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Come darti torto! Ti ringrazio perché mi fai vedere quella plancia sotto una nuova luce. A me è sempre piaciuta molto proprio per la sua estetica controcorrente (ero un bimbo quand'era uscita), poi recentemente, leggendo vecchie prove di 4R, ho visto che non era molto apprezzata a livello di praticità. Ad esempio questo è quello che scrivevano della plancia della Lancia Trevi nello speciale prove 1983: (...) è un blocco unico in plastica nera, dove gli strumenti, i comandi e le spie, incassati in nicchie, si rivelano poco pratici (...). Ovviamente ciò non significa che la realizzazione del layout non si basasse su studi approfonditi... magari il primo impatto era così disorientante che ci voleva un uso prolungato per apprezzarne l'ergonomia. Da quanto ho capito tu hai avuto modo di guidarla e di familiarizzare con la disposizione dei comandi, quindi mi fido
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Sì, gli avevo citati in questo thread mesi fa proponendo uno spin-off sugli interni più strani, piuttosto che belli. Perché in questo caso mi pare che si sia fatto un uso improprio della ricerca stilistica, puntando tutto su quello che oggi viene chiamato "effetto WOW", a discapito della funzionalità e dell'ergonomia. Mi viene in mente l'autocritica che ha fatto Fumia nel suo libro parlando del tastierino presente nella plancia della 164. In pratica sostiene che si era fatto prendere la mano dallo stile, volendo disegnare un componente minimale che ricordasse le tastiere dei componenti hi-fi dell'epoca, per poi rendersi conto anni dopo di come questa soluzione fosse pericolosa per la sicurezza, in quanto poco intuitiva da utilizzare in marcia.
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Mi sa che non la producono più, almeno così pare dal sito della Zotye... Peccato, perché mi sarebbe piaciuto vedere un'evoluzione di questo modello, uno tra i miei preferiti di sempre
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- auto epoca
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E' una di quelle notizie che ti aspetteresti di leggere intorno il 1° aprile, tanto sono surreali... Che poi, insomma... ancora ancora capisco le (perverse) ragioni che posso spingere un acquirente a comprare un SUV Bentley, Ferrari, Bugatti, RR, etc... Sono marchi prestigiosi, status symbol, emblemi del lusso che conoscono anche i sassi, e trovano terreno fertile nell'esibizionismo un po' cafone di una clientela parvenu. Ma Lotus, Dio santo, è un marchio per appassionati duri & puri, ormai conosciuto solo dagli impallinati dell'handling. E' proprio l'antitesi del concetto di SUV: auto leggere, scomode, spartane, anticonformiste. Secondo me, se Geely procederà, rischierà di prendersi una cantonata.
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Arese, 1998. Per ripensamenti sul pianale da utilizzare, la nuova media del Biscione è in ritardo. Non si può far altro che prolungare la vita della 155 di qualche anno, magari con un restyling più "visibile", ma sempre senza senza toccare i lamierati (è pur sempre un restyling tappabuchi). Si pensa allora di dare più dinamicità all'insieme (in particolare al frontale), per recuperare quel senso di sportività che si era perduto. Inoltre l'aggiunta di nuovi listelli cromati nel paraurti e a contorno della mascherina avrebbero anche conferito un che di elegante all'insieme. I pareri degli alfisti furono discordi: alcuni videro un ritorno a stilemi classici della marca, per altri fu invece un passo indietro nell'evoluzione stilistica fin qui perseguita.
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Cos'è successo? Cos'è che è andato storto negli ultimi 20 anni? Vi ricordate cos'era BMW nel 1997? http://web.archive.org/web/19971113175906/http://www.bmw.it:80/Prodotto/__Auto.html Maledetti markettari!
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- sondaggio
- auto in arrivo
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Sì, o comunque lo stile sobrio e filante nella migliore tradizione stilistica italiana.
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- mitsubishi xpander 2017
- mitsubishi xpander
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Penso che questa sia un'ottima esemplificazione di come il design automobilistico sia entrato da anni in un periodo di crisi di idee. Si passa da design tormentati e disarmonici come questo a pedisseque rivisitazioni di classici del passato. Forse il problema sta nel fatto che ormai le case non si rivolgono più a designer esterni (in particolare italiani, che conoscevano il segreto di uno stile pulito e funzionale, e che ormai stanno scomparendo), oppure che si è sempre più schiavi di un marketing che diseduca il pubblico al bello per cercare sempre più spesso l'effetto WOW fine a sé stesso, e dal punto di vista di un gusto da eterni adolescenti (un po' come nell'America degli anni '50, con l'escalation di pinne e protuberanze falliche). Oppure, semplicemente, siamo entrati in un periodo di decadenza fisiologica del design automobilistico, in attesa di una prossima rivoluzione espressiva che ci liberi da questo sterile manierismo. P.S. paradossalmente e pensandoci per la prima volta solo ora, mi pare che tra le poche case che propongono uno stile "adulto" che richiami quello classico dei designer italiani di un tempo, ci sia la yankeessima Tesla... IMHO, eh!
