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I fiori di plastica e chivasso


Guest Fobello

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Guest DESMO16
ti risp per l ultima volta poi chiudo sei proprio all abc dell auto.

lancia la vera gestione la prima ando in malora nel 56 per lo sperpero in attivita sportive,della d 24 e d50 soprattutto(auto che l anno sucessivo con il marchio ferrari vinse il campionato di f1)

la gestione pesenti come la prima lancia, sibirono il fatto di produrre auto valide tecnicamente e nei particolari che erano troppo costose da produrre.

poi dopo fiat uguale merda.

cmq prima di parlare leggiti qlc libro

..potresti parlare della gestione Pesenti?

..quasi quasi si potrebbe aprire un topic apposito

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I più attivi nella discussione

I più attivi nella discussione

Io ho sempre considerato Gianni un figlio di papà che si diverte col giocattolone Lancia, curando solo la parte ludica e di rappresentanza del lavoro.

F1 e reparto corse a girare il mondo, prototipi a grappoli per baloccarsi con tutte le soluzioni tecniche e stilistiche, e quando servono soldi per aumentare la produzione si fanno i debiti per costruire il grattacielo Lancia nel modo più costoso e megalomane possibile, per far vedere chè Gianni ce l'ha più lungo del padre e del nonno messi assieme.

Attenzione all'aspetto industriale zero, troppo noioso e poco glamour probabilmente. Così com'era, la Lancia come personale parco giochi del bimbo Gianni non aveva nessuna possibilità di sopravvivere.

La mia opinione è che la Lancia sia stata uccisa dai sognatori, non dai contabili (che l'hanno solo seppellita con le regate, le idee e le ulyssiadi ricarrozzate).

Almeno qualche sogno ce l'hanno regalato,però un minimo di senso di responsabilità in più e ci saremmo risparmiati di piangere sulla fine di Lancia.

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Io ho sempre considerato Gianni un figlio di papà che si diverte col giocattolone Lancia, curando solo la parte ludica e di rappresentanza del lavoro.

F1 e reparto corse a girare il mondo, prototipi a grappoli per baloccarsi con tutte le soluzioni tecniche e stilistiche, e quando servono soldi per aumentare la produzione si fanno i debiti per costruire il grattacielo Lancia nel modo più costoso e megalomane possibile, per far vedere chè Gianni ce l'ha più lungo del padre e del nonno messi assieme.

Attenzione all'aspetto industriale zero, troppo noioso e poco glamour probabilmente. Così com'era, la Lancia come personale parco giochi del bimbo Gianni non aveva nessuna possibilità di sopravvivere.

La mia opinione è che la Lancia sia stata uccisa dai sognatori, non dai contabili (che l'hanno solo seppellita con le regate, le idee e le ulyssiadi ricarrozzate).

Almeno qualche sogno ce l'hanno regalato,però un minimo di senso di responsabilità in più e ci saremmo risparmiati di piangere sulla fine di Lancia.

Mi spiace ma non condivido, la visione di un Gianni Lancia sognatore (come in parte era certamente) e distruttore è cio che ha voluto far passare certa stampa e giornalismo incline a Fiat ma anche al fatto che fosse logico che le sorelle e soci contabili di Gianni lo estromettessero per poi cosi cedere l'azienda ad altri (prima Pesenti come anticipo di FIat che la voleva da inizio secolo). Proprio questa visione delle cose scorretta nei suoi confronti lo ha allontanato da tutto in Italia, a cominciare proprio dalla stampa a cui non ha mai piu concesso nemmeno un intervista sulla sua storia, vita e reale volere sulla sua Lancia.

In realta Gianni era uno che sapeva benissimo cosa fare per ampliare l'azienda ma non poteva farlo, lui avrebbe investito sulla Lancia e proprio sulla produttivita anche le sue mutande, sapeva che proprio l'investimento sulle corse assieme alla tecnologia/qualita dell'epoca Aurelia stava portando alla Lancia la popolarita (e le richieste) che con gli stabilimenti e produttivita giusta le avrebbero fatto fare il salto di qualita (che avrebbe poi dato fastidio a molti...) Gianni non era solo un sognatore ma uno che aveva le mani legate, dapprima dalle sorelle e poi dai concorrenti troppo forti e influenti nell'industria in Italia.....

