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Todt: 'Nessuno ha chiesto quale fosse la nostra posizione'


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Todt: 'Nessuno ha chiesto quale fosse la nostra posizione'

Maranello, 20 giugno – Dopo il controverso Gran Premio degli Stati Uniti, disputato ieri a Indianapolis, il Direttore Generale della Ferrari, Jean Todt, ha chiarito la posizione della Scuderia Ferrari Marlboro rispetto agli eventi che hanno portato al rientro in pit lane delle 14 monoposto gommate Michelin al termine del giro di ricognizione, senza che queste riprendessero più la pista.

Per prima cosa Todt ha ammesso di “essere dispiaciuto per quanto avvenuto” e di esserlo “soprattutto per tutti i tifosi in circuito, per tutti gli americani e per il telespettatori, non per la nostra decisione”.

Le vetture equipaggiate con pneumatici Michelin non hanno preso parte alla corsa poiché la Casa francese aveva raccomandato loro di non correre, non potendo garantire la sicurezza del proprio prodotto. Si sono cercati compromessi di vario tipo, per permettere ai team che utilizzano le Michelin di prendere il via ma non è stata trovata alcuna soluzione. Nei momenti che hanno preceduto la partenza si era deciso di installare una chicane artificiale nei pressi dell’ultima curva, la veloce sopraelevata in cui uno degli pneumatici Michelin ha ceduto durante le prove libere.

Todt ha spiegato che la Ferrari non era stata sentita a tal proposito: “Non siamo mai stati chiamati in causa nella discussione – ha detto Todt -, mai coinvolti. Non ci è mai stato chiesto nulla al riguardo. Che fossimo d’accordo o meno è un’altra storia, ma posso dire, in tutta sincerità, che non lo saremmo mai stati.. Però nessuno ha chiesto quale fosse la nostra posizione. Può essere serio costruire una variante articiale a mezz’ora dalla partenza di una gara, senza che nessuno l’abbia neppure provata? E’ una cosa ridicola”.

Todt in effetti ha confermato che Bernie Ecclestone gli ha parlato di “svariate proposte, compresa una chicane”. Il Direttore Generale della Ferrari però aggiunge: “Lo ripeto, era una cosa che riguardava la FIA, questa vicenda non era una questione che competesse al detentore dei diritti commerciali della Formula 1. Io ho detto che, per quanto ci riguardava, spettava alla FIA decidere”.

Continuando a spiegare la propria posizione, Todt ha sottolineato che “innanzitutto la decisione doveva essere presa dalla FIA. In secondo luogo, se la stessa cosa fosse accaduta a noi, se per esempio non avessimo avuto aderenza in qualifica e avessimo chiesto di effettuare le prove ufficiali su tre giri perché su quella distanza saremmo andati meglio, o se avessimo chiesto di costruire una chicane perché sarebbe stato più sicuro per le nostre gomme, si sarebbero fatti tutti una risata”.

“Bisogna essere preparati a fronteggiare le situazioni. Tutti quanti hanno a disposizione due set di gomme tra cui scegliere: una di solito è più morbida, l’altra più dura. Si tratta solo di fare la propria scelta. Mi spiace per tutti coloro i quali non hanno potuto correre, ma sono molto più dispiaciuto per il pubblico”.

Todt ha poi spiegato gli svantaggi che avrebbe creato l’improvvisa installazione di una chicane: “Se avessimo saputo prima che in quel punto ci sarebbe stata una variante, ci saremmo preparati per affrontare una situazione del genere. Avremmo portato gomme differenti, avremo scelto assetti e rapporti del cambio diversi. Onestamente, perché saremmo dovuti scendere ad un compromesso? Noi cerchiamo di fare il miglior lavoro possibile con la Bridgestone, sin dall’inizio dell’anno. Così arriviamo a Indianapolis, capiamo che fin da venerdì siamol competitivi, non abbiamo alcun problema con le gomme…senza dubbio una grossa opportunità per noi”.

Nei concitati minuti che hanno preceduto la partenza, si è anche prospettata l’ipotesi che i gommati Michelin potessero correre ma senza che la corsa fosse valida per il Campionato del Mondo, se fosse stata installata una variante: “Non avremmo corso per una gara che non avesse assegnato punti iridati. Sarebbe stata una corsa fuori dalle regole della FIA, non l’avremmo neppure incominciata”.

Secondo Todt, il boicottaggio ha inevitabilmente danneggiato l’immagine della Formula 1: “Il danno è grave. Vorrei che tornassimo negli Stati Uniti perché è un Paese fondamentale, attualmente rappresenta il nostro primo mercato e perché è da molti anni che Bernie tenta di far attecchire la Formula 1 in nord america. Purtroppo non è stata data una bella dimostrazione, ieri. E’ un duro colpo per la Formula 1.

Todt ha anche chiarito che le squadre erano stata avvertite di non arrivare ai limiti con le gomme: “Due settimane fa ci è stata inviata una lettera che, dopo la corsa di Monte Carlo e quella del Nürburgring, ci ammoniva a stare molto attenti con gli pneumatici, le pressioni e tutto ciò che concerneva la gomma in generale. E’ qualcosa che si pensava potesse succedere”.

Infine Todt enumera quali circostanze avrebbero potuto permettere lo svolgimento della gara insieme alle monoposto gommate Michelin: “Direi che c’erano tre possibilità: primo, avrebbero potuto sostituire le coperture; secondo, avrebbero potuto adottare un compromesso per percorrere quella specifica curva; terzo, avrebbero potuto usare la pit lane. Se quelle monoposto non potevano affrontare quella curva, cosa potevamo fare noi? Almeno avremmo avuto una corsa”.

"Bisogna vivere come si pensa, altrimenti si finirà per pensare come si è vissuto"

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