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Lettera aperta a Herbert Demel sulla Lancia


gianfilo

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se posso permettermi un'appunto, nel finale quando si chiede una Lancia che sappia tornare nel settore delle auto di lusso, in un qualche modo mi piacerebbe che non si dimenticasse quanto invece le fortune di Lancia all'estero e non, fossero anche dovute alle auto sportive che mancano da troppo tempo e piu famose nel mondo che non le berline, e ancora, si sottolineasse il fatto che come avviene gisustamente per Alfa Romeo in cui si fa di tutto per far apparire il marchio il piu distaccato possibile da Fiat, lo stesso sarebbe auspicabile per Lancia: anche se non è la verita, mi piacerbbe non si sentisse dire per una Ypsilon che "tanto è una Punto travestita" come troppo si sente dire.

Concordo come già dicevo in un post secondo me il motivo principale perchè all'estero vanno solo il 20% di ypsilon è perchè non rappresenta ciò che gli esteri intendono per auto italiana cioè pratica cn prezzi molto bassi (e li c'è fiat) oppure con un immagine sportiva-elegante o versione sportiva di un auto normale.

Senza cuore saremmo solo macchine.......

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In qualità di possessore da due anni di una Lybra e , da quel momento , scopritore e appassionato del fascino Lancia , sottoscriverò volentieri la lettera a Demel.

Se posso permettermi suggerirei di allegare anche una versione in Inglese , lingua che sicuramente sarà più familiare dell' italiano a Demel.

RossoConero

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In qualità di possessore da due anni di una Lybra e , da quel momento , scopritore e appassionato del fascino Lancia , sottoscriverò volentieri la lettera a Demel.

Se posso permettermi suggerirei di allegare anche una versione in Inglese , lingua che sicuramente sarà più familiare dell' italiano a Demel.

RossoConero

sottoscrivo in pieno! concordo anche con l'idea di rossoconero di tradurre in inglese la lettera. visto che nel forum ci sono appassionati anche dall'estero, qualcuno di loro è disponibile per una traduzione, il più possibile fedele, della lettera per l'ing. Demel? :wink:

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Ovviamente sarò lieto di partecipare alla raccolta di firme!

Sono molto fiducioso nel fatto che lettere come queste non saranno del tutto trascurate da colui che ha il compito di rilanciare alla grande il gruppo FIAT.

Lancia non può e non deve morire, sia per la storia, il prestigio e le enormi potenzialità del marchio, sia perchè in un momento cruciale in cui il mercato deve poter percepire un rilancio in grande stile del gruppo Fiat, sarebbe un suicidio lasciare morire una parte così importante dell'auto.

Credo che se ciò avvenisse il pubblico potrebbe solamente trarre conclusioni di pessimismo e sfiducia nei confronti dell'auto italiana in generale.

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Cari Forumisti, come vi avevo anticipato alcune settimane fa, mi sono deciso a preparare una lettera che con garbo ed educazione chieda a Demel chiarimenti su quello che sarà il futuro della Lancia. Non spero certo di avere una risposta da parte sua, ma credo che una lettera firmata da decine di persone potrebbe almeno farlo riflettere con maggiore attenzione.

E' probabile che intorno a sè avrà qualche cassandra che predice un futuro nero per Lancia e lo spinge ad abbandonare il marchio.

Se la nostra lettera, lo facesse riflettere anche solo per un minuto di più sul tema che ci sta tanto a cuore, avremmo comunque già raggiunto un risultato.

Ecco come vorrei procedere: ho preparato una bozza della lettera che potrete leggere e sulla quale riflettere nei prossimi giorni. Quando ci saremo convinti e quando avremo apportato le dovute correzioni al documento (il contributo di tutti è benvenuto) la potremo prima far girare il più possibile per raggiungere il maggior numero di adesioni. E quindi - firmata con i nostri veri nomi - spedirla a Torino.

Se poi Fulvio volesse pubblicizzarla sull'Home Page di Autopareri credo che sarebbe simpatico.

Fatemi sapere cosa pensate del documento e dell'iniziativa.

