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I Moggi rinviati a giudizio


Alex87

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Calciopoli' date=' spunta un'altra griglia di Facchetti[/b']

È il regno del possibile e dell’impossibile, Calciopoli: dall’esame delle telefonate che i periti di Pairetto stanno - con grande difficoltà - svolgendo sui cd che lo stesso ineffabile consulente fonico del Tribunale di Napoli Roberto Porto fa fatica a decrittare, emerge un florilegio di telefonate definite irrilevanti dagli inquirenti e quindi non inserite nelle informative che costituirono lo schema unico del processo sportivo (oltre che al caposaldo dell’accusa al processo penale in corso). Eppure ci sono telefonate che non sfuggirono ai Carabinieri. Per esempio, il brogliaccio compilato dal maresciallo Nardone sarebbe stato interessante materiale da analizzare nel 2006 anche per gli inquirenti sportivi (quelli che però trascurarono le rivelazioni di Bergamo sulle telefonate con Facchetti, Sacchi, Capello e altri dirigenti).

Scrive il maresciallo: «Giacinto FACCHETTI il 31 marzo 2005 alle 14.01 richiama Gigi e gli chiede se è vero che gli arbitri delle sfide di Champions con il Milan sono SARS e MERK». Poi sunteggia Nardone: «Giacinto cerca di capire sabato prossimo chi arbitrerà l’Inter e Gigi gli spiega che faranno di tutto per mettere nella griglia Collina». Una fissazione, quella del Pelato. Un’altra grigliata trasparente. Non solo da Bergamo, ma anche da Pairetto e non solo per le designazioni internazionali.

SBOBINATO - Ecco la telefonata del 31 marzo 2005, del le 14.01.

Pairetto: Pronto?

Facchetti: Ciao Gigi, come stai?

Pairetto: Bene, grazie.

Facchetti: M’han detto che viene Volker Roth, come osservatore, ma alla seconda.

Pairetto: Alla prima ci sarà Lernikov.

Facchetti: E arbitri?

Pairetto: C’è Sars alla prima, il francese, ultimamente sta facendo bene. E’ in crescita. La seconda c’è Merk, quella decisiva, per quella avete il massimo.

Facchetti: Ah

Pairetto: Il massimo, il meglio che c’è in Europa per la seconda, che conta di più

Facchetti: La seconda può avere più risvolti?

Pairetto: la prima è più tattica, la seconda è quella risolutiva. Viene Roth

Facchetti: Poi vediamo per sabato. Ci danno tutti (incomprensibile)

Pairetto: Ci mettiamo tutti internazionali, metteremo dentro Milan, Inter. E per mettere dentro Collina dobbiamo mettere dentro tutte quelle di sabato (Juve e le milanesi anticiperanno tutte per via della Champions, ndr), lui arbitra martedì (in Champions, ndr) non può dirigere la domenica. Se no va a finire che capita in una gara di domenica. Metteremo in griglia tutte gare di sabato. Le tre di sabato e vediamo se aggiungere una di B. C’è Torino-Empoli, Perugia-Ternana, ci sono un paio di gare toste.

Facchetti: Ho capito, va bene, ok allora. Ci sentiamo presto.

AFFIANCARE PORTO - Finalmente svelato anche il mistero della trascrizione della telefonata 4853: quella griglia abbozzata da Bergamo al telefono con Facchetti alle 9.51 del giorno in cui - so lo alle 11 - si sarebbe proceduto al sorteggio degli arbitri. In ogni caso ecco la verità sulla trascrizione che sarà al centro di pesanti contestazioni da parte dei legali all’udienza del 19. Il perito Porto s’è rimangiato la perizia: nel l’udienza del 1 ottobre la giudice Casoria aveva affermato con Porto al banco dei testi che le trascrizioni erano sta te ufficialmente depositate. E invece no: il 7 ottobre Porto scrive quanto segue. «Io sottoscritto faccio presente quanto segue: il 15 settembre 2010 ho depositato la seconda perizia fonica trascrittiva; il 4 ottobre (invero il 1 ottobre: occhio alle date, Porto, ndr) ho confermato in udienza la perizia da me redatta; nei due giorni successivi a tale conferma, su vari giornali sportivi venivano riportati alcuni passi della telefonata 4853 del 26 novembre 2004; rivedendo la relativa trascrizione mi accorgevo (ooops, ndr) di aver depositato una bozza della stessa (l’unica difforme tra le 186 trascritte e depositate ora e tra le migliaia del 2006? ndr), con al cune imprecisioni. Per i summenzionati motivi, io sotto scritto deposito in data odierna la trascrizione della conversazione 4853, ribadendo che, per mero errore materiale, nelle perizia da me depositata il 15 settembre (e finita il 23 settembre anche in Figc, ndr) è stata riportata una bozza della stessa che deve intendersi sostituita da quella allegata». Segue la sola telefonata Bergamo-Facchetti con il passaggio conteso mutato solo «va beh, metti dentro qualche?» e «Collina» lo attribuisce a Facchetti. Un errore che ha fatto imbufalire i legali di Moggi: «Mai vista una roba delge nere». Chiederanno che un loro consulente affianchi il perito del tribunale per evi tare altre bozze prodotte per errore.

