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Europa e aiuti al settore auto


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Praticamente, non ci crede neanche il governo svedese... dovrebbe crederci fiat?? :pz

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

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I più attivi nella discussione

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Pirelli riceve 7,4 milioni di euro da Bruxelles

Così si crea un polo di innovazione in Piemonte e si salvano 900 posti di lavoro

La Commissione Europea aiuta Pirelli e punta a creare un nuovo polo di innovazione e produzione in Italia, più precisamente nella regione Piemonte. Ieri Bruxelles ha deciso di investire 7,4 milioni di euro per salvare 900 posti di lavoro e ampliare la fabbrica Pirelli di Settimo Torinese. Il progetto, che dovrebbe essere perfezionato entro il 2010, prevede inoltre il raggruppamento delle attività di due diversi stabilimenti Pirelli situati nella stessa zona per la produzione di pneumatici a forte carattere innovativo, prevalentemente per supercar e auto di lusso.

L'aiuto "di importo relativamente modesto", come l'ha definito il commissario UE alla Concorrenza, Neelie Kroes, arriva in un momento di grande dibattito sul tema di "aiuti di Stato". Proprio ieri la Commissione si è riunita per dire no al protezionismo e per dettare le linee guida di rilancio dell'industria automobilistica, che dovrebbe essere sostenuta dai governi nazionali con azioni "coordinate preventivamente" tra gli Stati membri. Insomma, ogni decisione dovrebbe essere coordinata da Bruxelles.

L'investimento di 7,4 milioni di euro in Piemonte rispetterebbe gli orientamenti comunitari in materia di aiuti di Stato a finalità regionale perché il suo apporto positivo allo sviluppo regionale va chiaramente al di là di qualunque potenziale distorsione della concorrenza. In particolare, si ritiene che, grazie all'investimento, verranno conservati 900 posti di lavoro e che l'impianto attirerà diversi progetti di ricerca e sviluppo che verranno realizzati in associazione con il Politecnico di Torino.

Autore: Eleonora Lilli

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Lo stato francese entra in Valeo

Il fondo per gli investimenti strategici (FSI) è socio di minoranza

Il governo francese ha deciso di agire velocemente e concretamente contro la profonda crisi in cui versano alcuni settori strategici dell'industria nazionale e fra questi ha scelto di cominciare proprio con il comparto automobilistico. L'FSI o Fonds stratégique d'investissement è diventato socio di minoranza della Valeo, nota azienda produttrice di componenti per auto.

Con una quota azionaria dell'8,33% l'FSI investe quindi in una realtà considerata di importanza strategica nazionale, la Valeo colpita dalla crisi del settore auto che, a detta del CEO Thierry Morin, potrebbe non avere soluzione prima del 2011. Il celebre produttore francese di componentistica per l'auto che esporta in tutto il mondo aveva già mostrato un calo annuo delle vendite del 9% (perdita netta di 207 milioni di euro) e un successivo congelamento dei dividendi azionari.

La decisione dell'FSI di acquisire le quote azionarie dovrebbe "contribuire al consolidamento e al rafforzamento dei titoli Valeo" ed aiutare ad affrontare la crisi del settore auto. Il fondo per gli investimenti strategici, voluto da Nicolas Sarkozy e creato a dicembre 2008 come filiale della Cassa depositi e prestiti transalpina, ha proprio lo scopo di sostenere le aziende strategiche in crisi. Questo primo investimento di 19 milioni di euro va a sfruttare il fondo di 20 miliardi di euro appositamente istituito, di cui 6 miliardi in liquidità e 14 miliardi in titoli. Come azionista di medio-lungo termine l'FSI intende quindi accompagnare le aziende in tempo di crisi e di recessione economica, in modo che possano uscirne rinforzate e migliorate.

Ancora da stabilire è l'opportunità e la necessità per il nuovo azionista statale di sedere nel consiglio di amministrazione. Un'eventualità non ancora discussa con l'azionista di maggioranza, il fondo americano Pardus.