Grazie

:)

Gentile Ing. Demel,

chi le scrive è un gruppo di frequentatori di alcuni forum tematici su Internet che – pur non conoscendosi personalmente – è accomunato da una passione per l’auto e in particolare per l’auto italiana.

Per prima cosa vogliamo farLe il nostro “in bocca al lupo” per il suo lavoro alla Fiat nella certezza che la sua esperienza e le sue indiscusse doti professionali, possano ridare ossigeno ad una industria che ha ancora molta strada da percorrere.

Nell’ambito del patrimonio di storia e conoscenza di questa grande Azienda, vi è un marchio che sta particolarmente a cuore a milioni di italiani e che – purtroppo – negli ultimi anni ha incontrato grandi difficoltà forse a causa di una politica industriale miope. Parliamo della Lancia, una delle case automobilistiche di maggior prestigio al mondo che vanta una lunga serie di primati tecnologici e sportivi, con una tradizione di classe ed eleganza ineguagliate.

Non ci permettiamo certo di consigliarLe le strategie industriali di un gruppo complesso come la Fiat, vista la sua lunga esperienza e competenza, ma vogliamo solo alzare un velo su un tema troppo spesso trascurato: il futuro della Lancia all’interno del gruppo Fiat.

Alcuni dati: durante i primi anni ’90 Lancia vendeva circa 260.000 automobili l’anno, mentre oggi si attesta sui 110.000 esemplari. La differenza non è andata a favore di Alfa Romeo o di altre case italiane, ma purtroppo è passata alla concorrenza. Il segmento C-Premium (quello della Delta) è stato abbandonato da anni, nonostante in questo settore la Lancia si fosse distinta per innovazione e competitività, avendo vinto un numero ancora ineguagliato di campionati mondiali di rally. Il segmento D-premium vive nella totale incertezza, con un modello, la Lybra, abbandonata a se stessa: i nuovi motori multijet sono stati montati su tutte le auto del Gruppo e stanno per esserlo perfino su quelle del partner GM, ma non sulla Lybra. Quasi tutte le auto del gruppo hanno subito importanti restyling, mentre per la Lybra ci si è limitati ad indicare nuovi colori per la carrozzeria (sic!). Nel piano Morchio, sulla futura produzione da qui al 2010, non è indicato alcun intervento nel settore D-premium, lasciando intendere che per Lancia non ci sarà un modello di questo segmento.

La nuova Fulvia, dopo aver riscontrato successi insperati di pubblico e di critica, non verrà prodotta o – se questo accadrà – avverrà con troppe titubanze, senza slanci che possano spingere il modello a divenire una icona tra le coupè.

E’ ovvio che in questa situazione di incertezza le vendite del marchio Lancia non potranno che calare inesorabilmente. Chi acquisterà auto destinate a morire senza che perfino la casa che le ha prodotte le sostenga?

Ed è ovvio che non si può affidare le sorti di un marchio così prestigioso alla sola “Ypsilon” che – pur essendo un’ottima vettura – non ha la possibilità concreta di coprire fasce di mercato più alte, dove Lancia è stata regina incontrastata per anni.

Non dobbiamo certo spiegare a Lei quanto importante sia stato il marchio Audi per il rilancio complessivo del gruppo VW, visto che Lei è stato il maggior artefice di tale operazione.

Quello che ci aspettiamo oggi è una politica oculata che riesca a riportare Lancia ad essere marchio di punta nel settore delle auto di lusso. Quello che Le chiediamo nell’immediato è una sua parola, una sua dichiarazione alla stampa che faccia capire che Lancia non morirà, che avrà futuro e che – appena le condizioni industriali e finanziarie del Gruppo lo permetteranno – tornerà ad essere laboratorio di ricerca, di innovazione e di stile che faccia scuola nel mondo.

Crediamo che la grande casa meriti un trattamento migliore di quello riservatole fino ad oggi e speriamo con tutto il cuore che gli automobilisti tornino ad essere orgogliosi di guidare una Lancia.

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mi associo e sottoscrivo in pieno!

se si vivesse con un sorriso in più si vivrebbe meglio!

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