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Riflessione su design orientale


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guarda, IMHO su questo ci sarebbe un enorme discorso da fare... sintetizzo dicendo che il design, specie nei segmenti alti, è la cosa più importante insieme all'immagine. Bangle non sempre viene capito, certo, ma intanto ha colpito la clientela che cercava di distinguersi...

Il design di grande Punto è ok, ma gli interni sono ancora da vedere, e non so se abbiano riservato quella cura stilistica che vorrei vedere. Infondo il mio discorso era più improntato ai dettagli, che IMHO spesso e volentieri possono essere trovati in qualsiasi elemento artistico-culturale che ci circonda.

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posso anche concordare...lo stile alfa che preferisco è sicuramente quello del cs e non quello di giugiaro...ed effettivamente, la 159 altro non è che la tedeschizzazione di 156 ed è per questo che avrà successo, perchè riprende suo malgrado i punti forti di 156 e vi aggiunge un po' di quel teutonismo che ha fatto la fortuna della vecchie sr5 e 3...

per quanto riguarda il successo bmw...ti dirò che non sono assolutamente convinto che esso sia dovuto al design...

il successo è dovuto all'immagine fortissima che bmw è riuscita a crearsi con la generazione precedente ed alla forte connotazione hi-tech, oltre alle innumerevoli personalizzazioni...

le bmw di oggi esprimono, come quelle di ieri, una sorta di minimalismo chic, ma a differenza di quelle "vecchie" lo fanno senza eleganza e con una accentuata volgarità a mio modo di vedere...

ripeto trovo scandaloso il portellone di sr7 e sr5, senza scomodare l'eccesso stilistico di quello proposto da sr6,che paradossalmente è quello meno fastidioso da vedere...

ripeto, non per tutti la linea banale e semplice è banale quindi inutile in campo di design...

Mah, guarda... sinceramente, se dici che il successo di bmw non è dato dallo stile, e dici anche che lo stile bmw è brutto... ti contraddici.

Per il semplice motivo che se dici che lo stile è brutto per te, e bmw non ha successo per lo stile, automaticamente mi dici che bmw PER TE non ha successo. Se le vendite di BMW aumentano, è grazie all'immagine e allo stile, non si scappa... perchè lo stile è immagine, e l'immagine è stile... senza dubbio. Il bello è che BMW aveva, da parte sua, l'immagine di auto di altissima qualità (e quindi s'è tenuta i clienti che aveva) e ha aggiunto uno stile di rottura. Risultato: i clienti se li è tenuti (a parte quel gruppo di sceneggiatori che ha inneggiato alla cancellazione di Bangle dalla faccia del pianeta) e in più s'è accaparrata quelli che cercavano uno stile particolare. IMHO BMW ha solo da ringraziare Bangle... certo lo hanno costretto e limitato, ma ha dato l'input per creare una coordinazione di superfici, linee e feeling inimitabile e inconfondibile.

E ripeto... per l'ennesima volta... non sto discutendo sulle strutture dei portelloni o roba varia, ma sul feeling dei dettagli. Jikoo con le sue forme degli interni, i suoi colori, le sue superfici e materiali rimanda direttamente alla tradizione artistica giapponese.

Gli interni di 159 a che rimandano? E non mi venite a dire che rimandano alla sportività alfa che mi metto a ridere... sono degli interni 156 ingranditi, con un design vecchio e piatto. Sono curati, ben montati e ben rifiniti, certo, ma stilisticamente non hanno un'anima (IMHO)... e su Alfa Romeo (e su qualsiasi altra auto, in realtà) la cosa è gravissimissima.

Se parli con Dio, sei religioso.

Se ti risponde pure... sei psicotico!