Autore: Fabio Gemelli

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  • 2 settimane fa...
Il meccanismo della rottamazione obbliga i venditori ad anticipare enormi

quantità di denaro che poi viene rimborsato in un secondo momento

Se gli incentivi stritolano

le concessionarie italiane

di VINCENZO BORGOMEO

"Impossibile andare avanti così", il grido di allarme ormai è un coro che si solleva da tutti i concessionari italiani. E già perché proprio gli incentivi alla rottamazione che dovevano favorire i dealer ora stanno stritolando la rete di vendita italiana.

"Il meccanismo degli incentivi - spiega Vincenzo Malagò - presidente della Federaicpa, associazione concessionari italiani - obbliga i venditori ad anticipare enormi quantità di denaro che poi viene rimborsato in un secondo momento". In alcuni casi interviene la casa automobilistica e quindi l'attesa per i dealer è di circa un mese, in altri no e quindi il rimborso è legato alle tempistiche con cui lo stato rimborsa gli importi della rottamazione.

E dalla Valle d'Aosta è già partita la rivolta con tutti i concessionari che si sono consorziati per chiedere a chi compra una vettura con rottamazione di anticipare in prima persona i soldi. Che poi verranno rimborsati dalla concessionaria quando lo stato paga.

Ma dalla Valle d'Aosta questa non è l'unica novità: dal primo aprile al 31 dicembre 2008 l'imposta di iscrizione e trascrizione al Pra dei passaggi di proprietà dei veicoli costerà in questa regione il 30% in meno rispetto alle tariffe fissate con decreto del ministero dell'Economia e delle Finanze. Lo ha deciso oggi la Giunta della Regione autonoma Valle d'Aosta.

"Si tratta - hanno precisato il presidente della Regione, Augusto Rollandin, e l'assessore alle Finanze, Claudio Lavoyer - di un ulteriore tassello del pacchetto anticrisi disposto dalla Regione". Il provvedimento, "assunto alla luce della crisi che coinvolge pesantemente anche il settore automobilistico ed il relativo indotto, avrà efficacia fino al 31 dicembre 2010 "ma potrebbe anche essere prorogato in caso proseguisse la congiuntura negativa in atto". Nel concreto l'imposta regionale - nelle altre regioni definita 'Ipt' - consente un risparmio di oltre 40 euro per ogni operazione.

In ogni caso, mentre il taglio dell'Ipt è teoricamente possibile anche in altre regioni, "nel centro Italia e al Sud - spiega Davide Colaneri, Ad dell'omonimo gruppo di concessionarie - far anticipare ai consumatori l'importo della rottamazione sarebbe irrealizzabile perché i clienti sono molto più agguerriti. Però la situazione sta diventando insostenibile perché su alcuni modelli a metano dobbiamo anticipare quasi la metà del valore dell'auto...".

Ma chi è in maggiore difficoltà? "Teoricamente noi grandi distributori - dichiara Massimo Di Risio, presidente della DR Group gigantesco dealer e ora anche casa automobilistica - dovremmo essere in maggiore difficoltà ma non è così: molto dipende da come si è strutturata la concessionaria e da qual è la sua esposizione finanziaria. Va tenuto presente infatti che gli incentivi c'erano anche lo scorso anno (sia pure con importi inferiori) e che quindi la vera novità quest'anno è costituita dall'atteggiamento di assoluta chiusura delle sistema creditizio verso il mondo dell'auto".

A proposito di grandi dealer, il numero Uno, Nicola Loccisano presidente della Ifas Gruppo, spiega comunque "Il problema esiste, non vogliamo nasconderlo, è vero. Alla Fiat lo hanno ben presente e stanno cercando una soluzione, ma qualche altra casa come Ford si è già organizzata. E' un problema, un grande probnlema, ma preferisco avere questi di problemi che altri...".

"In ogni caso - conclude Loccisano - purtoppo le previsioni di marzo non stanno andando come febbraio, ma mi auguro che l'incentivo metta in moto una voglia di acquisto".

