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Terremoto centro Italia


accul

Messaggi Raccomandati:

6 ore fa, sarge dice:

Aggiungo.

Una cosa su cui non ci si sofferma mai abbastanza.Le strutture in c.a. le riteniamo intrinsecamente piu'sicure.

Ma quale calcestruzzo?Quale ferro?Il tondino liscio degli anni 60?Che magari ha preso acqua da qualche lesione ed è diventato la metà per la corrosione?O il calcestruzzo confezionato in loco,non protetto e lasciato agli agenti atmosferici per cinquant'anni?

Il calcolo del calcestruzzo secondo eurocodice l'abbiamo recepito nel....2002?

 

Questo è un altro problema da non sottovalutare. Soprattutto nelle strutture pubbliche. Il cemento armato non è tutto uguale, anzi. La differenza sull’antisismica la fanno i ferri dei pilasti cui tocca il compito di contrastare le forze orizzontali, cosa che di fatto anni fa era inconcepibile. A questo si aggiunge cemento confezionato in loco che ha prestazioni molto variabili e la frittata è fatta. 

 

Vedi Foto 1 in fondo 

questo è un pilastro antisismico: notate quanti ferri ci sono, il loro diametro e le staffe che gli girano intorno per tenere l’accrocchio assieme. In più c’è una spirale (che fa smadonnare i posatori :mrgreen: ) che da un ulteriore aiuto.

 

 

Vedi foto 2 in fondo 

Questo è un classico pilastro anni ’70 (ma anche ’80) a cui hanno tolto il copriferro. E non è dei peggiori, solitamente la barra in mezzo non c’è nemmeno e spesso no è nemmeno ad aderenza migliorata. In più vedete  che bei sassolini ci sono nel cemento? Adesso la granulometria della ghiaia deve essere rigidamente controllata. E non si deve aggiungere acqua una volta usciti dallo stabilimento se vuoi le cose fatte bene.

 

 

6 ore fa, cliffemall dice:

mio padre è nell'edilizia da anni comunque e m'ha detto la stessa cosa: il tetto "leggero" ti toglie da diversi casini.


Al che, a mia domanda precisa su come fare ha risposto testuale:

 

"Si deve valutare caso per caso, non esiste la soluzione che vada bene per tutto.  In generale secondo me la cosa migliore da fare è demolire e ricostruire con tecniche moderne, preservando le prerogative storiche. Comunque Il mio parere è che le istituzioni, piuttosto che far costruire ex novo su terre "vergini", potrebbero tentare di far ritornare le persone nei centri storici, concedendo sgravi ed incentivi a ristrutturazioni e ricostruzioni".

 

tuo padre dice una cosa giustissima: ogni casa è una storia a se. Io sono personalmente favorevole a una campagna di finanziamenti mirati per queste zone. Si può far tanto e norcia lo dimostra. 

 

5 ore fa, Wilhem275 dice:

Noi abbiamo sostituito il tetto in c.a. con uno in legno, e con l'occasione è stato fatto tutto l'anello perimetrale che prima di fatto mancava.

 

Peraltro non so perché non si usino di più i tetti in legno: ci abbiamo anche guadagnato una marea di spazio e a alla fine dei conti non è costato di più (ed è pure molto più bello).

 

Si, per realizzare un tetto in legno devi rifare il cordolo in modo da distribuire i carichi dell’orditura principale e irrigidire “la scatola” se no si apre. Il tetto in legno come costi è abbastanza equiparabile a uno in c.a. , naturalmente varia dalla tipologia (caldo o freddo, abitabile o no) in ogni caso se si utilizza il sottotetto, la copertura in legno è infinitamente più piacevole 

 

23 minuti fa, pixhell dice:

il problema che con 700k euro giusto un restauro, una soluzione antisismica seria sarebbe stata un'altra cifra. comunque leggendo l'articolo che avevi postato, interessante la parte del prof di Napoli che propone la rottamazione dello scempio edilizio da boom post bellico. É un pallino che mi ha sempre assillato ed in un paese come il nostro sarebbe il caso di trattare seriamente l'argomento. Sia perché la qualitá edilizia, energetica, la sicurezza ne guadagnerebbero, poi sarebbe un motore economico no da poco. In germania stanno intervenedo pesantemente sul parco edilizio, almeno nel ricco sud e a berlino, anche perché pure loro hanno ricostruito le citta spianate nella seconda guerra alla buona, la politica di conservazione che hanno dei manufatti storici é strana, se usassimo la loro dovremmo tirare giú di tutto. problema nostro é la dimensione del parco edilizio storico, non paragonabile  e l'orografia molto complessa.

