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Commenti alla Stagione 2010


Navarre75

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Moto2 – Preview Aragon – Alex De Angelis in pista con il Team JiR

Il sodalizio tra Alex De Angelis e il Team Jir è stato prolungato e così sarà il pilota di San Marino a scendere in pista ad Aragon con la seconda MotoBi della squadra di Gianluca Montiron nella classe Moto2. Un accordo tra le parti per finire la stagione non è ancora stato trovato quindi, a oggi, Alex sarà al via del solo Gran Premio di Aragon.

La pista spagnola quest'anno ospita per la prima volta una gara del Campionato Mondiale anche se quasi tutti i piloti hanno avuto modo, nei mesi passati, di effettuarvi qualche test. Non è questo il caso di Alex che metterà le ruote per la prima volta sul tracciato venerdì, in occasione del turno di libere delle ore 11.10 (istituito nuovamente per dare la possibilità ai piloti di prendere confidenza con la pista). Nel pomeriggio seguirà la seconda sessione (ore 15.10), sabato la terza (ore 9.05) e infine le qualifiche (ore 13). La gara della Moto2 scatterà alle 12.15.

Alex De Angelis: “Sarò presente al Gran Premio di Aragon con il Team Jir e questa notizia mi conforta. Essere al via di questa gara per me è molto importante dopo i drammatici avvenimenti di Misano. Mettere le ruote in pista sarà, infatti, il primo passo per cercare di superare il difficile momento che sto vivendo e valutare come mi sentirò una volta risalito in sella. Al momento, un accordo per finire la stagione non è ancora stato trovato quindi disputerò solamente la prossima gara spagnola con il Team Jir. Ad Aragon, però, mi seguirà anche il mio avvocato che porterà avanti la trattativa con Gianluca Montiron e cercherà di chiuderla.”

Press Office

15 settembre 2010

Moto2 – Preview Aragon – Roberto Rolfo: “La pista mi piace”

Roberto Rolfo si appresta a disputare la terza gara spagnola del 2010 sul nuovissimo circuito di Aragon. Il pilota del Team Italtrans S.T.R- spera di ripetere le prestazioni dei test quando chiuse quarto dopo essere stato anche in testa. A lui la parola.

“Si torna in Spagna per una delle gare novità del 2010. La pista di Aragon, ad una 70di km da Saragoza, ospita per la prima volta una gara del campionato del Mondo. Sono state disputate soltanto due gare del Campionato Spagnolo quest’anno anche perché la pista è completamente nuova. Io ed il mio team abbiamo fatto i test organizzati dall’IRTA nel mese di Luglio sotto un sole caldissimo e con una temperatura dell’asfalto di 59°!!! Per la gara dovrebbe essere più fresco visto che saremo ormai a settembre inoltrato e spero comunque nel bel tempo perché ho voglia di tornare a guidare divertendomi come in Germania e a Brno! Il circuito si trova sperduto nel nulla… quasi come in Qatar anche se qui non è proprio deserto ma poco ci manca perché la vegetazione è davvero brulla. Nei test ero andato forte chiudendo i due giorni con un quarto posto; la pista mi è infatti piaciuta subito ed ha soltanto un punto brutto che è davvero troppo lento, per il resto è da guidare e da raccordare, e c’è da divertirsi! Si torna quindi in Spagna per la terza volta, saranno in tutto quattro quest’anno, con la classica di fine campionato a Valencia, ma questa volta non è nei soliti posti, qui ad Aragon è davvero tutto una novità! Ciaooo”

16 settembre 2010

125cc – Preview Aragon – Marco Ravaioli: “Il circuito sembra bellissimo e tecnico”

Si correrà questa domenica sul nuovissimo e spettacolare circuito di Aragon la dodicesima prova del mondiale di motociclismo, con tutti i piloti che dovrebbero partire alla pari non conoscendo il difficilissimo circuito spagnolo. Solo alcuni piloti hanno potuto svolgere delle prove e tutti hanno espresso un parere positivo del circuito.

