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Addio caro e DOLCE Galup


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Finisce l'era dei panettoni Galup

(e dell'italianità da Carosello)

Chiusure e cessioni: così cambiano i prodotti storici

Società Dall'alimentare ai frigoriferi, come si è trasformata l'industria dal boom economico a oggi

Finisce l'era dei panettoni Galup

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Chiusure e cessioni: così cambiano i prodotti storici

macario--180x140.JPG?v=20121001085829Macario nello spot sotto i portici di Pinerolo (archivio Corriere)

Quest'anno, a Natale, niente panettone Galup. La storica azienda di via Finestrelle, nel centro di Pinerolo, ha firmato l'accordo con il sindacato per la messa in mobilità dei lavoratori. Le banche hanno staccato la spina. Sembrano lontani anni luce i caroselli interpretati da Erminio Macario, l'artista torinese per eccellenza: raccomandava il panettone di monsù Ferrua e ci avvertiva che venivano a comprarlo anche da Torino, fino da Mondovì, non prima di aver salutato madamin Rosa e la sua «bela carusseria». La Galup, nata come pasticceria in un piccolo forno di mattoni rossi nel cuore della cittadina piemontese, è stata la prima a produrre il panettone basso ricoperto di glassa alle nocciole delle Langhe e nel 1937 aveva ottenuto il brevetto di «fornitore della Real Casa». A Torino (ma anche a Genova, con un altro impasto) il panettone basso, a Milano, con Motta e Alemagna, il panettone alto, alto come il Duomo.

Un'altra storica azienda dell'alimentare chiude i battenti. Il destino sembra già scritto: il capannone, 10 mila metri quadrati nel centro di Pinerolo, fa gola agli immobiliaristi, che infatti hanno già manifestato interesse all'acquisto. Il marchio, forse, se lo contenderanno altri produttori di panettoni, che vorrebbero usarlo per i loro prodotti di alta gamma. Galup è parola dell'infanzia: in piemontese vuol dire «goloso» e veniva usato quasi sempre in senso negativo per sgridare qualche ragazzo che si mostrava, appunto, troppo goloso, troppo ingordo. Ma era anche un marchio di qualità: quando di un cibo si diceva che «a l'è propri galup» era come assegnarli le stelle Michelin.

La Galup si era trasformata in fabbrica nel 1948, quando monsù Pietro Ferrua aveva messo in piedi una piccolo laboratorio industriale. E, a partire dagli anni 70, fino al trionfo degli 80, i panettoni Galup si erano affermati in tutto il mondo. Grazie anche alla televisione, agli spot interpretati da Macario, a sottolineare la piemontesità assoluta del prodotto.

Già, a ben pensarci, dopo Motta, dopo Alemagna, dopo Galup sta finendo l'industria italiana legata a Carosello. L'industria del boom economico, l'industria che ha fatto grande l'Italia: i frigoriferi, i televisori, gli aspirapolvere, le lavatrici, i detersivi, gli aperitivi e tutto quell'universo merceologico che ha accompagnato per mano gli italiani nel processo di modernizzazione, ne ha rispecchiato i problemi e le aspirazioni all'emergere della società dei consumi. Quello spazio pubblicitario ha avuto molti meriti, si è subito proposto come una sorta di galateo del consumo.

Se si scorre l'elenco dei vecchi spot pubblicitari è come leggere degli epitaffi, percorrere un ideale viale di Spoon River. Magari i marchi esistono ancora, sono stati assorbiti da qualche multinazionale, ma hanno perso senso e storia. Ogni réclame sembra raccontare una vita, un'impresa, la fatica di affermarsi, l'identità italiana, la gioia del benessere, abitudini tenaci, profondi affetti, ma ora, sotto la polvere di qualche teca, «tutti, tutti dormono, dormono, dormono sulla collina».

Aldo Grasso

ST_G_02_04_000_1.jpgduetto14yg.jpg
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Io da mezzo Piemontese non posso che rammaricarmi profondamente per questa cosa.... :(

Purtroppo mi rendo conto sempre più di appartenere ad una minoranza in via d'estinzione e oramai mi sento desueto ad avere sempre ove possibile un occhio di riguardo per i prodotti di casa nostra.... sia che si parli di Latte,Burro o qualsivoglia genere alimentare fino a finire sulle auto stesse tout court..... Si è arrivati, paradossalmente, persino ad essere derisi quando non addirittura sfottuti laddove si manifesti questa.....inclinazione.

Per inciso, limitatamente all'argomento....... i miei Panettoni sono da tanti anni sempre stati MAINA.......che personalmente reputo fra i commerciali nel novero dei migliori.