NON a caso Lancia fu l'unica industria automobilistica e di grandi dimensioni a cui lo Stato non concesse mai nessuna agevolazione e prestito per la produzione: denaro e agevolazioni che invece finivano a FIUMI nelle casse della parastatale Alfa Romeo e ovviamente alla Fiat...

aveva tutto contro, non ultimo poi anche una bella dose di sfiga che proprio nelle corse si espresse al massimo.

Poi lo sappiamo in Italia come gira la stampa a seconda di come tira il vento dei potenti in svariati settori... e questo fu un caso di cui Gianni ne ha fatto le spese.

Concludo poi che la Lancia dei soli contabili al posto dei sognatori, oggi sarebbe una casa totalmente sconosciuta e senza il mito che non solo le corse le hanno costruito addosso: la Lancia dei soli contabili certamente non ci avrebbe dato le Aurelia B24, le varie FLaminia, Appia, Flavia e Fulvia Sport Zagato, Touring, cabrio e da corsa: tutte auto che viste da un punto di vista prettamente economico e per i numeri che hanno fatto, sono auto nettamente in perdita.... eppure se Lancia era ed è tutt'ora un mito e un simbolo automobilistico di gente che la sognava, lo deve proprio a quelle auto e a quelle imprese sportive

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Mi spiace ma non condivido, la visione di un Gianni Lancia sognatore (come in parte era certamente) e distruttore è cio che ha voluto far passare certa stampa e giornalismo incline a Fiat ma anche al fatto che fosse logico che le sorelle e soci contabili di Gianni lo estromettessero per poi cosi cedere l'azienda ad altri (prima Pesenti come anticipo di FIat che la voleva da inizio secolo). Proprio questa visione delle cose scorretta nei suoi confronti lo ha allontanato da tutto in Italia, a cominciare proprio dalla stampa a cui non ha mai piu concesso nemmeno un intervista sulla sua storia, vita e reale volere sulla sua Lancia.

Prima di mettere il broncio poteva concedere un'intervista per parlare della vitale necessità di costruire un costosissimo grattacielo Lancia in un momento di scarsità di fondi.

E magari di esprimere tutto il suo stupore sul fatto che gli azionisti lo hanno estromesso solo perchè stava accumulando perdite su perdite per fare immagine e divertirsi con f1 e prototipi fantastici senza nemmeno investire sul serio per aumentare la capacità produttiva. Forse gli azionisti pensavano che Lancia era un'azienda con operai e capitale sociale e non un giocattolone personale di Lancia? Che cattivoni..

Ripeto, Gianni gran personaggio dell'automobilismo, lo ringrazio per i sogni che ci ha regalato e lo invidio perchè con la sua eredità si è tolto molte soddisfazioni. Ma non era un capitano d'azienda, avesse fondato una Pininfarina personale per divertirsi o una squadra corse indipendente avrebbe fatto meno danni alla Lancia.

Concludo poi che la Lancia dei soli contabili al posto dei sognatori, oggi sarebbe una casa totalmente sconosciuta e senza il mito che non solo le corse le hanno costruito addosso: la Lancia dei soli contabili certamente non ci avrebbe dato le Aurelia B24, le varie FLaminia, Appia, Flavia e Fulvia Sport Zagato, Touring, cabrio e da corsa: tutte auto che viste da un punto di vista prettamente economico e per i numeri che hanno fatto, sono auto nettamente in perdita.... eppure se Lancia era ed è tutt'ora un mito e un simbolo automobilistico di gente che la sognava, lo deve proprio a quelle auto e a quelle imprese sportive

Ed io cosa ho detto di diverso? La Lancia che tutti amavamo era una Lancia di sognatori, che faceva decine auto di nicchia senza standardizzare e osando.. e perdeva soldi.

Una Lancia che non poteva sopravvivere. Non si poteva poi chiedere a Italcementi e Fiat, che avevano una cultura industriale completamente diversa, di portare avanti la filosofia Lancia. Se Lancia avesse comprato Italcementi e Fiat avremmo avuto delle betoniere con panno Lancia e delle Fiat "lancia ricarrozzate", purtroppo è successo il contrario e da quel punto la sorte di Lancia era appesa a un filo.

Io continuo a vedere una grossa responsabilità di Gianni, quando era il momento di produrre e vendere lui ha pensato a divertirsi e scialare come se le risorse fossero infinite.

