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Aston Martin: sbarco in Borsa o vendita?


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L'Aston Martin vede crescere vendite, ricavi e utili e gli azionisti iniziano a valutare quale strada intraprendere per valorizzare il successo della Casa britannica. Secondo le ultime indiscrezioni lanciate dalla Reuters, Investindustrial e il gruppo di investitori del Kuwait, titolari nel complesso di oltre il 90% del capitale della società, hanno scelto la banca d'affari Lazard per preparare il terreno alla quotazione in Borsa o alla vendita.

Operazione nelle prime fasi. I soci di riferimento della Aston Martin, desiderosi di beneficiare dei recenti successi commerciali e finanziari del produttore britannico di auto sportive, sono ancora in una fase preliminare di una più ampia revisione delle strategie di investimento. Secondo la Reuters, la Lazard sarebbe stata ingaggiata per un progetto che prevede un'offerta pubblica iniziale (IPO) da realizzare tra il terzo e il quarto trimestre del 2018 oppure la cessione a eventuali interessati. La quotazione in Borsa è considerata l'opzione più probabile per una casa automobilistica che potrebbe spuntare una valutazione fino a un massimo di 3 miliardi di sterline (3,4 miliardi di euro). Al momento, comunque, non è stata presa alcuna decisione e gli azionisti, alla fine, potrebbero anche scegliere di mantenere il controllo della Aston Martin. Oggi la compagine azionaria vede la presenza della Investindustrial con il 37,5% del capitale e il 50% dei diritti di voto, degli investitori kuwaitiani Investment Dar e Adeem Investment con il 54,5%, della Mercedes-AMG con il 5% e del management con il 3%.

Sulle orme della Ferrari. La quotazione in Borsa della Aston Martin, di cui peraltro si parla da tempo, sarebbe un passo avanti fondamentale nel piano di rilancio avviato nel 2012 con l'ingresso nell'azionariato del fondo di private equity del finanziere milanese Andrea Bonomi. Il punto di riferimento dell'operazione è senza ombra di dubbi lo sbarco a Wall Street della Ferrari. Il Cavallino Rampante ha fatto il suo debutto sulla Borsa newyorkese nell'autunno del 2015 e da allora ha più che raddoppiato il suo valore grazie ai continui record finanziari degli ultimi mesi. Gli azionisti della Aston Martin avrebbero intenzione di seguire le orme della Ferrari cercando di attirare parte dell'interesse degli investitori per le case automobilistiche super premium. E a dimostrare tale interesse c'è anche l'attivismo di diverse banche d'affari, che avrebbero contattato Investindustrial nelle ultime settimane per offrire i propri servizi in vista di una possibile Ipo. E sarebbe proprio il fondo italo-britannico, nella sua veste di principale investitore della Aston Martin e di maggior sostenitore del piano di rilancio, ad aver assunto la guida del progetto di valorizzazione della partecipazione.  

 

Ridda di voci. Del resto nelle ultime settimane, in particolare dopo la pubblicazione dei buoni risultati finanziari dei primi nove mesi dell'anno, sono emerse diverse indiscrezioni sulle intenzioni di Investindustrial. Proprio una settimana fa Il Messaggero, per esempio, aveva riferito di trattative avanzate per aumentare la propria partecipazione al 50% entro la fine dell'anno con l'obiettivo di procedere con la quotazione in Borsa entro la  fine del primo semestre del 2018. Un portavoce della società, tuttavia, ha negato l'esistenza di negoziati in corso, pur non escludendo la possibilità, in un futuro prossimo, di discussioni sulla struttura dell'azionariato, e precisato come nessuna decisione sia stata presa sul tema dello sbarco in Borsa. Rimane il fatto che un fondo di private equity ha tutto l'interesse di valorizzare dopo un certo lasso di tempo un investimento risultato finora più che soddisfacente. Cinque anni fa Investindustrial, tramite la Prestige Motor Holdings, ha acquistato la partecipazione per 190 milioni di sterline sulla base di una valutazione complessiva di 940 milioni e oggi si trova nelle mani un investimento dal valore quantomeno triplicato anche se alcune banche d'affari hanno indicato valori fino a un massimo di 5 miliardi.  

Successi commerciali e finanziari. Il miglioramento delle valutazioni è il frutto dei successi ottenuti sul fronte delle vendite e quindi sul piano finanziario dalla Aston Martin. Dall'arrivo al timone della Casa britannica dell'ex manager Nissan Andy Palmer è stata portata avanti una strategia di rilancio focalizzata sull'ampliamento dei mercati e della gamma d'offerta, sull'aumento dei volumi e sull'ingresso in nuovi segmenti come quello delle Suv. I risultati stanno dando ragione a Palmer e agli azionisti. Nei primi nove mesi del 2017 il fatturato si è attestato a 567 milioni di sterline (oltre 620 milioni di euro), con una crescita dell'84% rispetto al pari periodo dell'anno scorso in scia a un balzo dei volumi del 65%con 3.330 vetture commercializzate per effetto soprattutto del successo della DB11. L'Ebitda è quasi quadruplicato, arrivandoa 121 milioni di sterline e il risultato operativo è passato da una perdita di 8,5 milioni a un utile di 8,6 milioni (9,7 milioni di euro). L'Aston Martin ha inoltre generato cassa per 150,3 milioni di sterline nonostante gli investimenti per la realizzazione in Galles di uno stabilimento dedicato alla produzione di una Suv sportiva di lusso. Grazie ai risultati dei primi nove mesi dell'anno, l'Aston Martin ha alzato la previsione sui ricavi annuali da 830 milioni a 840 milioni di sterline (945 milioni di euro) e quella sull'Ebitda da 175 milioni ad almeno 180 milioni (202,5 milioni di euro) e messo in preventivo di chiudere il conto economico con il primo utile dal 2010 a dimostrazione di un piano di rilancio ormai ben instradato. 

 

Quattroruote.it

Modificato da lukka1982
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