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- mitsubishi xpander 2017
- mitsubishi xpander
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In pratica salvano solo l'estetica e la dinamica. Vanno giù pesante riguardo al motore, troppo "generico" e rievocativo di diesel tanto è "fasciato".
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- ginevra
- giulia 2016
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Purtroppo i marchi muoiono quando non sono più remunerativi, a prescindere dal blasone storico che si portano dietro. Pensate a cos’hanno fatto questi defunti marchi per la storia e il progresso dell’automobilismo: Isotta Fraschini, Itala, Panhard, Studebaker, Packard, Duesenberg, Hudson, Rover, Triumphs, Sunbeam, Lorraine-Dietrich, Simca, Talbot, Delage, Saab (solo per citarne alcuni)… Molti dei quali più antichi di Lancia. Il fatto che siamo ancora qui a sperare e speculare su questo marchio è dovuto al fatto che, a differenza di quelli citati sopra, Lancia ha avuto varie rinascite, che ne hanno prolungato l’esistenza, nel bene e nel male, fino a oggi. Andare oltre sarebbe inutile accanimento terapeutico. Il problema è che nessuna di queste rinascite è stata definitiva e a ben vedere nascevano da presupposti poco solidi (da qui in poi tutto IMHO, ovviamente ). La rinascita negli anni ’50 a opera Pesenti/Fessia, troppo sbilanciata sulle idee del progettista, geniali ma poco competitive a livello di industrializzazione. Poi c’è stata la rinascita come marchio sportivo, anni 70 fino inizio anni 90, abbandonata per far posto alla casa di Arese. Oppure la rinascita come auto dell’alta borghesia rampante anni ’80, a cui è purtroppo seguito un periodo nel quale Fiat era troppo distratta da interessi extra automobilisti per continuare a investire in un prodotto che doveva essere al top per avere la sua ragione d’essere. Ed ecco allora che si è ripiegato sulla strada che sembrava più facile: citycar che avrebbero voluto essere chic, con gli anni sempre più spostate verso un target femminile e sempre più annacquate a livello di contenuti. Che poi, a bene vedere, la sciagurata tendenza di considerare Lancia come auto da donne non è una recente strategia del marketing Fiat. In realtà e tutta colpa della Disney!!!
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- lancia mai nate
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Se guardi bene vedrai invece che è presente... subito sotto la stand FIAT, in centro...
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- sondaggio
- auto in arrivo
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Condivido storia interessante di uno sviluppatore di software USA, che un bel giorno ha deciso di vendere casa ed effetti personali, e vivere in un camper viaggiando per il paese. La cosa interessante è che il camper se l'è costruito lui (o meglio: lui e suo padre) in 38 giorni partendo da un Dodge RAM ProMaster, scelto per via dello sfruttamento dello spazio interno nettamente migliore rispetto ai concorrenti. Qui c'è la cronostoria dettagliatissima con tanto di prologo ed epilogo (titolo eloquente: Fuck the Banks, I'll Build My Own Damn House or How I Learned To Stop Worrying, and Build a Custom Camper Van): http://syntheti.cc/van-build/ Qui tour anche lui dettagliatissimo: Hope you'll enjoy it!
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- promaster 2014
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E allora passiamo a un cobadge, piuttosto che un rebadge... Non troverei altro termine per queste non più freschissime Fiat costruite dalla nordcoreana Pyeonghwa Motors, che appunto presentano entrambi i marchi. Pyeonghwa HWIPARAM 1 (Fiat Siena/Palio) Pyeonghwa Ppeokkugi (FIat Doblò) Se poi vi affascina il mix tra socialismo reale, modernariato automobilistico e pessimo editing video, questo è il video che fa per voi
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Questa potrebbe essere considerata la madre di tutti i rebadge, non fosse che in questo mio post c’è un pizzico di provocazione (ma solo un pizzico, eh! ): infatti sarebbe più corretto parlare di stretta derivazione, piuttosto che rimarchiatura. Ma a quei tempi, nei quali le carrozzerie erano tutte sviluppate artigianalmente, quindi nessuna identica a un’altra, questa era la cosa che si avvicinava di più a un rebadge. Ceirano Welleys 1899 FIAT 3 ½ HP 1899, conosciuta infatti anche come Fiat Welleyes. La vettura era in pratica il modello della prima foto, costruita direttamente dall’Accomandita Ceirano rilevata dalla Fiat.