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Ripeto, Gianni gran personaggio dell'automobilismo, lo ringrazio per i sogni che ci ha regalato e lo invidio perchè con la sua eredità si è tolto molte soddisfazioni. Ma non era un capitano d'azienda, avesse fondato una Pininfarina personale per divertirsi o una squadra corse indipendente avrebbe fatto meno danni alla Lancia.

No mi spiace ma non sono d'accordo ancora ma non ripeto cio che ho scritto, dico solo che la Lancia senza i suoi sogni era la Lancia senza gli Jano, De Virgilio, Zaccone Mina (che erano tutti "geni-pazzi" voluti da Gianni proprio per sviluppare le esperienza tecnologiche/sportive) e quant'altro, quindi non solo senza "i suoi giochini" ma anche senza le Aurelia e la sua tecnologia, senza le B24, v6, senza mille altre cose venute dopo per le Flaminia, Flavia, Fulvia ecc proprio perche qualcuno continuava su quella strada dei sogni di Gianni che non era quella dei contabili che in poche parole, in quell'Italia, ci avrebbero lasciato forse la Lancia delle Ardea o giu di li... e quindi prima o poi comunque il soccombere difronte a Fiat e concorrenti visto che non poteva competere.

Peraltro non sono nemmeno d'accordo sul fatto che la Lancia dei Pesenti ma anche in buona parte quella successiva di FIat (fino all'arrivo di Cacarella e la sua Alfaromeo) non sia stata, rapportata alla sua epoca, una Lancia d'eccellenza tecnica che la contraddistingueva dal resto dei marchi mondiali, pur con errori madornali visti col senno di poi sulle possibilita che avrebbero avuto, sia i Pesenti che la Fiat anni 70-80 ci hanno comunque dato Lancia da sogno in svariati campi: non riconoscerlo non fa parte di me ma non fa parte di me anche non vedere cosa invece c'era dietro periodi come quello di Gianni che ci vengono presentati come ha fatto comodo a qualcuno per decenni senza riconoscere che la sua Lancia è non solo quella vista nel suo periodo ma anche la piu riconosciuta e desiderata arrivata con i Pesenti e con la Fiat fino al 1990. Non ci fosse stato Gianni, non ci sarebbe stato Cesare Fiorio, parole di Cesare Fiorio

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è un falso imputare alle corse la fine della Lancia anni50, è una delle balle che scrittori e storici superficiali (spesso vicini e pagati dalla Fiat che ha sempre spinto per mettere in cattiva luce Gianni Lancia): questo è solo un aspetto ma la realta è che la Lancia falli essenzialmente per l'eccessivo costo produttivo (per tecnica e qualita forse unici al mondo) rispetto al mercato in cui Lancia doveva competere e aveva a disposizione: quello italiano (ancora povero per mantenere auto come le Lancia) e troppo ridotto per quantita all'estero (a causa di scarsa visione di espansione nella direzione). L'eccessivo costo produttivo poi si rifletteva anche su un fattore fondamentale: gli stabilimenti e la produzione Lancia negli anni 50 erano assolutamente "superati", nel senso che ancora in Lancia si produceva in modo quasi artigianali; c'era bisogno di investire un sacco di soldi per rendere gli stabilimenti e la linea produttiva (in termini di produttivita) al pari dei concorrenti, invece in Lancia i numeri che era possibile produrre erano ancora molto ridotti e tutto questo innalzava il costo/auto all'inverosimile; basti pensare che ad un certo punto un importatore americano di auto fece un ordine a Gianni Lancia per 5000 Aurelia (essenzialmente B24 e qualge B20) che intendeva lanciare alla grande in Usa, la cosa non fu mai possibile perche la Lancia non era in grado di fare quei numeri con la sua produzione al punto che poi le B24 prodotte in tutto sono appena poco piu di 700...

