsche, alla Mini di Isigonis, alla Panda di Giugiaro. Nei revival, invece, si mette in atto il processo inverso: si parte dal design già stabilito e si adatta la meccanica. Niente di più sbagliato a mio parere: vetture le cui proporzioni avevano un senso per la loro disposizione meccanica (come i "tutto dietro" VW e Fiat 500), nelle versioni moderne non hanno più senso. Poi, ripeto: anche a me esteticamente piacciono queste nuove rivisitazioni, ma trovo questa tendenza deleteria per la creatività. Pensiamo a come considereremo il design automobilistico "popolare" di oggi tra 50/60 anni? Di cosa potremmo fare un revival se già adesso i modelli più popolari sono a loro vola dei revival di vetture di 60 e più anni fa? Tornando alla Cinquecento (non "500"), l'idea di partenza era giusta: sviluppare un design minimale e pratico per vestire una meccanica collaudata. Peccato che il risultato fosse un po' troppo tristanzuolo. Mancava quel "guizzo" che caratterizzava le precedenti citycar Fiat e le quasi coeve proposte che ho postato prima (Twingo e Ka). E per concludere questo pistolotto, una piccola digressione. Questa tendenza a riproporre (attualizzandoli) successi del passato per essere sicuri di non sbagliare ha afflitto anche la creatività artistica mainstream. Lo vediamo ad esempio con le sempre maggiori proposte filmiche: prequel, sequel, reboot revamp. Ormai sembra che sia solo la nostalgia a guidare la creatività.
  20. Secondo me la Cinquecento sarebbe duvuto essere una cosa del genere: Low cost, citycar, spartana, ma con quel qualcosa in più nel design. Al di la di certe soluzioni rivoluzionarie specialmente all'interno, nella (prima) Twingo c'era qualcosa che mancava alla piccola Fiat: una personalità forte*. E in questo settore, dove non hai altri argomenti di vendita a parte l'economicità, offrire un prodotto con una personalità forte fa la differenza, come infatti le vendite hanno dimostrato. Infatti anni dopo, ecco un'altra citycar di successo che fa della personalità la sua principale freccia nell'arco: Cinquecento sembrava in confronto la svogliata esecuzione di un compitino noioso. E se alla fine è venuto fuori qualcosa di dignitoso è anche perché alla base c'era pur sempre il prluridecennale know-how FIat su come costruire buone citycar. * Non a caso il suo designer era una personalità forte, Patrick Le Quément (che poi magari non tutti apprezzano il suo portfolio, ma era qualcuno che osava).
  21. La Cinquecento è stata la sostituta della 126, da questa ereditava il bicilindrico, ultima applicazione di questo motore in casa Fiat. Essendo una citycar come quest'ultima, si poneva a un livello diverso dalla Panda, vettura più utilitaria a tutto tondo, mulo insostituibile in campagna e in montagna. Io ero un ragazzino quand'era uscita e mi ricordo l'effetto "meh" alla sua presentazione. Da un'utilitaria Fiat forse ci si aspettava qualcosa di più innovativo. D'altronde le citycar precendenti portavano la firma di Dante Giacosa, mentre la stessa Panda era frutto del genio di Giugiaro. Era difficile competere con tale eredità. Poi forse c'era anche una grande aspettativa che si era creata, visto il nome "impegnativo" e carico di nostalgia che si portava dietro (poco interessava all'uomo di strada che fosse scritto per esteso). Come non ricordare la prima pagina di Cuore alla sua uscita, che la perculava senza pietà (facendo invece uno spudorato endorsement per la Suzuki Maruti ) Però la sostanza c'era. La stessa inglesissima Top Gear in un confronto del 1994 tra Mini Rover e Cinquecento Sporting fa vincere quest'ultima (c'è da dire che l'inglese era però praticamente una vettura d'epoca )
  22. Ma quanto mi piace questa coda, con quella fascia di lamiera annegata tra vetro e luci posteriori? Se fosse entrata in produzione @angeloben avrebbe avuto altro materiale per la sua disamina sui doppi lunotti comparsa sul thread sui dettagli curiosi
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