IMPORTANTE? - E poi, è davvero determinante chi pronuncia il nome di Collina? L’avvocato Maurilio Prioreschi, che difende Moggi, sostiene di no: «Chi dice ‘Metti Collina’ non è assolutamente rilevante. Quell’intercettazione deve essere letta in parallelo con la precedente Facchetti- Mazzei, (25.11.2004 ndr), dove Mazzei comunica gli assistenti,‘numero 1 e numero 2’ ( Ivaldi e Pisacreta), dove Facchetti dice chiaramente ‘Mettiamo il numero 1 degli arbitri: metti Collina’, Mazzei dice:‘Ma come facciamo? C’è il sorteggio!’ e Facchetti dice:‘ Ma no, quale sorteggio! Parla con Bergamo’, quindi poi Facchetti chiama Bergamo ed è il prosieguo naturale di quella telefonata. Ora che lo dica Bergamo o lo dica Facchetti francamente non ha nessuna importanza: il significato della telefonata è chiarissimo. Soltanto chi è in malafede non riesce a capire e poi cerca di arrampicarsi sugli specchi su chi l’ha detto».

14 ottobre 2010

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Passare per idiota agli occhi di un imbecille è voluttà da finissimo intenditore. - Georges Courteline -

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Calciopoli' date=' giallo[/b']: Sparita telefonata Facchetti-Pairetto

Giallo: sparita una telefonata Facchetti-Pairetto.

Come nei migliori noir, il processo di Napoli si tinge di giallo. È infatti un mistero la scomparsa di un file audio che riproduce una telefonata fra l'allora presidente dell'Inter Giancinto Facchetti e l'ex designatore arbitrale Pierluigi Pairetto. Spulciando nella mole di intercettazioni, i legali di Luciano Moggi hanno individuato il brogliaccio della telefonata, ma volendo andare a riascoltare l'intercettazione, quell'audio è scomparso.

In un'altra chiamata "irrilevante" l'ex designatore sgrida Racalbuto per la direzione pro-Juve.

Le intercettazioni relative a colloqui tra i vertici dell'Inter e il mondo arbitrale sono circa un centinaio. Nel faldone spuntano pure telefonate con la Fazi.

16 ottobre 2010

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Passare per idiota agli occhi di un imbecille è voluttà da finissimo intenditore. - Georges Courteline -

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Notizia che praticamente è passata inosservata, tanto che l'avevo sentita su radio 24, ma per trovare un giornale che ne parlasse ho dovuto beccare il secolo decimonono..

Sinceramente son contento, mi è sempre sembrata una persona a modo.

Non troppo elegante direi il comportamento di chi, per difendersi, ha tirato in ballo un morto. E a quanto pare pure in maniera forzata.

Calciopoli, una perizia scagiona Facchetti

Non fu Giacinto Facchetti a pronunciare il nome Collina durante la conversazione telefonica del 26 novembre 2004 con l’allora designatore arbitrale Paolo Bergamo in cui si faceva riferimento a una griglia arbitrale per una partita del campionato. È quanto emerge da una integrazione della perizia fonica depositata oggi al processo di Calciopoli in corso a Napoli da Roberto Porto, il perito incaricato di esaminare e trascrivere le intercettazioni indicate dalla difesa di Luciano Moggi. Si tratta di quella che la difesa di Moggi aveva definito «la madre di tutte le intercettazioni», sostenendo che la frase «metti dentro Collina» era da attribuire all’ex presidente dell’Inter Facchetti. Il perito, a quanto si è appreso, ha invece accertato che il nome dell’arbitro è pronunciato dall’interlocutore, ovvero dal designatore Bergamo.