http://www.flickr.com/photos/valentinodanilo/

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A parte il fatto che il tipo di desing socio-artistico-storico-culturale che tu esponi e che le foto sottostanti esplicano sia una realtà da esplorare e oltretutto una ottima variante all'ormai necessario/imperante/dittatoriale design rigoroso/lineare/protettivo tedesco, io ritengo che il tuo modo di percepire il design come arte sia abbastanza correntistico. L'arte è totale abbraccia ogni campo, ogni situazione ed ogni emozione e a mio parere non deve essere ghettizzante per nessun tipo di espressione. Il tuo idolo di cui dici di amare lo stile è sicuramente un rappresentante piuttosto ardito di nuovi concetti e lodevole è il suo sforzo di imporre motivazioni e sensazioni a linee e particolari ma esso non è altro che un correntone che esprime il suo modo di vivere l'arte applicata all'ingegneria. Non lo ritengo un buffone ma la sua rappresentazione di forme non collima con il mio senso di bellezza e soprattutto, proprio come fai notare tu, è uno che cura il particolare in maniera maniacale dimenticandosi a mio avviso di plasmare una forma intera. Tutte le sue creazioni pur presentando tratti originali e notevoli capacità di esplorare forme nuove mancano del concetto fondamentale per cui un'auto rimane bella in eterno, cioè la forza prorombente ed esplosiva dell'emozione dell'insieme. In poche parole l'auto deve vivere, respirare, trasmettere emozioni da qualsiasi parte la si guardi, in modo uniforme. A mio parere Le Quement non riesce a trasmettere tale significato e le sue creazioni sono alla fine solo frutto di un'eccessivo ricorso al dettaglio e di conseguenza un forzato compromesso per le linee d'insieme.

Vedi questo è il mio parere, che può essere ampiamente opinabile per il semplice motivo che il mio senso di bellezza è più attirato verso altre forme. La bellezza è come dici tu oggettiva, l'importante è saperla riconoscere ma questo non significa obbligare ad apprezzarla. Io posso riconoscere ampi meriti al centro stile renault e posso dire che oggettivamente il loro lavoro è buono curato ed apprezzabile ma non posso ricavarne emozione perchè non rispecchia il mio modo d'essere.

Quindi imbastire un buono/cattivo nel design e motivato solo per ragioni pseudo razionali il resto è dettato solo dall'emozione.

Mi riallaccio quindi al discorso iniziale sulle correnti dove è giusto che ognuno esprima la propria emozione/arte come meglio crede senza dettare regole su come sarà il futuro e su che direzione stia prendendo il design.

Di sicuro il tuo amico rappresenta una strada plausibile all'evoluzione del design, ma allo stesso modo molte persone tra cui lo stesso Giugiaro che tanto critichi hanno ancora in mano la capacità di creare qualcosa di bello tramite la loro corrente che hai definito obsoleta.

Io per esempio vivo ancora attraverso questo sorta di "amarcord" e sono convinto che la capacità di generare Instant classic sia la sola chiave per rimanere in eterno nell'olimpo dei designer.

L'amico Bangle per esempio è un designer ardito ma secondo me capace di legarsi a motivi classici che rendono le sue opere molto più fruibili. Io adoro serie 5, serie 7 ante restyling, Z4 e come dimenticare la stupenda Fiat Coupè e nonostante oggettive incongruenze ritengo fascinosa anche la serie 6 ma sono in grado di capire chi mi obbietta molte delle sue creazioni in quanto non sono figlie del comune senso di bellezza ma sono portatrici di concetti ed espressioni che lo stesso Bangle sente dentro di se.

Forse tu sei molto attratto da questa sorta di vera e propria arte applicata ma non condivido il tuo modo di disdegnare ciò che dentro di se porta continuità col passato, in quanto anch'essa è un'autorevole espressione di un sentimento. Perciò cerchiamo di apprezzare tutto quanto fa design e non solo il nuovo che avanza e soprattutto non fossilizziamoci su correntoni e via di li a dire che sono i milgiori ed il resto è vecchio...

Tu hai solo una passione o pensi di lanciarti nel campo?

Io quando finii il lo scientifico andai ad informarmi per L'IED di Torino e L'ISSAM di Modena ma l'eccessiva spesa frenò ogni mio entusiasmo, mentre un mio compagno si lanciò in questa avventura allo IED ma dopo tre anni di corso e altrettanti di attesa ancora non ha trovato un lavoro che si avvicini al desing di auto (disegna scarpe per la Fila...)... La strada è molto in salita e il metodo di disegno è anni luce da come uno se lo immagina... E poi i tizi del marketing sono proprio anni luce da concetti basilari come arte ed emozione e spesso distruggono quanto di buono il designer crea...

Mah... L'invasione di banalità e mediocrità insiste e molte delle blasonate tedesche ne sono un'esempio, ma l'unica cosa che conta è vendere...

Ciao!