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Land Rover: 27 milioni per fare la LRX

Downing Street conferma il contributo per costruire la baby

Il governo britannico è pronto a garantire fino a 27 milioni di sterline affinché Land Rover decida di produrre una nuova vettura di dimensioni più compatte basata sul prototipo LRX presentato lo scorso anno al Salone di Detroit. La Casa di proprietà dell’indiana Tata troverebbe dunque un buon incentivo finanziario per prendere una decisione definitiva sul modello che dovrebbe allargare verso il basso la gamma e la cui produzione dovrebbe iniziare entro la fine dell’anno nello stabilimento di Halewood, nella regione inglese del Merseyside dove vengono già prodotte la Freelander e la Jaguar X-Type e che ha già ricevuto un premio J.D. Power per la qualità.

Il finanziamento governativo darebbe un contributo al progetto di ampliamento dell’impianto (che già impiega 2mila persone) che la Land Rover indica in 400 milioni di sterline. È verosimile a questo punto che la Casa di Browning Castle dia il via libera alla LRX (che dovrebbe avere un nome diverso) che darebbe un’accelerazione ai volumi e consentirebbe di abbassare i livelli medi di emissione di CO2 verso quel 20% di miglioramento per il quale sono stati stanziati 800 milioni di sterline.

Per la LRX sono pronti motori tradizionali con sistema start&stop, ma anche un nuovo sistema ibrido di trazione integrale denominato e_Terrain che prevede l’uso di un motore elettrico per le ruote posteriori. Anche questa tecnologia ha ricevuto la benedizione economica da parte del governo della Gran Bretagna e subisce prove intensive presso il centro prove di Gaydon per essere pronto alla produzione.

Autore: Nicola Desiderio

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Roma, 16:30

AUTO: SCAJOLA, CONFORTANTI PRIMI DATI EFFETTO INCENTIVI

"I primi dati provvisori sull'auto sono confortanti e se confermati vorra' dire che siamo riusciti a tenere in piedi il settore". Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, a margine di un'audizione alla Camera, interpellato sugli effetti degli incentivi. "Gran parte della cig - ha proseguito il ministro - e' stata revocata e in alcuni stabilimenti e' stato introdotto il sabato lavorativo". Sullo stabilimento Fiat di Pomigliano d'Arco, il ministro ha spiegato che "ripartendo tutto il settore potra' riprendere anche l'attivita' di Pomigliano". Questo stabilimento, ha concluso, "e' la mia preoccupazione piu' grande".

da la Repubblica.it

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Per risollevare il mercato ci vuole più credito

Ecco le stime del Centro Studi Promotor

Le immatricolazioni di auto nuove nel 2009 potrebbero raggiungere e superare la soglia di 2 milioni di unità. A stimarlo è il Centro Studi Promotor che però pone una condizione: bisogna agevolare l'accesso al credito al consumo. Come è noto, infatti, gli incentivi stanno dando un impulso importante alla domanda di auto, ma "perché questo trend positivo continui e produca tutti i suoi possibili effetti - si legge in una nota - occorre risolvere senza indugio il problema dell’accesso al credito che è oggi particolarmente difficile non solo per le imprese, ma anche per i privati che intendono valersi di finanziamenti per l’acquisto di beni di consumo e soprattutto per coloro che sono intenzionati ad acquistare".

In Italia il 70% degli acquisti avviene con ricorso al credito. Per questo, secondo il Centro Studi Promotor, se è vero che il Governo, come riportato da alcuni giornali, sta lavorando ad emendamenti per favorirne l’accesso, ci potrebbe essere una svolta. In particolare gli emendamenti in questione dovrebbero assicurare il finanziamento a coloro che intendono acquistare autoveicoli, motoveicoli e veicoli commerciali valendosi degli incentivi alla rottamazione o degli incentivi per l’acquisto di veicoli ecologici (alimentazioni a metano, GPL, elettriche e ibride).

Autore: Eleonora Lilli

Volvo: accordo "straordinario" con i sindacati

Ci saranno ingenti tagli. La Bei è pronta a intervenire

A dare ulteriore conferma sulla difficile situazione della Casa svedese è arrivato l'annuncio di un accordo "straordinario", come l'ha tristemente definito il presidente della compagnia, Stephen Odell, che la Volvo Car Corporation ha firmato con i sindacati. Dal primo aprile fino alla fine dell'anno tutti i dipendenti, dagli operai alle più alte cariche manageriali della società, si vedranno lo stipendio tagliato, l'orario di lavoro ridotto e la possibilità di ottenere bonus annullata. Per contenere al massimo i costi e ridurre le perdite, tutti dovranno dare il proprio contributo, perché "la situazione è estrema e il mercato globale di auto nuove sta crollando, soprattutto in Svezia e negli USA", ha detto Odell.