Marco sarà impegnato nel difficilissimo compito di portare la Lambretta nel centro classifica, risultato non impossibile visto che nelle ultime corse la moto italiana sembra non soffrire più dei problemi d’affidabilità dei primi gran premi stagionali.

Marco Ravaioli: “Qui è tutto nuovo, il circuito sembra bellissimo e tecnico. Ora senza averci potuto provare non so cosa pensare, ma io come sempre cercherò di dare il massimo per me e la mia squadra.”

Press Office

16 settembre 2010

da MotoGrandPrix.it – Notizie sul Motomondiale – MotoGP, Moto2, 250, 125

Passare per idiota agli occhi di un imbecille è voluttà da finissimo intenditore. - Georges Courteline -

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L’ultimo saluto a Tomizawa

Mercoledì' date=' Asahi (Chiba), ha salutato per l’ultima volta il suo pilota Shoya Tomizawa, scomparso tragicamento lo scorso 5 settembre in una caduta sul circuito di Misano, caduta che ha visto lo sfortunato pilota venir investito dagli incolpevoli Alex De Angelis e Scott Redding. La commovente cerimonia ha visto la partecipazione di oltre mille persone tra parenti, amici e fan del centauro; tra i presenti anche rappresentanti del motomondiale a partire dal boss del suo team la Technomag-CIP Alain Bronec fino ai piloti Yuki Takahashi e Tomoyoshi Koyama.

16 settembre 2010

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Tomizawa: rispetto e verità

La testimonianza del Dottor Costa

di Claudio Costa.

Sento un grande rispetto per coloro che con le loro parole mi hanno consolato dopo la tragedia di Misano' date=' dove il pilota giapponese Shoya Tomizawa ha perso incredibilmente la vita. Sento anche rispetto per coloro che hanno con rabbia accusato chicchessia perché convinti che non fosse stata divulgata la verità sull'ora di quella insopportabile morte. Io purtroppo c'ero e mi sento in dovere, dopo aver letto perplessità e accuse, di raccontare la tristezza di quel giorno.

Shoya Tomizawa è arrivato al Medical Center dell'Autodromo di Misano in coma, ma vivo. Il suo giovane cuore batteva, i polsi arteriosi erano percepibili. Nel monitor la traccia del suo cuore che pulsava vita era nitida e ci confortava. Con determinazione i Medici si sono affacendati attorno al ferito e i responsabili del piccolo ospedale del circuito hanno predisposto il trasferimento in ospedale del pilota giapponese. Improvvisamente l'allarme del monitor ha raggelato il sangue di tutti: il cuore del giovane centauro, ferito dai suoi compagni, si era arrestato. E' iniziata tempestivamente la rianimazione cardiocircolatoria, mentre si continuava quella respiratoria e si è stabilito di trasferire il pilota giapponese in Ospedale con l'autoambulanza, ovviamente attrezzata per la rianimazione. A mio parere la scelta dei responsabili mi trova d'accordo in quanto in elicottero è quasi impossibile effettuare una efficace rianimazione, oltre al fatto che l'Ospedale dista pochi minuti dall'Autodromo. Infatti in pochi minuti il pilota, sempre costantemente assistito dai medici nel tentativo di rianimarlo, è arrivato all'Ospedale di Riccione.

Nella sala di rianimazione di questo Ospedale ho assistito a quanto di più umano e professionale un'equipe medica potesse fare. I medici e i paramedici, tutti assieme, hanno assistito con grande armonia, professionalità e amore il pilota così impietosamente ferito. Con il loro talento professionale mi pareva trasmettessero ai presenti, con i loro gesti precisi e attenti, la speranza di propiziare un miracolo. Tanto che ad un certo punto l'anestesista, brava aldilà dell'incredibile, dopo che abili chirurghi avevano drenato sangue e aria dal torace del pilota ferito, ha esclamato con una nota di orgoglio mista a soddisfazione: "riesce a ventilare meglio, la rianimazione è più facile".

