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MarcoGT

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  1. Vero, era molto avanti per essere una piccola peccato che con i vari restyling (sempre di questa generazione) l’abbiano imbruttita è resa sempre più “pesante” ed arzigogolata come estetica. March Box bellissima [emoji7]
  2. Esatto, targhe provinciali, probabilmente è del biennio 1992/1993, dove suo nostro mercato Micra ha fatto (meritatamente) un boom di vendite e notorietà, tanto che nell’opinione comune la di considera (erroneamente, come qui dentro ben sappiamo) come la “prima” Micra. Insieme al rosso e al grigio scuro era tra i colori più diffusi sulle prime.
  3. Renault Vel Satis, ammiraglia di casa Renault nei primi anni 2000, un bagno di sangue in termini di vendite, anche peggiore della (per me molto bella) Safrane. Suzuki XL-7, versione passo lungo della Vitara di seconda generazione. Ne ricordo giusto un paio dalle mie parti, forse complice la vicinanza di un concessionario Suzuki. Saab 9-5, l’ultima delle Saab (ad esclusione di un lotto di preserie della versione SW), che io trovo fantastica come design, molto pulito, personale e ancora moderno a più di 10 anni dalla presentazione.
  4. Un saluto autopareristi, dopo un bel po’ di tempo posto alcuni avvistamenti degli ultimi mesi. Nissan Micra K10 1.3 SLX, in ottimo stato e in un colore particolare: Mitsubishi Pajero (L040) 3 porte, versione Turbi Diesel con Intercooler, in buone condizioni, nonostante l’età e la tipologia di mezzo. Fiat Punto Cabrio Bertone, una delle ultime. Piccola curiosità: Bertone si occupò della progettazione e dell’ingegnerizzazione (specie della capote e dei relativi meccanismi) mentre il disegno dei fari e della parte posteriore deriva da una delle proposte alternative avanzate, per la coda, da Giugiaro, in alternativa ai fari lunghi poi adottati in serie. Alfa Romeo 155 1.7 TS, in uno stato di conservazione più che buono.
  5. Questa però è una Seat Panda 45 standard ma con la mascherina della versione Marbella, ossia la più accessoriata della gamma nei primi anni di vita. Da fuori l’allestimento Marbella si riconosceva per la calandra specifica, parte dei paraurti in tinta, un diverso scarico, i fendinebbia, filetto colorato (all’altezza della linea di cintura) e antenna radio di serie. Dentro invece aveva selleria specifica, pannelli porta più curati (con alcuni inserti in plastica a coprire la lamiera della parte alta delle portiere), una strumentazione più completa e orologio digitale di serie.
  6. Francamente non trovo molto il senso, bisognerebbe capire materialmente (e nell’uso quotidiano) l’effettivo apporto pratico di una sola porticina così concepita.
  7. Sembra molto più riuscita delle attuali DS: DS7 molto wanna be Audi nello stile e nelle proporzioni, mentre DS3 CB un po’ pacchiana. Ambedue hanno poi un, per me, limite: essere troppo barocche e sibaritiche, specie negli allestimenti più ricchi, ad esclusione delle varianti Performance Line, per certi versi più sobrie. Come sempre mi perplime il posizionamento e gli obbiettivi del brand, che secondo me devono ancora trovare un collocamento.
  8. Rieccomi a postare alcuni avvistamenti recenti, trittico di classici direi. Citroën 2CV Charleston, praticamente perfetta: Autobianchi Y10 Fire, a targhe nere e in ottime condizioni ma con ripetitori laterali (e fari posteriori fumè) provenienti dalle versioni post-restyling: particolare il colore, che se non erro dovrebbe chiamarsi “Verde Giada”. Fiat Panda 4x4 Edizione Limitata, anch’essa ben tenuta ma con cerchi non “canonici” per il modello: bellissimo il lettering posteriore con i loghi Steyr-Puch. Approfitto per augurare buone vacanze a tutti gli autopareristi!
  9. Più la guardo più credo che, al netto di alcuni dettagli minori (peccato per i retro schienali dei sedili posteriori siano in nuda lamiera...) abbiano fatto un ottimo lavoro e sembra che finalmente anche le finiture e gli equipaggiamenti siano in linea con il target e il posizionamento del modello sul mercato.
  10. Lo avevano anche le Golf (C e CL del periodo, come anche Passat) 2 e anche 3: il contagiri era di serie sulle GL e le versioni sportive. A proposito di Fiat Uno (ma anche diversi modello di Tipo, Regata, Croma) un dettaglio che non mi è mai andato giù è la copertura centrale del volante anonima, senza un logo o una scritta (salvo versioni di punta) e che fa tanto cheap, un dettaglio in cui si sono davvero lasciati menare via...
  11. Sarebbe una gran bella notizia, sperando che come al solito non facciano “scappare la voglia” a chi potrebbe decidere di investire nel nostro paese, a maggior ragione vista l’ennesima crisi in corso.
  12. Molto interessante la Touring ma, per i miei gusti, anche la Sedan 4 porte [emoji7] Peccato non siamo mai entrare in produzione.
  13. Molto bella, pulita e moderna nell’impostazione stilistica. Peccato che rimarrà confinata al mercato interno o, al massimo, a mercati limitrofi. La Harrier è nata come “gemella” della Lexus RX per il mercato nipponico: dalla penultima serie, invece, è diventata quasi un modello separato, dal punto di vista estetico.