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Nel corso dell’udienza di oggi, l’ex arbitro Rosetti ha detto di non avere mai ricevuto pressioni o segnalazioni di sorta per favorire una determinata squadra. Con i designatori Bergamo e Pairetto, analogamente agli altri direttori di gara, si sentiva alla vigilia delle partite e dopo gli incontri per commentare la prestazione. Roberto Rosetti, attualmente designatore della serie B, ha risposto così alle domande dei legali degli imputati al processo di calciopoli, ripreso oggi davanti alla nona sezione del Tribunale di Napoli, non discostandosi dalle testimonianze rese nelle scorse udienze da altri colleghi. La sua deposizione a lungo è stata incentrata sulla clamorosa svista nel corso di Lazio-Fiorentina del 2005 («quella gara purtroppo la ricordo bene») quando il laziale Zauri impedì con una mano che il pallone si insaccasse in rete. «Non vidi il fallo di mano, credevo l’avesse preso con la testa. Ma nessuno in campo se ne accorse, solo Chiellini (all’epoca difensore della Fiorentina, ndr). Il tiro era talmente violento che pure il telecronista si accorse del mani solo al quarto replay».

Negli spogliatoi, durante l’intervello, al cellulare del quarto uomo arrivò la telefonata del designatore Paolo Bergamo. «Io durante tutto l’arco della partita il cellulare lo tengo sempre spento - ha precisato Rosetti - Bergamo usò un approccio psicologico un po’ forte, `come hai fatto a non vederlo?´ disse, io riattaccai subito». Rosetti ha inoltre ricordato il derby Roma-Lazio che non si giocò perché si diffuse la falsa notizia che un giovane tifoso era stato investito e ucciso da un’auto della polizia. «i giocatori erano terrorizzati, avevano paura di una rappresaglia dei tifosi, è stata una psicosi di massa».

Tra i testimoni hanno deposto in aula anche i calciatori Cristian Ledesma e Alessandro Nesta. A entrambi sono state rivolte domande soprattutto su Lecce-Parma (il centrocampista argentino era capitano del Lecce) e sulle ultime partite di campionato del Milan del torneo 2004-2005 al centro del processo. Entrambi non sono stati in grado di ricordare episodi specifici di quegli incontri. Soprattutto Nesta non ricordava con precisione («da allora ho giocato altre cento partite», ha spiegato) soprattutto alcuni episodi di Fiorentina-Milan arbitrata da De Santis e della partita decisiva per lo scudetto Juve-Milan soprattutto riguardanti due falli da rigore (negati alla Fiorentina) e ammonizioni subite durante entrambi gli incontri. Tanto che il presidente del Tribunale Teresa Casoria l’ha simpaticamente richiamato: «Ma allora voi giocatori siete bravi solo a calciare?». Verso la conclusione dell’udienza il difensore dell’ex arbitro Massimo De Santis, l’avvocato Paolo Gallitelli, ha chiesto al Tribunale di esaminare un passaggio della deposizione come teste del colonnello dei carabinieri Attilio Auricchio - l’ufficiale che condusse le indagini - per valutare l’eventuale sussistenza del reato di falsa testimonianza. Ciò a proposito della circostanza secondo cui l’arbitro venne a conoscenza nell’aprile del 2005 di essere sotto inchiesta e che per tale motivo cambiò il suo atteggiamento in campo (cercò di «sdoganarsi») nei confronti della Juve e di altre squadre.

Il legale ha sottolineato che l’avviso di chiusura delle indagini preliminari fu emesso solo il 9 maggio e lo stesso De Santis, durante una deposizione spontanea, ha affermato di aver letto l’avviso a giugno, di ritorno da un torneo in Arabia Saudita. «Allo stato non possiamo aderire alla richiesta, all’esito sarà valutata», ha detto il presidente del tribunale. L’udienza si è chiusa con una nuova dichiarazione spontanea di Moggi che ha replicato all’ex ds della Roma Baldini soprattutto sulla circostanza, riferita da quest’ultimo, che sarebbe stato allontanato dalla società giallorossa su pressione dell’ex dg della Juventus. Per Moggi invece Baldini fu licenziato per aver sbagliato la campagna acquisti. Il processo riprenderà il 19 ottobre prossimo.