A questo punto ho sperato che il cuore di 19 anni di Shoya esplodesse di vita, una nuova vita... Come in un sogno mi è venuto in mente Daijiro Kato che nell'aprile del 2003 arrivò esanime al Medical Center di Suzuka, dopo che la moto impazzita lo aveva schiantato contro le protezioni del circuito. I medici giapponesi erano esausti per la faticosa rianimazione prestata allo sfortunato pilota sul luogo dell'incidente e in ambulanza e stavano per rassegnarsi al peggio quando le mie mani che si affondavano nel petto di Daijiro per rianimare il cuore li convinsero in un attimo a seguirmi in questa impresa disperata, dettata più dall'amore e dalla speranza piuttosto che dalla realtà clinica. Il cuore di Daijiro trasformò i miei gesti violenti in carezze e si persuase a ripartire. Battè con vigore per 14 giorni, poi se ne andò mormorando: "La vita è come un germoglio di un ciliegio in fiore, naturalmente perfetta ma solo per una primavera".

Con questa speranza sono tornato nella stanza, ma l'attività dei bravi medici era cessata, le braccia degli operatori pendevano lungo i fianchi. La tragedia si era compiuta. Erano le 14:19... e le lacrime bagnavano il mio viso triste e quello di Sohya che sorrideva. Poco più di un'ora del nostro tempo terreno per consegnare Shoya Tomizawa all'eternità... Poco più di un'ora di rianimazione per tentare l'impossibile...

Siamo a conoscenza di medici che nella storia sono stati indagati per non aver protratto e continuato la rianimazione oltre i 30/40 minuti. A Shoya Tomizawa è stata donata un'ora terrena, o poco più, per Rispetto non delle regole o dei protocolli, ma per Rispetto degli amici, di chi lo amava e in particolare degli affranti genitori e anche di coloro che umanamente e con rabbia hanno pensato che in quei pochi minuti esistessero ancora le cose del mondo e la MotoGP.

17 settembre 2010

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La resa di Valentino

di Alberto Porta.

Nella gara in posto nuovo che ha rivisto la Ducati in posto giusto' date=' che ha ridato vita al campionato grazie ad un Pedrosa consistente e un Lorenzo evanescente, abbiamo assistito alla resa del campione. Un percorso fatto di pista e di autoanalisi che si è spalmato sulle gare del ritorno dall’infortunio, sei gran premi che hanno fruttato dopotutto due podi e 79 punti, ma che si è concluso ad Aragon con una consapevolezza che sa, come detto, di resa. Valentino insomma non ce la fa più. È stato bravo a soffrire in semisilenzio, quei problemi alla spalla accennati ma mai presi come vera scusa alle prestazioni non esaltanti, poi la realtà ha presentato il conto. Nella MotoGP di oggi, coi tipi che girano nei dintorni, bisogna essere al cento per cento in tutto, e se lo ha capito un giovane baldanzoso, sano e fino a poco tempo fa imbattibile come Jorge Lorenzo, prendendo tre sberle di fila, figurarsi un onesto osservatore della situazione, che si trova a pensare quanti milligrammi di antidolorifico bisogna prendere, quando invece ci sarebbero da prendere in considerazione assetti e gestioni elettroniche. Ha vinto la scienza, l’operazione s’ha da fare, i pensieri sulle corse da abbandonare…

19 settembre 2010

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da Grand Prix — Sportmediaset.it

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Rossi: "Ho deciso di operarmi"

"Prima di fine stagione? Ci penseremo"

Valentino Rossi non esclude di anticipare l'operazione alla spalla infortunata: "Operarmi prima della fine della stagione è un'opzione che dovremo valutare. Perché facciamo più fatica del previsto. Quindi ci penseremo' date=' anche se vorrei correre tutte le gare e non vorrei saltarne altre, ma su tracciati come Motegi e Sepang potrei anche soffrire un po' più di adesso. Sono tutte valutazioni da fare con calma e a mentre fredda, non adesso".