Sai che cosa diceva quel tale? In Italia sotto i Borgia, per trent'anni, hanno avuto assassinii, guerre, terrore e massacri, ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e che cos' hanno prodotto? Gli orologi a cucù.( O.Welles)

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NOOO!!! :(((

Quando vivevo a Torino il Galup era l'unico panettone che compravamo ed è una delle cose che mi è mancata quando sono venuto a Roma :-(( (qui non esiste, Castroni compreso).

Sic transit gloria mundi (per colpa anche nostra).

"ciò che non c'è non si può rompere" (Henry Ford I).

"Non condivido ciò che dici, ma lotterò sempre affinché tu possa continuare a dirlo" (Voltaire).

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Nei miei 3 anni di vita torinese ho avuto modo di deliziarmi col panettone Galup che ci veniva regalato per Natale dai fornitori vari. Era davvero buono ed anche se non sono piemontese mi spiace molto :(

Fiat Bravo 1.4 TJet 120 CV Emotion (2009)

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Ho appreso la notizia qualche giorno fa :( Inutile precisare che rattrista molto anche me.

Quanto costava? 6 euro e 90? Non mi ricordo, ma erano spesi molto bene. IMHO era buono ed era, tra le varie cose, un esempio dell'eccellenza gastronomica Piemontese :(

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Quoto i pensieri di Duetto (non sto a citare) e aggiungo che anche in questa casa il nome Galup è stata tradizione per 20 anni, forse anche 30. Come alcuni sapranno per discorsi passati, mio padre in questo paesello ha lavorato per l'indotto Fiat lungo i suoi primi (si fa per dire :) ) 38 anni di lavoro, in quest'aziendella di paesello che era poi un distaccamento della ditta che aveva sede legale, uffici e quant'altro a Pinerolo, fabbricando interni un po' per tutte le auto del Gruppo degli ultimi decenni. La tradizione era che l'ultimo giorno di lavoro prima delle feste natalizie arrivava da Pinerolo la "familiare" (prima 131, poi Regata, poi Tempra) aziendale carica di Galup per i dipendenti.

Non era un omaggio complesso, non si parlava di pacchi o scatole con più prodotti. Il panettone e basta (oggi in varie aziende, esempio quella per cui lavoro, va di moda il cesto che poi dalla scatola riconosci subito essere quello della Unes, che trovi anche dopo le casse nel periodo pre-natalizio, col nome che indica il livello di contenuto ed il prezzo che ti fa capire cosa ha speso per te il tuo padrone :D anzi forse scontato perchè ne ha presi una furgonata, di cesti...)... però tra i vari panettoni che entravano in casa da amici e parenti, il Galup è sempre stato quello che aprivamo il dì di Natale (che abbiam sempre passato a casa anzichè andare in giro... ce ne stavamo in pigiama ad aprire i regali e poi ci sbafavamo quello che ci pareva invece di metterci in coda in macchina per andare qui là su giù a mollare le cientomillelire cadauno per mangiare al restaurant).

Un piccolo dettaglio che ha contraddistinto praticamente tutti i Natali che ho vissuto da quando sono nato.

Non era tanto bello da vedere, poi la volta che ti capitava quello che era stato sotto gli altri dentro la familiare nel viaggio da Pinerolo, era pure un po' schiacciatello e deformato :D (la scatola "tornava" una volta liberata, o la facevan "tornare" a mano per non fare figura :D il panettone "tornava" meno :D).

Poi, quando l'aziendella di paesello ha chiuso i battenti e papà ha dovuto trovarsi un altro lavoro (ora non ha gadget natalizio, il padrone paga la cena ai dipendenti l'ultima sera), siam finiti nel mucchio di coloro che il Galup non lo vedevano o cercavano più, perchè tanto per dire nei supermercati vicino casa mica c'era, a Natale entri e sei travolto dalle piramidi di scatole di altre marche.... e di conseguenza, siam finiti su quelle (oltre al fatto che arrivano in casa i cesti...)

Ciao Galup. :(

"... guarda la libidine sarebbe per il si, ma il pilota dopo il gran premio ha bisogno il suo descanso... e poi è scattata la regola numero due: perlustrazione del pueblo e ricerca de los amigos... ah Ivana, mi raccomando il panta nell'armadio, il pantalone bello diritto. E un po' d'ordine in stanza... see you later!" (Il Dogui, Vacanze di Natale)

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Purtroppo Galup è un simbolo del piemonte che paga dazio oggi.

Bravi a fare, degli assoluti incapaci a vendere :(

I meneghini, da quel punto di vista sono anni luce avanti.

[sIGPIC][/sIGPIC]

Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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Guest EC2277

Talmente incapaci nel vendere i loro prodotti che io, dopo aver letto il titolo della discussione, ho pensato: «Ma Galeppini (in arte Galep) non era morto nel 1.994?»