ps. vista la profonditá dei terremoti appeninici, la magnitudo anche se non forte come la giapponese é molto piú disastrosa in quanto quasi superficiale a confronto. Quindi gli edifici sopportano un movimento di tipo sussultorio con accelerazione verticale molto forte e come registrato spesso lunghezza e ripetizione delle scosse estenuante.

A vedere quello che é successo mi vien da piangere.

 

con 700k euro si fanno cose importanti. Giusto per capirci, 4 anni fa  con poco più 700k euro ho realizzato la struttura di un edificio sensibile (equiparabile a ospedale) di 3000 mq in zona sismica, anche se meno critica . Era senza cantina e su un terreno molto prestazionale (marne e tufo), ma è per far capire che certi interventi mirati possono ridurre molto il rischio.
Logico che poi la scuola non sarebbe stata magari caruccia come quella crollata. 

Ripeto: le intenzioni erano buone, ma l’ignoranza e la mentalità sbagliata sono a volte più pericolose del dolo.

fs10.jpg

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Modificato da Cosimo
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CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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55 minuti fa, Cosimo dice:

ho guardato le foto della scuola: pareti in pietra e tetto rifatto in cemento a quanto sembra :disp2: 

 

 

Però hanno messo il riscaldamento a pavimento e gli infissi nuovi per migliorare l'efficienza energetica :muto:

Alfiat Bravetta senza pomello con 170 cavalli asmatici che vanno a broda; pack "Terrone Protervo" (by Cosimo) contro lo sguardo da triglia. Questa è la "culona".

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Riguardo alla scuola, ho visto il servizio fatto stasera dal TG1 con la collaborazione di un geologo dell' università de L' Aquila,roba da arrestarte chi ha fatto i lavori e buttare via la chiave.

A detta del geologo: al posto della rete che doveva tenere la muratura  c'è una retina antizanzare con intonaco appiccicato,polistirolo dove non ci deve essere, sotto il tetto appaiono ferri vecchi rugginosi, segno che neanche la bordolatura esterna è stata fatta.

 

Per la ristrutturazione erano stari previsti 200mila euro, alla fine ne hanno spesi oltre 500 mila.

Su questo la giornalista ha chiesto al geologo quanto secondo lui ne sono stati spesi, e il geologo ha risposto " Per me niente"

Questi pareva a me maestro e donno,cacciando il lupo e ' lupicini al monte per che i Pisan veder Lucca non ponno.

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E’ che ormai tutti si sentono in dovere di pontificare su qualsiasi argomento. Finchè siamo qua noi a cazzeggiare è un conto, ma il fatto che certa roba finisca sui tg, francamente è inquietante. 

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CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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Articolo interessante del LATimes, con diverse dichiarazioni di professionisti del settore:

 

http://www.latimes.com/local/lanow/la-me-ln-italy-earthquake-california-20160825-snap-story.html

 

Cita

Destruction from Italy quake a grave warning for California's old brick buildings

Surveying the devastation of centuries-old villages pummeled by a major earthquake in central Italy this week, it’s easy for Californians to think that the more modern buildings here would better survive the shaking.

But seismic experts and structural engineers say there remain many buildings across California that could not withstand the type of magnitude 6.2 temblor that on Wednesday hit Amatrice and other rural villages in the Apennine Mountains that form Italy’s spine.

The structural flaw in those ancient stone homes is not so different from unreinforced brick buildings built in California before 1933, they say. That year, the Long Beach earthquake flattened many structures and left 120 people dead.

The Long Beach quake was similar in several ways to this week’s temblor in Italy. It was more powerful, estimated at magnitude 6.4, and like this week’s temblor was shallow, meaning the shaking was particularly strong at ground level. 