Fiat Panda 1.2 Easy 2019 | Fiat 500L Sport 1.4 95cv GPL 2021 | Lancia Ypsilon 1.2 Gold 2018 | Moto Guzzi Le Mans 1976

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Mah, guarda... sinceramente, se dici che il successo di bmw non è dato dallo stile, e dici anche che lo stile bmw è brutto... ti contraddici.

Per il semplice motivo che se dici che lo stile è brutto per te, e bmw non ha successo per lo stile, automaticamente mi dici che bmw PER TE non ha successo. Se le vendite di BMW aumentano, è grazie all'immagine e allo stile, non si scappa... perchè lo stile è immagine, e l'immagine è stile... senza dubbio. Il bello è che BMW aveva, da parte sua, l'immagine di auto di altissima qualità (e quindi s'è tenuta i clienti che aveva) e ha aggiunto uno stile di rottura. Risultato: i clienti se li è tenuti (a parte quel gruppo di sceneggiatori che ha inneggiato alla cancellazione di Bangle dalla faccia del pianeta) e in più s'è accaparrata quelli che cercavano uno stile particolare. IMHO BMW ha solo da ringraziare Bangle... certo lo hanno costretto e limitato, ma ha dato l'input per creare una coordinazione di superfici, linee e feeling inimitabile e inconfondibile.

E ripeto... per l'ennesima volta... non sto discutendo sulle strutture dei portelloni o roba varia, ma sul feeling dei dettagli. Jikoo con le sue forme degli interni, i suoi colori, le sue superfici e materiali rimanda direttamente alla tradizione artistica giapponese.

Gli interni di 159 a che rimandano? E non mi venite a dire che rimandano alla sportività alfa che mi metto a ridere... sono degli interni 156 ingranditi, con un design vecchio e piatto. Sono curati, ben montati e ben rifiniti, certo, ma stilisticamente non hanno un'anima (IMHO)... e su Alfa Romeo (e su qualsiasi altra auto, in realtà) la cosa è gravissimissima.

probabile che la frittata si possa rigirare a piacimento sia da parte tua che da parte mia per quel che riguarda bmw...quindi inutile proseguire...

per quel che riguarda gli interni alfa...beh, cosa dire, o piacciono o non picciono...sicuramente non sono innovativi, è inutile non ammetterlo...sono simbolo di sportività classica...probabilmente masticata e rimasticata per un virtuoso del design come te o come stefano(in senso buono logicamente...),

però a molti,me compreso, piacciono...

è anche un fatto di sensazioni causate dalla strumentazione, dai materili, dall'orientamento e dalla posizione di guida...tutte cose che,nonostante il design non propio di rottura, me li fanno cmq preferire a quelli di sr3, che introducono sicuramene un nuovo concetto di interno lineare, ma anche assai povero e brutto da vedere in configurazione base...tra tutti gli interni bmw, sicuramente i migliori sono quelli di z4 e forse di sr1...ma gli altri, nonostante tutto non mi piacciono minimamente...

così come gli interni particolarissimi ed estemamente hi-tech della nuova civic, sembrano sfigurare tremendamente per accostamenti e materiali, che talvolta fanno sembrare un interno così moderno, interno anni 80...cosa tremenda se ci si pensa....

il vero elemento di stile in casa alfa è la strumentazione...il pilota, il resto è secondario...passeggeri compresi...

e cmq invito ad aspettare gli interni di 149...quelli saranno davvero il maasimo...

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Volendo limitare un po' il campo, ci potremmo limitare al design automobilistico e ai rapporti fra esso e la cultura e l'arte di un popolo. Il discorso è interessante e vorrei provare a suggerirvi anche un altro spunto di riflessione.

L'automobile non nasce oggi. Accanto alle influenze che indubbiamente un designer avrà dalla sua cultura e dalla cultura del Paese in cui è nato e vissuto, un designer automobilistico dovrà confrontarsi con la tradizione stilistica automobilistica del suo paese (o della casa per la quale disegna). Tradizione che, a sua volta, è stata influenzata dalla cultura del paese e quindi la sua arte, storia, ecc. ecc.

