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I Moggi rinviati a giudizio


Alex87

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Moggi: "E non è finita qui..."

L'accusa: "Non si è spostato alcunché"

Chiusa l'udienza' date=' parte la caccia al "vincitore di giornata" del processo a Calciopoli in corso a Napoli. Luciano Moggi, dal canto suo, è sicuro di aver ottenuto un successo dato che, sostiene "sono state sbugiardate tante cose dette in precedenza". Diversa l'opinione del pm Narducci, secondo cui "le telefonate ritenute inedite non spostano alcunché. Noi - dice - ragioniamo sui reati".

Intanto Moggi preannuncia nuovi colpi di scena.

Per l'ex dg bianconero, insomma, questa udienza non è che il primo atto di una lunga e sorprendente battaglia: "Non finisce qui - dice infatti estraendo dei fogli con nuove intercettazioni da una cartellina azzurra -, nelle prossime udienze tireremo fuori altre conversazioni inedite che riguardano Inter e Milan...".

Il che, stando a quanto trapela da ambienti della difesa, di altro non si tratterebbe che di una conversazione telefonica in cui l'allora presidente dell'Inter, Giacinto Facchetti, avrebbe detto al designatore arbitrale Paolo Bergamo di ricordarsi di passare in società a Milano per ritirare un regalino per lui e di un'altra intercettazione tra l'addetto all'arbitro del Milan, Leonardo Meani, e l'ad rossonero Adriano Galliani in cui si parla dei guardalinee Puglisi e Griselli e dell'ex arbitro Lanese.

Telefonate che, a quanto pare, non turbano molto l'accusa. Il pm Giuseppe Narducci sulla questione è infatti chiarissimo: "Le nuove intercettazioni non spostano alcunché - dice -. A chi le dovesse ritenere inopportune e disdicevoli sul piano morale e dei comportamenti, diciamo che noi ragioniamo sui reati. E se c'è un'operazione in corso di mistificazione che vuole cancellare i fatti reato con altre finalità, la procura della Repubblica sta qui a lavorare...". Come dire: un conto è il processo sportivo e l'opportunità o meno di assegnare il famoso scudetto di cartone all'Inter. Altro, ritiene Narducci, sono il processo penale (quello in corso a Napoli, ndr) e i reati contestati a Moggi. "La procura di Napoli - spiega infatti il pm - che deve ragionare da pubblico ministero in funzione di un giudizio penale, non può giudicare illecito penale il fatto che una persona colloqui al telefono con un'altra".

La linea della Procura è infatti che tutto questo "è il risultato di un'indagine che ha riguardato anche personaggi ai vertici della Federazione". L'ipotesi "è che una parte di queste persone ha costituito un'associazione per delinquere finalizzata all'alterazione del campionato di calcio di seria A 2004-5. Altre persone non hanno fatto parte di questa organizzazione ma ne hanno beneficiato soprattutto nella seconda fase di quel campionato".

A proposito delle telefonate prodotte dalla difesa di Moggi, il pm Narducci ha osservato che "la procura di Napoli, contestualmente alla richiesta di rinvio a giudizio, ha preso atto per tantissime situazioni del fatto che gli elementi erano scarsi, insufficienti, si prestavano a equivoci. La questione - aggiunge - era e resta un'altra: riesce questa attività di indagine attraverso intercettazioni telefoniche, dichiarazioni di persone informate sui fatti, ricostruzione del traffico riservato (le sim estere, ndr), a fornire un dato probatorio sicuro, ovvero che è stata organizzata una alterazione complessiva del campionato? Noi crediamo di sì".

"Si sta tentando di accreditare - continua il pm - la tesi, secondo noi di assoluta inconsistenza, come se noi avessimo interpretato e valutato con un rilievo penale una serie di frasi e di comportamenti assimilandoli a quelli di chi, da che mondo e mondo, e continuerà per l'eternità a lamentarsi, protestare, a imprecare contro mille divinità perché si sente vittima di comportamenti sbagliati, arbitraggi sbagliati o non all'altezza della situazione. Tutto questo a noi non ha interessato alcunché". "Se si vuole dimostrare che non c'è reato per una serie di persone dimostrando che una o più persone hanno in alcuni momenti della loro vita colloquiato con altri, secondo noi questo risultato non può prodursi. Questa è la linea della Procura che non ha problemi a far trascrivere quelle che le difese giudicano telefonate eccezionali, rilevantissime, decisive, augurandoci di dover fare un processo penale e non parlare di scudetti tolti o ricevuti che è la questione di cui si parla da 15 giorni: a noi non interessa alcunché, noi ragioniamo su indagini e reati".