The shaking in Long Beach turned the mortar between bricks back into sand. With nothing tying the walls to the roof, bricks shot out from walls like cannonballs, and roofs came crashing down. Numerous office buildings, stores and schools collapsed. 

The devastation began decades of earthquake safety measures in California, including a ban on new brick buildings that have not been reinforced. Some cities, including Los Angeles and San Francisco, forced property owners to retrofit or demolish existing unreinforced masonry structures.

But thousands remain. Officials have expressed particular concern about cities including San Bernardino and Bakersfield, where there are clusters of these commercial and residential buildings and no retrofitting requirement.

“They are unbelievably dangerous buildings,” said structural engineer Kit Miyamoto, a member of the California Seismic Safety Commission, who has visited Italy before to study earthquake damage. “The things that we see [in Italy], there will be similar things that we see here.”

In central Italy, the quake also damaged brittle concrete buildings built in the 1960s and 1970s, Gian Michele Calvi, structural design professor at the Institute for Advanced Study of Pavia, said Thursday in a telephone interview. Hundreds of similar buildings — mostly unretrofitted — exist across California.

But the lion’s share of casualties in Italy are believed to have been people trapped in the rubble of unreinforced stone homes that date back to medieval times, Calvi said.

“It was just terrifying — really, quite a bit of destruction,” U.S. Geological Survey geologist Kate Scharer said. “It’s one of the most problematic [types of buildings] for withstanding even moderate magnitude earthquakes.” 

Brick and brittle concrete buildings have been the focus of much debate in recent years. Los Angeles last year passed the nation’s toughest earthquake safety rules, requiring retrofitting of brittle concrete buildings, and San Francisco is studying similar rules. There has also been a push in some areas to deal with vulnerable brick buildings after recent California quakes highlighted the dangers.

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After the 2014 Napa earthquake, South Pasadena began to study its seismic vulnerabilities. The results were disturbing: Out of 60 brick buildings, 27 were still not retrofitted. Signs were not posted warning about the earthquake risk. 

Last week, the South Pasadena City Council voted 4-0 to require the rest of them to be fixed, giving owners a deadline of 2 1/2 years once they receive a new order to comply. The affected buildings include stores, restaurants, churches and apartments.

“Safety is not negotiable,” said city manager Sergio Gonzalez.

Retrofitting a brick building is relatively inexpensive. The basic approach involves pushing steel rods to affix the brick wall to the building's ceilings and floors. More extensive versions involve installing diagonal braces or adding reinforced concrete or polymers to the walls.

“You basically have four walls being held up by the weight of the roof, so when they shake, there’s nothing to keep them together,” Gonzalez said. “The reinforcement allows people enough time to get out safely” once the shaking has stopped.

Concrete buildings are generally much larger than brick ones. They can cost more than $1 million to fix, making them far more expensive.

The earthquake struck Italy at perhaps the worst possible time — the late summer season, when children from the city are sent up to their grandparents’ ancestral homes in the mountains, filling residences that are usually empty. The region has only 5,000 or so residents, but is now filled with tens of thousands of visitors. 

“This is the reason there are so many victims, because there are many people there who are not normally living there,” said Calvi, the Italian professor. “It is well known that there is a very high vulnerability, and consequently, there is a very high chance of collapse in case of a strong earthquake, like this one.”

It wasn’t just homes that are gone. A hospital collapsed, and buildings for police and firefighters were ruined, Calvi said. In one town, there was not a single building safe enough to set up an emergency command post, so officials were forced to set one up in the town square, Calvi said.

“In a high seismicity zone, this is really unbelievable,” Calvi said. He said lawmakers have considered, but never acted on, reforms to convince owners to retrofit these quake-vulnerable buildings. Calvi said there is not much motivation for owners to retrofit.

“This is a problem related to the fact that politicians have not really paid attention,” Calvi said.

There was one exception. One town near the epicenter, Norcia, saw no deaths, said Paolo Bazzurro, professor of structural engineering at the Institute for Advanced Studies of Pavia. “I heard there was not even a single injury.”

That’s because the town was struck by a moderate earthquake in 1997, and money poured in to strengthen structures.

