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La Ferrari in udienza da Papa Giovanni Paolo II


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La Ferrari in udienza da Papa Giovanni Paolo II

Roma, 17 gennaio - Questa mattina la Ferrari, per la prima volta nella sua storia, è stata ricevuta in Udienza dal Papa, Giovanni Paolo II.

All'Udienza, che si è svolta nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, ha partecipato, in rappresentanza dell'intera Ferrari, una delegazione di circa 95 persone provenienti da tutti i vari reparti Ferrari e costituenti, quindi, un vero e proprio spaccato dell’Azienda.

Erano ovviamente presenti i vertici aziendali, primo fra tutti il Presidente Montezemolo accompagnato dalla moglie Ludovica, insieme a Piero Ferrari e sua moglie Floriana e a Jean Todt, Michael Schumacher, Rubens Barrichello e Luca Badoer.

In un'atmosfera di vera emozione, la delegazione ha salutato l'ingresso di Giovanni Paolo II con un lungo e caloroso applauso. Il Presidente Montezemolo ha poi rivolto al Papa il saluto suo e di tutta la Ferrari.

'Ho la gioia e l'emozione di presentarle i piloti, i meccanici, gli operai, i dirigenti, la squadra della Ferrari e le porto anche il saluto di tutta l'Azienda che avrebbe voluto essere qui e che ci segue da Maranello grazie alla diretta di Telepace' - ha esordito Montezemolo - 'Mi permetto di farlo con le sue stesse parole, tratte dall'Enciclica Centesimus Annus, attraverso le quali ha definito l'impresa come una comunità di uomini. Comunità è la formula chiave, vorrei dire anzi la Formula uno dei nostri successi. La vittoria nasce infatti da un meccanismo fatto di tanti ingranaggi che però hanno un'anima sola'.

'Santo Padre, quando la scorsa settimana ha incontrato gli ambasciatori di 170 nazioni, ha indicato loro la formula per rimettere in moto il progresso morale e civile dell'umanità' - ha proseguito Montezemolo - 'Vita, pane, pace e libertà: sono queste le quattro sfide che ha indicato, mostrando ancora una volta al mondo di essere il pole position sulle strade dell'umanità'.

Montezemolo ha poi presentato al Papa il dono portato dalla Ferrari per il suo 26esimo anno di Pontificato, il primo modellino realizzato della F2004, in scala 1:5. 'Questo è per dirle che la sentiamo come 'uno del gruppo'. Essere qui è per noi il traguardo più prestigioso e siamo onorati di offrirglielo con questa motivazione'.

E' stato poi Giovanni Paolo II a rivolgere un saluto di benvenuto alla delegazione Ferrari. 'Sono lieto di accogliere ciascuno di voi, rappresentanti della grande 'famiglia' della Ferrari, che nel corso degli anni ha totalizzato successi e trofei. In particolare mi complimento con voi per la vittoria al recente campionato mondiale. Vi saluto tutti con affetto: dirigenti, piloti e tecnici venuti a consegnarmi il 'modello' della vettura di Formula uno. Saluto specialmente il Presidente Luca di Montezemolo e lo ringrazio per le parole che mi ha indirizzato a nome vostro'.

Rivolgendo un pensiero affettuoso a tutti coloro che a Maranello seguivano la diretta, Giovanni Paolo II ha sottolineato l'importanza dello sport nella società odierna.

'La Ferrari è una singolare 'comunità di uomini', come ha detto prima il vostro Presidente, al cui interno vige una grande intesa' - ha proseguito il Papa - 'E' soprattutto all'entusiasmo derivante dallo spirito comunitario che essa deve i suoi notevoli risultati sportivi ed industriali. Continuate, carissimi, a coltivare questo stile di lavoro, e fate della crescita costante nella solidarietà uno dei vostri principali obiettivi. Diffonderete così i valori dello sport e contribuirete, al tempo stesso, a costruire una società più giusta e solidale'.

Il Papa ha poi impartito a tutti i presenti la sua benedizione, prima che tutti i componenti la delegazione salutassero personalmente, attraverso il consueto bacio dell'anello, Giovanni Paolo II. Prima di lasciare la sala Clementina, il Papa si è intrattenuto qualche minuto con Montezemolo, Jean Todt e i piloti che gli hanno mostrato il modellino della F2004 e illustrato le sue caratteristiche, e poi con tutta le delegazione per una foto di gruppo. Prima di lasciare il Vaticano per rientrare a Maranello, la delegazione Ferrari si è poi spostata presso la Cappella Sistina per una visita speciale riservata.

"Bisogna vivere come si pensa, altrimenti si finirà per pensare come si è vissuto"

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Il discorso del Presidente Montezemolo al Santo Padre

Santità,

ho la gioia e l'emozione di presentarLe i Piloti, i Meccanici, gli Operai i Dirigenti, tutta la Squadra della Ferrari.

