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M3: Monza experience


m2m

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Eccoci qua, dopo l'agognato evento.

Riassumo ? Davvero piacevole e divertente. Troppo blando ? Fantastico, incommensurabile, spettacolare, ...

H 8:05, dopo una bell'oretta di viaggi passata a schivare code, arrivo al cancello del circuito di Monza; mi viene chiesto il nome, il tipo verifica, "ok, può andare": prima tacca positiva della giornata ! Sono un pò prevenuto, ma la logistica di eventi del genere espone il fianco molte volte a ... inconvenienti spiacevoli.

Indicazioni sul percorso, parcheggio, attesa, alla spicciolata arrivano altri: M3 come se le avessero ritirate dal bar appena fuori come resto, umanità eterogenea.

Registrazioni & man-leva di rito al primo piano del paddock, badge con bollino giallo: 3 gruppi di 10, verde, rosso, giallo. Aula con flat 40 e passa pollici, portatile con adesivo "Guidare_Pilotare" ... uhm, raccolgo informazioni mentalmente.

Presentazione staff, tutti ragazzi mediamente giovani + i fratello di Stohr (il viso non mi era nuovo), capello bianco e marcato accento emiliano. Dopo decenni a Misano si saranno ben integrati ... tutti in nero, abbastanza lucubri da lontano, il sorriso comune cambia la percezione in qualcosa di diverso ... quasi ci anticipassero "fra poco ne vedrete delle belle".

Presentazione programma: giri in pista con M3, giri in "pista handling" (ehm) con Z4M (compreso tornantino bagnato), sessione teorica. I gruppi parteciperanno al programma a rotazione, i rossi rimangono a far teoria per primi, i verdi all'handling, noi gialli alla pista.

Chissà se è una fortuna partire dalla pista e poi in coda a tutto la teoria ? O sarebbe stato meglio ... ? Sto pensando questo quando ridisceso dalle scale attraverso una porticina, entro box allestito con serie di sedie, tavolino snack.

Ma quel che attira l'occhio, all'altro capo del box, oltre la saracinesca alzata ... è una M3 argento, messa di sbieco, con sfondo delle tribune del circuito ... il primo tuffo al cuore della giornata.

Collaudatori che chiacchiarano in gruppetti, noi che cerchiamo di fare un pò amicizia timidamente, qualche battuta, parata di 6-7 M3 nuove fiammanti davanti ai box, ci giriamo in torno come se fosse la prima volta che le vediamo; ci richiamano all'ordine, spiegano modalità di sorpasso etc., iniziano a chiamare.

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1° giro – riscaldamento

Parto lento, saggio accelleratore, supero corsia box, inizio un pò di zig-zagare per riscaldare gomme & soppesare sterzo: molto leggero, troppo mi dico. Collaudatore, riferito alle gomme "alla prima curva le scaldi già, tranquillo".

1a variante tranquilla, 1o giro per riscaldare, curvone tenendo la 3a, prima della variante della roggia una variante con birilli, che fatico a distinguere per la gobba della pista prima della roggia: sx, dx, sx, dx, staccata abbastanza decisa, ma fatico a prendere le distanze visivamente; non ho preso bene il ritmo, al penultimo birillo sono costretto a riprendere l’auto frenando; riprendo, roggia, appoggio senza forzare, riprendo con maggior vigore. Lesmo 1, strettina, lesmo 2, ancora + secca, rettilineo serraglio, inizio a far viaggiar le marce.

Ascari, appoggio abbastanza prudente dx-sx-dx e scarico tutto lo scaricabile.

Nuova variante artificiale prima della parabolica, ‘sti cacchio di birilli si vedono davvero poco (ho perso diottrie ?), staccata abbastanza decisa, l’entrata della variante è praticamente millimetrica mentre l’uscita è decisamente ampia ed accompagnata ad allargare con altrettanti birilli. Schiaccio dopo l’entrata e sento un calcio alla schiena, lascio sull’asfalto un bel sacchettino di kgm ... scarico marce.

Parabolica senza troppo vigore, appena apre inizio a spingere con decisione, 5°, i giri salgono, 7900, 8000, 8100, 6° ... 8200 e sono già alla staccata, pestone decisamente anticipato ... davanti a me un’altra M3 con le quattro frecce che viaggia “piano”. Comunicazione collaudatore via radio, mi lasciano strada dopo la variante.

