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[RISOLTO] L'idrogeno, l'energia elettrica, le energie rinnovabili.....


Guest frallog

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Guest frallog

viva l'italia scrive

Il tentativo di fondare, come tu descrivi, una vera e propria centrale fotovoltaica e' morto sul nascere (vedi Adrano, Sicilia)

Io credo che i problemi del fotovoltaico siano due.

1) Il costo delle celle fotovoltaiche.

2) La durata delle celle fotovoltaiche.

3) L'efficienza delle celle fotovoltaiche.

Per il costo si puo' ragionare come ho detto prima, con dei concentratori ottici a basso costo e con una superficie fotovoltaica pari ad 1/4-1/8 del totale.

Per la durata pirtroppo non c'e' nulla da fare perche' loe celle durano dai 20 ai 40 anni. Si puo' pero' ragionevolmente prevedere un ciclo di vita e strutturare il tutto a spirale di Archimede (r=A*e^b*teta) e crescere dell'interno verso l'esterno per poi ricominciare a sostituire le celle interne piu' vecchie e procedere con strati successivi che si rinnovano dall'interno.

Per l'efficienza anche io prevedo un miglioramento nel prossimo futuro. Io comunqiue non capisco cosa aspettano ad imbrigliare l'ultravioletto (magari con dello "scattering" su un antistante strato di ozono- conosci l'effetto Raman?-) e l'infrarosso con dei diodi o transistor all'infrarosso posti sotto le fotovoltaiche.

Conunque in clonclusione io sono per un fotovoltaico per l'energia di frete ed un nucleare per il mondo dell'auto. Alternative secondo me non ce ne sono.

Regards,

Francesco :)

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Qualcuno è a conoscenza di un un paio di dati fondamentali?:

1) Quantità di energia necessaria a costruire un pannello fotovoltaico (nel senso che bisogna purificare il silicio -operazione non banale-, costruire il pannello ecc.)

2) vita media di un pannello.

Ciò per capire dopo quanto tempo un pannello comincia a generare veramente energia (il che accade dopo che ha ripagato dell'energia usata per costruirlo). Quanto è questo tempo se paragonato con la vita utile?

grazie a chi sapesse rispondere.

Ciao e buona giornata

Alfa_Milano

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Guest frallog

La durata io l'ho scritta prima ed e' compresa tra i 20 ed i 40 anni (40 per gli ultimissimi modelli).

Per quanto riguarda l'energia necessaria a costruire un pannello non e' molta, molta invece e' la tecnologia perche' e' la stessa tecnologia dei semiconduttori (drogaggi pn per i diodi pnp per i transistor) piu' la tecnologia del laser per ritagliare circuiti ad alta densita' nel silicio.

Comunque anche su questa energia e questo "spreco" di tecnologia si potrebbe risparmiare e pure molto costruendo, come ho detto prima, delle lenti in materiale plastico che siano in grado di concentrare l'energia della radiazione su di una superficie molto piu' ridotta, superficie quest'ultima che contiene il pannello. Secondo me il pannello occuperebbe effettivanente da 1/4 ad 1/8 della superficie originale in questo modo.

Regards,

Francesco :o

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una durata ragionevole per un pannello e' 35 anni, ma dopo 20 anni il rendimento di un pannello si e' ridotto all'80%, cioe' ha perso il 20% del rendimento iniziale che si aggira sul 15% per quelli domestici.

frallog, io so che si sta lavorando per ingabbiare anche l'infrarosso! Anche se, come tu sai gli infrarossi hanno frequenza piu' bassa del visibile e quindi portano poca energia. Infatti l'energia di un fotone e' data dalla ben nota formula:

E=(h/2pigreco)*frequenza

dove h e' detta costante di Plank.

Bisognerebbe, per un uso domestico e non di elettronica, ingabbiare gli ultravioletti! Ma gli UVA (UV altamente energetici) sono, per nostra fortuna, quasi totalmente bloccati dallo strato di ozono nell'alta atmosfera e gli UVB Passano in una piccola percentuale (e speriamo che resti tale)... in parole povere il gioco forse non vale la candela!

Ci solleveremo dalle tenebre dell'ignoranza, ci accorgeremo di essere creature di grande intelligenza e abilità. Saremo liberi!Impareremo a volare! Richard Bach, 1973," Il gabbiano Jonathan Livingston"

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Forse e' il caso di dedicare qualche momento a riflettere . . . .