È un'analisi molto attenta, quella fatta dal nove volte Campione del Mondo dopo il sesto posto nel GP di Aragon. Quindi Rossi, che il prossimo anno passerà dalla Yamaha alla Ducati, spiega: "Potevo anche operarmi alla spalla mentre ero a letto per la gamba, ma immaginate lo stato d'animo di uno che ha appena subito un intervento e ha dolori ovunque: se mi avessero detto di rientrare in sala operatoria avrei detto di no. Anche perché di conseguenza sarei rimasto completamente bloccato sul divano senza poter muovere spalla e gamba".

Infine in merito al preoccupante calo di prestazioni della Yamaha nelle ultime gare, Valentino conclude: "La Yamaha deve rimboccarsi le maniche, la differenza con Ducati e Honda nelle ultime gare sta diventando un po' troppa".

19 settembre 2010

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Pedrosa' date=' un momento mica facile[/size']

Stoner manda segnali al futuro compagno di box

di Ronny Mengo.

I 42 minuti aragonesi a 165 di media sono il primo segnale recapitato da Stoner a Pedrosa, in qualità di prossimi compagni di box. Abbiamo parlato tanto del muro Yamaha e della difficoltà di tenere sotto lo stesso tetto Rossi e Lorenzo. Be' non sarà molto più distesa la convivenza Dani-Casey in Hrc. Tanto che, appunto, la prima gomitata è arrivata addirittura ieri. Perché, non lo ammetterà mai, ma la dose aggiuntiva di gas sfruttata da Stoner per la seconda vittoria dell'anno è tutta mentale.

È un tassello che inizia a costruire i gradi di capitano 2011, una risposta al momento d'oro di Pedrosa che infatti incassa, non gradisce e riflette su quei pesantissimi 5 secondi di distacco al traguardo. Va bene il cambiamento alla distribuzione dei pesi Ducati, ma la vera differenza è nella testa di Casey che se trova lo stimolo per incarognirsi inventa gare come quella di Aragon, altrimenti fatica a dare il massimo o qualcosa in più come puntualmente fatto ai tempi d'oro.

Insomma l'effetto di un mercato aperto a metà stagione porta anche a questi messaggi mirati tra futuri compagni di team: in ballo c'è il ruolo di punto di riferimento in un box potente come quello arancione della Honda ufficiale. Perché se, a differenza della F1, la prima guida nelle moto non esiste, esistono eccome i colpetti psicologici messi in pista per far barcollare le certezze mentali dei colleghi, dei compagni di squadra ancor di più. Mica facile il momento di Pedrosa: Lorenzo da provare a raggiungere per quest'anno, Stoner da provare a tener dietro per il prossimo.

20 settembre 2010

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MotoGP: Valentino Rossi “Corro tre gare, poi forse mi opero”.

20 settembre 2010

La gara di Motorland Aragon ha evidenziato ancora una volta i problemi di Valentino Rossi. Se risulta pienamente comprensibile ritrovarsi dietro rispetto ad un Jorge Lorenzo protagonista di una stagione straordinaria, necessitano una spiegazione i 17″ di svantaggio sul proprio compagno di squadra, i 14″ sul traguardo a vantaggio di Ben Spies.

Rossi non è in forma, e si vede. La spalla è diventato un problema di difficile risoluzione in pista anche in prospettiva 2011: per questo l’operazione, programmata per il mese di dicembre (tempi di recupero da 2 a 3 mesi), potrebbe esser anticipata dopo le tre trasferte extra-europee di Motegi (3 ottobre), Sepang (10/10) e Phillip Island (17/10), saltando così le ultime due prove stagioni di Estoril e Valencia con a rischio anche i potenziali primi test con la Ducati nel mese di novembre.