“A lot of buildings were retrofitted, and therefore, they fared way better,” Bazzurro said. “This is certainly a lesson to learn.”

The Italy earthquake is similar to the kinds of earthquakes seen in California. Even a magnitude 6 earthquake can cause severe damage if it’s shallow, and hits directly underneath a populated area.

“It was kind of a perfect storm, locally,” said USGS seismologist Susan Hough. Italy’s earthquake struck only six  miles deep. By contrast, a magnitude 6.8 earthquake thatstruck Myanmar, also on Wednesday, was more than eight times deeper and caused far less damage and deaths.

“Think of an earthquake as a bomb underground,” Hough said. “Whether it’s six miles below your feet, or 50 miles down, makes a big difference.”

Italy earthquake: Drone footage depicts devastation in Amatrice

Aerial drone footage shows the town of Amatrice devastated after a powerful earthquake struck Italy at 3:36 a.m. Aug. 24, 2016. (Italian Fire Brigade)

Other shallow earthquakes have walloped California in the past, such as the 5.9 Whittier Narrows earthquake of 1987, which severely damaged brick buildings in Pasadena, Alhambra and Whittier.

 “You don’t expect very long shaking, but it can be very intense, especially for unreinforced brick construction, which there is quite a bit in Italy,” said Tom Heaton, Caltech professor of engineering seismology.

Even worse was that many of the Italian villages were at the tops of mountains.

“Mountains sort of behave like a loudspeaker,” said Caltech mechanical and civil engineering professor Domniki Asimaki. As seismic waves move up to the peak, the earthquake energy is funneled into a smaller space, making the shaking worse at the very top.

The principle was confirmed in USGS helicopter observations of villages after last year’s 7.8 earthquake in Nepal. “Some of those villages built at the tops of those mountains, the structures almost appear to have exploded,” Asimaki said.

Knowing that earthquakes are a fact of life should be a warning for those in Italy and in California.

“Why are so many people dying in terrible buildings? To answer that question, you only have to spend time in beautiful Italy to appreciate that, in a sense, we go there, we enjoy it because of those beautiful old buildings,” said former USGS geophysicist Ross Stein, who writes about earthquakes at temblor.net. “Strengthening these buildings is expensive. People resist because they’re beautifully, culturally treasured buildings. But they kill people.”

 


UPDATES:

1:55 p.m.: This article was updated with additional information about the relative magnitude of the Long Beach earthquake of 1933 and the types of buildings in California that remain vulnerable to quakes.

 

Modificato da pennellotref

. “There are varying degrees of hugs. I can hug you nicely, I can hug you tightly, I can hug you like a bear, I can really hug you. Everything starts with physical contact. Then it can degrade, but it starts with physical contact." SM su Autonews :rotfl:

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CUT

 

LEZIONE N°4

 

quel­la scuo­la do­ve­va crol­la­re? SI!
qual­cu­no deve pa­ga­re visto che quel­la scuo­la è crol­la­ta? SI.

 

Sem­bra una con­trad­di­zio­ne, se quel­la scuo­la è giu­sto che sia crol­la­ta, per­ché do­vreb­be pa­ga­re qual­cu­no? La ri­spo­sta è sem­pli­ce: tec­ni­ca­men­te non era pre­vi­sto che re­si­stes­se al sisma, ma am­mi­ni­stra­ti­va­men­te do­ve­va farlo.
an­dia­mo per or­di­ne:


Il co­mu­ne pre­su­mi­bil­men­te nel 2011, de­ci­de di ri­strut­tu­ra­re la scuo­la e in base ad una pe­ri­zia strut­tu­ra­le ed alle ri­sor­se che ha a di­spo­si­zio­ne (o che può spen­de­re), de­ci­de di ri­fa­re im­pian­ti, fi­ni­tu­re e mi­glio­ra­re si­smi­ca­men­te al­cu­ne parti del­l’e­di­fi­cio;


Un pro­get­ti­sta, che non co­no­scia­mo, fa un pro­get­to dove pre­ve­de­va al­cu­ni in­ter­ven­ti per mi­glio­ra­re la si­cu­rez­za si­smi­ca del fab­bri­ca­to:


Nel 2011 il co­mu­ne ban­di­sce un Autopareri.com­pal­to, per le ri­strut­tu­ra­zio­ne di im­pian­ti e fi­ni­tu­re ed il mi­glio­ra­men­to si­smi­co di al­cu­ne parti del­l’e­di­fi­cio;


Nel 2012 ven­go­no fatti i la­vo­ri;


Nel 2016, le parti NON in­te­res­sa­te da in­ter­ven­ti strut­tu­ra­li crol­la­no.