L'accordo prevede che fino a gennaio 2010 non ci saranno aumenti di stipendio. Gli straordinari sono stati ridotti ad un massimo di un ora e mezza alla settimana e nessun impiegato, che sia un operaio o un alto dirigente, potrà ricevere bonus di alcun tipo. La produzione verrà tagliata e con essa lo stipendio degli operai, decurtato del 5% al mese. La stessa riduzione sarà applicata anche ai 40 dirigenti della Volvo Car Corporation, inclusi i membri del consiglio di amministrazione.

Intanto una boccata di ossigeno potrebbe arrivare molto presto dalla Bei. La Banca europea per gli investimenti ha detto che sono pronti 600 milioni di euro per Volvo Trucks, Volvo Cars e Scania. Secondo quanto detto da Mats Gunnarson, il dirigente della Bei incaricato dei prestiti in questione all'emittente radiofonica svedese Sveriges Radio, 400 milioni saranno accordati ai due fabbricanti di camion (Volvo Trucks e Scania) e altri 200 a Volvo Cars. "Se tutte le carte saranno pronte e le condizioni poste saranno soddisfatte procederemo ai pagamenti", ha detto Gunnarson, spiegando però che se Volvo Trucks non avrà bisogno di particolari garanzie, Volvo Cars dovrà assicurarsi quelle dello Stato. Nessuna decisione, invece, è stata presa dalla Bei sulla controllata di GM, Saab. "Ci sono ancora molte incertezze - ha commentato Gunnarson - sulla possibilità che Saab ottenga garanzie di Stato". Stoccolma infatti ha detto di essere pronta a garantire per Volvo, ma non per Saab.

Autore: Eleonora Lilli

da OmniAuto.it

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L'Adiconsum denuncia comportamenti scorretti nell'acquisto

dei veicoli pubblicizzati a prezzi diversi da quelli reali

Auto a prezzi "incentivati"?

Attenti a questi trucchi

"Non è tutto oro quel che luccica", è una perla di "saggezza popolare" che sembra calzare alla perfezione alla "truffa" ordita ai danni dei consumatori nel caso degli incentivi auto. L'allarme arriva dall'Adiconsum, l'associazione per la difesa dei consumatori, che denuncia come, varati gli incentivi per l'auto, con il meccanismo dello sconto praticato dai concessionari recuperati come credito fiscale, si ripetano furbizie e trucchetti di vario genere.

L'Adiconsum fa notare come l'incentivo pesi sulle finanze pubbliche, e che invece serve ad aumentare i guadagni dei soliti furbi, purtroppo con la complicità delle case automobilistiche; i media diffondono offerte a prezzi mirabolanti, grazie agli incentivi, salvo poi scoprire che quell'auto se la si vuole davvero comprare costa esattamente come prima. L'associazione insomma descrive un quadro della situazione piuttosto tragico e svela l'inganno:

"Il trucco è semplice: si prende un modello "economico", si tolgono aria condizionata e servosterzo, e si annuncia il prezzo come risultato degli incentivi; quando il consumatore, allettato dal prezzo annunciato, si presenta in concessionaria, inserendo gli accessori oggi irrinunciabili, il prezzo torna esattamente quello di prima, ma appare uno sconto "fantasma" che sarà un credito fiscale".

La beffa però non si esaurisce qui poiché, secondo l'Adiconsum, "Se si insiste per avere il modello al prezzo pubblicizzato, cioè senza accessori, si scopre che non esiste e non può essere ordinato alla fabbrica".

L'Adiconsum chiede quindi che le case automobilistiche cessino questa forma di pubblicità ingannevole ed auspica un'indagine da parte dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato su questi comportamenti e chiede, inoltre, al Ministero delle Finanze di vigilare, perché non siano riconosciuti i crediti fiscali esistenti solo sulla carta.

