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Caso De Tomaso-Rossignolo: troppe cose non tornano... (UPDATE: infatti è fallita)


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Non capisco cosa potrebbero comprare i cinesi di Jang Min, mi sembrano un po sprovveduti, forse potrebbero acquistare il marchio, forse.

Della De Tomaso infatti dopo il duplice fallimento (il primo ad opera degli eredi di Alejandro, il secondo ad opera della truffa Rossignolo) rimane solo il marchio anch'esso oggetto di una contesa giudiziaria.

- Lo stabilimento di Grugliasco è della Regione Piemonte, all'interno non esiste nessun macchinario se non i resti di quelli della Pininfarina dato che Rossignolo non ha mai investito un solo euro.

- Il personale in forte eccesso non ha ricevuto formazione da anni, Rossignolo ha intascato i soldi per la formazione ma non l'ha mai fatta ovviamente.

- Progetti, studi, brevetti non esistono dato che la Deauville era chiaramente una Cadillac SRX ricarrozzata in qualche modo, non esiste quindi tecnologia.

Vedo quindi improbabile l'acquisto di tutto il pacchetto (vuoto) De Tomaso. Se fossi un imprenditore forse cercherei di rilevare il solo marchio ma assolutamente nient'altro.

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Già acquistare il marchio ed impiantare una fabbrica in Emilia (dove non mancano maestranze e stabilimenti adatti) vorrebbe dire molto: sarebbe la prima fabbrica di auto sportive e di lusso di proprietà cinese.

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  • 4 settimane fa...
l marchio storico della De Tomaso - quello con lo scudetto bianco e azzurro, i colori della patria del pilota argentino Alejandro - potrebbe tornare a vivere su un’auto prodotta vicino a Torino. Ieri è arrivata, finalmente dopo lunghi mesi di trattativa, la manifestazione di interesse per la De Tomaso che era fallita nel luglio di due anni fa. La manifestazione è coperta dal massimo riserbo chiesto da chi l’ha avanzata al Mise e alle Regioni interessate; si parla di un primario gruppo inglese appoggiato da un fondo lussemburghese. Ma è possibile che si possa trattare della Lotus di cui si era già parlato negli scorsi mesi. L’altra cordata in campo è la cinese Ming-Jun Industry.

La manifestazione di interesse libera da un incubo i lavoratori - poco meno di 900 a Torino, circa 120 a Livorno - perchè senza questo atto formale la cassa integrazione sarebbe scaduta irrevocabilmente il 4 gennaio e sarebbero partiti i licenziamenti.

La Regione Piemonte con l’assessore Claudia Porchietto, insieme al collega toscano Gianfranco Simoncini, ha condotto la trattativa che ieri ha portato a questo primo risultato. Risolutiva è stata la scelta dell’assessore Porchietto di dare incarico a uno studio torinese di svolgere una istruttoria internazionale sul marchio.

Incarico realizzato in giro per il mondo in Australia, Cina, Canada, Sud Africa, Argentina, India alla ricerca della reale situazione del marchio e del suo potenziale utilizzo. Perchè è il marchio storico che interessa a entrambe le cordate che da mesi ronzano intorno alla De Tomaso.

Il 9 dicembre il fascicolo di 13 pagine con l’analisi dettagliata paese per paese è stato consegnato alle cordate interessate. E da qui è partita la volata finale con la presentazione della manifestazione di interessamento e corse continue a Roma ai Ministeri dello Sviluppo economico e del Lavoro da parte degli assessori. Lunedì dovrebbe esserci il tavolo per il rinnovo della cassa per quattro mesi per consentire di affrontare le questioni tecniche e arrivare alla formalizzazione dell’offerta.

È ovvio che allo stato attuale non si sa chi rileverà la De Tomaso; la manifestazione di interesse non vincola per ora. Ponendo che sia la Lotus il gruppo a aver compiuto l’atto non è detto che se arriverà l’offerta della Ming-Jun Industry non venga ritenuta migliore.

Di ieri è anche la notizia che a Torino si insedierà con ogni probabilità un gruppo cinese - anche questo che invoca la massima riservatezza - e per il cui insediamento sta lavorando l’assessore Porchietto da molte settimane. Una scelta di politica industriale - spiega - «per dare risposte ai problemi della disoccupazione, ma soprattutto per mantenere e attirare produzioni metalmeccaniche in regione».

La Stampa - Un cavaliere inglese per le auto De Tomaso

:muto:

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Io sono molto scettico. Sembra di ritornare alle dichiarazioni di Rossignolo. Non esiste più la De Tomaso , se non il marchio. Nessun imprenditore onesto (cioè che voglia fare utili e non arraffare sovvenzionamenti) si farebbe carico di due stabilimenti VUOTI (non esiste nessuna tecnologia ne impianto all'interno) con oltre 1000 dipendenti non formati e da anni in cassa integrazione. Mi spiace molto per i dipendenti (a cui Rossignolo ha rubato anche il TFR) ma è la vera realtà. E' meglio non farsi illusioni e accettare la realtà. Di De Tomaso esiste solo il marchio (appannato da due fallimenti consecutivi), nessun progetto, nessuna tecnologia, purtroppo oramai nessuna capacità professionale dei dipendenti. Anche volendo investire (cosa rischiosissima) la prima auto arriverebbe tra non meno di 4 anni prodotta da personale con competenze e capacità oramai distrutte da 10 anni di cassa integrazione.

Spero però di sbagliarmi.

Modificato da isogrifo
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De Tomaso, 4 mesi di respiro | Alinews

Purtroppo credo che sia solo per giustificare una proroga di 4 mesi ai licenziamenti. Ha senso questa cosa?

Leggete quanto era già costata fino a luglio:

De Tomaso: un?auto costata 60 milioni - Lo spiffero, quello che gli altri non dicono

E' un buco senza fine che comprendendo tutto arriverà a superare i 100 milioni.

Il pensiero non può non andare alla Bresso che ha permesso a Rossignolo questa truffa e al fatto che gli stessi fondi dati a Rossignolo sono stati negati a Bollore' che con la sua Bluecar-Autolib ha avuto grande successo a Parigi.

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  • 2 mesi fa...

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