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Supercar: tutto quello che accadde prima, durante e dopo.


PaoloGTC

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siamo cresciuti così e nostalgicamente penseremo tutta la vita così forse e non apprezzeremo mai la stangona in camice bianco che ha fatto carriera perchè per noi le belle ragazze erano tutte quelle acqua e sapone che michael salvava in ogni puntata ;) e bastavano le gambe di daisy per farci arrossire :lol:

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E ancora: noi bimbi dei primi anni 90 come giocavamo? si prendeva consolle-mania (mitica!) ci disegnavamo le armature dei personaggi dei videogame,si prendeva qualche pezzo di legno come fosse la spada dello Jedi e via verso mostri immaginari o terre da scoprire (non importa poi che si finiva sempre nella stessa fattoria attaccata a casa)

Siamo cresciuti così e nostalgicamente penseremo tutta la vita così forse e non apprezzeremo mai la stangona in camice bianco che ha fatto carriera perchè per noi le belle ragazze erano tutte quelle acqua e sapone che Michael salvava in ogni puntata :wink: e bastavano le gambe di Daisy per farci arrossire

acc autodelta tu mi dai un colpo al cuore mi ricordi un passato fatto di immaginazione a me piacciono ancora giochi come space invaders e moo patrol hahhahah e daisi? nella mente di ognuno di noi ragazzetti era la donna ideale bella simpatica interessante e matta come i suoi cugini si si proprio la donna ideale adesso e' tutto basato sul sesso sui soldi e sulle trame piu' scabrose che si possono immaginare ... ma del resto non'e anche la nostra realta' ? gossip sesso soldi e violenza a tutti i livelli 8-)

potrei dire che noi nostalgici siamo una razza in via di estinzione :(((:(((

scusate l'off topic

NON C'E PEGGIOR VIGLIACCO DI CHI SPUTA SENTENZE SENZA AVERE IL CORAGGIO DI AFFRONTARTI

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In fin dei conti credo che Supercar fosse una delle tante sfaccettature di un'epoca in cui la fantasia "positiva" era più forte che oggi.

Per fantasia "positiva" intendo il portare avanti il pensiero che questo Bene riuscisse sempre ad avere la meglio.

Con questo non voglio dire che oggi, nella realtà e sulla pellicola, questo non accada più.

Non è che siamo finiti in un Inferno senza via di scampo. Però trovo gli anni 80 una decade dove era ancora radicato il pensiero di poter volare via chissà dove, che stavamo andando verso un mondo colorato e bellissimo.

In seguito, ho visto la decade dei 90 come un periodo un po' più confuso, e oggi trovo che siamo sicuramente più coscenti per mille ragioni di tutto ciò che non va, anzi ci si sofferma proprio sopra. In definitiva, un periodo più pessimista.

E questo periodo, la TV e il cinema lo trattano con grande convinzione.

Ritorno al mio paragone dell'altra sera... una storia dove il Bene riesce a far si che un essere umano non muoia, e un'altra dove il Bene si occupa di acciuffare un criminale che quella persona l'ha già uccisa.

Una serie TV molto ben fatta, per altro, che mostra il Bene nella battaglia col Male, ma a posteriori. In questo modo ci vengono mostrate le capacità umane che a questo mondo permettono che la società vada avanti, ma al tempo stesso ci viene riproposto il Male che c'è fra di noi.

Stesso discorso per il dilagare di serial sui medici o sulle squadre emergenza... storie di piccoli e grandi eroi con le loro vite spesso simili alle nostre, ma che prendono le mosse dai lati negativi della vita: gente che sta male, o disastri che accadono.

Tutto questo accadeva anche una volta, non è che venti o trent'anni fa fosse tutto "supercalifragilistichespiralodoso". Sicuramente però oggi ciò che va di moda in TV si basa sulle cose brutte che accadono, e spesso è una battaglia a posteriori.

Era infantile, certo, sognare un mondo tutto eroi e niente Male.

Però, almeno in TV, preferivo fosse così. Tutto quel che accade di male oggi, accadeva sotto le forme tipiche dell'epoca anche ai tempi, nella realtà, mica vivevamo a Fantasilandia.

Però, almeno quando prendevo il telecomando, era bello staccarsi e sognare un po' con storie dal sapore migliore.

Quando guardo una puntata di CSI, per fare un esempio... sono certo ben contento delle capacità di Gil Grissom e del suo staff di assicurare un assassino alla Giustizia. Però c'è quella vecchietta stesa a terra dilaniata dallo stupratore... che Michael Knight, Magnum P.I., l'A-Team e compagnia bella facevano di tutto per non mostrarmi.

Per me la TV era questo. Ergo, a costo di essere nostalgico, quella di oggi non mi appassiona.

Siamo andati un po' fuori dal seminato, mi sa. :D anche se in fondo si sta parlando dell'ideologia che stava alla base di Supercar e storie simili.

Ritornando quindi al nostro Supercar, c'è da dire che come tutti i telefilm dell'epoca, conteneva dei messaggi che potevano essere colti o meno a seconda di quale era il livello con cui uno spettatore lo guardava.

Se ci si appassionava alle storie di quei due (Michael e Kitt) e si cominciava a leggere fra le righe, (anche se non è l'espressione più adatta per un telefilm :D) si coglievano sfumature che potevamo riportare nella nostra vita e nella condotta che le applicavamo.

Prima di portare un esempio riguardante Supercar, mi viene da fare un cenno alla maniera in cui questo accadeva anche in un'altra serie televisiva tutta auto ed inseguimenti. Sto parlando di Hazzard.

Cosa c'era di più divertente? In quel serial, anche il Male era una barzelletta, Boss Hogg si sarebbe tagliato una mano piuttosto che fare del male a Bo e Luke, ed era il primo ad andare nel panico quando sapeva che qualche sua mossa li stava mettendo in pericolo.

Di certo, era un cattivone da operetta. E far coppia con Roscoe, era la ciliegina sulla torta.

Sul versante opposto, nella Contea, c'era lo zio Jesse.

Zio Jesse era un punto fermo, una roccia, il saggio della situazione. Sapeva sempre cosa fare, e riusciva sempre a definire chiaramente cosa andava fatto e cosa non andava fatto... frenando per primo i suoi stessi nipoti quando avevano qualche idea un po' troppo "spinta".

Nel cofanetto DVD della prima stagione di Hazzard, vi è una bellissima rimpatriata fatta dai protagonisti ancora in vita, in un ranch, con un barbecue, all'inizio di questo millennio.

Sono seduti a semicerchio, e mentre mangiano, si raccontano a vicenda i loro ricordi, e noi guardando il DVD, siam qui seduti che li ascoltiamo, come se fossimo lì con loro.

Una cosa molto bella, uno dei più bei contenuti speciali che abbia mai visto in un DVD.

Ad un certo punto, Ben Jones, che interpretava il ruolo di "cavallo pazzo" Cooter, ricorda come fosse molto importante l'orario di messa in onda.

Nei primi anni di programmazione, come ogni serie che aveva un grande successo e quindi veniva dosata dal network con attenzione, Hazzard andava in onda il venerdì sera alle nove.

