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Serie A 2007 - 2008 : i commenti.


brothersfan

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intanto un macellaio ha spaccato una gamba a figo.

intanto bisognerebbe anche capire di calcio x commentarlo...

...il calcio non avrebbe MAI potuto rompere un perone in quel modo.

Si è rotto cadendo male, si vede lontano un miglio. Fattelo dire da uno che si è fatto praticamente tutte e 2 le gambe dalle ginocchia alle caviglie in ogni modo e posizione!!

In quanto al bimboscemo, proprio non ha pudore...

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

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I più attivi nella discussione

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paura ehhhhhh:mrgreen:

in certi posti di comando, avere un demente che non sa cosa inventare fa sempre paura. ;)

ps. ed in questa cosa ha tortissimo. datemi un motivo valido che sia uno.

"Io non ce l'ho co' te, ma co' quello che te sta vicino e nun te butta de sotto!"

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in certi posti di comando, avere un demente che non sa cosa inventare fa sempre paura. ;)

ps. ed in questa cosa ha tortissimo. datemi un motivo valido che sia uno.

concordo sulla demenzialità ddel "panzarotto" ma in questo caso mi trova d'accordo la sua proposta. Al di là del caso Inter io sono sempre stato d'accordo con chi sosteneva che una squadra di calcio deve avere un minimo di giocatori della nazione d'appartenenza.

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per i tanti che non hanno assistito alla partita di domenica sera, riporto una fedele e obiettiva cronaca dell'evento sportivo:

Nella serata di gala di Torino, si sono affrontati i pluricampioni dell'Inter e i giocatori della neopromossa Juventus, con le squadre che sono tornate ad incontrarsi dopo un anno particolare che ha visto i nerazzurri in Serie A. Sugli spalti, il clima era un poco mesto perché mancava Luciano Moggi, che però mancava soltanto a se stesso, dunque che si fotta. In campo l'atmosfera era ben diversa, con il primo minuto di gara interamente di marca bianconera. Gli uomini di Ranieri erano bravi nel puntare sul fuorigioco sistematico, una tattica che nella precedente stagione aveva permesso loro di portare via punti preziosi da Rimini. Ma alla mezzora Grygera sbagliava, concedendo la fuga vincente di Cruz: da quel momento, la Juventus si scatenava difendendosi a testa bassa, tecnica utile soprattutto per non calpestare eventuali merde di cane sparse sul terreno di gioco. Suazo, Ibrahimovic e Cesar fallivano contropiedi e gol, ma quando il tecnico bianconero si apprestava a varare una tattica tipo armistizio di Villa Giusti, il buon cuore di Roberto Mancini si manifestava attraverso la decisione di voler convincere il mondo che la mossa di Burdisso a Valencia fu geniale. No, mister: non fu geniale, però è bello che abbia voluto fermarsi ad aiutare dei reietti. A quel punto scivolavano in sette della difesa interista, con la palla che rimbalzava ovunque fino ad entrare in gol, per il pareggio. Finiva così, con J. Zanetti e compagni che sceglievano di privarsi di qualcosa di superfluo per offrire a C. Zanetti e compagni un obolo piccolo, ma prezioso.

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in certi posti di comando, avere un demente che non sa cosa inventare fa sempre paura. ;)

ps. ed in questa cosa ha tortissimo. datemi un motivo valido che sia uno.

non so se sia davvero demente o + vicino ad una moggiana interpretazione del comando ;)

Però io sono sostenitore di questo da sempre. Visto che non si può PROIBIRE, e forse anche giustamente, si DEVE OBBLIGARE il contrario.

Rose di non + di 23/24 elementi di cui ALMENO il 50% di nativi della nazione rappresentata, con rappresentanza minima anche di cresciuti nel vivaio.

Chiaro che non lo puoi fare dall'oggi al domani, ma nel giro di 3 anni puoi raggiungere un ottimo compromesso, e nel giro di 5 finalizzare l'obiettivo.

Visto che tra l'altro c'è parecchia gente che si lamenta dell'enorme divario tra "grandi" e "piccoli", in questo modo si riuscirebbe a distribuire meglio le risorse di talento, non solo tra grandi e piccoli ma anche tra le varie nazioni.

Non risolvi certo il divario tra ricchi e poveri, però a mio parere il gap si colma sensibilmente.

A me sinceramente roba tipo Arsenal e Inter (in questo caso potrebbe chiamarsi anche Juve/Topolinia) fa molto pena...

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(John Fitzgerald Kennedy)

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Fonte: www.paoloziliani.it

Ci mancava solo la lettera aperta spedita da Nedved alla Gazzetta dello Sport (mercoledì 7 novembre, pagina 19) per dire: “Non sono violento, ho solo sbagliato un intervento”. Ci mancava solo di leggere:

“Non sono un giocatore violento, non gioco per far male agli avversari (...), si è trattato solo di foga agonistica e di un intervento sbagliato (...), non sono il tipo di giocatore che colpisce l'avversario a gioco fermo o con la volontà di fargli male (...), io so di essere un beniamino di molti sportivi e so anche di essere un esempio per tanti bambini: tengo moltissimo al loro giudizio e mi dispiacerebbe molto se pensassero che sono un giocatore scorretto e violento”. Firmato, Pavel Nedved.

Domanda: avete mai sentito parlare di “Excusatio non petita, accusatio manifesta” (che tradotto dal latino significa: “Scusa non richiesta, accusa manifesta”)? In parole povere: se non hai niente di cui scusarti, non scusarti. In caso contrario, il grande affannarsi a giustificare gesti e comportamenti sortirà l'effetto contrario: e confermerà i sospetti da cui desideri allontanarti.