13 aprile 2010

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Passare per idiota agli occhi di un imbecille è voluttà da finissimo intenditore. - Georges Courteline -

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Il regalino di Moratti per Bergamo

Ecco Facchetti con l'ex designatore

Un "regalino" da parte del presidente dell'Inter Moratti per l'ex designatore arbitrale Bergamo' date=' visto probabilmente il periodo natalizio. E' la prima di altre tre telefonate trascritte dai difensori di Moggi di cui è stata chiesta proprio l'acquisizione da parte del Tribunale di Napoli dove si sta celebrando l'udienza del processo a Calciopoli. L'intercettazione è del 23 dicembre 2004 e Bergamo chiama l'ex dirigente nerazzurro Facchetti.

[b']L'intercettazione è del 23 dicembre 2004 e Bergamo chiama l'ex dirigente nerazzurro Giacinto Facchetti.

Facchetti: ''Se tu chiami Moratti... son stato lì? anche ieri da lui ...abbiamo parlato''.

Bergamo: ''Io non ho più il suo numero, se tu me lo dai...infatti ricordi...ne avevamo parlato''.

Facchetti: ''Sì dai perché voleva... se passi di qui un giorno...''.

Bergamo: ''Ma dov'è è a Forte?''

Facchetti: ''In ufficio, no no a Milano se ti capita di venire giù perché aveva là un regalino da darti''.

Bergamo: ''Volevo sentirlo anche così anzi avevo piacere anche di incontrarlo, di incontrarvi, insomma per fare così qualche riflessione insieme''.

Facchetti: ''E va bene''.

Bergamo: ''È una situazione che vorrei proprio anch'io aiutarvi a raddrizzare...perché insomma la squadra non merita la posizione che ha...''.

Facchetti: ''Sono stati dodici pareggi incredibili...''.

In un'altra telefonata, del 26 novembre del 2004 Facchetti chiama Bergamo.

Facchetti: ''Senti per domenica allora?''.

Bergamo: ''Senti per domenica facciamo un gruppo di internazionali perché non vogliamo rischiare niente quindi sono lì e tutti e quattro possono fare la partita c'è''.

Facchetti: ''Vabbè ma metti dentro Collina''.

Bergamo: ''Ma tutti internazionali Giacinto, così per lo menonon c'è discussione... perché c'è dentro... Collina, Paparesta, Bertini, c'è dentro Rodomonti...''.

Facchetti: ''Ho capito''.

Bergamo:''Sono tutti internazionali e abbiamo evitato che ci fossero troppi giovani per esempio anche se Trefoloni sta facendo bene... però preferisco lasciarmelo al girone di ritorno... e poi... e poi non abbiamo altri sinceramente... Messina non mi da garanzie...''.

Facchetti: ''Perché? Non è un first class adesso?''.

Bergamo: ''No...Si' e nella first class c'è momentaneamente, il posto suo lo prende Rosetti perché? ha delle aspettative, è giovane e sta facendo bene a livello internazionale''.

Facchetti: ''Ho capito, va be', con Bertini abbiamo avuto qualche problemino''.

Bergamo: ''Con chi?''

Facchetti: ''Con Bertini abbiamo avuto qualche problemino anche l'anno scorso là a Torino, anche altre partite abbiamo avuto qualche problema con Bertini...''.

Bergamo:''Semmai sfortunatamente fosse così ci parlo, perché anzi, semmai è meglio ti devo dire capito...''

Facchetti: ''Non lo so volevo dirtelo, qualche problema lo abbiamo avuto..''.