Davanti alle TV, i genitori con i loro figli.

Ben Jones-Cooter a quel punto ricorda come un giorno un padre di famiglia gli disse "quanto erano stati importanti con quel telefilm, nell'educazione dei loro figli."

Tutte le settimane, alla fine della puntata spegnevano la TV con un insegnamento per il loro figlioli, dato dallo zio Jesse o dalla storia in generale.

C'erano gli inseguimenti, gli stunt e le battute, ma in ogni puntata c'era sempre un insegnamento, del tipo "avete visto come si fa?".

Cooter chiudeva questo pensiero dicendo "sono orgoglioso di aver fatto parte di una serie Tv che in qualche maniera, nel limite delle sue possibilità, abbia contribuito a far crescere una generazione di ragazzi con sani principi."

Certo, forse questi ragazzi oltre ad avere dei sani principi, saranno anche cresciuti col sogno di un V8 truccato allo spasimo per derapare sulla terra.

Ma in fondo, in questo che male c'è? :D

Tornando al piccolo esempio tratto da Supercar, cui facevo cenno prima, si tratta di un dialogo fra Michael e Kitt, che ebbe luogo nell'episodio "Coraggio Kitt" (riassumendo brevemente, l'episodio in cui Kitt viene gettato nella pozza di acido, ne esce quasi dilaniato, viene ricostruito ma sembra abbia perso il coraggio di agire).

La puntata stava volgendo al termine, e per i due era tempo di entrare in azione per arrestare il criminale responsabile di un sacco di disastri ambientali, e responsabile anche di ciò che era accaduto a Kitt.

Il quale era stato ricostruito ed era in piena forma... tranne che per le sue paure.

Al momento di entrare in azione, Kitt mostra ancora una volta il suo timore.

Michael non se la prende, ma cerca in tutti i modi di fargli ricordare quale deve essere il loro spirito.

"Sai... Kitt.... molto prima che ci conoscessimo, quando ero ancora Michael Long... ehm, ma cosa te lo dico a fare, tu sai bene che accadde quella notte... ma forse non sai proprio tutto.

Dopo l'operazione, mi risvegliai come Michael Knight, ma le mie paure non se ne erano andate. Era ancora viva dentro di me la scena di quello sparo a bruciapelo, quella fiammata che mi accecò mentre venivo colpito in pieno volto.

Non riuscivo più a vivere, a fare nulla, ad andare avanti. Bastava che qualcuno accendesse davanti a me un fiammifero, e mi ritrovavo ad indietreggiare come un bambino impaurito..."

"E come sei riuscito ad uscirne?", chiese Kitt.

"E' passato, amico. E' passato da solo. Io ho soltanto cercato di non arrendermi mai, e di fare comunque quello che doveva essere fatto."

Dopo un attimo di silenzio, Kitt rispose... "a proposito di quel che dovrebbe essere fatto.. credo che laggiù ci sia un criminale da arrestare."

"Lo penso anche io", rispose Michael. "Bentornato, amico."

"Diamoci da fare... ah, Michael?"

"Si, Kitt?"

"Grazie."

"Sempre a disposizione, amico."

Era solo uno che parlava con una Pontiac nera. Però, quando queste cose accadono nella nostra vita, quando riusciamo a compiere un atto del genere, aiutare un amico o una persona cara con il nostro carattere ed il nostro affetto, non è bellissimo?.

Beh, a me piaceva che la TV lo ricordasse il più spesso possibile.

"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

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Nah :wink: magari sono in via di estinzione quelli che hanno il coraggio di ammettere di essere nostalgici ma molte persone so che sono nostalgiche ma non lo amemtteranno mai
eee' lo so' pero' sostanzialmente cambia poco , perche' se queste persone non vogliono ammetterlo prima o poi si dimenticheranno di esserlo e si adegueranno ai tempi dimenticando cio' che e'stato ....acc sto diventando filosofo ma non posso far a meno di rimpiangere non solo gli anni 80 ma tutto quello che hanno rappresentato :(
Era solo uno che parlava con una Pontiac nera. Però, quando queste cose accadono nella nostra vita, quando riusciamo a compiere un atto del genere, aiutare un amico o una persona cara con il nostro carattere ed il nostro affetto, non è bellissimo?.
quoto il fatto che parlasse a una macchina non toglie che i valori erano quelli dell'amicizia del tutti per uno uno per tuttioggi invece prevale molto il meglio sono io gli altri son nessuno :(

NON C'E PEGGIOR VIGLIACCO DI CHI SPUTA SENTENZE SENZA AVERE IL CORAGGIO DI AFFRONTARTI

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Si il problema è l'adeguamento...ormai nel mondo dell'intrattenimento non è più il pubblico che tira ma è una'zienda che propone (e spesso forza) qualcosa...poi i grandi numeri per forza arrivano perchè c'è tanto appiattimento e pigrizia che tutto quel che arriva va bene.

 

花は桜木人は武士

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Visto che è domenica ed è giorno di festa, andiamo un po' avanti nella storiella. ;)

La largamente anticipata e strombazzata terza stagione vede il rientro di Patricia-Bonnie nel cast, nell'autunno del 1984.

Fu una scena veramente emozionante vederla arrivare”, ricorda David. “Le scene che avete visto nel telefilm al momento del nostro incontro sono identiche a quelle che vi furono sul set, il giorno del suo rientro.”

Quando lei lasciò lo show alla fine della prima stagione, David era davvero amareggiato. “Fui obbligato a veder andar via Patti senza poter combattere per lei in qualche maniera, perchè ero ancora impegnato, nonostante il nostro successo, a combattere per me stesso. Per tutta la seconda stagione desiderai fortemente che tornasse. Mi dicevo, ma insomma, abbiamo successo come team, abbiamo saputo tenere testa ad un fenomeno come “Dallas”, perchè questa squadra deve essere fatta a pezzi?

I produttori si resero conto che non avevano uno straccio di risposta valida alla domanda di David, e invitarono così Patricia a tornare sui suoi passi.

Ricordo che fummo veramente sorpresi dalla reazione planetaria che scatenò il mio ritorno,” ricorda lei, “e fu in quel momento che ci rendemmo conto del peso che avevamo sulla gente, di quanto eravamo popolari. Penso soprattutto che fosse per il fatto che la gente, quando comincia ad appassionarsi ad un serial, si affeziona molto ai personaggi che vede, e non li cambierebbe mai con nessun altro.

Guardandosi alle spalle, il produttore esecutivo Robert Foster riconobbe il proprio errore.

Alla fine della seconda stagione, ci accorgemmo che non avevamo fatto proprio niente di buono a Knight Rider mandando via Patricia.

Tom Greene, autore e produttore per la seconda stagione, adorava la Mc Pherson e non era affatto contento di scrivere testi per Rebecca-April.

