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Fabrizio De Andrè


nogravity

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Dai, su! Come poeta sarebbe medio, niente di indimenticabile. E' giusto così com'è: un cantautore.

Probabile.

Ma piuttosto che buttarsi giù robaccia come il "risveglio del giovin signore" di quel babbione che dava il nome al mio liceo... :shock:

Insomma, roba da levare per fargli posto se ne troverebbe a bizzeffe.

Ritengo inoltre che oramai, volenti o nolenti, nel XXI secolo anche le forme d'arte quali la poesia si siano in un certo qual modo evolute. Troveremo sempre meno persone che si esprimono con carta e penna, mentre sempre di più lo faranno attraverso accordi...

E allora nel duemiladuecento che famo? Fermiamo i programmi didattici a Quasimodo e Marinetti?

Chi è più criminale, chi tiranneggia il suo popolo, o chi prima finanzia il tiranno, e poi rimpiazza la dittatura con l'anarchia?

(Niall Ferguson, trad. Rita Baldassarre, Corriere Della Sera 02/01/2007)

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Probabile.

Ma piuttosto che buttarsi giù robaccia come il "risveglio del giovin signore" di quel babbione che dava il nome al mio liceo... :shock:

Insomma, roba da levare per fargli posto se ne troverebbe a bizzeffe.

Ritengo inoltre che oramai, volenti o nolenti, nel XXI secolo anche le forme d'arte quali la poesia si siano in un certo qual modo evolute. Troveremo sempre meno persone che si esprimono con carta e penna, mentre sempre di più lo faranno attraverso accordi...

E allora nel duemiladuecento che famo? Fermiamo i programmi didattici a Quasimodo e Marinetti?

D'accordissimo... e gli studenti comincerebbero pure ad apprezzare certe materie!!!!

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Crêuza de mä

Umbre de muri muri de mainé

dunde ne vegnì duve l'è ch'ané

da 'n scitu duve a l'ûn-a a se mustra nûa

e a neutte a n'à puntou u cutellu ä gua

e a muntä l'àse gh'é restou Diu

u Diàu l'é in çë e u s'è gh'è faetu u nìu

ne sciurtìmmu da u mä pe sciugà e osse da u Dria

e a funtan-a di cumbi 'nta cä de pria

E 'nt'a cä de pria chi ghe saià

int'à cä du Dria che u nu l'è mainà

gente de Lûgan facce da mandillä

qui che du luassu preferiscian l'ä

figge de famiggia udù de bun

che ti peu ammiàle senza u gundun

E a 'ste panse veue cose ghe daià

cose da beive, cose da mangiä

frittûa de pigneu giancu de Purtufin

çervelle de bae 'nt'u meximu vin

lasagne da fiddià ai quattru tucchi

paciûgu in aegruduse de lévre de cuppi

E 'nt'a barca du vin ghe naveghiemu 'nsc'i scheuggi

emigranti du rìe cu'i cioi 'nt'i euggi

finché u matin crescià da puéilu rechéugge

frè di ganeuffeni e dè figge

bacan d'a corda marsa d'aegua e de sä

che a ne liga e a ne porta 'nte 'na creuza de mä

Mi spiace solo che non questa canzone (e questo album) sia difficilmente comprensibile da chi non è Genovese... almeno per quel che riguarda le parole, la musica, comunque, comunica già moltissimo...

De André era solito rispondere così a coloro i quali gli chiedevano se si sentisse poeta:

<< Fino all'età di 18 anni tutti scrivono poesie; dai 18 anni in poi rimangono a scriverle due categorie di persone: i poeti e i cretini. Quindi io precauzionalmente preferirei considerarmi un cantautore >>

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Probabile.

Ma piuttosto che buttarsi giù robaccia come il "risveglio del giovin signore" di quel babbione che dava il nome al mio liceo... :shock:

Insomma, roba da levare per fargli posto se ne troverebbe a bizzeffe.

Ritengo inoltre che oramai, volenti o nolenti, nel XXI secolo anche le forme d'arte quali la poesia si siano in un certo qual modo evolute. Troveremo sempre meno persone che si esprimono con carta e penna, mentre sempre di più lo faranno attraverso accordi...