Proprio Valentino Rossi ha annunciato questo radicale cambio dei programmi al termine della gara di Aragon: sul proprio sito internet ufficiale (Valentino Rossi - Official WebSite - Sito ufficiale) sono riportate nel dettaglio le dichiarazioni post-gara del 9 volte Campione del Mondo, parlando a tutto campo dei problemi alla spalla, operazione, difficoltà Yamaha lasciandosi andare anche ad un commento sulla velocità delle Ducati.

“E’ stata una gara molto difficile: speravamo di poter fare meglio. Siamo andati così male per un insieme di cose: qui tutte le Yamaha hanno fatto fatica e io, nelle mie condizioni fisiche, non ce la faccio a guidare come vorrei. A causa del dolore alla spalla dobbiamo mettere a posto la moto per agevolarmi nella guida, ma andiamo incontro ad altri problemi: in definitiva, non siamo a posto. Il brutto risultato finale è una conseguenza di tutto questo.

Sicuramente disputerò i prossimi tre GP, poi decideremo se sarà il caso di anticipare l’intervento alla spalla o aspettare fine stagione. Siamo un pò sfortunati perchè il calendario prevede prima il Giappone: Motegi, probabilmente, è la pista peggiore per le mie condizioni. Però vale la pena provarci perchè, soprattutto in Malesia, abbiamo tutti i riferimenti di febbraio quando ho guidato questa moto a posto fisicamente. Sarà quindi importante vedere come andremo su quel tracciato e poi si prenderà una decisione. E’ chiaro che l’obiettivo è finire la stagione, ma se due piste così positive per me e per la Yamaha come sono sempre state la Malesia e l’Australia continueremo ad avere questi problemi, se continuerò a non guidare bene la M1, si potrebbe anche pensare all’operazione.

Ancora non so se la Yamaha mi darà il permesso di salire sulla Ducati nei test di Valencia, ma se devo provare non al meglio delle condizioni fisiche tanto vale farsi operare prima e arrivare in forma al test di febbraio. E’ una cosa da valutare bene, ma fare un test non a posto fisicamente non è poi così importante. Per il momento corro perchè comunque si è visto che la spalla non peggiora, però mi manca la forza e non riesco a guidare bene e preciso come vorrei, come faccio solitamente quando sono in forma.

Da tre gare le altre moto, soprattutto la Honda, ma qui anche la Ducati sembra che abbiano risolto i problemi che avevano prima. Anche a Misano eravamo in difficoltà con le velocità, ma riuscivamo comunque a essere competitivi, invece qui è stata molto dura per tutti i piloti della Yamaha. I risultati di oggi delle Ducati sono sicuramente molto positivi in prospettiva 2011, ma io voglio ancora provare a essere forte e veloce con la M1 nelle prossime gare. Naturalmente sono triste, mi dispiace molto di questa situazione, ma so che non sono al 100 %: se andassi così essendo fisicamente a posto, sarebbe più grave… Nel 2006 e nel 2007 era molto peggio: sono sicuro che, nelle prossime piste, la M1 potrà essere molto più competitiva rispetto ad Aragon“.

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MotoGP: la Spagna è già Campione del Mondo 2010.

20 settembre 2010

La stampa iberica già nella giornata del sabato aveva anticipato quello che sarebbe successo 24 ore più tardi: la matematica certezza che un pilota spagnolo, nello specifico Jorge Lorenzo o Dani Pedrosa, diventerà Campione del Mondo MotoGP 2010. Nonostante il successo in gara al Motorland Aragon l’aritmetica condanna Casey Stoner, dietro 129 punti rispetto a Jorge Lorenzo con un massimo di 125 ancora a disposizione nelle ultime cinque gare stagionali.