Qualcuno al network voleva che Rebecca rimanesse anche nella terza stagione, mentre io avevo sempre scritto le storie, anche per la seconda stagione, con Patricia in mente. Stesso pensiero per i fan, che a gran voce chiedevano di riaprire un dialogo nei suoi confronti. Lei era intelligente, disponibile ed entusiasta, ma il network non credeva in lei. Rebecca era una donna molto dolce, ma il suo carisma e la sua presenza non funzionavano molto nei confronti dei fan, che consideravano il suo personaggio un pesce fuor d'acqua. Orde di fans affrontarono la NBC pieni di buone ragioni e fu così che Patricia tornò.

Rebecca commentò la sua partenza da Knight Rider con queste parole.

Questa fu una decisione presa a tavolino fra me, il mio agente ed il mio marito/manager. Si prospettavano occasioni lucrose per la mia carriera, in film stranieri, oltreoceano, e decidemmo di coglierle al volo. Ero abbastanza felice alla Universal e stavo bene coi miei amici in Knight Rider, ma i miei collaboratori e cari pensavano che era il momento di cercare di espandere i miei orizzonti e far crescere la mia carriera. Ho sempre cercato di imporre il mio volere davanti a certe decisioni che mi riguardavano, ma allo stesso tempo, mi fidavo di chi mi era accanto... anche se ci volle poco tempo perchè mi resi conto che non era stato proprio il caso, vidi la luce diciamo, e licenziai sia l'agente che... il marito!".

Prima di andarsene, ci tenne a salutare i suoi fans, con queste parole: “Voglio che tutti voi sappiate che considero e considererò sempre Knight Rider come una benedizione per la mia carriera.... perchè girando il mondo mi sono resa conto della sua forza, della sua popolarità.

Il ritorno di Patricia sul set fu un momento pieno di emozioni, sia in video che fuori. “Era come trovarsi ad un party il giorno che raggiunsi i ragazzi sul set,” ricorda lei. “Tutti pensavano che ci fosse una bieca rivalità fra me e Rebecca, perchè lei mi aveva scalzato dal posto che occupavo, ma in realtà non c'era niente di tutto ciò. Era una donna davvero cara e quando ci conoscemmo andammo veramente d'accordo. In teoria, avrei dovuto entrare nella stagione con Rebecca ancora nel suo ruolo, ma andò diversamente. Se ne andò subito, augurandomi buona fortuna e io sperai davvero che le cose le andassero bene.

Dopo il ritorno, Patti realizzò quanto erano affezionati a lei David ed Edward, quando scoprì quanto si erano battuti per lei durante la lavorazione della seconda stagione. Mentre il cast la festeggiava, Patti scoprì di avere montagne di posta da leggere, e che altra ne stava arrivando.

Fu una sorpresa vedere quante di quelle leggere dicevano cose del tipo... “è bello rivedere quella donna che diversamente dal solito, non era una figura destinata soltanto a occupare lo spazio sentimentale o a fare da ornamento con la sua bellezza.” Era un po' come leggere una dichiarazione di indipendenza del popolo femminile.

Non essendo stata presente alla scrittura del copione de “I misteri di Chinatown”, Patti rimase un po' sorpresa dal fatto che si fosse deciso di distruggere Kitt per ridisegnargli completamente gli interni.

Questo avvenimento nacque dal fatto che il mondo dell'auto si stava evolvendo in fretta, e i modelli di serie si avvicinavano un po' alle caratteristiche degli interni di Kitt: pertanto i produttori decisero che era il momento di una rinfrescata anche per lui, giocando al rialzo.

Con l'auto che presso il pubblico si presentava giorno dopo giorno sempre più “umana”, ricorda Patti, “anche per i membri della troupe e gli attori, stava svanendo il concetto che quella Pontiac fosse “solo una macchina”... era irreale, ma la TransAm durante le quattro serie venne sempre più trattata come un membro del cast... come se piano piano si cominciasse a credere, avvolti dal successo della serie, che Kitt esistesse sul serio.

C'erano dei momenti in cui chi aveva a che fare con l'auto cominciava a comportarsi come se si aspettasse che da un momento all'altro lei parlasse davvero. In più, essendo tutti compresa me innamorati del tono che William Daniels aveva dato al carattere di Kitt, ne venne fuori che ogni giorno sul set, anche quando il lavoro non marciava e vi erano modifiche al copione, era facile arrivare tutti assieme ad una visuale del lavoro migliore... perchè era cosa che sentivamo tutti dentro.

Nell'estate del 1984, come per nelle due precedenti, la NBC avviò la sua campagna promozionale per la nuova serie. Quell'anno la campagna era volta a presentare il nuovo “modello” di Kitt, e venne girato uno spot dove vi era un numero in sovraimpressione, e sullo sfondo David insieme a Kitt nascosto da un telo bianco.

David diceva: “Pensate che sia una nuova auto? Allora sappiate che presto vedrete l'auto più eccezionale del 1985! Kitt quest'anno sarà pieno di stupefacenti novità e di nuovi incredibili capacità, ed il 30 di settembre potrete scoprirle tutte. Se non ce la fate a resistere, chiamate al numero 900-210-KITT, e ne saprete di più!

Quando gli spettatori chiamavano, ascoltavano un messaggio di 30 secondi, che diceva:

Ciao, sono Kitt! Quest'anno Michael guiderà ancora l'auto più spettacolare che ci sia sugli schermi... me! Ora ho delle nuove incredibili funzioni, come i video a visione tridimensionale ed un nuovo sintetizzatore audio, cinture di sicurezza laser che si assicurano che Michael sia sempre al sicuro al proprio posto durante le evoluzioni, gomme speciali che mi permettono di andare ovunque ed un nuovo raggio laser che mi permette di aiutare Michael nel caso lui abbia davanti a sé un luogo inaccessibile.

E molto altro, che scoprirai il 30 di settembre, nella puntata di due ore di inizio stagione!

Grazie per aver chiamato!”

Durante questa stagione, un giovane ambizioso di nome Bill Shelley si presentò con una versione di Kitt da lui costruita, realizzata su di un telaio VW e ricoperta con una replica in fibra di vetro della carrozzeria di Kitt.

L'aveva costruita in proprio e sosteneva che sarebbe stata l'auto perfetta per quel tipo di acrobazia, perchè avrebbe potuto saltare diverse volte di seguito senza avere mai danni.

Provammo il primo salto con quella macchina fuori dalla pista di speedway di suo padre”, ricorda Jack Gill, “ e l'atterraggio fu veramente penoso. Lo shock per la struttura fu enorme e la fibra di vetro andò in frantumi. La produzione diede a Bill un'altra possibilità, e lui costruì una seconda auto, al costo di 40000 dollari. Saltò sopra ad un fiume e andò a pezzi una seconda volta.

Non volle proseguire oltre quei due sfortunati episodi e i suoi salti, pur ripresi, non andarono mai in onda.

David amava guidare, ma non poteva farlo sempre per motivi di sicurezza imposti dalla produzione, così spesso era Jack ad occuparsi di ciò che avrebbe tanto voluto fare lui.

Jack ricorda. “Ogni volta che lo sentivate dire “Kitt, vieni a prendermi”, io mi infilavo nel posto di destra dell'auto a guida cieca. Andavo da lui, saltava dentro e a quel punto si ritrovava pure lui il volante fra le mani. Da quel punto in poi era una battaglia per usare il volante, in quanto erano entrambi collegati, e spesso uscivamo dal contesto della scena in questione!