Qualche anno fa ho letto la voce "automobile" sull'enciclopedia Treccani, scritta negli anni trenta. Si parlava del design italiano come uno dei punti di forze delle nostre vetture e si diceva che la sua principale caratteristica era la semplicità e la pulizia della linea. La stessa caratteristica che era riconosciuta al design italiano negli anni sessanta. E le linee nette e pulite erano caratteristiche del design italiano fino agli anni novanta. Ricordo che quando uscì la Bravo quattroruote commentò che la linea era bella, ma non tanto italiana, perché troppo muscolosa. Ancora doveva uscire l'ultima generazione alfa che ha fatto delle linee muscolose il suo punto di forza (ma è stata in parte rinnegata da Giugiaro con Brera e 159, molto più basate sulle linee e meno sui giochi di forme).

Schematizzando molto mi sembra che dagli anni cinquanta in poi le linee base del design dei vari paesi europei erano le seguenti:

Italia: linea semplice e pulita, poco gioco di forme (auto poco muscolose... l'idea in mente è chiara, mi manca il linguaggio specifico per esprimerla...)

Francia: linee funzionali e/o innovative, spesso con voglia di stupire.

Inghilterra: design molto conservatore

Germania: maggiore attenzione alle forme piuttosto che alle linee.

Queste tradizioni possono in parte essere messe in relazione con la storia dell'arte di questi paesi. Per l'Italia l'amore per il bello e la semplicità elegante del Rinascimento, la Francia rivoluzionaria, l'Inghilterra tradizionalista.

Poi a partire dagli anni sessanta il design comincia ad omologarsi un po' e la linea che risulta vincente è spesso proprio quella italiana, che grazie ai carrozzieri si diffonde un po' in tutta europa (Peugeot - Pininfarina dagli anni '50 ai '90, Austin - Pininfarina - anni '60, BMW e Triumph - Michelotti - anni '60, Volkswagen - Giugiaro - anni '70 e '80).

Ah, dimenticavo... i giapponesi. A me sembra che in tanti anni non abbiano mai voluto creare un loro stile e tradizione stilistica, hanno cominciato copiando gli altri e in seguito hanno sempre preferito cambiare le linee anche radicalmente, secondo quelle che erano le esigenze del mercato piuttosto che seguire (o creare) una certa tradizione stilistica

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A parte il fatto che il tipo di desing socio-artistico-storico-culturale che tu esponi e che le foto sottostanti esplicano sia una realtà da esplorare e oltretutto una ottima variante all'ormai necessario/imperante/dittatoriale design rigoroso/lineare/protettivo tedesco, io ritengo che il tuo modo di percepire il design come arte sia abbastanza correntistico. L'arte è totale abbraccia ogni campo, ogni situazione ed ogni emozione e a mio parere non deve essere ghettizzante per nessun tipo di espressione.

Sinceramente non capisco il senso di questa parte. NON ho mai detto che l'arte deve essere ghettizata al design, anzi, io spesso vedo persone che dicono che il design non è altro che fare l'auto che piace a tutti, punto, spogliandolo completamente di ogni risvolto artistico e interessante, e appiattendo totalmente il lavoro di un designer.

Il tuo idolo di cui dici di amare lo stile è sicuramente un rappresentante piuttosto ardito di nuovi concetti e lodevole è il suo sforzo di imporre motivazioni e sensazioni a linee e particolari ma esso non è altro che un correntone che esprime il suo modo di vivere l'arte applicata all'ingegneria. Non lo ritengo un buffone ma la sua rappresentazione di forme non collima con il mio senso di bellezza e soprattutto, proprio come fai notare tu, è uno che cura il particolare in maniera maniacale dimenticandosi a mio avviso di plasmare una forma intera. Tutte le sue creazioni pur presentando tratti originali e notevoli capacità di esplorare forme nuove mancano del concetto fondamentale per cui un'auto rimane bella in eterno, cioè la forza prorombente ed esplosiva dell'emozione dell'insieme. In poche parole l'auto deve vivere, respirare, trasmettere emozioni da qualsiasi parte la si guardi, in modo uniforme. A mio parere Le Quement non riesce a trasmettere tale significato e le sue creazioni sono alla fine solo frutto di un'eccessivo ricorso al dettaglio e di conseguenza un forzato compromesso per le linee d'insieme.

Vedi questo è il mio parere, che può essere ampiamente opinabile per il semplice motivo che il mio senso di bellezza è più attirato verso altre forme.

