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DIARIO OLIMPICO (15)


tomhagen

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28 agosto 2004 – DIARIO OLIMPICO (15)

Italia (Pallacanestro – uomini) – ARGENTO: Non ricordo di avere mai vissuto emozioni sportive così grandi come in questi giorni, tornando indietro nel tempo mi viene in mente una vacanza in Spagna di dodici anni fa e una giornata passata a tifare per il Settebello in una finale in cui tutti gli altri gridavano “Espana, Espana” e un’altra finale di quattro anni più tardi, goduta in solitaria davanti alla Tv e sofferta fino ai rigori contro l’Ajax. Non voglio mentire a me stesso, se i nostri avessero vinto il ricordo sarebbe stato più memorabile. Ma è bello sapere di aver fatto parte di qualcosa, di avere condiviso una grande impresa nel mio piccolo, seduto davanti alla TV ad ansimare e palpitare da due settimane a questa parte. Ricorderò la prima vittoria contro la Nuova Zelanda e la sconfitta meravigliosa contro la Serbia, ricorderò Pozzecco che prima di ripartire si grattava sempre la testa (e passerò tutto il resto dei miei giorni a chiedermi che genere di tattica significasse dato che ogni volta faceva sempre una cosa diversa) e Galanda quando le infilava da tre. Ricorderò le giornate passate davanti a Televideo a scoprire che il Dream Team aveva ancora clamorosamente perso e ripenserò alla serata in cui abbiamo sofferto, ci siamo ripresi, siamo di nuovo crollati e poi resuscitati contro la Lituania, i campioni d’Europa. Ricorderò la trepidazione con cui ho seguito la finale, credendoci fino in fondo: anche quando mancava un minuto ed eravamo a meno otto il mio cervello diceva “un paio di triple e siamo di nuovo lì”. Ricorderò la stima che ho nei confronti di Manuel Ginobili, grande campione dentro e fuori dal campo, nonostante i suoi trascorsi alla Virtus (ndr tifo Fortitudo). E ricorderò soprattutto un momento non olimpico capitato meno di un mese fa, quando la stessa squadra sconfiggeva il Dream Team in amichevole e la Gazzetta dello Sport dedicava all’avvenimento (capitato solo tre volte in precedenza nella storia) un piccolo trafiletto lasciando la prima pagina ad uno squallido trofeo del calcio d’agosto.

I nostri ragazzi potranno dire di essere entrati nella storia, potranno dire di essere stati secondi su un podio dove terzi erano Tim Duncan, Allen Iverson e Lebron James. Potranno dire di averci messo l’anima per arrivare fino a lì, potremo dire di essere stati orgogliosi di loro.

Italia (Ginnastica ritmica – concorso a squadre) – ARGENTO: E’ difficile commentare ogni singola medaglia senza cadere nella retorica, senza parlare di spirito di competizione e di duro sacrificio. Il problema è che sono solo queste le armi per conquistare le vittorie, tutto il resto sono solo fattori secondari più o meno fondamentali ai fini del risultato finale. E’ una grande medaglia, conquistata sul campo mostrando il meglio di noi, tirando fuori grinta e creatività lasciandoci alle spalle nazioni ben più blasonate.

Josefa Idem (Canoa – K1 500m donne) – ARGENTO: Chissà cosa spinge una tranquilla signora quarantenne, sposata con prole, a sfidare se stessa e le avversarie in giro per il mondo a bordo di una canoa. Ha avuto un figlio e ha ricominciato a gareggiare, ne ha avuto un altro e si è subito rimessa in gioco. Avrebbe potuto condurre una normale esistenza fatta di pannolini, poppate e uscite col passeggino. Ma lei tutto questo lo ha fatto comunque, combinando la maternità con la carriera, senza utilizzare la prima come scusante per eventuali scarsi risultati della seconda.

ALTRE DI B: Le notizie di oggi arrivano dall’atletica: disciplina emozionantissima per il pubblico dello Stadio Olimpico, ma assolutamente neutra per il pubblico Rai, trovatosi a seguire collegamenti a spezzettoni o in differita, entrambi molto corti. La mia solidarietà a Franco Bragagna, commentatore incolpevole, vittima di una forza più grande di lui: il palinsesto. Hicham El Guerrouij vince i 1500 e i 5000 m e ripete un’impresa che riuscì ottant’anni fa ad un certo Paavo Nurmi. Dopo vent’anni di supremazia nella disciplina, gli USA perdono la staffetta 4X100 a favore della Gran Bretagna. Polemiche interne riguardo alla scelta degli staffettisti: bisogna scegliere i quattro più veloci e mandarli allo sbaraglio oppure è meglio spiegargli prima che cos’è un testimone e come lo si passa?

