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Voci di Fusione trà GM e Chrysler... fusione fallita, ma non del tutto


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Tradotto, hanno sono iniziati a infittirsi i colloqui con la casa bianca e si sono accorti che da uniti prenderebbero meno $ statali che da divisi. 8)

Esatto ! è il vecchio balletto degli intrecci politica/grande finanza-industria.

Ora che l'hanno eletto, a Obama presenteranno un conto molto salato

Cmq credo che alla fine la fusione si farà e, nonostante una montagna di denaro pubblico che evaporerà, evaporeranno anche molto posti di lavoro...

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Io invece non sono molto convinto si farà, dopo.

La fusione era (quasi per ammissione diretta) pensata anche per cercare di ottenere una fetta più grossa possibile di aiuti statali.

Scoperto che da uniti i due gruppi avrebbero probabilmente preso meno sovvenzioni che da divisi, semplicemente tenteranno la sopravvivenza così come sono adesso.

L'unione, si era già annsato nell'aria, avrebbe portato a tagliare quasi tutti i doppioni di personale produttivo, impianti, rete di stributiva, concessionari e, ovviamente, gamma.

Non biasimo ne il tentativo di fondersi (o meglio di farconfluire Chrysler in Ford) ne la decisione di non farlo più per motivi di $: sono con l'acqua alla gola e non in modo figurato.

Da una settimana all'altra potrebbero (sull'onda di qualche piccola ondata di borsa o in seguito a qualche dato eccessivamente negativo) dichiarare bancarotta e mandare tutti a spasso per qualche anno: tutto quell che riescono a fare per salvare il salvabile è comprensibile.

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Gm ha dichiarato una sopravvivenza (sempre che le cose non peggiorino) di altri 8/9 mesi senza aiuti statali... Ford arriva "addirittura" a metà 2010... Mamma mia... E' pauroso pensare che due dei colossi dell'auto potessero ridursi a questo...

La teoria è quando si conosce il funzionamento di qualcosa ma quel qualcosa non funziona.

La pratica è quando tutto funziona ma non si sa come.

Spesso si finisce con il coniugare la teoria con la pratica: non funziona niente e non si sa il perché.

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Ma GM se si accolla Chrysler e si puppa i finanziamenti bene... potra' campare qualche annetto.. ma poi? cosa se ne fa' di tutto sto carrozzone? nessuna grande alleanza ha mai funzionato nella storia dell'auto, tranne una ma con delle anomalie, GM si e' pure bruciata con fiat.. ma proprio non lo vogliono capire..

Fiat Punto I 55 sx '97

Fiat Punto II restyling 1.2 60cv '04

Toyota Prius V2 '06

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Ma GM se si accolla Chrysler e si puppa i finanziamenti bene... potra' campare qualche annetto.. ma poi? cosa se ne fa' di tutto sto carrozzone? nessuna grande alleanza ha mai funzionato nella storia dell'auto, tranne una ma con delle anomalie, GM si e' pure bruciata con fiat.. ma proprio non lo vogliono capire..
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A parte che è già stato dichiarato che non se ne fa nulla, non si sarebbe trattato di una alleanza, ma di una fusione/inglobamento di Chrysler in GM, tagliando tutto quanto sarebbe risultato ridondante.

Una cosa di emergenza.

Saltata questa, per Chrysler rimangono solo 2 prospettive concrete:

- essere comprata a pezzi o in blocco da qualcuno fuori USA

- chiudere bottega

Ce n'è in effetti una 3^:

- campare qualche mese con gli aiuti statali... e poi finire in una delle due soluzioni precedenti

Fiat Punto I 55 sx '97

Fiat Punto II restyling 1.2 60cv '04

Toyota Prius V2 '06

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DA Autoblog

Rod Lache, analista di Deutsche Bank, ha bollato le azioni General Motors come “prive di valore”, fissandone il target price a zero dollari (!) e raccomandando di stare alla larga dagli acquisti, in vista di una probabile (almeno secondo l’autorevole esperto) prossima bancarotta.

A detta di Lache, GM non riuscirà ad andare oltre la fine di dicembre e sarà costretta a dichiarare bancarotta prima del 2009, lasciando gli investitori con un pugno di mosche.

Per Lache tuttavia, (come già sapevamo) è l’intero comparto automobilistico americano a soffrire terribilmente: a detta dell’analista infatti, anche i fornitori starebbero attraversando “un periodo di difficoltà senza precedenti nella storia”.

La teoria è quando si conosce il funzionamento di qualcosa ma quel qualcosa non funziona.

La pratica è quando tutto funziona ma non si sa come.

Spesso si finisce con il coniugare la teoria con la pratica: non funziona niente e non si sa il perché.