A parte che Le Quement non è il mio idolo, quello che mi piace di Le Quement è che ha esposto una sua filosofia precisa sul design. Non sopporto il designer anonimo, che non lascia impronte e che non ha un suo concetto, perchè semplicemente credo che stia scaldando la sedia abusivamente. Le Quement ha appunto detto che ci sono molti disegnatori, ma di designer ce ne sono veramente pochi. Come ho scritto nel primo post, quello che distingue designer da disegnatori non è tanto la bravura tecnica, quanto più la capacità di creare e di plasmare la propria filosofia, il proprio concetto in un auto. Non me ne frega assolutamente niente di niente se l'auto piace al 100% delle persone, o all'80% o al 70%. Giudicando il designer per quello che è, aldilà dei fottuti numeri di vendita, io considero soprattutto il concetto. Il designer di Multipla forse non ha creato un modello che ha venduto come il pane, ma almeno ha avuto le palle di proporre un concetto che non s'era mai visto. Peccato che l'abbiano segato subito. E' necessario proporre input, anche forti, sennò si rimane a ricalcare con la cartavelina i disegni già esistenti.

Poi il discorso sul mercato viene aggiunto dopo, e lì bisogna anche vedere di riuscire a mediare col marketing senza mandare a quel paese il proprio concetto. Se ci si impegna e ci si mette si riesce sempre...

Tu hai solo una passione o pensi di lanciarti nel campo?

Io quando finii il lo scientifico andai ad informarmi per L'IED di Torino e L'ISSAM di Modena ma l'eccessiva spesa frenò ogni mio entusiasmo, mentre un mio compagno si lanciò in questa avventura allo IED ma dopo tre anni di corso e altrettanti di attesa ancora non ha trovato un lavoro che si avvicini al desing di auto (disegna scarpe per la Fila...)... La strada è molto in salita e il metodo di disegno è anni luce da come uno se lo immagina...

Io penso di lanciarmi in campo, ma comunque già ho dovuto fare i conti con le spese, e so che non me le posso permettere manco per miracolo. Sinceramente io non mi limito al design delle auto, ma mi piace occuparmi del design di qualsiasi cosa, mobili, lampade, oggetti high-tech, di tutto, quindi alla fin fine potrei buttarmi dappertutto, anche se l'ambizione di fondo è l'auto. Lo so che la strada è in salita, ma le salite si superano camminando, non dicendo "oh, cacchio quanto è alta 'stà collina"...

e io ho la testa dura, ma proprio dura dura dura. (anche se son lunatico...)

Se parli con Dio, sei religioso.

Se ti risponde pure... sei psicotico!

http://www.flickr.com/photos/valentinodanilo/

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A parte che Le Quement non è il mio idolo, quello che mi piace di Le Quement è che ha esposto una sua filosofia precisa sul design. Non sopporto il designer anonimo, che non lascia impronte e che non ha un suo concetto, perchè semplicemente credo che stia scaldando la sedia abusivamente. Le Quement ha appunto detto che ci sono molti disegnatori, ma di designer ce ne sono veramente pochi. Come ho scritto nel primo post, quello che distingue designer da disegnatori non è tanto la bravura tecnica, quanto più la capacità di creare e di plasmare la propria filosofia, il proprio concetto in un auto. Non me ne frega assolutamente niente di niente se l'auto piace al 100% delle persone, o all'80% o al 70%. Giudicando il designer per quello che è, aldilà dei fottuti numeri di vendita, io considero soprattutto il concetto. Il designer di Multipla forse non ha creato un modello che ha venduto come il pane, ma almeno ha avuto le palle di proporre un concetto che non s'era mai visto. Peccato che l'abbiano segato subito. E' necessario proporre input, anche forti, sennò si rimane a ricalcare con la cartavelina i disegni già esistenti.

Poi il discorso sul mercato viene aggiunto dopo, e lì bisogna anche vedere di riuscire a mediare col marketing senza mandare a quel paese il proprio concetto. Se ci si impegna e ci si mette si riesce sempre...

quello che dici lo può fare le quement in renault...ma se le quement fosse stato in alfa o ferrari o mercedes o jaguar etc etc, dubito fortemente che si sarebbe comportato allo stesso modo...logico che adesso che ha un discreto sucesso professionale ed è conosciuto, si possa permettere di sentenziare determinate cose...si sente giustamente forte delle proprie idee...ma se non fosse stato in renault,o al massimo in citroen, dubito che sarebbe riuscito ad esprimersi in tutta la sua originalità...

perchè ad un certo punto gli converrebbe crearsi un marchio e produrre auto solo sue e completamente estranee al background storico di altre case...

il passato non si può rinnegare...bisogna saperci convivere...