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Argentina superlativa.

Italia un po' meno cazzuta che con la Lituania. Grandissimi lo stesso.

Perchè qui in Italia c'è chi vorrebbe anteporre la verifica della nostra tolleranza verso le idee altrui, prima ancora di assicurarsi della loro nei nostri confronti.

(Massimo Tosti, giornalista)

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ATENE - Non ci sono parole per commentare la fantastica impresa di Stefano Baldini, vincitore della maratona olimpica, anzi dominatore della gara, che ha controllato, fino a quando ha deciso che era venuto il momento di allungare il passo per andare a riprendere il brasiliano Vanderlei de Lima, e di volare verso l'ingresso dello stadio Panathinaiko e la gloria.

Stefano ha mostrato fin dai primi chilometri di gara di avere la gamba buona, ed è sempre stato nelle posizioni di avanguardia del gruppo, e quando, con il primatista del mondo, il kenyano Paul Tergat e lo statunitense Mebrathom Keflezighi ha deciso di allungare e di lanciarsi all'inseguimento del brasiliano Vanderlei de Lima, che poco prima del ventesimo chilometro aveva salutato tutti, ha dato subito la sensazione di averne più di tutti.

Così, una volta che Paul Tergat è andato in crisi, ha spinto sull'acceleratore e allo scoccare delle due ore di corsa, dopo aver staccato di qualche metro lo statunitense, ha ripreso il sudamericano, e da quel momento nessuno lo avrebbe potuto più fermare. Un parziale di 14''29 tra i chilometri 35 e 40, danno l'idea esatta della sua grande condizione

All'ingresso nello stadio dove si disputarono le prime Olimpiadi dell'era moderna nel 1896, chissà cosa gli sarà passato nella testa, certo è che quel giro e mezzo se lo ricorderà per tutta la vita. Il suo tempo alla fine è stato di 2h10'55'', ed il vantaggio sull'americano Keflezighi di ben 37 secondi.

Allucinante l'episodio che ha visto un isolato invasore, pare lo stesso che bloccò il Gran Premio di Formula 1 di Silverstone, fermare il brasiliano Vanderlei de Lima, mentre era al comando con trenta secondi vantaggio, facendogli perdere secondi e ritmo.

Il successo del nostro Baldini non viene scalfito da questo episodio, che ha però macchiato la gara che più di ogni altra rappresenta le Olimpiadi, e che ha visto centinaia di migliaia di tifosi assiepati lungo il percorso.

Stefano non è nuovo a dare il meglio di sé nelle occasioni che contano. Campione europeo nel 1998 nella maratona e vincitore dei 10000 nella Coppa Europa del 1995, ha al suo attivo anche due bronzi mondiali a Parigi ed Edmonton, oltre che un titolo mondiale nella mezza maratona nel 1996. Nato il 25 maggio del 1971 a Castelnovo di Sotto, in provincia di Reggio Emilia, è sposato con Wilma De Angeli, ex azzurra dei 400 e dei 400 ostacoli.

Sapeva di essere alla sua ultima chance olimpica e non l'ha fallita, riportando il tricolore sul pennone più alto, sedici anni dopo la vittoria di Gelindo Bordin in quel di Seul.

Si tratta della quarta medaglia italiana nella storia olimpica della maratona dopo quella di bronzo del 1920 ad Anversa, conquistata da Valerio Arri, e l'argento del 1924 a Parigi, di Romeo Bertini.

Si conclude con questa indimenticabile vittoria, un'edizione dei Giochi dolce e ricca di grandi imprese per i colori azzurri.

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Grandissimo Baldini, mi sono venuti i brividi quando è entrato nello stadio, chissà che emozione per lui.

Per quel coglionazzo in gonnella perchè non gliene danno tante, ma tante di mazzate, così (forse) la finirà di rompere le palle.

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Per quel coglionazzo in gonnella .....

Ma , non sarà mica lo stesso con la gonna e le palle al fresco che ha invaso la pista di F1, non mi ricordo in quale gran premio l' anno scorso ?????

Eh si, è proprio quel coglionazzo, mi sembra in Inghilterra

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