  14. La Logus è la versione tre volumi due porte, mentre la 5 porte è la Pointer: al contrario delle Ford da cui derivano, da quel che so, non sono state prodotte versioni quattro porte tre volumi e 3 porte due volumi per non creare eccessiva concorrenza con le omonime Ford Verona ed Escort.In precedenza il modello Vw era chiamato Apollo, sempre di derivazione Ford Verona prima serie: quest’ultima era una basata sulla Orion di prima generazione, rispetto alla quale era modificata nella parte laterale e posteriore, è dotata solo di due porte.
  15. Concordo in pieno con te e a sostegno di ciò credo che uno degli esempi più emblematici di tutto ciò sia rappresentato dal progetto Lancia J, dove Fumia applica in maniera ancor più stringente e dogmaticamente rigido il concetto di simmetria in una vettura: Ecco le simmetrie presenti: Come dicevo il concetto di simmetria ha indubbi vantaggi ma secondo me in casi come questo è portato a livelli quasi esasperati: lamiere e paraurti a parte, sono simmetrici anche i gruppi ottici, la mascherina e l’incavo targa posteriore. Ho apprezzato il libro di Fumia, così come molte delle sue creazioni e dei suoi concetti più cari, ma alcune realizzazioni mi lasciano, per così dire, molto più che perplesso, oltre a non convincermi per nulla dal punto di vista estetico.
  16. In casa BMW ci sono due stilemi essenziali (nel tempo reinterpretati, in meglio come in peggio secondo me) del brand, quali il doppio rene e il gomito di Hofmeister: In casa Peugeot un particolare che ha contraddistinto la versione 3 porte della 205, ossia i due inseriti plastici sul montante C, e che integravano (in quello a destra) il tappo del carburante: Elemento ripreso e reinterpretato anche sulla 208 3 porte, come ad esempio la GTI:
  17. Mi pare però che alla fine il concetto della simmetria si sia in gran parte perso (forse solo fanaleria e portiere) con la macchina definitiva, per ragioni “di packaging” per Chery, come spiegava lo stesso Fumia nel suo libro.
  18. L’idea di Fumia per una vettura con moduli simmetrici (porte, paraurti etc) ha indubbi vantaggi ma questa Chery (che, diversamente da quanti proposto da Fumia, fa a meno della simmetria come da lui pensata in origine) esteticamente è proprio uscita male...
  19. Elemento di stile, quello delle tre fasce luminose, caratteristico anche della Nissan Be-1, una delle “Pike cars” più note:
  20. A livello estetico la versione “originale” Chery è nel complesso riuscita mentre l’omologa dR sconta, nei dettagli che poi la differenziano rispetto al modello da cui deriva, sempre una certa impressione di posticcio, tra loghi e soprattutto calandra, piuttosto grossolana. Gli sforzi per offrire qualcosa in più e migliorare i prodotti c’è senz’altro, ma a quei prezzi e con quei contenuti di sicurezza non le prenderei mai in considerazione.
  21. Corretto, infatti ho specificato solo il filetto rosso come caratterizzazione, strettamente di serie, delle GTI rispetto agli altri modelli.
  22. La Renault 16 se non ricordo male è la prima vettura ad aver introdotto il divanetto posteriore scorrevole per aumentare la capienza del bagagliaio, in caso di necessità: il “primato” viene, invece, quasi sempre attribuito alla Citroën ZX o alla Renault Twingo I.
  23. Particolare della “P” stilizzata della Grande Punto del 2005: Dettaglio del montante C dell’attuale Suzuki Ignis, che si caratterizza per le “branchie” riprese dalla Fronte Coupè/Cervo: Cellula Tridion tipica dei modelli Smart, elemento strutturale che da sempre ne caratterizza il design: Altra caratteristica Smart sono l’orologio e il contagiri in stile “occhio di rana”, anche se non presenti di serie su tutte le versioni: Una sintesi di tutti gli elementi caratterizzanti la stirpe della Golf GTI, qui nella sua prima serie: Mascherina con filetto rosso: Selleria con stoffa fantasia tartan e cambio con pomello di forma pallina da golf, che però non è stata una costante:
  24. Dettaglio del logo in zona maniglia-porta posteriore del prototipo Alfa Romeo Tonale, col Biscione “elettrificato”, molto riuscito secondo me: Tappo del serbatoio del rifornimento “occultato” nel gruppo ottico posteriore, Cadillac Eldorado ‘53: Terminale di scarico del prototipo Quartz con i quattro anelli Audi: Maniglia porta integrata con i listelli cromati delle prese d’aria sul montante posteriore della Miura, un bel l’esempio di integrazione nel design:
  25. Freno “a maniglione” tipico delle Alfa 90 e 75: Griglia del cambio manuale Ferrari, molto iconica: Griglia del cambio automatico delle Jaguar (presente fino a qualche anno fa) la cui forma era stata progettata appositamente per ragioni di sicurezza, per evitare errori nell’inserimento del programma di funzionamento: Motocompo Honda, un micro scooter pieghevole progettato per essere leggero ed economico e fatto apposta per inserirsi perfettamente nel baule delle Honda City e Today: Dettaglio del tergilunotto posteriore doppio tipico delle prima Lancia Flaminia: Dettaglio poi ripreso da molte auto, perlopiù wagon, nipponiche:
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