:lol::b9

Quando le viene domandato qualcosa al riguardo della Base Mobile, Patti ricorda:

Era un set, l'interno. Il camion che viaggiava sulle strade era vuoto...mentre per gli interni solitamente usavamo set costruiti ai teatri di posa numero 1 e 3 degli studi Universal. A volte però, veniva usato un terzo set che poteva essere trasportato, per avere la possibilità di realizzare tutto sul posto, specialmente quando la location era lontata dagli Studios.

Fu diverso”, prosegue lei, “per l'episodio che girammo a San Francisco (appunto I Misteri di Chinatown), perchè per esigenze di copione dovemmo addobbare realmente gran parte dell'interno del rimorchio con il set che solitamente era agli Studios. Comunque, in generale, era davvero una bella scena quella di Kitt che saliva sul rimorchio del semi. Quando la giravamo in studio, la TransAm saliva sul set sollevato da terra usando delle rampe.

La terza stagione divenne in fretta una delle più dure da scrivere e dirigere.

Gino Grimaldi rimase sconvolto quando Gerald Sanford ricevette il titolo di primo produttore esecutivo nei titoli di testa, ruolo che Gino pensava non gli spettasse di certo.

Sanford aggiunge.

Dopo questo fatto, lui mi chiese se settimana per settimana avremmo potuto ribaltare la sequenza dei titoli di testa, del tipo “prodotto da lui e me” la prima volta, e “prodotto da me e lui” la seconda. Gli dissi che era ok, per me.

Appianata questa divergenza sull'anzianità di servizio, Sanford si buttò d'impegno a pensare alla première della terza stagione.

Knight of The Drones”, “I misteri di Chinatown" in Italia.

In questo episodio, un pericoloso criminale di nome C.J. Jackson, vecchia conoscenza della Fondazione, evade di prigione con l'aiuto di una radio che si trasforma in un robot.

Gerald Sanford ricorda: “Ricevetti una telefonata da parte di un ragazzo che era appassionatissimo dei famosi Transformer. Mi chiese se avremmo un giorno realizzato una puntata che prevedesse qualcosa del genere, specificando proprio l'idea di una radio che diventava un robot. “Knight of The Drones” prese le mosse proprio dalla telefonata di quel ragazzo.

Riguardo agli attori, scelsi di ingaggiare Jim Brown(appunto per il ruolo dell'evaso Jackson), anche se la NBC non era molto felice, perchè era un attore con una cattiva reputazione, considerato inaffidabile. Tutte cose che poi si rivelarono senza senso perchè fu un vero professionista.

Sanford scelse di non aprire la première seguendo lo schema tradizionale, preferendo gettare lo spettatore subito in mezzo a ciò che stava accadendo, e spiegare il concetto dell'episodio solo più avanti.

In pratica questa puntata inizia già con lo svolgersi dei fatti, senza la sigla, che viene dopo, e dopo la quale ci sono le spiegazioni.

Questo episodio fu girato in varie parti di San Francisco, riprendendo molti dei luoghi più famosi e conosciuti di questa citta. Sanford fu anche colui che si occupò di sovrintendere tutta la produzione di quei giorni.

Robert Foster non amava molto viaggiare parecchio per seguire il lavoro, e così in questa zona mi ci recai io due volte, per questo episodio e per quello ambientato a Napa, “The Ice Bandits”.

(da noi "L'abito non fa il monaco")

Mentre l'idea "Chinatown" era ormai ben chiara e pronta, gli attori non lo erano affatto.

Era una domenica mattina”, ricorda Sanford, “e David era in rotta con la Universal, perchè chiedeva un ingaggio più elevato, ma la risposta era sempre stata no. Ci eravamo ritrovati a pranzo, lui , Foster ed io. Dovevamo discutere di questo episodio, ma David vedendosi negare ancora un'aumento, annullò il nostro piccolo incontro con l'idea di andarsene del tutto. La cosa durò poco, perchè evidentemente la Universal cedette, visto che ancora prima di abbandonare il tavolo ricevette una telefonata dal suo agente che gli comunicava... che potevamo andare avanti con la riunione.

In “Knight of the Fast Lane” (da noi "I piloti dell'Eden"), Michael e Kitt si sfidano in una gara clandestina contro un'auto sportiva che è un autentico pezzo di ingegneria automobilistica.

L'autore Richard Okie ricorda: “Questo episodio si può dire che rompesse con gli schemi tradizionali della serie, andando un po' sullo sconsiderato. Andò anche a finire in un articolo sui quotidiani di Los Angeles. A quei tempi, molta gente usciva di casa con la propria auto sportiva, alle tre di notte, per sfidarsi in gare clandestine sulle strade della città. Robert Foster girò a me quest'idea e cominciai a fare ricerche, soprattutto per individuare l'auto giusta da usare.

Il casting dell'auto fu divertente. Tutti quelli che avevano sentito della nostra ricerca giunsero da noi con le loro meravigliose automobili, e alla fne ci ritrovammo a scegliere tra otto auto. Avreste mai immaginato che ci fosse gente pronta ad affittarci senza batter ciglio la sua auto da 200000 dollari?

L'episodio “Halloween Knight” (da noi "Gorilla a Los Angeles") fu essenzialmente un tributo di un'ora alla televisione e al cinema del passato, riguardo alle storie a metà tra sentimento e horror.

L'episodio conteneva numerose citazioni, dallo “Psyco” di Hitchcock a “Rear Window”, da “Gone with the Wind” a “Halloween 3”, da “Season of the Witch” all' “Esorcista”, per arrivare fino al “Creature of the Black Lagoon”.

Il coprotagonista Simon si reca al ballo in maschera della Fondazione mascherato da Cylon, un tributo alla serie “Battlestar Galactica” di Glen A. Larson.

Patricia Mc Pherson in questo caso finalmente ebbe una storia ricamata su sé stessa, che mostrò un po' di più del suo carattere e della sua vita al di fuori dalla FLAG, e fu facile notare che sarebbe stata cosa bella che ciò accadesse più spesso.

Uno dei principali errori che vennero imputati infatti a Knight Rider era proprio il fatto che Edward e Patricia avessero poco spazio nelle storie... e la stessa Patti alla fine della terza stagione ammise che non era molto soddisfatta del poco tempo che le era stato concesso.

L'episodio che per due anni i fan avevano aspettato di vedere giunse finalmente nell'autunno della terza stagione.

In “Kitt vs Karr”, il prototipo originale della Knight 2000 ritorna e si ritrova a fare coppia con un giovane meccanico che senza saperlo lo aiuta a pianificare la sua vendetta nei confronti della FLAG.

Riguardo al concetto base dell'episodio, Richard Okie commenta:

Stavamo discutendo su cosa poteva essere interessante per dei nuovi episodi, e io buttai lì l'idea di un ritorno di Karr. Tutti mi guardarono e dissero “Ma certo!”