14 aprile 2010

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Passare per idiota agli occhi di un imbecille è voluttà da finissimo intenditore. - Georges Courteline -

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Idee poche ma confuse

Al processo di Napoli il gioco si fa duro. I legali di Moggi hanno scatenato l’ultima offensiva per evitare al loro assistito una condanna che lo porterebbe in carcere. Ma i pm appaiono pronti a dare battaglia. Come previsto' date=' nell’udienza di oggi in un’angusta sala del Tribunale di Napoli è andato in scena il primo tempo della partita finale. In un clima di grande confusione tra cameraman, giornalisti, tifosi vocianti, gli avvocati di Moggi hanno messo sotto pressione il colonnello dei Carabinieri Attilio Auricchio, l’investigatore che ha gestito la fase calda dell’inchiesta di Calciopoli.

Come previsto i legali hanno chiesto l’acquisizione di 75 nuove telefonate per dimostrare che tutti i dirigenti di società parlavano con i designatori Bergamo e Pairetto. Tra queste anche alcune dello scomparso Giacinto Facchetti che si informa di griglie arbitrali.

È proprio il coinvolgimento di Facchetti assieme a tutta l’Inter l’obbiettivo palese degli avvocati Trofino e Prioreschi. Per loro quelle intercettazioni sono la prova che tutti, nel mondo del calcio, si comportavano allo stesso modo. Questa tesi non ha sorpreso i pm Capuano e Narducci che non si opporranno all’acquisizione di nuove intercettazioni, ma come ha spiegato anche Auricchio queste telefonate non erano ignote agli inquirenti ma anzi sono state vagliate e ritenute penalmente irrilevanti. Bisogna ricordare sempre che in aula a Napoli si discute solo di reati penali e non di giustizia sportiva.

Intanto il processo riprenderà martedì prossimo 20 settembre quando l’accusa ha chiamato a testimoniare a sorpresa Carlo Ancelotti, allenatore del Chelsea. Da parte sua, il presidente dell’Inter Moratti non ha commentato l’udienza di oggi dicendo di non aver avuto tempo per seguire il dibattimento. Un dibattimento così confuso, dove forse ogni tifoso può trovare quello che cerca come dimostrano gli applausi dei sostenitori bianconeri che hanno atteso l’uscita di Moggi fuori dal Tribunale di Napoli.

13 aprile 2010

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Calciopoli 2: la Figc è pronta

Nuova inchiesta' date='in ballo il titolo 2006[/size']

Ancora un po' di tempo (non si sa quanto esattamente), con alcuni dettagli da limare (ovvero la consegna delle 75 trascrizioni), e poi la Federcalcio sarà pronta per aprire l'inchiesta alla luce proprio dei nuovi atti che verranno consegnati. Si avvierà così l'iter della giustizia sportiva e solo a quel punto si aspetta le reazione della Juve che chiederà, con molta probabilità, la revoca dello scudetto 2005-06 assegnato all'Inter.

14 aprile 2010

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"Il nome di Collina lo fa Bergamo"

Rabbia di Facchetti jr in un comunicato

"Falsificazione grave dei fatti' date=' vergognosa e inaccettabile, oltre che lesiva della memoria di mio padre". Attraverso un comunicato, Gianfelice Facchetti, figlio di Giacinto, commenta la telefonata acquisita dal Tribunale di Napoli nel quale suo padre parlava con l'allora designatore arbitrale Bergamo. "È stata fatta un'interpretazione differente dalla realtà delle cose con l'attribuzione a mio padre di parole pronunciate da Bergamo". ''In tale conversazione - scrive Gianfelice Facchetti - a mio padre viene attribuito l'aver pronunciato il nome del Sig. Collina, cosa che invece dialogando faceva il Dott. Bergamo; di conseguenza, ne è risultata un'interpretazione totalmente differente dalla realtà delle cose, utilizzata peraltro dai legali stessi del Sig. Moggi in aula e diffusa con irresponsabile complicità da alcuni organi di informazione''.

"Pur riponendo la massima fiducia nella giustizia - conclude la nota - la famiglia di Giacinto Facchetti chiede a tutti gli organi competenti, sportivi e non, di prendere una posizione decisa e definitiva a riguardo di questa vicenda indegna''.