Tec­ni­ca­men­te è giu­sto così, in quan­to l’e­di­fi­cio è stato og­get­to (par­zial­men­te) di un mi­glio­ra­men­to, non di un ade­gua­men­to;
ora, ve­dia­mo i ter­mi­ni:


– mi­glio­ra­men­to si­smi­co: par­ten­do da una si­tua­zio­ne in cui un edi­fi­cio si ri­tie­ne sia in grado di re­si­ste­re ad un X% della mas­si­ma sol­le­ci­ta­zio­ne si­smi­ca at­te­sa in quel ter­ri­to­rio, con una serie di in­ter­ven­ti si ar­ri­va ad X+N% < 100% di re­si­sten­za.
– Ade­gua­men­to si­smi­co, quan­do un edi­fi­cio ha una R>100% della sol­le­ci­ta­zio­ne si­smi­ca;

 

solo che:

 

Con le NTC (norme tec­ni­che sulle co­stru­zio­ni) del 2008 e suc­ces­si­ve cir­co­la­ri, è stato de­cre­ta­to che, tutti gli edi­fi­ci stra­te­gi­ci (ospe­da­li, scuo­le, sedi dei co­mu­ni ecc..) do­ve­va­no es­se­re ade­gua­ti si­smi­ca­men­te entro un ter­mi­ne, che dopo varie pro­ro­ghe è sca­du­to a feb­bra­io del 2013 se non erro.

 

Quindi, di per se l’appalto del 2012 non era sufficiente e era in contrasto con la legge; pertanto il sindaco di allora “dovrebbe” essere chiamato a risponderne.


La verità è che tutti gli enti sono nella merda, perché pochissimi e solo parzialmente si sono adeguati a questa norma; Se vi viene in mente di candidarvi a sindaco, pensateci bene, perché dopo un annetto dalla vittoria, se non avete avviato almeno i passi per mettere tutto in sicurezza, sarete gettati anche voi nel calderone dei responsabili.

Antisismico de che??

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  • 4 mesi fa...
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Quattro maxi-scosse in poche ore. La sequenza che spaventa i geologi

Così il “contagio laterale” tra le faglie ha innescato l’inedita successione ravvicinata
 
MARIO TOZZI
 

I terremoti sulla Terra sono frequenti come le tempeste e dunque non deve meravigliarci quanto sta accadendo. E cioè che da agosto a oggi si siano registrate oltre 45.000 scosse in Italia Centrale, una ogni cinque minuti circa. Semmai è la nostra memoria di sapiens a essere troppo limitata per ricordare una successione così ravvicinata di scosse superiori a magnitudo 5 Richter tutte in una stessa zona (stavolta quattro in quattro ore, un evento che non è identico ad altri recenti). Ma, detto questo, non si ravvisa nulla di anormale nella sequenza sismica che si è aperta lungo un segmento più meridionale della stessa struttura già responsabile dei sismi di Amatrice e Norcia. «Coppie» sismiche si registrarono, per esempio, anche in occasione di sismi dell’Irpinia (1980) e dell’Umbria-Marche (1997), per non parlare di quello del 24 agosto scorso proprio ad Amatrice. Sono appunti di uno stesso pro memoria inviatoci periodicamente dalla Terra per impedirci di dimenticare che l’Italia è il Paese geologicamente più attivo del Mediterraneo e che l’immunità dal rischio naturale non rientra nei valori negoziabili dagli umani. 