Fui il primo ad avere l'idea e per giustizia il progetto mi venne assegnato. Paul Frees si occupò della voce di Karr, ed per lui fu un grande onore. Siccome la voce di William Daniels era molto... intellettuale e colta, avevamo bisogno di un tono più sgarbato ed irriverente per il gemello cattivo. Fu idea di Robert Foster quella di lasciare una luce lampeggiante nel cervello di Karr alla fine dell'episodio, per dare l'idea che non fosse ancora morto. Visto il successo di questo tema, ci riservammo la facoltà di tirarlo fuori ancora in futuro.... Ma, fino a che non lasciai la serie, vidi dei produttori talmente distaccati dalle vicende di questo serial da non accorgersi nemmeno di avere una chance ancora da giocare...

Durante questo terzo anno, Foster e Sanford desideravano esaltare un po' di più il lato umano di questa serie, riguardo ai suoi personaggi, ma si scontrarono col terzo incomodo Richard Lindheim che aveva una visione delle cose totalmente differente.

Ognuno finì per fare di testa sua e ci furono diversi cambi di copione, perchè alla fine non si capiva più dove volevamo andare a parare”, ricorda Sanford.

Alla fine, una decisione venne presa, e mentre Lindheim continuava a credere che il concetto della serie dovesse rimanere inalterato, Foster e Sanford presero la giusta decisione e cominciarono a lavorare alla prima storia di questo loro nuovo corso, “Junk Yard Dog” (da noi quel "Coraggio Kitt" di cui abbiamo già parlato e straparlato).

Mentre gli spettatori un po' si aspettavano l'idea della distruzione di Kitt all'inizio della stagione, per operare gli aggiornamenti della nuova serie, rimasero invece stupiti di vedere di nuovo Kitt con l'acqua alla gola a metà stagione. Questo episodio rappresentò l'unica volta in tutta la serie in cui Kitt fu così danneggiato da indurre Devon a richiamare alla Fondazione i tre scienziati che avevano lavorato per Wilton ai tempi del concepimento della Knight 2000: il Dr. Breeland, il Dr. Yamata ed il Dr. Von Voormin.

Si prese la decisione di dare uno scossone alla serie, per incrementare l'ascolto, utilizzando un terrificante copione (terrificante nel senso di ciò che accadeva a Kitt) di Calvin Clements, una storia ben più cupa e decisa rispetto a ciò che eravamo abituati a fare io e Robert”, ricorda Sanford.

Comunque, fu una situazione momentanea, e dopo questo terremoto tornammo alla solidità delle vicende di Knight Rider come le avevamo sempre viste da principio.

In “Knight of The Chameleon”(da noi "Il camaleonte"), Michael combatte contro il Camaleonte, un imperscrutabile uomo in grado di travestirsi in mille maniere e di prendere le sembianze di chiunque.

L'attore Dick Gautier, che lo impersonò, era famoso per aver recitato la parte di Hymie il Robot nella serie “Get Smart” degli anni '60.

Quando gli autori lo interpellarono, accettò con entusiasmo, pensando di poter esprimere in pieno tutte le sue capacità ed il suo talento di attore.

Fu veramente grande”, ricorda Gautier, “e fu anche l'occasione per dare sfogo alle capacità di Ken Diaz, il responsabile del make-up, che fu mitico nel realizzare tutto ciò che andò in onda e soprattutto a far si che il lavoro procedesse spedito."

Alla fine dell'episodio, il Camaleonte fa sfoggio di un'apparecchiatura in grado di far volare chi la indossa tramite la spinta di due razzi piazzati dietro la schiena.

Si trattava non di un'invenzione degli autori”, prosegue Gautier, “ma dell'imitazione di un vero prototipo di sistema di volo individuale sviluppato in precedenza dall'esercito americano. Ma non ero io a volare, era un sistema troppo pericoloso e nessuno era in grado di usarlo, tranne un ragazzo, lo stesso che fece quella spettacolare entrata al L.A. Coliseum in occasione delle Olimpiadi '84. davvero impressionante, stavi per aria per circa nove secondi e poi di colpo ridiventavi pesante come un sasso. Ebbi l'occasione di provare ad indossarlo, era veramente un attrezzo pesante e scomodo.

Gautier prosegue ricordando la bella atmosfera di quel set. “L'attrice che interpretava mia figlia era una ragazza veramente magnifica, e ci divertimmo molto sul set. Le gag di cui fummo protagonisti sul set si potevano riassumere tutte sotto la definizione “Prendete il dizionario e cercate alla voce incesto.” Ricordo Hasselhoff come un uomo davvero pieno di volontà e di buonumore, grandissimo coi ragazzini che venivano a visitare il set.

Penso di poter dire che fu una bellissima esperienza per tutti.

Gerald Sanford terminò la sua carriera di autore con la fine di questa terza stagione di Knight Rider, e lo fece in mezzo ai rimpianti di tutti per il suo abbandono.

In quel periodo, accadde una cosa che gli fece realizzare quanto la famiglia di persone che realizzava quella serie fosse composta da grandi persone, realmente interessate le une alle altre.

Ricevetti una chiamata alle due di notte, che mi diceva che Jack Gill era in ospedale, ferito. Mi precipitai da lui, e all'arrivo trovai gran parte del cast e della troupe che era già li. Fortunatamente vedemmo presto Jack farci il segno “ok” e scoprimmo che le sue condizioni erano buone, non era nulla di grave. Rimasi comunque stupito, quella notte.

Da tutte quelle persone che si erano precipitate in ospedale.

La terza stagione terminò con l'episodio “Circus Knight” (da noi "Kitt al Circo"), di cui Jack Gill ricorda il disastroso Turbo Boost attraverso il cerchio infuocato.

Avevamo realizzato un paio di salti di prova con Buzz Bundy, colui che si occupava di tutte le performance di Kitt su due ruote. I risultati erano soddisfacenti, si trattava di saltare da rampa a rampa, senza bruschi atterraggi, passando attraverso l'anello infuocato.

Tutto sembrava andare per il meglio, e passammo a provare con il manichino che simulava la presenza di un umano in piedi sul posteriore della Pontiac. Anche qui tutto bene.

Passammo allora alla scena definitiva, e la controfigura di Michael, un ragazzo di nome Joel Kramer, passato in seguito ad interpretare la controfigura di Arnold Schwarzenegger, salì sul posteriore dell'auto, con i piedi ben saldi sullo spoiler e tenendosi con le mani ad una barra fissata al telaio del tetto dell'auto.

Ultime raccomandazioni e Buzz, nelle quali gli ricordai che soprattutto doveva stare attento a non saltare troppo corto.

Partì la scena e.... Buzz saltò troppo corto di cinque piedi. Joel venne sbalzato per effetto dell'urto dell'assale posteriore sul bordo della rampa di atterraggio e volò sopra l'auto, prima cadendo sul cofano e poi rotolando a terra, mentre Buzz distrusse tutto il set per cercare di evitarlo.

Fortunatamente Joel non si procurò danni seri, e quando andai da Buzz per chiedergli cosa diavolo fosse successo, mi rispose semplicemente.... che era troppo vecchio per questo genere di cose, e che non le avrebbe fatte mai più. Tenne fede alle sue parole, quello che vedeste in tv fu l'ultimo salto della sua vita.