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Direi che ci sono dei precedenti illustri a questa scelta
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Bello questo topic,occasione per vedere foto molto interessanti, ma forse un po’ troppo ampio nella definizione di "interni più belli". Difficilmente una Ferrari, Aston Martin, RR, BMW di fascia medio alta, etc... avranno interni men che affascinanti. Forse il fascino di certi interni sta più nell’originalità con la quale vengono interpretati efficacemente i soliti elementi dell’abitacolo, e penso che la prima foto del topic, la CX sia perfetta. Dal canto mio, come “interno più bello”, sceglierei un interno di una vettura media che bello non è, ma è sicuramente originale, coerente con l’immagine dell’esterno, simpatico, mette di buon umore e (parlando dell’abitatolo nel suo complesso) estremamente vivibile e luminoso: Quello che mi piacerebbe è uno spinoff di questo topic che tratti gli interni più strani ed eccentrici, esperimenti magari anche falliti di creare qualcosa di nuovo. Ho già in mente il primo esempio (oltre alla foto qui sopra)
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Certo che fu venduta in USA, solo con il 3000 v6 e in vari allestimenti Si intravede anche in alcuni film dell'epoca ambientati in USA: (fonte: http://www.imcdb.org/vehicle_10850-Alfa-Romeo-164-1991.html) (fonte: http://www.imcdb.org/vehicle_141973-Alfa-Romeo-164-1991.html)
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Oggi ero in autostrada e mentre venivo sorpassato da due Smart mk1, un primo modello e un restyling, mi è venuto da ripensare a questo bel topic e più in generale l’idea di facelift, o model year, o restyling che dir si voglia. E sono giunto a questa paradossale conclusione: i facelift dei modelli più riusciti e amati sono (inconsciamente?) considerati dagli appassionati come un ineluttabile accidente della vita che prima o poi deve accadere, quasi un memento della regola universale che considera la perfezione uno stato massimamente effimero, in un mondo in preda all’entropia. Al massimo l’appassionato spera che questo accidente non sia troppo distruttivo, che comunque l’impatto con il nuovo design sia tutto sommato accettabile… Quante volte di fronte a notizie di restyling di modelli iconici (mi viene ad esempio in mente la 500), ci siamo confortati a vicenda con frasi del tipo: “speriamo che non si accaniscano troppo”, “speriamo che non facciano troppi danni” etc…. E quante volte nel nostro irrazionale pensiero di appassionati, fuori da qualsiasi logica commerciale, avremmo preferito che un modello venisse dismesso, conservando un imperituro ricordo di perfezione, piuttosto che subire l’onta di uno stupro estetico in nome di un becero marketing da vendite tanto al kilo (ok, ora sto esagerando, bannatemi pure! ) Contestualizzo con un esempio... Primo modello, design perfetto, nulla fuori posto: Ultimo restyling, dopo anni di aggiungi, sposta, metti a norma...: Certo, poi a smentirmi (o come proverbiale eccezione che conferma la regola) c'è anche il caso di un restyling che dopo più di 20 anni ridona freschezza e giustizia a un modello iconico, reinterpretandone intelligentemente le linee originali di cui i precedenti facelift avevano fatto scempio. Ma forse questo è un caso particolare, perché in quei 20 anni il modello originale in questione aveva già fatto in tempo ad entrare nella storia del design classico, così da poter essere "reinterpretato" con il rispetto che si porta per un'opera d'arte, piuttosto che "ristilizzato" (un po' come sì è poi fatto, partendo però ex novo, con le varie Mini, VW new beelte, 500). So che avete già capito di cosa sto parlando
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Ecco bravo, non avrei saputo esprimermi meglio E' proprio l'effetto che mi fece quando la vidi la prima volta da bambino, quello di un frontale Prisma pantografato... Più che incompresa, incomprensibile non perché fosse una cattiva macchina, anzi, ma per le logiche onanistiche di Piëch che ne giustificarono l'esistenza...
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Bel topic, complimenti! A mio parere uno dei migliori restyling (se non il migliore) fu il primo della Lancia Thema (1988). Interventi minimi riuscirono a svecchiare e slanciare l'insieme, operando quasi esclusivamente proprio nell'elemento a mio avviso meno riuscito nell'originale del 1984: il frontale. Restando sempre in casa Lancia, questa volta in negativo, è pazzesco come siano riusciti programmaticamente a rovinare, banalizzandolo, il design quesi perfetto di ogni piccola, dalla Y10 all'ultima Ypsilon. (notare come infierirono sull'elemento di stile più iconico della vettura, quell'arco nero che taglia dinamicamente in due il profilo, e che ingrossato e colorato come il resto della macchina perde la sua funzione originaria diventando un mero pataccone di plastica) (banalizzandola molto nel frontale) (appesantendo l'insieme, avendo eliminato la parte inferiore a contrasto che alleggeriva molto)
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Se parliamo di B, forse l'ultima TP (almeno commercializzata in Italia) mi pare fosse questa:
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Ho trovato questa pubblicità nelle prima pagine di 4R del settembre 1978. Lo stesso numero che presenta una prova su strada della Fiat Ritmo, auto della quale già da mesi si conosceva il nome definitivo, che avrebbe sostituito il numerico 138. Ordunque mi chiedo: ma com'è possibile che un'azienda importante come la Veglia Borletti avesse permesso l'uscita di una simile cosa? Basito & perplesso...
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FIAT MO31? FIAT M031?
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