[b']LEGALE MOGGI: "NON VOLEVO OFFENDERE LA MEMORIA DI FACCHETTI"

"La parola Collina non la dice Facchetti ma Bergamo? Il nostro trascrittore è sicuro che è stato Facchetti ma il problema non è questo. La difesa di Moggi tende a dimostrare che anche altri parlavano al designatore e altri parlavano di griglie". Lo ha detto il legale di Luciano Moggi Paolo Trofino, che aggiunge: "Mi dispiace che Gianfelice Facchetti si sia sentito offeso e ho rispetto per la memoria di Giacinto Facchetti, che per me è un monumento del calcio e ricordo ancora quella formazione a memoria. Non avevo alcuna intenzione di offendere la sua memoria".

13 aprile 2010

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Calciopoli' date=' attesi colpi a sorpresa[/b']

di Gianluca Mazzini.

Quella tra accusa e difesa al processo di Napoli sarà una partita lunga e piena di colpi di scena.

Questa l’unica previsione che si può fare dopo l’udienza che ha visto gli avvocati di Moggi al contrattacco a suon di intercettazioni telefoniche inedite che hanno impressionato più i giornalisti che i magistrati.

Ma cerchiamo di mettere un po’ di ordine nel polverone che si è alzato da Napoli.

Difesa:

I legali di Moggi, gli avvocati Trofino e Prioreschi, pensano di aver messo a segno un buon colpo.

Hanno ottenuto l’acquisizione di altre 75 telefonate sospette presentandone come assi nella manica due. Quelle in cui Giacinto Facchetti parla con il designatore Bergamo.

Nella prima definita -un po’ frettolosamente dagli avvocati- “la madre di tutte le intercettazioni” Bergamo e Facchetti parlano di Collina come arbitro da inserire in griglia. (ma non si capisce bene chi dei due citi Collina).

Nella seconda Facchetti fa sapere a Bergamo che Moratti ha preparato “un regalino” per lui. La telefonata è però del 23 dicembre 2004 cioè due giorni prima di Natale.

Nonostante le contestazioni lo staff di Moggi ritiene di aver dimostrato che tutti parlavano con i designatori e avevano comportamenti amichevoli. Né più né meno di Moggi. Dunque non esisteva nessuna cupola moggiana

Inoltre nel controinterrogatorio dell’investigatore chiave dell’inchiesta -il colonnello Auricchio- i legali pensano di aver dimostrato che l’indagine ha molti buchi neri e che non è stata accurata ma puntava solo su un teorema precostituito: colpire unicamente Moggi.

Accusa

Il pm Narducci non è rimasto impressionato dalla difesa di Moggi. A fine udienza il pubblico ministero ha liquidato le domande dei giornalisti con un “per noi non cambia niente”.

L’accusa ritiene che quelle telefonate non sono state acquisite solo perché ininfluenti (come ha sostenuto anche Auricchio).

Secondo la procura la differenza -non di poco conto- sta nel fatto che una volta a rischio intercettazione Moggi e alcuni tesserati iniziano ad utilizzare utenze telefoniche svizzere.

Questo dimostrerebbe un sistema di relazioni tra un gruppo ristretto di persone ovvero la cupola impegnata a modificare i risultati sportivi..

Ma i pm pensano di avere anche loro qualche asso nella manica da giocare in aula. A cominciare dalla deposizione richiesta a sorpresa dell’ex allenatore di Juve e Milan Ancelotti che sarà martedì prossimo a Napoli.

I pubblici ministeri ritengono poi che nel giudizio finale avrà un peso specifico la sentenza di condanna in primo grado (attraverso il rito abbreviato) di tre anni inflitta ad Antonio Giraudo per associazione a delinquere finalizzata a frode sportiva. Gli stessi reati per i quali è imputato Moggi.

Inter

È l’Inter o meglio il suo coinvolgimento nell’inchiesta è il vero obbiettivo del pool di Moggi per dimostrare l’assioma che “nessuno è innocente e quindi nessuno è colpevole” . La società nerazzurra –per ora- non ha risposto all’ondata di veleni che è fuoriuscita dal tribunale di Napoli.

Moratti non ha voluto commentare e attende di incontrare i magistrati per spiegare il senso di alcune telefonate che secondo il numero 1 nerazzurro vengono solo considerate strumentali. Il presidente interista ritiene di essere stato la grande vittima del sistema moggi, un sistema che avrebbe impedito all’Inter di vincere nonostante gli sforzi economici ingenti sostenuti fin dal 1995 (data di insediamento di Moratti alla presidenza).