In questo episodio Michael indaga al circo sulla morte di un trapezista, e alla fine di questo episodio, l'aria di un'altra morte vagava per il set, in quanto tutta la troupe ed il cast vennero a sapere che si era deciso che le avventure di Michael e Kitt sarebbero proseguite per una sola stagione ancora....

Stagione di cui parleremo prossimamente. ;)

Fine

GTC

"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

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Ahah :D spassosa. ;)

Se la riprendi rifinendola come contorni e colori sarebbe un'ottima immagine sullo stile di quelle caricature su maglietta che vendono per es. al MotorShow. ;)

Visto che siam qui, proseguiamo nella storia (così Gamera che è rimasto indietro quando lo interrogherò avrà di che sudare :D )

Eravamo arrivati alla fine della terza stagione, e quindi, è ora della quarta ed ultima.

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Nell'entrare nella sua quarta stagione, Knight Rider fu oggetto di diversi cambiamenti.

I produttori compresero che lo show aveva bisogno di una nuova dose di ricostituente per tenere viva l'attenzione degli spettatori.

Venne deciso quindi che Kitt doveva essere distrutto un'altra volta (ormai un classico degli episodi di inizio stagione), e questa volta avrebbe ricevuto ben tre nuove funzioni, radicalmente differenti da tutto ciò che si era visto in precedenza.

I produttori scelsero anche di far entrare un nuovo personaggio fisso nella serie, per creare nuovi spunti di racconto.

La quarta stagione partì con un “grande botto”: “Knight of the Juggernaut” (da noi "Formula KITT"), première di due ore che vedeva Michael impegnato in quel di Chicago nella protezione di un nuovo tipo di isotopo, molto prezioso e pericoloso, il Cernium 116 (non ha niente a che vedere con l'Alfetta :D ).

In questo episodio fu presente come “guest star” Pamela Susan Shoop, che aveva già fatto parte del cast di Knight Rider ai tempi del Pilot.

Del set di “Knight of the Juggernaut”, Pamela ricorda:

Intorno al set era un continuo raccontare barzellette: ricordo che un giorno mio fratello mi venne a trovare sul set, e quel giorno io giravo una scena in cui avevo i vestiti stracciati e piangevo. Quando giravi primi piani come questo, i tecnici spegnevano le luci tutte intorno e lasciavano solo una spotlight su di te. Quando accadeva questo, tempo un minuto e sul set cominciavano a volare battute e barzellette, una gran confusione mentre la camera cominciava a girare e io iniziavo a piangere. Mio fratello rimase impressionato da quella scena!

Pamela aveva già lavorato diverse volte in passato per Glen A. Larson, e lui la considerava un po' come il suo portafortuna, perchè aveva preso parte a diversi Pilot che poi si erano trasformati in delle serie di successo, come per esempio “Magnum P.I.

Glen fece un superlavoro in “Knight of the Juggernaut”, e per gli attori fu una tortura.

Se qualcosa non lo convinceva, stava alzato anche tutta la notte a riscrivere il copione, ed il mattino dopo gli attori si trovavano davanti battute che non avevano mai visto.

Una delle scene più spettacolari di quest'episodio è sicuramente la distruzione di Kitt da parte del blindato soprannominato appunto “Juggernaut”(questo particolare non fu tradotto in italiano, da noi il blindato non aveva nessun nome particolare).

Ricordo come fosse oggi che andammo a Chicago con quattro auto di scena”, ricorda Pamela.

Una copia di uso comune destinata alla distruzione, una versione di scena perfetta in tutte le sue parti, la versione Spm e una convertibile per il finale dell'episodio.

L'auto che venne distrutta non era una carcassa da buttare, era stata usata in diverse occasioni negli episodi ed era perfettamente funzionante. David non era logicamente all'interno dell'auto in quella scena... in principio venne sostituito da uno stuntman, mentre per le scene finali in cui anche i finestrini dell'auto esplodevano fu piazzato un manichino al posto guida.

Anche quando, come nel caso di cui sopra, la presenza di Pamela non era prevista sul set, lei amava starci lo stesso, rimanendo ad osservare dagli schermi della regia, dietro le telecamere.

Mi piaceva molto rivedere una scena appena realizzata. Ricordo che quel giorno (quando Kitt venne distrutto) lottammo tutti con un vento gelido che non si era mai visto prima.

Pamela passò diverso tempo in compagnia del cast e della troupe, e altrettanto ne impiegò facendo da “mamma” al cane Roger, per creare un certo affiatamento. “Era veramente un cane dolcissimo, e io fui così tremenda con lui da dimenticarmelo anche chiuso in una stanza per un mucchio di tempo... poverino!

Interpreti canini a parte, Pamela si trovò benissimo anche con i suoi colleghi attori.

Oh, adoravo Edward Mulhare... era un uomo dolce e davvero molto professionale. Ricordo con molto piacere una sera in cui, finito il lavoro per quel giorno, David, Edward ed io andammo a cena fuori, in un posto chiamato “The Pump Room”. Mentre eravamo lì, un dipendente volle scattare una foto insieme a noi e andò ad appenderla in bacheca. E' ancora là oggi! Ogni volta che vado a Chicago, passo almeno una volta a mangiare in quel posto, per rivedere quella foto.

Anche Patricia McPherson ha un bellissimo ricordo del set di Chicago. “Riuscii a fare un giro su uno dei cavalli dei poliziotti che sorvegliavano i parchi... desideravo parecchio cavalcare uno di quegli splendidi animali, chiesi il permesso e tutti furono davvero molto gentili e disponibili. Fu una gran bella esperienza.

La produzione di “Knight of the Juggernaut” durò dalle quattro alle cinque settimane, e fu molto costosa, perchè per diverse location fu necessario chiudere parecchie strade. Anche la scena del battello fu molto costosa per via della location scelta. Pamela ricorda: “Mentre giravamo quella scena, in alto, sulle strade vi erano migliaia di persone che osservavano esaltate, ai bordi del fiume. Era incredibile.

L'8 dicembre del 1985 Kitt fece una comparsata in una puntata di “Amazing Stories”, intitolata “Remote Control Man”.

La storia ruotava attorno ad un uomo di nome Walter che aveva comprato una speciale TV in grado di trasportare i suoi personaggi preferiti nella realtà.

Nei minuti successivi, infatti, apparirono nel salotto di Walter, per esempio, Templeton Peck dell'A-Team e l'Incredibile Hulk, seguiti da dozzine di altri personaggi più o meno famosi, e proprio quando Walter stava per dare di matto in mezzo a tutti quegli intrusi, arrivò Kitt sfondando una parete del salotto e chiedendo se qualcuno aveva visto in giro Michael... in quel caso la voce di Kitt non era quella di William Daniels, ma una piuttosto simile di un altro doppiatore.

Tornando al primo episodio della quarta stagione, con Kitt che veniva distrutto per l'ennesima volta, Bonnie ebbe la possibilità di creare un nuovo sistema che permetteva a Kitt di mantenere una buona manovrabilità alla velocità massima, ora ben superiore alle 300 miglia orarie.