Soltanto Dani Pedrosa resta in gioco, dovendo recuperare 56 lunghezze nei confronti del connazionale della Yamaha, con il motociclismo iberico che può già iniziare i festeggiamenti a 11 anni dall’ultimo titolo mondiale nella classe regina ad opera di Alex Criville, stagione 1999, classe 500cc con la Honda NSR 500 ufficiale.

La Spagna ha inseguito a lungo in questi anni questo trionfo: Sete Gibernau concluse 2° nel 2003 e 2004, Dani Pedrosa rimase in corsa fino alla penultima gara nel 2006. Nel 2007 il pilota della Honda terminò al secondo posto in una classifica dominata da Casey Stoner, mentre 12 mesi or sono Jorge Lorenzo si è giocato il titolo con Valentino Rossi.

Adesso la “Marcha Real” può risuonare per celebrare la vittoria del motociclismo iberico nella top class, aspettando l’epilogo di una stagione tutto sommato ancora aperta a molti scenari. Dani Pedrosa nelle ultime quattro gare ha ridotto il proprio svantaggio da 77 a 56 punti, ma d’altro canto sarà obbligato a vincere tutte le prossime 5 gare in calendario.

Nell’eventualità Jorge Lorenzo può accontentarsi di conquistare tre terzi e due quarti posti, qualche piazzamento qua e là per essere il primo successore di Alex Criville nell’albo d’oro dei piloti spagnoli campioni del mondo nella classe regina.

Fonte: www.bikeracing.it

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Lorenzo stuzzica ancora Rossi

"Per battere Stoner 2 titoli in Ducati"

Lorenzo stuzzica ancora il suo ormai ex compagno, volato in Ducati: "Per Rossi sarà una sfida difficile, per lui vincere con una marca italiana sarebbe un grande colpo in carriera - ha detto lo spagnolo della Yamaha, leader del Motomondiale - Sarà subito competitivo ma se vuole fare meglio di Stoner deve vincere almeno due Mondiali". Poi confida un segreto: "Quando ho pressione addosso faccio come Tomba: dico che non ho paura e vado al massimo".

22 settembre 2010

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MotoGP – Jorge Lorenzo: “Gli altri hanno fatto passi avanti ma resto fiducioso”

Il quarto posto di Aragon non è stato il massimo per Jorge Lorenzo' date=' attuale leader della classifica iridata MotoGP. Il pilota maiorchino della Yamaha fino alla scorsa settimana aveva infatti come peggior risultato un terzo posto, ma quello che più gli preme è far tornare competitiva la sua YZR-M1. La Yamaha infatti in questa fase di campionato è al di sotto di Honda e Ducati e lo si è visto soprattutto nelle ultime gare. Anche ad Aragon la casa di Iwata pagava dazio in termini di velocità massima. Il maiorchino è comunque fiducioso e dal suo blog parla del momento attuale.

“Ero giunto a Motorland molto preparato, desideroso di far bene. La mia intenzione era di dimostrare che potevo tornare al top, oltre a portare il casco Tomizawa sul podio come un omaggio personale. Ho provato con tutte le mie forze, ma non ci sono riuscito. Non mi piacciono le scuse, ma noi piloti della Yamaha, ora sappiamo che le altre fabbriche hanno fatto un passo avanti. Ora in molti dicono che sono diventato un calcolatore, ma io dico che se avessi corso da ragioniere non sarei stato tanto tempo davanti a Hayden rischiando di cadere. Non mi piacciono le scuse. Preferisco sempre incolpare me o responsabilizzare la mia squadra o le gomme. È vero però che attualmente la altre fabbriche hanno fatto un passo avanti ed ora tocca a noi. Non lo dico io ma tutti i piloti Yamaha. Ho fiducia cieca nella mia M1 e tutti i meccanici e gli ingegneri che lavorano giorno e notte per fare un salto di qualità.”

22 settembre 2010

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