La vicenda è davvero inquietante e il nostro invito, in caso si verificassero comportamenti poco chiari come quello denunciato dall'Adiconsum, è di non lasciarsi convincere da "proposte allettanti" alternative ma di segnalare immediatamente la mancata corrispondenza di quanto pubblicizzato alle associazioni dei consumatori o alle autorità competenti. (m. r.)

da la Repubblica.it

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Anche nel Regno Unito vogliono gli incentivi

Secondo un sondaggio li vogliono il 76% dei consumatori

Gli incentivi per la rottamazione li vogliono anche nel Regno Unito, il 76% dei consumatori per la precisione, secondo quanto rilevato da un sondaggio condotto su oltre 500 persone dalla MM-Eye, società specializzata in ricerche nel campo automobilistico, per conto della Society of Motor Manufacturers and Traders (SMMT), ovvero la locale associazione che raccoglie i costruttori e i distributori di autoveicoli. Per una volta quindi, quello che si fa nel Continente ai britannici sembra buono e interessante, soprattutto perché fin’ora il governo di Londra ha scelto di aiutare l’industria senza incentivare (se non con una diminuzione dell’IVA dal 17,5% al 15%) il processo di acquisto e il risultato non è stato certo brillante visto che il primo bimestre ha visto un calo nelle immatricolazioni del 28,2%. Negli altri paesi gli incentivi funzionano, in particolare la Germania dove febbraio ha segnato un clamoroso +21,8%.

Analizzando più in profondità il sondaggio, il 61% degli intervistati ha affermato che probabilmente accetterebbe un incentivo di 2.000 sterline (2.172 euro circa) per cambiare la loro vettura vecchia di almeno 9 anni, il 66% appoggia l’idea di rimpiazzare vetture più vecchie e meno sicure e inquinanti con altre nuove. L’88% spenderebbe fino a 10.000 sterline (10.864 euro circa) per una nuova vettura se l’incentivo avesse queste dimensioni. Inoltre, secondo i calcoli della SMMT, le vetture di oggi emettono rispetto a quelle di nove anni fa il 14,6% di CO2 in meno e questo favorirebbe il bilancio totale dei gas serra.

Ovvio che la SMMT ha commissionato questo sondaggio per farne uno strumento di pressione presso Downing Street affinché ne prenda atto e vari un provvedimento simile a quello che, in forme diverse, altri paesi hanno preso come Austria, Francia, Germania, Grecia, Italia, Portogallo, Romania e Spagna. Il sondaggio segue una proposta già formalizzata in febbraio dalla SMMT al Department of Business, Enterprise and Regulatory Reform (BERR) e al ministro dell’economia Lord Mandelson; questa prevede uno schema molto simile a quello tedesco: 2.000 sterline (2.172 euro circa) per rottamare la vecchia auto se se ne compra una nuova o vecchia di un anno. Secondo la SMMT un incentivo di questa entità dà il miglior bilancio tra investimento statale e ritorno. Un provvedimento del genere innescherebbe l’acquisto di 280 mila nuovi veicoli e sarebbe largamente finanziato dalle maggiori entrate IVA ridando fiato a un settore che nel Regno Unito impiega complessivamente 800 mila persone e produce 1,75 milioni di unità all’anno con un fatturato di 51 miliardi di sterline (55 miliardi di euro circa).

Se avete confidenza con la lingua inglese e volete approfondire la ricerca compiuta dalla MM-Eye, basta andare su vimeo.com.

Autore: Nicola Desiderio

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  • 2 settimane fa...
Fiat: annullata una settimana di cassa integrazione

I tanto agognati incentivi alla rottamazione regalano nuovi sorrisi ai lavoratori Fiat: il loro positivo effetto sulle vendite annulla la necessità di programmare la settimana di cassa integrazione a Mirafiori dal 30 marzo al 5 aprile. Le linee produttive interessate sono quelle di Musa, Idea, Mito, Multipla, Punto classic e Thesis.

Domani, per far fronte alla domanda della Grande Punto a metano, nello stabilimento di Melfi, la produzione andrà in straordinario sul primo e sul secondo turno, alle ore 6 e alle 14. Rimane invece confermata la seconda settimana di stop produttivo, dal 6 al 10 aprile, per i 3.500 lavoratori dello stabilimento torinese.

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