Quando Michael attivava l'Spm, l'auto modificava il suo aspetto esteriore per adattare la configurazione aerodinamica al crescere della velocità.

Patricia ricorda: “Pensai subito che il progetto della trasformazione di Kitt fosse eccezionale, soprattutto per come avevano reso bene in video l'idea che la sua configurazione mutasse realmente mentre l'auto viaggiava. Fui testimonial dello show in diverse occasioni pubblicitarie, tra cui alcune competizioni automobilistiche su pista in California. Fu bello scoprire che anche secondo i piloti professionisti e gli ingegneri di pista, chi si era occupato del progetto Spm aveva fatto davvero un buon lavoro, molto credibile.

A detta di chi ne sapeva parecchio, quella trasformazione era molto plausibile, insomma l'auto avrebbe potuto essere in grado veramente di fare ciò di cui diceva di essere capace.

Tutto questo però aveva portato Knight Rider ad essere uno show più costoso, perchè le procedure ed i mezzi che facevano parte del gioco avevano complicato il tutto. Ogni volta che ci si muoveva, erano parecchie le auto che bisognava portarsi dietro, ognuna per una cosa soltanto.

Con l'intenzione di stupire il pubblico, la Universal contattò Barris chiedendogli di occuparsi delle modifiche necessarie alla Knight 2000.

Gli Studios avevano già fatto realizzare ai loro disegnatori alcuni sketch per mostrare a George la linea che voleva seguire la casa di produzione.

I loro disegni però davano all'auto un aspetto un po' ridicolo, perchè con le varie appendici che spuntavano attorno ai passaruote, era quasi impossibile riuscire a vedere ancora le ruote che invece rimanevano delle misure originali.

Barris ed il suo staff realizzarono così nuovi disegni seguendo quell'idea, e la Universal dopo averli visionati diede immediatamente l'ok avviando la realizzazione dell'auto.

Barris si occupò della costruzione di ben quattro auto diverse per la quarta stagione.

  1. La convertibile funzionante, realizzata sulla base di una TransAm '82.
    Era una cabrio “fissa”, non aveva tetto ripiegato, di nessun genere.
    In principio si era pensato di dotare questa versione di una copertura in tela che coprisse “in teoria” il tetto ripiegato (che in realtà non c'era), ma all'ultimo la Universal volle dotare l'auto di un coperchio rigido a doppia gobba, in fibra di vetro, che nelle scene di apertura di Kitt, veniva mosso direttamente a mano da un tecnico fuori scena, che lo spingeva fino contro ai sedili simulando il termine dell'operazione.
    Molti fans si chiesero per parecchio tempo se in effetti sarebbe stato possibile realizzare “davvero” una versione cabrio di Kitt, ed un giorno George Barris rispose loro: “Si.... con molto lavoro e molta fatica ma.... sì.
  2. La “Trailer Convertibile”, un manichino della parte abitacolo/posteriore della TransAm, senza meccanica e montato su una speciale dima, dotato dell'idraulica necessaria a far funzionare il tetto rigido pieghevole (tipo le varie “C+C” in voga oggi) appositamente realizzato. Veniva usatoper le riprese di dettaglio dell'apertura di Kitt.
  3. La terza auto era quella allestita in Spm. Anche su quest'auto la configurazione era fissa, il sistema non lavorava. Era attrezzata sportivamente come motore ed assetto, adatta ad essere guidata velocemente, come ricorda Jack Gill: “L'auto lavorava davvero bene, ma oltre le 80 miglia orarie era pericoloso andare perchè l'aerodinamica in effetti sarebbe stata tutta da studiare, e l'auto tirava da una parte vistosamente. Gli aero freni sulle fiancate e sul tetto funzionavano realmente, ed erano molto veloci. Quello su tetto era una parte di un pannello in fibra di vetro che era stato applicato sul tetto originale. "

  4. La quarta auto non aveva motore ed era usata unicamente per mostrare la trasformazione di Kitt in Spm. L'intero vano motore era stato svuotato e riempito di tutta l'idraulica necessaria a far funzionare il paraurti che avanzava e si apriva, oltre alla presa sul cofano e alle alette sui fianchi.
  5. Veniva usata solo per i primi piani e nient'altro. Aveva ancora lo sterzo ed i freni, ma del resto della meccanica non c'era più traccia.

La Universal non prese molto bene la notizia della spesa di 250000 dollari per la realizzazione di queste modifiche, e decise che era l'ultimo tentativo che avrebbero fatto per cercare di ravvivare un audience che nei confronti di Knight Rider stava scemando nel corso della stagione.

Mentre a tutt'oggi resta un mistero dove diavolo sia finita l'auto con l'Spm, diverso è il discorso per la Convertibile.

E' una dei pochi, veri, originali Kitt che si sa per certo esistano ancora. Quando la serie finì, la Convertibile venne regalata all'allora sposa di David Hasselhoff, Catherine Hickland, ed in seguito passò di mano diverse volte tra collezionisti privati e musei dell'auto ed ora è correntemente esposta al “Cars of the Stars Museum” di Keswick, in Inghilterra, a fianco dalla versione “classica” di Kitt (in T-Top) venduta al museo da David Hasselhoff in persona.

Forse gli episodi della quarta serie saranno stati meno seguiti, e non tutti li ricorderanno, ma sicuramente c'è una fortunata “guest star” che ne ricorda uno con affetto, perchè fu l'unico giorno in cui si mise al volante di un'auto.

Jack Gill ricorda: “Girammo un episodio che aveva per co-protagonista un ragazzo cieco, intitolato “Knight Song” (da noi "Lotta senza quartiere").

In origine, nella scena in cui Kitt lo avrebbe portato in giro, lui avrebbe dovuto stare sul sedile del passeggero, ed io avrei utilizzato l'auto con la guida nascosta dalla parte del guidatore.

Ci tenevo tanto però a farlo sedere al posto guida, e quindi riuscii a far si che usassimo l'altra auto, quella con la guida nascosta a destra, mentre lui si sedeva al volante.

Per quel ragazzo fu un'esperienza che lascia il segno. “Sono cieco da quando ero bambino”, dichiarò, “e non avrei mai potuto immaginare un giorno di sedermi in auto, impugnare il volante e farmi un giro per la città!

(Lo vedete che abbiamo ragione noi ad amare Knight Rider... perchè fu anche questo, tra le telecamere e le pellicole.... una cosa da non scordare mai, per tante persone).

La NBC decise di cercare di aiutare gli indici di ascolto in calo continuo con l'ìntroduzione di un nuovo personaggio, interpretato da Peter Parros, al secolo Reginald Cornelius III (RC III, if you prefer!), un bravo ragazzo proveniente dai bassifondi di Chicago, che intervenne con la sua squadra di amici meccanici quando ci fu da riparare Kitt completamente distrutto in “Knight of the Juggernaut”.

In seguito a questa vicenda, venne ingaggiato dalla Fondazione ed oltre a coadiuvare Michael in alcune missioni, il suo compito principale fu quello di guidare la Base Mobile.