Giusto per dare l'idea di quanto fosse nota la marca.

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Mi dispiace, ma pur condividendo la critica alla volgarità imperante, non riesco a condividere in toto questo rifugiarsi nella nostalgia dei vecchi bei tempi, in cui tutto era più più bello e più buono. Le aziende nascono, crescono invecchiano e muoiono come gli esseri umani che le compongono.

Un'azienda come un'organismo si avvia verso il viale del tramonto quando cessa di crescere e di rinnovarsi e questo è purtroppo quello che sta' succedendo ad una buona parte delle aziende italiane, anzi l'intero paese è preda di questo "cupio dissolvi", l'invecchiamento generale e progressivo della popolazione forse ne è la causa, assieme al provincialismo tipico della nostra mentalità.

Galup è (o era) una delle tante aziende che non hanno saputo uscire quando il momento era opportuno da una nicchia territoriale limitata ed ora che questo ecosistema è stato devastato dai nuovi barbari non può cercare scampo all'estero, così come accade a tanti, troppi altri.

Ma non si può dare la colpa a chi va a fare la spesa al supermercato perché non può spendere il 20 o 30% in più al negozietto (che comunque, è parecchio nell'economia familiare, visto che la spesa per l'alimentazione è al 2o o 3o posto nella classifica), quando una parte non trascurabile delle famiglie non arriva a fine mese e la mancanza del panettone Galup penso occupi una remotissima parte del cervello. Chi può spendere non compra prodotti confezionati di alto prezzo, preferisce magari spendere il triplo in un panettone di pasticceria, che non è detto sia necessariamente più buono, ma è più di immagine.

Anche nell'alimentare insomma si riflette la crisi della classe media, si allarga anche qui il divario tra i poveri (che ogni giorno arruolano nuovi membri nei loro ranghi) ed i ricchi (sempre più ricchi e sempre di meno).

Ed i nuovi ricchi ed i nuovi poveri sono sempre più "cafoni" e "volgari", come accade in tutte le epoche di decadenza, ma la colpa non è solo nostra, siamo vittime e non carnefici, la responsabilità ce l'hanno in massima parte coloro che hanno spinto il piede sul gas di una irresponsabile globalizzazione (penso ad alcune tappe che hanno dato una spinta decisiva in questa direzione).

Inutile però piangersi addosso, occorre rimboccarsi le maniche e guardare avanti, magari qualcuno di quei 13 dipendenti potrebbe perpetuare la tradizione ed aprire una attività dolciaria artigianale per i "nuovi ricchi" vendendo quello stesso panettone a prezzo triplo ma con confezione artigianale... ;)

P.S. visto che siamo su un forum di auto, non notate la pericolosa attinenza con quello che accade in campo automobilistico? ;)

Modificato da wolfie05
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Guest EC2277
Mi dispiace, ma pur condividendo la critica alla volgarità imperante, non riesco a condividere in toto questo rifugiarsi nella nostalgia dei vecchi bei tempi, in cui tutto era più più bello e più buono. Le aziende nascono, crescono invecchiano e muoiono come gli esseri umani che le compongono.

Un'azienda come un'organismo si avvia verso il viale del tramonto quando cessa di crescere e di rinnovarsi e questo è purtroppo quello che sta' succedendo ad una buona parte delle aziende italiane, anzi l'intero paese è preda di questo "cupio dissolvi", l'invecchiamento generale e progressivo della popolazione forse ne è la causa, assieme al provincialismo tipico della nostra mentalità.

Galup è (o era) una delle tante aziende che non hanno saputo uscire quando il momento era opportuno da una nicchia territoriale limitata ed ora che questo ecosistema è stato devastato dai nuovi barbari non può cercare scampo all'estero, così come accade a tanti, troppi altri.

Ma non si può dare la colpa a chi va a fare la spesa al supermercato perché non può spendere il 20 o 30% in più al negozietto (che comunque, è parecchio nell'economia familiare, visto che la spesa per l'alimentazione è al 2o o 3o posto nella classifica), quando una parte non trascurabile delle famiglie non arriva a fine mese e la mancanza del panettone Galup penso occupi una remotissima parte del cervello. Chi può spendere non compra prodotti confezionati di alto prezzo, preferisce magari spendere il triplo in un panettone di pasticceria, che non è detto sia necessariamente più buono, ma è più di immagine.

Anche nell'alimentare insomma si riflette la crisi della classe media, si allarga anche qui il divario tra i poveri (che ogni giorno arruolano nuovi membri nei loro ranghi) ed i ricchi (sempre più ricchi e sempre di meno).

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