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quello che dici lo può fare le quement in renault...ma se le quement fosse stato in alfa o ferrari o mercedes o jaguar etc etc, dubito fortemente che si sarebbe comportato allo stesso modo...logico che adesso che ha un discreto sucesso professionale ed è conosciuto, si possa permettere di sentenziare determinate cose...si sente giustamente forte delle proprie idee...ma se non fosse stato in renault,o al massimo in citroen, dubito che sarebbe riuscito ad esprimersi in tutta la sua originalità...

perchè ad un certo punto gli converrebbe crearsi un marchio e produrre auto solo sue e completamente estranee al background storico di altre case...

il passato non si può rinnegare...bisogna saperci convivere...

Ma che cavolo significa? Che gran scoperta... è come se tu mi dicessi che un nuotatore non sempre è un campione di salto in alto. Grazie che un designer non si esprime allo stesso modo in tutti i centri stile. Ma che ci vuole ad arrivarci? Ogni marchio ha un linguaggio: Renault/Citroen = High Tech, Jaguar = lusso sportivo, Ferrari = perfezione. Ogni designer (se è un designer e non un disegnatore) ha un suo linguaggio e un suo concetto, quindi si troverà meglio in un centro stile di un determinato marchio, piuttosto che in un altro. Ma questo non gli vieta assolutamente di proporre qualcosa di innovativo in un marchio tradizionalista, e di cercare di inserire il proprio linguaggio nel centro stile in cui si trova... cioè, il discorso che hai fatto è una cosa così palese e lapalissiana, che non ha senso...

Andy Warhol se fosse stato un impressionista forse avrebbe fatto cagare, o forse no. E' una cosa logica, che non sminuisce minimamente il valore di Andy Warhol... anzi, se avesse avuto la possibilità di dedicarsi anche all'impressionismo e avesse sfavillato pure lì, allora tanto meglio, vuol dire che Andy Warhol è un genio. L'assoluto non esiste, il designer che lavora con tutte le case e inserisce qualcosa di più in ogni marchio non esiste... si può cercare di modificare leggermente un marchio o tentare di stravolgerlo o evolverlo, ma non si può pretendere di farlo con tutti allo stesso modo. Se si riesce ad essere più creativi e lavorare a vari marchi con successo tanto meglio, ma in ogni caso rimarrà sempre un marchio preciso e particolare che si sovrapporrà perfettamente al feeling e alla filosofia del designer...

in fondo... è un pò come l'amore :-P

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Ares per te esiste solo innovazione?

Esiste solo il concetto di seguire una filosofia altrimenti sei privo di personalità?

La mia parola ghettizzare è riferita al fatto che tu imponi come buoni solo gli esempi di design che tu ritieni coerenti ad una filosofia, che portino evidentissima innovazione e che... ma scusa tutto ciò che non rientra in tali canoni è fuori dal tuo concetto di design?

Mi sembra riduttivo... mi sembra esageratamente razionale io vedo come designer chiunque retituisca a qualcosa di fisico un'armonia formale che suscita un sentimento in chi la vede... il resto son chiacchere, l'innata capicità di rendere di massa il proprio concetto di bello è la sola cosa che conta e che ti rende unico. A me non interessa se Le Quement propone, innova o stabilisce nuovi canoni, su queste cose posso solo parlare per passione, ma poi da un'opera di Le Quement mi aspetto prima di tutto carisma e capacità di ammaliare qualsiasi sia il suo pensiero, la sua filosofia, la sua innovazione.

Design per me e arte applicata a oggetti di uso comune, quest'arte che sia amarcord anni 60/70, etnica o hightech (tanto per citatarti le correnti che adesso imperano nella quasi totalità dei settori...) o nuova e rivoluzionaria non ha importanza. L'importante è che come per magia risvegli un sentimento in chi la guarda e solo a questo punto la posso ritenere arte e ritenere colui che l'ha creata possessore di un innato senso della bellezza...

Poi adesso stiamo discutendo ma sono sicuro che a parte la produzione Renault... piacciono ad entrambi le stesse auto in linea di massima...

Fiat Panda 1.2 Easy 2019 | Fiat 500L Sport 1.4 95cv GPL 2021 | Lancia Ypsilon 1.2 Gold 2018 | Moto Guzzi Le Mans 1976

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