I produttori mi chiesero di andare a frequentare una scuola guida e di tornare con la patente per il camion in mano”, ricorda Peter. “La cosa difficile fu farlo soltanto per una finzione scenica!

Gli autisti istruttori della scuola guida gli dissero che era un uomo con un talento eccezionale per tale mansione, e che se avesse voluto, avrebbe potuto essere veramente un ottimo autista.

Quando Peter arrivò sul set, trovò la stessa identica meravigliosa accoglienza che il cast aveva riservato a tutti quanti, ed in breve si creò un affiatamento incredibile fra tutti i componenti della squadra, dentro e fuori dal set.

La sua collega Patricia McPherson ricorda: “Peter era davvero grande. Fu davvero interessante vederlo arrivare in quell'episodio come il “Vendicatore della strada”. Aveva un grande senso dell'humor ed era molto divertente. Era davvero molto intelligente, con un umorismo che messo insieme a quello di David, aveva creato una grande compagnia. Fu meraviglioso far parte di quel gruppo.

Il produttore esecutivo Robert Foster abbozza ora qualche commento sulle possibili ragioni del declino della serie.

Alla fine della terza stagione, ebbi il compito di occuparmi di “Dalton: Code of Vengeance” (che ricordo, era lo spin-off nato dall'episodio "Bocca di Serpente", girato quasi senza Michael e Kitt perchè David Hasselhoff era in luna di miele).

Ero davvero preoccupato al riguardo, perchè era una nuova première NBC di due ore che non sarebbe arrivata al pubblico nel momento più adatto di sicuro. La mandammo fuori in estate e risultò essere seconda negli ascolti, dietro il “Bill Cosby Show” (i “Robinson”, per intenderci).

Il giorno successivo il telefono squillò, e mi vennero chiesti tredici episodi di quella serie, interamente girati in esterni. Pessima scelta, come possiamo dire col senno di poi, visto il flop.

Comunque, mi ritrovai ad essere il produttore esecutivo di due show, e il risultato fu che Knight Rider ne soffrì.

Sfortunatamente, le nuove funzioni di Kitt e la nuova entrata nella famiglia della Fondazione, poterono ben poco nei confronti del calo degli ascolti, e i produttori della Universal, fatti i loro conti, decisero che una quinta stagione avrebbe dato scarsi profitti.

Patricia ricorda: “Nel 1986 ci furono diversi show d'azione che vennero di colpo cancellati. La major non volevano più sostenere certi costi, e si buttarono sulle sit-com. In show come il nostro vi era una seconda unità che era in giro in esterni ad occuparsi dell'auto, mentre noi attori eravamo sul set. Era complicato e costoso, mentre le sit-com erano girate sempre sullo stesso piccolo set.

Ormai era una guerra continua sul fronte dei costi e diversi show di grande fama, inspiegabilmente a volte, vennero cancellati. Ci fu un periodo in cui non importava se uno show lo guardavate oppure no... anche piaceva, poteva sparire da un momento all'altro. Sorprendente.

Molti autori che avevano fatto grande Knight Rider nelle prime tre stagioni, non tornarono nella quarta, tra cui Richard Okie e Gerald Sanford.

Hasselhoff ricorda: “Per quel che mi riguarda, mi fosse stato chiesto, avrei continuato sicuramente con una quinta stagione, ma va detto che quei copioni erano veramente di bassa lega, le idee scarseggiavano, ed in più la produzione per risparmiare avrebbe voluto che girassimo tutta la stagione in meno di cinque mesi.

Con la quarta stagione, ormai anche Jack Gill era ormai pronto ad effettuare le sue ultime acrobazie con Kitt. “Durante la quarta stagione, dissi a David che se fossero andati avanti ancora con il quinto anno, avrebbero dovuto trovare qualcuno che guidasse la macchina negli stunt, perchè non potevo occuparmi più sia degli stunt e della direzione della seconda unità. Inoltre c'erano sei produttori a capo di questa serie, e ognuno la pensava in un modo diverso. Un giorno ricevetti una chiamata che mi diceva che avrei potuto occuparmi unicamente della direzione della seconda unità, visto che non sarebbero più stati realizzati stunt con le auto negli episodi successivi (le risorse andavano terminando e la serie sarebbe diventata sempre più scialba), dopo venti minuti ne ricevetti un'altra da un'altro produttore che mi diceva che di stunt ce ne sarebbero stati eccome! Insomma, c'era una gran confusione!

Il 25 Febbraio del 1986, un martedì, la serie terminava con la messa in onda di “Voo Doo Knight” (da noi "La spedizione maledetta").

Quella storia era lo specchio dei tempi, sintomo di una precarietà e di mancanza di idee, con Michael impegnato ad indagare su una principessa Voo-Doo che era in grado di trasformare le persone in zombi in un istante.

Patricia Mc Pherson non c'era già più, ed Edward Mulhare svolse il suo compito confinato nel set della Base Mobile.

Stavo lavorando già ad un altro progetto”, ricorda Patricia. “Un film di azione e avventura dove interpretavo la parte di una donna palombaro, e questa fu l'unico motivo per cui abbandonai la serie un episodio prima degli altri.”

I produttori, per risparmiare, (eravamo veramente ridotti all'osso, mamma mia che tristezza!) decisero di usare riprese di repertorio per quel che riguardava gli esterni e le inquadrature di Kitt su strada, pertanto le uniche parti girate con Michael a bordo di Kitt vennero realizzate in studio, con la triste tecnica dello sfondo in movimento."

Mentre per diversi serial al giorno d'oggi il finale corrisponde sempre con una puntata speciale, non era così negli anni '80. Molte serie famose sparirono in silenzio, senza grandi saluti, con episodi apparentemente come gli altri.

L'ultima scena andata in onda fu un amichevole dialogo fra Devon, Michael e la guest star Elizabeth Wesley all'interno della Base Mobile.

La serie era finita, dopo quattro decorosi anni in cui aveva mantenuto lo share dell'indice Nielson su cifre tra il 13,8 ed il 22 %.

Patricia, dopo quattro anni, riassunse la serie al meglio: “Si trattava di uno show semplice, per certi versi, con i buoni ed i cattivi. Punivamo i cattivi e liberavamo il mondo dalla malvagità. Per questo era amato dai ragazzi, e dalle loro famiglie.

Fu sempre meraviglioso per me ricevere l'abbraccio di bambini in festa come se avessero visto Babbo Natale, che volevano tenere per mano la loro Bonnie. Fummo una grande cosa sia per loro che per le loro famiglie, le quali erano felici che i loro figli ci prendessero come modelli. La stessa Bonnie era un buon modello per le ragazze, una donna intelligente con una posizione di tutto rispetto, con un certo potere.

In conclusione, David aggiunse tanti anni dopo, con un sorriso: “Tutti quei ricordi di Knight Rider.... tutti quei giorni.... non ci fu mai un giorno in cui pensai, nemmeno per un attimo, di abbandonarli.”

Fine.

Come sempre, fine del capitolo soltanto. C'è ancora un sacco di cui parlare.

(gamera, va' che ti interrogo poi)

GTC

"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

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