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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Calciopoli' date=' un articolo pro-Juve[/size']

Ecco come richiederanno gli scudetti

Da una parte c'è l'Inter, che considera proprio lo scudetto 2006 assegnatole a tavolino. Dall'altra c'è la nuova Juve, che ha deciso di riaprire il capitolo Calciopoli e sta lavorando per riottenere gli scudetti revocati. In mezzo c'è un processo chiuso che ha condannato i bianconeri alla Serie B e che, adesso, potrebbe riaprirsi. Come? Attraverso l'articolo 39 del codice di giustizia sportiva: "Revocazione e revisione."

Spieghiamo meglio. L'articolo 39, cui si fa riferimento, è stato inserito nel codice di Giustizia sportiva all'indomani della chiusura del processo di Calciopoli. Secondo questa norma, che parla esplicitamente di "revocazione e revisione", un processo può essere riaperto nel caso in cui emergano "fatti nuovi la cui conoscenza avrebbe comportato una diversa pronuncia". E per questi fatti nuovi, che la Juventus ritiene di aver acquisito, i bianconeri intendono chiedere l'apertura del Calciopoli-bis.

La questione, come facilmente comprensibile, è tutt'altro che semplice. In primo luogo niente può essere concretamente fatto fino al termine del processo in corso a Napoli. In aula, ultimamente, sono emerse diverse novità (e questo darebbe ragione alla Juve, ndr), ma i giudici non si sono ancora pronunciati sul peso di questi fatti inediti. Sintetizzando, ci sono fatti non presi in considerazione nel processo sportivo di Calciopoli, ma bastano a scagionare dalle accuse la Juventus e Luciano Moggi? Lo vedremo. Inutile dire che, in caso di risposta affermativa, la Juve - ma anche Moggi, Bergamo, Pairetto ect... - partirebbe al contrattacco.

Nel frattempo, perché le strade sono parallele, i bianconeri si sono mossi con la Procura della federcalcio cui ha consegnato il famoso cd con le nuove intercettazioni relative a chiacchierate tra Facchetti e Moratti con Paolo Bergamo. Il superprocuratore federale Stefano Palazzi presenterà entro il termine della stagione una relazione al consiglio federale che dovrà stabilire se vi siano "motivi etici" per revocare lo scudetto 2006 all'Inter. E su questo, manco a dirlo, punta la Juve per chiedere appunto l'applicazione dell'articolo 39, la revoca del tricolore nerazzurro e la revisione del processo. Obiettivo: tornare in aula per un Calciopoli bis e riottenere tutti gli scudetti.

28 ottobre 2010

da Sport Calcio Mercato Gossip F1 MotoGp News Live Foto Video - SPORTMEDIASET

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Ehm...veramente l'avevo già postato, nella pagina precedente, che Facchetti era stato "scagionato" dall'ultima perizia. ;)

chezz.. non l'ho visto..

Al solito sei più aggiornato dei giornali!

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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Che Facchetti non abbia detto Collina e che a dirlo sia stato Bergamo (il che cmq non è assodato il perito ha cambiato versione già volte) non toglie mica il fatto che quella telefonata non contenga illeciti sportivi.

Moggi al processo in corso a Napoli (che sto seguendo in maniera precisa e dettagliata) sta dimostrando, in un processo penale serio insieme ad i suoi avvocati la sua innocenza, il processo sportivo che lo ha condannato nel 2006 è stato svolto sul sentimento popolare perchè come si può facilmente scoprire conoscendo i fatti reali, non è stato commesso nessun tipo di illecito. Il processo sportivo è stata una farsa non indifferente e questo è innegabile, ci sono le prove che stanno venendo dimostrate nel processo penale.

Qualora Moggi verrà dunque scagionato (come è probabile e logico per chi conosce i fatti che sia) non si capisce il perchè lo scudetto numero 28 e numero 29 non debbano ritornare a chi regolarmente li ha vinti sul campo, giornata dopo giornata e poi festeggiati. Da questa logica considerazione anche le dichiarazioni di Andrea Agnelli.

Ps. Ricordate che i media influenzano molto le persone e scrivono quel che vogliono far credere per sapere realmente le cose come stanno bisogna informarsi da soli il che è fortunatamente possibile specie anche grazie ad internet.

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Ps. Ricordate che i media influenzano molto le persone e scrivono quel che vogliono far credere per sapere realmente le cose come stanno bisogna informarsi da soli il che è fortunatamente possibile specie anche grazie ad internet.

Il media per eccellenza. Dove si può trovare scritto tutto e il contrario di tutto e dove bisogna avere gli occhi doppiamente aperti perchè l'intento di influenzare il "lettore" è amplificato dalla possibilità di chiunque di dire (o inventare) la propria. ;)

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