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Il colosso aggiunge altri 1900 licenziamenti ai 3600 di venerdì, ma l'accordo con Chrysler

e gli aiuti governativi tardano. E se non arriveranno entro l'anno potrebbe essere tardi

Crisi General Motors:

possibile bancarotta

di VINCENZO BORGOMEO

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La situazione della General Motors precipita. E la bancarotta si fa incredibilmente vicina. "Incredibilmente" perché questa non è una normale casa automobilistica ma il simbolo stesso dell'industria dell'auto, la più grande azienda del mondo, un colosso presente in 200 paesi e che in cento anni di storia ha venduto poco meno di mezzo miliardo di veicoli.

Eppure, come spiega nel dettaglio l'edizione on line del Financial Times, Rod Lache, analista di Deutsche Bank, ha appena bollato le azioni GM come "prive di valore", consigliando gli investitori di non comprare proprio in vista di una prossima bancarotta.

La previsione, così pessimistica, deriva dal fatto che il già annunciato accordocon la Chrysler (che ha fatto volare brevemente il titolo in Borsa) e gli aiuti governativi hanno tempi un po' lunghi. Mentre la General Motors ha stringenti problemi economici che deve necessariamente risolvere entro dicembre. La fine del 2008 sembra insomma una data cruciale per il colosso Usa. Che nel frattempo reagisce annunciando un nuovo taglio della forza lavoro nelle sue fabbriche di 1.900 dipendenti. Un taglio che si aggiunge a quello - di 3.600 lavoratori - reso noto lo scorso venerdì. L'obiettivo è quello di tagliare i costi e sopravvivere alla crisi più profonda mai attraversata dalla società che nel terzo trimestre del 2008 ha subito una perdita di 2,5 miliardi di dollari, e che rischia di esaurire le sue riserve di liquidità prima della fine dell'anno.

Ora tutti gli occhi sono puntati sugli aiuti governativi: durante la visita di ieri alla Casa Bianca, il presidente americano eletto, Barack Obama, e quello uscente, George W. Bush, hanno avuto una discussione sull' industria automobilistica, per la quale Obama ha chiesto all' interlocutore un piano urgente di sostegno, che quest'ultimo invece vorrebbe condizionare all'approvazione da parte del Congresso dell'accordo sul libero commercio con la Colombia. Le indiscrezioni sono pubblicate oggi sul sito dell' 'International Herald Tribune', che cita "consiglieri di Obama".

"Bush durante l'incontro (alla Casa Bianca) ha fatto sapere che potrebbe appoggiare alcuni aiuti e un più ampio pacchetto di stimoli se Obama e i democratici al Congresso faranno cadere la loro opposizione all' accordo di libero scambio con la Colombia, un provvedimento per il quale Bush ha lottato a lungo, secondo fonti informate dell'incontro", scrive il 'Tribune', che ricorda che "l' amministrazione Bush, che ha promosso un cospicuo intervento a favore delle imprese finanziarie, si è opposta a consentire all'industria automobilistica di attingere ai 700 miliardi di dollari di fondi di sostegno malgrado la scorsa settimana la General Motors abbia dato segni che potrebbe non sopravvivere alla fine dell'anno".

Le stesse fonti democratiche hanno indicato all' 'International Herald Tribune' che "nè Obama nè i leader al Congresso sono disposti ad avallare con Bush il patto colombiano", al quale i democratici si oppongono per le violazioni dei diritti umani denunciati nella Colombia di Alvaro Uribe, e dovranno quindi "probabilmente attendere che Obama assuma il potere il 20 gennaio". Per allora, però, per la GM potrebbe essere troppo tardi e in ogni caso una cosa è certa: le sorti della più grande azienda del mondo sono legate ora a problemi politici, allo scambio fra il trattato con la Colombia e gli stimoli all'economia proposto dai repubblicani.

La polemica, ovviamente infiamma le colonne del New York Times e del Wall Street Journal che oggi lasciano trapelare il fatto che le indicazioni su questa trattativa sono state fornite dallo staff di Obama, e avrebbero irritato Bush ed il suo entourage. Secondo il sito di gossip politici 'DrudgeReport', una fonte vicina a Bush avrebbe detto "il senatore Obama farebbe bene a tenere per sè queste conversazioni".

Un'altra fonte della Casa Bianca uscente avrebbe addirittura sostenuto che il presidente eletto ha organizzato la fuga di notizie per mettere a disagio Bush a fine mandato."Il senatore Obama forse non sa che la tradizione vuole che le conversazioni private tra i presidenti rimangano appunto private", ha detto la fonte a Drudge.da repubblica.it

........... sarà il caso che ci rendiamo conto che la crisi è davvero globale....
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