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Rivoluzione per Alfa


isogrifo

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Guest Il FUSI2

Guarda, io ti ho sempre rispettato molto anche se hai delle idee diverse dalle mie, ma questa mi pare una presa per il cu.lo scusa eh!

Ma sono mesi che scrivo cose documentate e opinioni fondate e tu mi chiedi ora una cosa che è sotto gli occhi di tutti??????????????????

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I più attivi nella discussione

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Guest Il FUSI2

Comunque prendendo per buona la domanda...... si sarà capita l'aria che tirava in azienda. Ora mi tocca fare una sorta di spaccato di una storia che non si legge da nessuna parte e relativa all'Alfa della fine degli anni '70 ed inizio anni '80.

Da quando Luraghi venne via, nel 1974 (o meglio da quanto lo buttarono fuori a pedate tutti i politicanti che avevano messo gli occhi addosso ad un'azienda remunerativa come l'Alfa) molte cose cambiarono. Il clima economico era quello che era (austerity e balle varie). A livello manageriale rimanevano moltissimi manager dei tempi d'oro dell'Alfa Romeo.

E l'azienda, al cui vertice si stabilì Gaetano Cortesi, risentiva ovviamente di tutto quel clima sociale post sessantottiano che in un'azienda che diventava molto politicizzata e soprattutto pubblica trovava parecchia linfa vitale.

L'Alfa era sicuramente una società nettamente + signorile della Fiat, in Alfa certi costumi di vallettiana memoria non si sono mai visti.

Le perdite non erano causate da flessione di prodotto, ma dalla gestione delle risorse umane.

Tu mi insegni che una vettura costa un tot., a prodursi, se prodotta in mille esemplari e ne costa un altro se prodotta in cento.

All'Alfasud certi giorni, su una potenzialità massima di mille vetture, se ne costruivano 68 (diconsi sessantotto).

E per contrastare ste cose non è che all'Alfa avessero poi quel tanto margine, date le sentenze come quella citata...........

Fatto sta che nel 1978 arriva Massacesi, quando l'Alfa da anni è in crisi non tanto di prodotto, ma di conti.

Massacesi fu scelto in quanto esperto, nell'ambito di aziende sempre legate all'IRI, di rapporti all'interno dell'azienda. Dicendolo chiaro: con Massacesi si sperava di ridurre la conflittualità all'interno di Pomigliano e di Arese. Ma + che Arese era grave la situazione a Pomigliano in quanto Arese, semmai, col prodotto che aveva, era anche troppo produttivo. Pomigliano invece scarseggiava, e di molto.

In piena aria di furti e ruberie (sia al nord che al sud, emblematico il ricordo degli orologi della nuova Giulietta, che ad un certo punto si pensò di non mettere + nella dotazione dato che erano + quelli che venivano rubati che non quelli che erano disponibili in catena) Massacesi giunge mandato dall'IRI e quindi da una certa classe politica (perchè ora l'Alfa la dovete vedere come GESTITA dalla politica e non GESTITA come azienda dai suoi manager anche di enorme spessore) come se fosse il salvatore della patria. Parlando onestamente, di vetture Massacesi ci capiva proprio niente, e venne spesso consigliato male vuoi per dolo vuoi per superficialità.

E comunque era un uomo politico. Che aveva comunque delle qualità. Prima fra tutte, l'Alfa vara una indagine conoscitiva interna. Prima fra tutte, l'Alfa formula delle teorie corrette in base alla gestione aziendale ed in merito di previsioni per il futuro. Massacesi per primo in Alfa parla di joint venture e di componentistica comune. Insomma scemo non lo era di certo se fa redarre un ben fatto volume per i quadri dal titolo "conoscere l'Alfa Romeo" che da l'idea di un'azienda di un certo tipo, e sicuramente "moderna" anche in tema di risorse umane.

Con Massacesi si da il via ai gruppi di produzione, quando la Fiat se la sognava sta cosa..... e ci arriverà anni dopo.

Però con Massacesi si cede anche alle pressioni politiche di De Mita e si vara, sotto la "coperta" interessante del fatto di fare sta joint, l'ARNA.

In quel periodo (siamo a fine '81) sono parecchi che lasciano l'Alfa. Altri erano già andati via in occasione dell'arrivo di Massacesi.

L'azienda comunque nel 1982 è antieconomica, incasinata anche se la situazione soprattutto a Pomigliano migliora rispetto al canaio di prima, ma ad Arese si fa sentire l'onda lunga di azioni messe in atto da Fiat all'indomani della marcia dei quarantamila.