Si tratta di una faglia, o, meglio, di un sistema di faglie gemelle, parallele e con la stessa dinamica, che si è (ri)attivata prima ad Amatrice (agosto, magnitudo 6 Richter), poi più a Nord a Visso (settembre, 5,6), poi un poco più a Sud, a Norcia (ottobre, 6,5) e ieri decisamente più a Sud a Montereale. I segni delle scosse precedenti sono ben visibili lungo tutto il tratto affiorante della faglia stessa (più di 15 km ormai), soprattutto alla base del Monte Vettore. Questa famiglia di faglie sembra come contagiarsi l’una con l’altra, ed effettivamente è proprio quello che starebbe accadendo: non esattamente un effetto-domino classico, visto che non è iniziato da un capo, bensì nel mezzo (e poi si è spostato prima a Nord, poi a Sud), ma comunque uno scarico di energia da una faglia all’altra.  

 

Si tratterebbe di una «propagazione laterale» della sismicità, come sostengono i dati del Cnr: allo scarico della zona ipocentrale precedente corrisponde un carico sui frammenti laterali adiacenti alla faglia stessa. Sono questi frammenti a essersi rotti e ad aver generato gli ultimi terremoti di ieri. La stessa dinamica registrata a fine ottobre dell’anno scorso. Come già avevamo scritto, il contagio può avvenire dopo anni o decine di anni, ma anche dopo giorni o mesi, come sembra stia accadendo oggi. La propagazione laterale favorisce una serie di terremoti forti ma, in generale, non fortissimi: una tendenza che speriamo si ripeta anche stavolta. Se tutti i segmenti della faglia si fossero attivati tutti insieme, si sarebbe potuto generare un terremoto molto più forte. 

 

Come in tutti gli altri casi, non possiamo prevedere la futura evoluzione di questa sequenza, se sarà un rilascio «distribuito» e graduale dell’energia sismica, oppure un rilascio «esplosivo», attraverso scosse ancora più forti. Sicuramente l’Appennino sta caricando ancora energia in profondità e cerca un nuovo assetto sprofondando periodicamente verso il basso. Questo accade da decine di migliaia di anni e accadrà ancora per millenni. In questo contesto, l’attivazione di nuove faglie o di segmenti di antiche non è una probabilità, è una certezza. 

 

Lo sprofondamento del settore di Castelluccio è stato valutato in circa un metro complessivo: se moltiplichiamo questo dato, ottenuto in pochi mesi, con quello che è accaduto nel corso delle decine di migliaia di anni, si comprende bene come tutto il paesaggio dell’Appennino, dalla cresta montuosa alla pianura, sia di origine sismica. Una delle ragioni per cui questo rischio deve entrare nella nostra cultura molto più di quanto sia accaduto in passato, informandone i comportamenti e spazzando via quel fatalismo che già vediamo venire invocato. Non c’è nessun «mostro» nel sottosuolo, come sentiamo incredibilmente ripetere (pure da chi vive in zona classificata S1 a massimo rischio), che se la prende, implacabile, con chi è già stato colpito, ma solo la nostra ostinazione a non voler tener conto che l’Italia è fatta di borghi e di faglie, di monumenti e terremoti, entrambi parte fondante del nostro Paese. 

 

Qualche dato positivo c’è: in Italia le faglie non sono mai lunghissime (meno di 40 km) e i blocchi di crosta terrestre coinvolti sono di dimensioni limitate, ragione per cui difficilmente i sismi superano magnitudo 7 Richter. Però, invece di scrollarsi la polvere dalle spalle, come dovremmo fare se avessimo costruito bene e mantenuto meglio, a ogni terremoto contiamo vittime e danni da Paese mediorientale. Purtroppo da noi il terremoto che avrebbe dovuto segnare un svolta culturale decisiva, quello di Reggio e Messina del 1908, non lo ha fatto. Mentre il terremoto di San Francisco (1906) e quello di Yokohama (1923) hanno cambiato l’orizzonte culturale di quei Paesi portandoli a pianificare di conseguenza costruzioni e comportamenti, nonostante sismi di magnitudo anche superiore a 8.  

http://www.lastampa.it/2017/01/19/italia/cronache/quattro-maxiscosse-in-poche-ore-la-sequenza-che-spaventa-i-geologi-pks8UTbfDNT5bgrXrps6LO/pagina.html

 

 

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