Se Freud fosse ancora tra noi, tra i tanti casi clinici che tanto lo hanno appassionato – da “L'uomo dei topi” a “L'uomo dei lupi” – troverebbe senz'altro il tempo di occuparsi anche de “L'uomo dei calci”: e cioè dell'interessantissimo caso clinico di Pavel Nedved, calciatore ceco di 35 anni, ex Pallone d'Oro, da anni in forza alla Juventus dopo una lunga militanza alla Lazio. Per chi ancora non lo sapesse: domenica sera, nel secondo tempo di Juventus-Inter, rincorrendo un avversario (Figo) che gli stava scappando palla al piede, Nedved è intervenuto sferrando all'intersita un calcio da dietro che gli ha provocato la frattura del perone. Particolare curioso: è la prima volta – e probabilmente sarà l'ultima – in cui un Pallone d'Oro spacca la gamba a un Pallone d'Oro. Non granchè per campioni che viaggiano spediti verso i 40 anni e verso una pensione dorata.

Quando la notizia della “gamba rotta” di Figo è diventata ufficiale, la polemica sul calcione sferrato da Nedved è divampata e il dibattito si è fatto incandescente. Tra le tante correnti di pensiero, la più gettonata – ed è un classico - è stata quella del “falli così avvengono sempre: ma Nedved non voleva certo rompere la gamba a Figo”. Ebbene, a scanso di equivoci: anche noi lo pensiamo. Siamo sicuri, anzi sicurissimi, che Nedved non volesse spaccare la gamba a Figo. Nedved, infatti, ha esattamente fatto quel che spesso desidera fare: anni fa era buttarsi a terra senza nemmeno essere stato toccato, oggi – in età matura - è rifilare tanti bei calcioni ai suoi avversari, e chi s'è visto s'è visto.

Dice: quante volte abbiamo assistito a interventi peggiori, più cattivi e più violenti, che non hanno determinato, però, conseguenze tanto gravi? È vero: tante volte. Ad esempio, ci viene in mente che all'ultimo secondo della partita Juventus-Genoa (giocata il 21 ottobre, ossia due settimane fa), e nonostante la Juve stesse vincendo 1-0 e la gara fosse ormai conclusa, Nedved è intervenuto in maniera sconsiderata (eufemismo) su Konko, investendolo in corsa, colpendolo alla testa con una violenza inspiegabile e facendolo stramazzare a terra privo di sensi. Al punto che l'arbitro Banti, dopo aver dato il fischio di chiusura, non ha potuto esimersi dal rincorrere Nedved e dal mostrargli il cartellino rosso. Il giudice sportivo, di lì a poco, lo ha squalificato per 2 giornate.

Ora, dando per scontato che Nedved non volesse assolutamente far male al collega del Genoa – così come a Figo - ma volesse solo fare fallo, sia pure a modo suo, sapete qual è la cosa grave? La cosa grave – anzi, vergognosa – è che Nedved, dopo aver colpito alla testa un collega in modo tanto sconsiderato da meritare l'espulsione, e dopo averlo visto crollare a terra come una pera marcia, non lo degni di uno sguardo: e se ne torni sui suoi passi, senza preoccuparsi di lui, indifferente, tranquillo come un papa. Davvero strano per un giocatore che pure, qualche anno fa, per un fatto simile rischiò di lasciarci le penne (Real Madrid-Juvetus 1-0, Champions League, 22 febbraio 2005).

Tornando a bomba. Qualche buontempone, alla Juve, ha avuto la folgorante idea di far scrivere a Pavel una frase come: “Io so di essere un beniamino di molti sportivi e so anche di essere un esempio per tanti bambini” e nelle vita ci sta di tutto, lo sappiamo. Ma la domanda è: in quale film? Se Nedved diventa un esempio per i bambini spaccando gambe agli avversari, rifilando pestoni agli arbitri (Farina, 5 giornate) e passando più tempo in squalifica che giocando, che umanità avremo quando i bambini saranno cresciuti? La verità è che alla Juventus qualcuno dovrebbe cominciare a farsi carico del problema prendendo atto del caso clinico: perché Pavel Nedved, “L'uomo dei calci”, da qualche tempo ha completamente perso il senso della realtà e vive - e gioca - in un mondo tutto suo, un mondo nevrastenico dove a lui, e solo a lui, è permesso fare di tutto: anche pestare i piedi all'arbitro se l'arbitro è così cattivo da sventolarti in faccia il cartellino rosso per le tue intollerabili malefatte!

Insomma: quando Nedved afferma di “essere un esempio per i bambini”, dice una bestialità, punto e a capo. E se alla Juve qualcuno gli vuole bene, dovrebbe cominciare a cercargli un bravo psicanalista. A 35 anni, più che al calciatore è il caso di pensare all'uomo. E se ancora non ve ne foste accorti, oggi l'uomo Pavel Nedved sta male.

"quello che della valle spende in 1 anno di ricerca io lo spendo per disegnare il paraurti della punto." Cit.

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Ziliani è un idiota. Assodato ciò (e non lo scopriamo certo adesso), che bisogno ha di confermarcelo ogni giorno di più??

Chi è più criminale, chi tiranneggia il suo popolo, o chi prima finanzia il tiranno, e poi rimpiazza la dittatura con l'anarchia?

(Niall Ferguson, trad. Rita Baldassarre, Corriere Della Sera 02/01/2007)

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