In azienda infatti arriva la cassa integrazione, che le maestranze politicizzate contrastano. E' un periodo non molto felice ad Arese quel 1982. E comunque va anche detto che oramai senza + una guida decisa e completa come quella di Luraghi all'Alfa il terreno per ripicche, vendette, scioperi e licenziamenti c'è tutto........

Illuminante a questo proposito è un volume di un lavoratore di sinistra edito nel 2000. Il quale parla di liste della cassa integrazione come vere e proprie liste di proscrizione in cui vanno di mezzo anche persone che il suo mestiere lo sapevano fare e lo facevano senza boicottaggi eccetera.

Prassi, comunque, questa, di torinese memoria. Ed è il periodo in cui la Fiat, dalla porta di servizio con il progetto 164, entra in Arese.

Fuori, intanto, alla proprietà dell'Alfa (ovvero IRI ovvero partecipazioni statali) era arrivato un certo Prodi Romano, annunciato con grancassa di essere una persona validissima (mentre altri diranno poi che bravo lo è, ma a farsi gli interessi suoi e cercare consenso sulla sua persona), il quale all'IRI non vide altro da fare che chiedere soldi a destra e a manca (nel periodo Prodi l'IRI ottenne dallo stato + di quanto avesse ottenuto dall'anno della sua fondazione, ovvero il 1933......) e di cedere agli imprenditori PRIVATi interessati quanto di buono l'IRI aveva, e di farlo a prezzo di realizzo.

In piena aria di "privatizzazioni in nuce", senza manco pensare di risanare avendo le palle gli enti pubblici, si inizia a consumare quella enorme farsa che sicuramente qualcuno di voi conosce e che è la SME, ovvero la finanziaria "alimentare" che era in portafoglio dell'IRI. Valutata quattro soldi rispetto al valore, la SME stava per essere ceduta appunto a prezzo di enorme favore a Carlo De Benedetti. La cosa poi, come abbiamo visto, sfumò. E la SME iniziò a produrre utile, ed anche tanti. Quanto la cessione sarebbe stata sbagliata e quando era dolosa lo si vide chiaramente.

Purtuttavia l'andazzo non aveva a che finire. E quando l'Alfa assunse livelli di perdite preoccupanti (dopo un 1983 che aveva invece fatto ben sperare) quale altra migliore occasione per l'IRI di Prodi di svendere anche questa, tanto per dare fumo in pasta a certuna opinione pubblica? Sicchè venne intavolata la trattativa.

Premettiamo una cosa: con un polso fermo l'Alfa sotto l'IRI, che aveva comunque valentissimi dirigenti che avrebbero soddisfatto la bisogna, avrebbe potuto essere rimessa in carreggiata.

Non vi era, da parte dell'IRI e della politica in genere, l'interesse a farlo. Anche perchè le spinte che arrivavano, a mezzo di Mediobanca, da parte dell'imprenditoria privata abituata, in questo paese, a lavorare in clima di "tranquillità", erano quelle di mettere, a prezzo di realizzo, le mani sopra al patrimonio pubblico quando era interessante.

L'offerta della Ford, che è stata propugnata come "meno interessante", era in realtà meno interessante solamente se vita con del gran populismo.

La Ford voleva entrare passo passo in azienda, non voleva subito tutta la proprietà.

La Fiat venne fuori con tante promesse (poi disattese) ma prendeva tutto e subito.

A Prodi non parve vero: accettando l'offerta della Ford difatti si sarebbe visto come l'Alfa, con un po' di impegno e levando di torno tanta rumenta soprattutto quella politicizzata, che gli americani non avrebbero sicuramente tenuto, sarebbe stata risanata, avendo ancora l'IRI come azionista. Poteva anche accadere che prima di uscire definitivamente dalla proprietà, l'IRI avrebbe potuto avere un'Alfa in attivo. A quel punto come giustificare la scelta di vendere? Sarebbe stata chiara la non volontà o incapacità di raddrizzare la baracca. La SME infatti era in attivo e già Prodi si era attirato molti sospetti.

Meglio era invece la Fiat che, a un tozzo di pane, però si prendeva tutta la patata bollente, con dilazione di pagamento molto ma molto comoda, ma che all'immediato (i politici guardano all'immediato, mica hanno l'intelligenza di guardare al futuro!) dava due risultati:

1. si potevano dare fanfare e grancasse di contorno alla notizia che lo stato si era tolto una palla al piede

2. se l'Alfa tornava in attivo, tanto oramai l'IRI non c'entrava +. E si faceva a Fiat il favore che avrebbe comunque saputo rendere alla classe politica, come sempre. In questo caso Craxi non si occupò della faccenda ma anzi diede l'OK, salvo poi pentirsene amaramente in futuro.