E solo con la chiusura dell’era Moggi i nerazzurri hanno cominciato ad affermarsi.

A difendere l’Inter ma soprattutto la memoria del padre è stato il figlio di Facchetti, Gianfelice che in un durissimo comunicato ha parlato di falsificazione operata dall’avvocato Trofino quando ha illustrato in aula l’intercettazione tra Bergamo e Facchetti.

Federcalcio

Mentre il tribunale di Napoli dovrà giudicare la rilevanza penale delle intercettazioni la federcalcio potrà verificare semplicemente se i colloqui telefonici agli atti dell’inchiesta violano l’articolo 1 del codice sportivo che parla di “lealtà e correttezza, probita”

La previsione è che ci vorranno ancora un paio di settimane perché possa essere aperta ufficialmente un’inchiesta. Per ora c’è solo un fascicolo intitolato Calciopoli 2.

È probabile che per fine aprile, quando saranno trascritte le telefonate il capo della procura federale Stefano Palazzi potrà chiedere gli atti al processo e aprire un procedimento.

Juventus

Alla finestra c’è anche la Juventus pronta a tornare in pista non tanto per riottenere i due scudetti revocati (2005-2006) -appare infatti improbabile una revisione del processo sportivo- bensì la revoca dello scudetto assegnato all’Inter dalla commissione dei tre saggi promossa dall’allora commissario straordinario Guido Rossi.

14 aprile 2010

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Modificato da Navarre75

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Bergamo e il regalo di Moratti 'Era Natale'. Rivera su Facchetti: anche Nerone non può difendersi

Paolo Bergamo nega l'evidenza. L'ex designatore arbitrale ha commentato le nuove intercettazioni telefoniche ai microfoni di Radio Rai: "Fu Facchetti a fare il nome di Collina e non io. Non ricordo di essere mai andato nella sede dell'Inter a ritirare alcun regalo, ma era Natale e in quel periodo era normale ricevere dalle società il classico regalo per le feste. Nel valutare questi audio ci vorrebbe un po' di buon senso".

Sugli ultimi sviluppi del processo è poi intervenuto Gianni Rivera senza peli sulla lingue. L'ex stella del Milan ha dichiarato alla presentazione di un libro nella sede della Figc: "Si parla di intercettazioni in cui Giacinto è coinvolto, ma non so in che modo. Anche quando parlano di Nerone, dicono cose su cui non può più difendersi. Se ci sono queste telefonate, mi stupisco che siano uscite solo ora e non si capisce per quale motivo Moggi non le abbia portate prima per difendersi, ma l'Italia è un paese strano. La revoca dello scudetto 2006 tolto alla Juventus e assegnato all'Inter? Sarà la Figc a decidere dopo aver acquisito gli atti della Procura di Napoli, all'epoca c'era un commissario (Guido Rossi, ndr) che aveva poteri per farlo".

14 aprile 2010

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Palazzi potrebbe sentire Moratti

Ma anche altri saranno "interrogati"

Il procuratore federale' date=' Stefano Palazzi, vuole sentire Massimo Moratti. Quando verrà chiesta l'acquisizione delle nuove 74 telefonate, ovvero martedì prossimo, l'inchiesta della Figc entra nella fase calda e qui potrebbe spuntare il nome del presidente dell'Inter. Ma è probabile che vagano sentiti anche Bergamo, Pairetto, De Santis, Foschi, Cellino, Foti, Mazzini e molti altri. Palazzi sta anche cercando il modo per "aggirare" la prescrizione.

[b']AIGNER: LA COMMISSIONE SAGGI NON DIEDE TITOLO ALL'INTER

"Noi non abbiamo deciso di dare il titolo all'Inter, noi tecnicamente abbiamo detto che era possibile farlo": lo ha detto nel corso di Qui studio a Voi stadio su Telelombardia, Gerhard Aigner, ex segretario genarale dell'Uefa e capo della Commissione dei tre saggi che nel 2006 collaborarono con l'allora Commissario straordinario Guido Rossi nell'assegnazione dello scudetto 2005-06.