E allora nel duemiladuecento che famo? Fermiamo i programmi didattici a Quasimodo e Marinetti?

:clap :clap :clap :clap :clap :clap :clap :clap :clap :clap :clap :clap :clap :clap

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Girotondo

Fabrizio De André

(1968)

Se verrà la guerra, Marcondiro'ndero

se verrà la guerra, Marcondiro'ndà

sul mare e sulla terra, Marcondiro'ndera

sul mare e sulla terra chi ci salverà?

Ci salverà il soldato che non la vorrà

ci salverà il soldato che la guerra rifiuterà.

La guerra è già scoppiata, Marcondiro'ndero

la guerra è già scoppiata, chi ci aiuterà.

Ci aiuterà il buon Dio, Marcondiro'ndera

ci aiuterà il buon Dio, lui ci salverà.

Buon Dio è già scappato, dove non si sa

buon Dio se n'è andato, chissà quando ritornerà.

L'aeroplano vola, Marcondiro'ndera

l'aeroplano vola, Marcondiro'ndà.

Se getterà la bomba, Marcondiro'ndero

se getterà la bomba chi ci salverà?

Ci salva l'aviatore che non lo farà

ci salva l'aviatore che la bomba non getterà.

La bomba è già caduta, Marcondiro'ndero

la bomba è già caduta, chi la prenderà?

La prenderanno tutti, Marcondiro'ndera

sian belli o siano brutti, Marcondiro'ndà

Siam grandi o siam piccini li distruggerà

sian furbi o siano cretini li fulminerà.

Ci sono troppe buche, Marcondiro'ndera

ci sono troppe buche, chi le riempirà?

Non potremo più giocare al Marcondiro'ndera

non potremo più giocare al Marcondiro'ndà.

E voi a divertirvi andate un po' più in là

andate a divertirvi dove la guerra non ci sarà.

La guerra è dappertutto, Marcondiro'ndera

la terra è tutta un lutto, chi la consolerà?

Ci penseranno gli uomini, le bestie i fiori

i boschi e le stagioni con i mille colori.

Di gente, bestie e fiori no, non ce n'è più

viventi siam rimasti noi e nulla più.

La terra è tutta nostra, Marcondiro'ndera

ne faremo una gran giostra, Marcondiro'ndà.

Abbiam tutta la terra Marcondiro'ndera

giocheremo a far la guerra, Marcondiro'ndà...

Dall'album: Tutti morimmo a stento (1968)

che dire...un capolavoro...

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La mia preferita di De Andrè, "La ballata dell'amore cieco".

Un uomo onesto, un uomo probo,

tralalalalla tralallaleru

s'innamorò perdutamente

d'una che non lo amava niente.

Gli disse portami domani,

tralalalalla tralallaleru

gli disse portami domani

il cuore di tua madre per i miei cani.

Lui dalla madre andò e l'uccise,

tralalalalla tralallaleru

dal petto il cuore le strappò

e dal suo amore ritornò.

Non era il cuore, non era il cuore,

tralalalalla tralallaleru

non le bastava quell'orrore,

voleva un'altra prova del suo cieco amore.

Gli disse amor se mi vuoi bene,

tralalalalla tralallaleru

gli disse amor se mi vuoi bene,

tagliati dei polsi le quattro vene.

Le vene ai polsi lui si tagliò,

tralalalalla tralallaleru

e come il sangue ne sgorgò,

correndo come un pazzo da lei tornò.

Gli disse lei ridendo forte,

tralalalalla tralallaleru

gli disse lei ridendo forte,

l'ultima tua prova sarà la morte.

E mentre il sangue lento usciva,

e ormai cambiava il suo colore,

la vanità fredda gioiva,

un uomo s'era ucciso per il suo amore.

Fuori soffiava dolce il vento

tralalalalla tralallaleru

ma lei fu presa da sgomento,

quando lo vide morir contento.

Morir contento e innamorato,

quando a lei niente era restato,

non il suo amore, non il suo bene,

ma solo il sangue secco delle sue vene.

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