In particolare ho il piacere di presentarLe Luca Badoer, Rubens Barrichello e il Campione del Mondo Michael Schumacher che sono i nostri Piloti. Il direttore generale della ferrari Jean Todt, la Signora Ferrari, Piero Ferrari e mia moglie Ludovica. E tutti gli uomini che sono rimasti in azienda che Le rivolgono un saluto avrebbero voluto essere anche loro qui con Noi e ci seguono attraverso Telepace.

Mi permetto di salutarLa a nome di tutti noi con le sue stesse parole, tratte dall'enciclica Centesimus Annus le parole con cui Ella ha definito l'impresa "una comunità di uomini che in diverso modo perseguono il soddisfacimento dei loro fondamentali bisogni, e costituiscono un particolare gruppo al servizio dell'intera società".

Comunità Santo Padre è la formula chiave , vorrei dire la Formula 1, dei nostri successi. Questo spirito comunitario,questo saper stare insieme che sentiamo profondamente nostro, è il motore che ci ha portato a vincere tante competizioni mettendo in comune gli sforzi, la creatività,la ricerca e la passione. Ogni volta che le nostre macchine tagliano il traguardo ci accompagna la consapevolezza che la vittoria nasce da un meccanismo fatto di tanti ingranaggi ma con un anima sola.

Santo Padre esattamente una settimana fa in questo palazzo Ella ha incontrato gli ambasciatori di 170 nazioni. Dopo le battute d'arresto e le false partenze che hanno segnato l'inizio del terzo millennio Ella ha indicato la formula per rimettere in moto il Progresso morale e civile dell'Umanità. Vita Pane Pace e Libertà: sono queste le quattro sfide da Lei indicate sulla pista del secolo, il secolo che si apre davanti a noi con le opportunità offerte davanti a noi.

Ancora una volta con il Suo entusiasmo il Papa ha mostrato al mondo di essere in pole position sulle strade dell'umanità indicando traguardi e infondendo coraggio come nessun altro può fare. Il modello Ferrari che qui Le presentiamo a ricordo di questo giorno è un modo per dirLe che la sentiamo come uno di Noi e La ringraziamo per l'esempio che ha saputo darCi e dirLe che La sentiamo all'interno del Nostro Gruppo.

E' la prima volta Santità che una Ferrari, una nostra macchina, sia pure come un grande modello, come lo chiamiamo noi modellone, entra in Vaticano. Lo consideriamo il traguardo più prestigioso per tutti Noi, e siamo onorati di offrirGlielo con questa motivazione: "A Giovanni Paolo II da 26 anni in Pole Postion sulle strade dell'umanità". Grazie Santità.

"Bisogna vivere come si pensa, altrimenti si finirà per pensare come si è vissuto"

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Il discorso del Santo Padre alla Ferrari

Carissimi Fratelli e Sorelle,

Sono lieto di accogliere ciascuno di voi, rappresentanti della grande ‘famiglia’ della Ferrari, che nel corso degli anni ha totalizzato successi e trofei. In particolare mi complimento con voi per la vittoria al recente campionato mondiale.

Vi saluto tutti con affetto: dirigenti, piloti e tecnici, venuti a consegnarmi il ‘modello’ della vettura di Formula Uno. Saluto specialmente il Presidente Luca di Montezemolo, e lo ringrazio per le parole che mi ha indirizzato a nome vostro. Un pensiero affettuoso rivolgo alle maestranze, agli operai e a coloro che da Maranello sono uniti a noi attraverso la televisione. A tutti giunga il mio più cordiale saluto.

Cari amici della Ferrari! La vostra presenza mi offre l’opportunità di sottolineare quanto sia importante lo sport anche nell’odierna società. La Chiesa considera l’attività sportiva, praticata nel pieno rispetto delle regole, un valido strumento educativo specialmente per le giovani generazioni.

Inoltre, la Ferrari, come ha poc’anzi sottolineato il vostro Presidente, è una singolare ‘comunità di uomini’, al cui interno vige una grande intesa. E’ soprattutto all’entusiasmo derivante dallo spirito comunitario che essa deve i suoi notevoli risultati sportivi ed industriali. Continuate, carissimi, a coltivare questo stile di lavoro, e fate della crescita costante nella solidarietà uno dei vostri principali obiettivi. Diffonderete così i valori dello sport e contribuirete, al tempo stesso, a costruire una società più giusta e solidale.

Con questi auspici, mentre assicuro per voi e per le vostre famiglie un particolare ricordo nella preghiera, volentieri imparto a tutti la mia Benedizione.

"Bisogna vivere come si pensa, altrimenti si finirà per pensare come si è vissuto"

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