Quando si vide che l'erario aveva non solo perso il valore dell'Alfa, ma anche mancava il gettito relativo agli utili Lancia, che furbescamente andavano a compensare le perdite Alfa, quindi..........

Ecco i motivi per cui l'IRI ha venduto. L'IRI poteva non vendere e risanare in maniera veramente significativa, pulendo ove c'era da pulire - cosa che la Fiat ha fatto in quanto non era tenuta in scacco da sindacati e politici, laddove l'IRI lo era, e facendolo anche troppo........

Oppure l'IRI poteva via via perdere la proprietà di Alfa in favore di Ford.

Ma non si sarebbe ottenuto il risultato di immagine voluto (eravamo alla prima era delle privatizzazioni, quel periodo in cui stato=mer.da che poi ha avuto tanto seguito e che secondo me stiamo pagando già ora) ma soprattutto vi era il rischio che poi la società producesse utili. Ed allora perchè uscirne dall'Alfa?

Sicuramente se la Fiat non fosse arrivata con l'offerta, fatta per non avere concorrenza e non certo per risvolti patriottici, l'Alfa sarebbe andata alla Ford e forse, dico forse, lo Stato avrebbe mantenuto ancora per un po' una partecipazione interessante e remunerativa in Alfa Romeo.

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Forse sbaglio o forse ho ragione, ma credo che attualmente la politica che sta adottanto Fiat non è affatto male, o meglio è la migliore per la sua condizione..... i soldi sono quelli che sono, non ci si può permettere di investire su prodotti a dubbia remunerabilità, così come non si può cambiare di botto la rete di vendita.... e noi tutti sappiamo che sono questi i punti focali su cui si deve concentrare Fiat.........

La vendita di Alfa a Ferrari secondo me sarà solo una cosa fittizia, cioè un passaggio in un altra locazione del menagment, ma per quanto riguarda la produzione-vedita tutto rimarra uguale, d'altra parte questo permetterà a Fiat di snellire la sua amministrazione che si è dimostrata incapace di gestire 3 marchi......

Il problema della put rimane sempre quello, senza Put Fiat perde di valore agli occhi del mercato e questo può portare a un crollo in borsa e a una sfiducia degli investitori........

Bisogna guidare straniero per capire il "PIACERE DI GUIDA ITALIANO"

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Interrompo l'interessante discussione solo per specificare due cose per la quali sono stato chiamato in causa:

E riguardo a quelli che dicono per BMW o MB vale la pena per Alfa no, si facessero un giro di pista con 1 e 147, si facessero la Cisa con sportcoupè e 147.

Il prezzo (sopratutto di una premium) mica è determinato solo dalle cromature delle maniglie, la sportività dove la mettiamo :?: la tenuta :?: la stabilità :?: :

Confrontare la Sportcoupè con la 147 sul puro piano delle prestazioni pistaiole è un non-sense...in quanto MB è sempre stata molto più votata al confort.......

è proprio questo il punto tra le 4 c premium (BMW 1, A3, 147 e sportcoupè) non mi sta bene che si dica "147 è meno premium delle altre perchè la plastica.......", "Sportcoupè ha gli assemblaggi più perfetti di 147, quindi è superiore ecc. ecc."

Ciascuna di queste vetture è stata progettata con priorità diverse e 147 supera le concorrenti nei campi che ho citato.

Anche io rimpiango (e molto) la TP, ma oggi le Alfa a detta della stampa (perfino di 4r) sono le migliori TA sul mercato, scusate se è poco.

Quanto al paragone con le TP crucche............ :lol:

Appunto...ma sempre TA :cry:

Gordon Murray diceva sempre:

"Una TA potrà eguagliare un TP fino al 99% delle sue possibilità, ma al 100% sarà sempre e solo una TA...."

E se lo dice lui... :roll:

Gordon Murray ha ragione, come ha ragione quando dice che una MA potra eguagliare una MC al 99%, nonostante le diavolerie elettroniche.

Però lui la MB-McLaren la ha progettata a MA al contrario della MCLaren BMW di oltre 15 anni fa.

Comunque la TP Alfetta/75 è senz'altro superiori a tutte le TA.Ma la TA 156 la preferisco sicuramente alla TP BMW 3, la 166 la giudico più sportiva, divertente e sicura di BMW 5 e MB E.

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