. . . . .

Naturalmente a sua volta questo non vuol dire che il mondo dell'idrogeno non deve venire. Significa altresi' solo che l'idrogeno deve essere ottenuto con altri mezzi (ad esempio il nucleare). Chi vi dice altre cose o ha le idee confuse, o peggio e' in malafede.

Opinioni in merito sono gradite.

Regards,

Francesco

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quindi le centrali solari per la massima efficienza andrebbero messi in orbita geostazionaria: ma considerando i costi attuali di trasporto ( circa 5000 $/kg in LEO; 15.000 $/kg in orbita geostazionaria ) non e' ancora un'alternativa possibile....

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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Guest frallog

Io avevo pensato a produrre energia in quota potendo li' sfruttare una costante solare di 2cal/cm^2*min. Si sarebbero potute fare delle enormi basi a sostentamento in elio..... pero' il problema era poi di trasferire l'energia a terra. Avevo pensato anche ad un cannone laser che sparasse l'energia concentrata su celle fotovoltaiche a terra. Ma il rendimento di tutto l'ambaradan probabilmente era bassissimo.

Questo sistema di trasporto dell'energia, in linea di principio, sarebbe stato applicabile pure su scala planetaria. Avremmo allora potuto inviare dei ricettori con tanto di celle fotovoltaiche in un'orbita diciamo a 15 milioni di chilometri dal sole. Li' avrebbero raccolto un'energia con una densita' pari a cento volte quella della terra (che orbita a 150 milioni di chilometri) e via con il trasporto su fascio laser (di potenza). Ma oltre ai problemi di sincronizzazione (centocinauqnta milioni di chilometri con movimenti di rivoluzione e di rotazione non sono bruscolini), la dispersione lineare di energia assorbita da gas interplanetario e piu' genericamente dalla corona solare finisce per rovinare proprio tutto l'ambaradan.

Scusate tantissimo se ho divagato.....

Regards,

Francesco :cry: :cry: :cry:

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Francesco, ti ripeto che sbagli pesantemente a fare i conti.

Non importa quanta energia o potenza sprechi nella conversione, a te servono i 60kw all'albero. Se poi questa potenza la ottieni da una fonte che da 1MW te ne dà solo 60, o da una macchina di Carnot, questo non cambia nulla.... se per avere certe prestazioni a te servono 60KW all'albero, sempre su quesi 60 devi ragionare.

Ora, se il motore è elettrico (non stiamo parlando di idrogeno come combustibile - tipo BMW), non essendoci perdite per la conversione di una forma di energia in un'altra, come nel motore termico, puoi ragionevolmente supporre che te ne possano servire 65, tiè, inglobandoci 5KW (che è un'enormità) in perdite varie e attriti interni al motore elettrico.

Auto attuale: VW Passat Variant 4Motion 130cv con Torsen

La tua prossima auto: a trazione posteriore o integrale

Moto: YAMAHA FZ6 FAZER Diamond Black '05 "BLACK MAMBA" [clic], Suzuki GSX750 "Cicciottona" e YZF-R6 solopista 8-)

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Guest frallog

Dunque la base e' che a me servono 60 Kw all'albero. Cioe' 60Kw di lavoro meccanico.

Ora il punto e' che in un motore termico:

L = ng Hi mi

dove ng e' il rendimento globale della catena dei rendimenti ed Hi mi sono rispettivamente il potere calorifico della miscela e la massa della miscela introdotta.

dunque si ricava che:

L/t = potenza meccanica = Wmecc = (60Kw) = ng (Hi mi)/r

da cui:

Hi mi /t = potenza calorifica chimica = Wchim = Wm / ng

Ovvero:

Wchim = Wmecc /ng

e' subito visto che fissata Wmecc=60Kw quest'equazione e' in due incognite e fornisce la potenza chimica per unita' di tempo in funzione del rendimento globale del motore. Wchim cresce (come un iperbole) al decrescere di ng.

A me interessa il Wchim e non il W meccanico, perche' attraverso la catena delle trasformazioni e dei rendimenti globali e' il W chim che devo produrre a monte e non il W mecc

Spero di essere stato chiaro.

Regards,

Francesco

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