Vai al contenuto

Il nucleare italiano? Si fa all’estero


Guest frallog

Messaggi Raccomandati:

Guest frallog

ccidenti se si sta muovendo l'ENEL! Non si puo' produrre con il nucleare in Italia? Fa' niente compro la slovavcchia e vado a produrre con il nucleare li'. Pero' c'e' un piccolissimo ma fastidioso problema: quanta energia utile prodotta li' riesco a portare qui? Risposta: molto poca. E un altro problema si affaccia all'orizzonte con tutta la fastidiosa impertinenza di una pressante insistenza: Una volta prodotta l'energia li' per trasportarla fino a qui bisogna costruire elettrodotti in diversi Paesi europei. Saranno d'accordo questi ultimi? e quanto mi costa l'energia prodotta se ci conto tutti i dazi dei passaggi?

Ma qualcuno se li fa' questi conti prima di parlare? Ma siamo seri, perfavore che' l'unico metodo per non scadere nel ridicolo e' di assumerci le nostre responsabilita' sul nucleare. E mentre discutiamo con i signori ambientalisti il Paese scivola sempre piu' indietro, inesorabilmente.

Opinioni in merito sono gradite.

Regards,

Francesco 8)

=====================================================================

Link: http://ilmessaggero.caltanet.it/view.php?data=20050207&ediz=01_NAZIONALE&npag=14&file=APRE.xml&type=STANDARD

Lunedì 7 Febbraio 2005

Le scelte energetiche della società ex monopolista. Sempre meno petrolio, si punta su carbone e idroelettrico

L’Enel non rinuncia all’atomo: le centrali le compra nei paesi dell’Est

ROMA Chi dice che non abbiamo centrali nucleari? La francese Creys-Malville e la slovena Krsko sono talmente vicine ai nostri confini che, se mai dovesse succedere qualcosa, ne risentirebbero prima in Piemonte e in Friuli che non a Parigi e a Zagabria. Sull’atomo, però, pesano più tabù che sulle streghe nel Medioevo: Hiroshima e Nagasaki, Three Mile Island, Chernobyl, il referendum anticentrali del 1987. Così, appena qualcuno butta là la parolina maledetta, come ha fatto Silvio Berlusconi, si scatena lo tsunami. E ci si dimentica che ogni tipo di energia è potenzialmente pericoloso. Un piccolo esempio. Pochi giorni fa in Liguria un vigile del fuoco è morto dopo l’esplosione di un serbatoio interrato di gpl. Bene, in Italia ce ne sono un milione, un enorme campo minato, e da settembre possono essere controllati anche solo a campione attraverso le emissioni acustiche, senza più guardare lo spessore della lamiera. L’Associazione nazionale dell’industria meccanica è insorta, ma aspettiamo il prossimo botto.

Per ora il botto lo fa la bolletta petrolifera, visto che siamo l’unico grande Paese europeo che per produrre energia elettrica ricorre all’olio combustile. Il bello è che non ne abbiamo una goccia, quindi importiamo tutto, ma il costo del barile è schizzato in poco tempo da 18 a 50 dollari. I conti li fa anche un bambino, inutile lamentarsi quando dobbiamo pagare la luce.

Le aziende, un passo avanti rispetto ai governi, intanto si attrezzano. L’Enel, privatizzata e che deve render conto agli azionisti, cerca opportunità sul mercato. Non basta più essere un gigante da 36 miliardi di fatturato l’anno scorso, ma bisogna studiare un mondo che cambia, cercare mix di combustibili più economici in Italia ed espandersi altrove.

L’ "altrove" è soprattutto l’Est europeo, alla ricerca di liquidi e bramoso di entrare veramente in Europa. E l’Est è una foresta di centrali atomiche relativamente a buon prezzo. Qui si gioca una partita fra le maggiori società energetiche dell’Occidente e quella presieduta da Piero Gnudi acquisterà i due terzi della Slovenske Elektrarne, che produce settemila megawatt di energia atomica. In Bulgaria è per ora in vendita solo una centrale a carbone da novecento megawatt: l’Enel si butta a pesce, e sta alla finestra per le centrali atomiche di Kozloduy. In Romania acquista reti di distribuzione elettrica e potrebbe investire a Cernavoda. In Russia ha vinto una gara per la gestione di una centrale vicino a San Pietroburgo.

Questi fronti sono però affollati, soprattutto da chi il nucleare lo mastica da sempre, in primo luogo i francesi dell’Edf. Così, l’Enel segue la politica della diversificazione, la stessa dell’investitore prudente. Oggi il 17 per cento dell’energia mondiale è atomica, in Europa la quota è del 33 per cento, in Italia zero. In Francia è l’80 per cento. Lo stesso 80 per cento da noi rappresentato da petrolio e gas, i combustibili più cari. Infatti un megawatt di energia prodotta con l’atomo costa dai 25 ai 40 euro, col carbone sale a 45, col gas a 60, col petrolio a 80. Le fonti rinnovabili, l’idroelettrico? Costano solamente 20 euro, e rappresentano il 22 per cento della produzione globale. Sono pulite, piacciono agli ecologisti, così l’Enel ci investe un miliardo di euro, e altri due miliardi nella conversione di centrali per cinquemila megawatt da petrolio a gas, e tre miliardi ancora per passare dal petrolio al carbone. Fra quattro anni, la quota di energia prodotta dall’Enel bruciando petrolio dovrebbe così precipitare dall’attuale 38 all’1 per cento del totale, quella da gas rimanere stabile intorno al 20 per cento, il carbone salire dal 22 al 47 per cento, le energie rinnovabili dal 22 al 32. Risultato: una riduzione di un quarto del prezzo dell’energia, poiché non si può continuare all’infinito, come oggi, a importare 15,5 miliardi di kilowattora senza andare a ramengo.

Anche la riconversione delle centrali a carbone va vista senza il paraocchi. Il carbone, nero, sporco, si trascina un’immagine da rivoluzione industriale e da romanzi di Dickens, ma le nuove centrali non sono quelle di un tempo, l’80 per cento delle polveri viene abbattuto. Un esempio di disinquinamento dovrebbe essere quello di Civitavecchia, dove è in fase di riconversione la vecchia centrale a olio da 2640 megawatt. Per ottenere la stessa potenza energetica con l’energia eolica si dovrebbero installare 2500 pale, che però non possono funzionare più di 2500 ore l’anno, contro le 6500 ore di una centrale a carbone. Fra quattro anni, l’Enel conta di ridurre da 618 a 508 grammi per chilowattora prodotto le emissioni complessive di anidride carbonica.

Link al commento
Condividi su altri Social

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere iscritto per commentare e visualizzare le sezioni protette!

Crea un account

Iscriviti nella nostra community. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora
×
×
  • Crea Nuovo...

 

Stiamo sperimentando dei banner pubblicitari a minima invasività: fai una prova e poi facci sapere come va!

Per accedere al forum, disabilita l'AdBlock per questo sito e poi clicca su accetta: ci sarai di grande aiuto! Grazie!

Se non sai come si fa, puoi pensarci più avanti, cliccando su "ci penso" per continuare temporaneamente a navigare. Periodicamente ricomparità questo avviso come promemoria.