Gianni Lancia sapeva benissimo che c'era da fare un grandissimo investimento per la rendere la produzione competitiva col mercato e abbassare i costi: voleva investire tutto quello che aveva ma le sorelle e i gestori del patrimonio lasciato da Vincenzo Lancia si opposero nettamente incolpandolo di sperperare soldi senza che ce ne fosse bisogno (e tra questi pure quelli delle corse) e per questo (ma anche su altri aspetti esterni alla Lancia) ci fu un grande scontro che spinse Gianni a mollare tutto e a dividersi dalle sorelle che da moltissimi anni volevano vendere l'azienda del padre: l'unica cosa che Gianni riusci a imporre prima di andarsene fu il volere del padre prima della morte, ovvero che la sua azienda doveva finire in mano a chiunque tranne che agli Agnelli e alla Fiat che da sempre lavorava per far fallire la Lancia (gia dai tempi delle Lambda quando la FIat si prese carico coi suoi macchinari di produrre lamiere e stampi per importanti presentazioni internazionali.... per poi non consegnare nulla a Vincenzo Lancia lasciandolo in braghe di tela e fargli perdere ordini.. e in altri mille aspetti). Comunque Gianni prima di andare, quando si decise di vendere obbligato da sorelle, riusci a imporre il volere del padre prima di andarsene evitando la FIat e lasciando la Lancia ai Pesenti i quali ebbero un grandissimo merito di grande investimento: costruire Chivasso ovvero proprio quello che Gianni Lancia sognava negli anni 50 e sapeva essere cio che ci voleva, cioè quello che allora era il piu moderno e produttivo stabilimento di auto in Italia e fra i migliori in Europa: peccato solo che i Pesenti, che non erano costruttori di auto, lasciarono carta bianca ad un pazzo, cioè a Fessia: geniale nelle intuizioni tecniche ma assolutamente la negazione totale per tutto cio che riguardava il marketing e la conoscenza del mercato e delle sue necessita: anzi.. non solo una negazione ma dippiu, la totale avversione al mercato al punto da voler imporre le sue opinioni pur di non accettare cio che il mercato stesso in realta chiedeva: da qui il fallimento Lancia, nell'aver fatto auto eccezionali in quel periodo ma "fuori mercato" nel contesto di quei tempi, senza peraltro aver saputo comunicare cosa in realta racchiudevano le stesse auto da un punto di vista tecnico. Tanto che se la Lancia dei Pesenti ha tirato avanti fino alla fine degli anni 60 lo deve quasi essenzialmente a "quasi oscuri" personaggi che lavoravano quasi di nascosto da Fessia e contro le sue opinioni quasi imponendole a cose poi fatte, ovvero i Zaccone Mina e i Cesare Fiorio che per aspetti diversi sapevano dove il mercato andava e come fare a conquistarlo. Ovviamente era ormai troppo tardi e l'arrivo della Fiat nel 69 era poi inevitabile ma a questo punto è stupido avercela con la Fiat dal momento che poi, almeno fino all'arrivo di Alfa nel 1986 per oltre 30 anni (almeno fino alle imposizioni di in vero demente come fu Cantarella dai primi anni 90 con la sua miopia alfista) la Fiat ha comunque fatto anche cose eccezionali come altre cose criticabili: ma non si puo negare che le Lancia, come le Stratos, le stesse Beta, Gamma, Delta, Thema, S4, Integrali, Volumex, Turbo, trazioni integrali nate finche era in vita Lancia Spa (1979) e Lancia Engeneering (1988 ) furono auto pressoche uniche nel panorama internazionali che diedero comunque a Lancia la possibilita di essere anche nel periodo piu popolare nel pianeta; ripeto, peccato solo che poi arrivo' l'epoca dei Cantarella-Romiti e delle banche a capo di Fiat oltreche Alfa ad inizio anni 90, altrimenti oggi, con la Fiat di oggi e un mercato che si fosse mantenuto sulla scia delle Delta, Thema e delle 300.000 auto vendute, con dinamismo e auto mix tra eleganza, tecnica, prestazioni e magari l'aspetto sportivo, oggi avremmo davvero un marchio con i numeri europei non inferiori ad Audi, Bmw e Mercedes. Ora che il disastro Cantarella è compiuto (ed è poi riflesso su tutto il gruppo non solo su Lancia) e che pero la Fiat è cambiata togliendosi dalle scatole sti incapaci per dare tutto in mano a gente diversa come Marchionne, bisogna supportarla perche le possibilta anche per Lancia che torni sulla strada giusta, in rapporto a cio che tutto il mondo dell'auto fa oggi, ci sono eccome: per cui vai Marchionne!

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--- cut ---

Sò che Gianni voleva fare della Lancia una casa tipo qual'è ora la Maserati e la Ferrari, cioè produrre vetture raffinatissime, sportive per pubblico esigente, per questo aveva messo in progetto nuove Granturismo V8 dopo le Aurelia, ma ovviamnete Fessia aveva abortito tutto.

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