"Il nome dell'Inter - ha detto - non ci era stato proposto. Dovevamo per forza fare una classifica di quel campionato per via delle Coppe europee, ma non era necessario dare il titolo a qualche squadra. Per me sembrava normale non assegnare il titolo in quelle circostanze perché c'erano dubbi sulla regolarità del campionato''.

"C'era un malessere generale in quel campionato - ha concluso Aigner -, c'erano molte componenti implicate. Non sono sorpreso da ciò che è uscito in questi giorni. Allora la situazione in Lega Calcio era molto grave, ma tutti erano responsabili. Gli arbitri erano troppo esposti alla situazione della Lega Calcio e sono stati anche vittime. Tutti hanno contribuito a crearla e trovare chi è stato il più o meno colpevole è difficile".

15 aprile 2010

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Inter: 'Non restituiremo lo scudetto 2006'

L'Inter non ha alcuna intenzione di restituire lo scudetto 2005-06 assegnatole a tavolino dopo le sentenze sportive di Calciopoli. Non c'è nessun commento ufficiale alle parole di Gianfelice Facchetti' date=' figlio di Giacinto, ex presidente nerazzurro, ma questa è la posizione lasciata filtrare dal club. Si tratta - è in sintesi il pensiero diffuso fra la dirigenza interista - di una scelta di coerenza affinché non passi, ora e in futuro, il pensiero che l'Inter adottava gli stessi comportamenti dei personaggi puniti dalla giustizia sportiva e imputati nel processo penale a Napoli.

Restituire lo scudetto, fanno notare da corso Vittorio Emanuele, "non sarebbe affatto un bel gesto ma un brutto gesto nei confronti dei tifosi interisti".

14 aprile 2010

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Moggi: "Non è ancora uscito tutto"

"Quel che esce adesso c'era pure prima"

Continua il contrattacco di Moggi' date=' ospite di Mattino Cinque: "Tutto quello che è emerso adesso c'era anche prima, probabilmente nessuno lo ha potuto tirare fuori. Evidentemente quello che faceva la Juventus con Moggi e Giraudo era influente sui risultati, mentre quello che facevano altri no. Sono molto più problematiche le telefonate degli altri che quelle della Juventus - prima di concludere - non è ancora uscito tutto".

"Io non sono mai stato la pecora nera del calcio. Sono stata la persona che è stata messa in una certa posizione - aggiunge Moggi -, così altre persone che non stavano in quella posizione facevano quello che volevano. È una posizione di comodo degli altri quello che sta succedendo a me".

"Sono stato accusato perché la mia squadra vinceva e vinceva perché era la più forte. Se avesse perso qualche partita in più tutto questo non si sarebbe verificato", ha aggiunto Moggi che sulla possibilità di una nuova indagine della Federcalcio aggiunge: "La Federcalcio prima di aprire un'inchiesta farebbe bene a guardare il controesame del colonnello Auricchio, che non ha saputo rispondere a nessuna delle domande che gli è stata fatta. Regali ad arbitri? Questo non lo so"

"Il problema non è quello che il nome di Collina lo ha fatto Bergamo o l'ex presidente dell'Inter. Influente è quello che ha fatto l'ex presidente dell'Inter: ha chiamato il designatore, e poi diceva anche mettimi il numero uno, io queste cose non le ho mai fatte".

Moggi poi annuncia che ancora non è uscito tutto. "Ancora no. I miei avvocati hanno dato 75 intercettazioni da verificare che il presidente del tribunale si è riservato di acquisire. Cosa dimostreranno? Che tutti parlavano con tutti".

Restituire lo scudetto 2006 sarebbe una mossa vincente secondo Gianfelice Facchetti, figlio dell'ex presidente dell'Inter, Giacinto. Luciano Moggi propone una diversa soluzione. "L'Inter dovrebbe restituire lo scudetto? Certamente all'Inter non spetta, su questo non c'è dubbio. Io ho detto, facendo una battuta, - aggiunge l'ex dg della Juventus a Mattino Cinque - che se tolgono lo scudetto all'Inter dovrebbero darlo al portiere di casa mia, in modo che lo tenga in custodia".

15 aprile 2010

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