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2° giro

Apro con maggiore decisione, stridore di gomme, curvone in 4° piena, mi tengo ad 1/3 della carreggiata sulla dx, variante artificiale, la seguo meglio, anticipando l’appoggio prima del birillo centrale, esecuzione migliore.

Poco prima della roggia il collaudatore attiva il power, il cui effetto sulla velocità e ampiezza di apertura delle farfalle è ben percepibile in uscita. Credo che il tasto power cambi anche il setting dello sterzo, che appare decisamente + duro ora; prima era decisamente troppo turistico per i miei gusti ... ma qui sono io il fissato.

Lesmo1&2, scarico tutto, non ho troppa indecisione nei cambi marcia, ma penso che l’uso dello step forse mi ha fatto perdere qualcosa nel coordinamento di cambiata; le marce entrano comunque veloci, non troppo secche, forse il comando dovrebbe essere un pò + corto.

Ascari ... mannaggia, arrivo un pò lungo, appoggio in entrata abbastanza bilanciato ma sono costretto ad allargare a sx e investo un birillo inerme ... qualche bestemmione del collaudatore, mitigato da tono emiliano, e riprendo. Sinapsi: o io non so frenare (ed i commenti del collaudatore sembrano indirizzarmi “gentilmente” verso questa ipotesi) o i freni me li aspettavo meglio. “sai che hai fatto una variante da 60km/h a 90 ... ?” sorry, imparerò.

La variante pre-parabolica continua ad essere un cruccio: arrivando in velocità i birilli che delimitano l’entrata sono praticamente allineati, e non riesco a percepire l’appoggio da dare all’auto se non quando ci sono proprio sotto. Nessun problema, ma la concentrazione richiesta è massima.

Parabolica, rettilineo, scarico tutto, ululato ... che dall’esterno (lo soppeserò poi) è davvero rabbioso, anche se nella tranquilla mattina soleggiata un pò si disperdeva, ma che all’interno non è affatto invadente ... non quanto vorrei, forse.

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3° giro

Staccatona, ma ci ricasco, arrivo troppo forte, non sento il collaudatore che mi dice “tieni il freno” e sono costretto a dare un secondo pestone dopo un iniziale rilascio; in qualche modo con lo sterzo forzo l’infilata in variante, ma sono costretto ad infilarmi un mezzo ai 2 birilli che delimitano la 2° parte della variante.

Qualche commento dal collaudatore che non riporto per pudore, ma avevo in testa tutta un’altra cattiveria nei freni. Oppure ... non conosco la pista, l’auto, la suola delle mie scarpe, ... tutte le scuse sono buone.

Prima della roggia “premi il tasto M sul volante”: il coricamento del corpo auto diviene meno pronunciato, sia in beccheggio che in rollio, l’erogazione diviene + brutale. Però tutto rimane + soft di quel che mi aspettavo.

Sono un pò in apprensione per ‘sta storia dei freni a questo punto, che sia imputabile a me o all’auto, e nelle staccate successive lavoro in maniera + attenta.

Ascari decisamente meglio, esco come una fionda.

La variante artificiale pre-parabolica continua ad impensierirmi, ma riesco sempre ad infilare l’auto nel bugigattolo d’entrata, senza ferire i birilli anche se qualche preoccupazione probabilmente gliel’ho procurata.

Parabolica tengo la 4° e appena vedo che si apre ... via tutte le marce. Guardo fisso i giri, che salgono sino a 8300 ... mi aggrappo al volante per puntare agli 8400 ma ‘sto rettilineo è già finito, il cartello dei 200 mt l’ho già passato ... pestatone + deciso di prima, meglio la 1° variante.

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4° giro

Prendo un pò di dimestichezza in +, sempre con occhio di riguardo ai pestoni pre-staccata, concludo il giro ad 8400 giri, motore ululante ed incazzatissimo sotto il power-dome che luccica davanti agli occhi.

Vado decisamente più fluido quando in uscita dalla parabolica mi svegliano dal torpore della fiaba “ok, adesso giro di raffreddamento” ... come ? Già finito ?

5° giro

Mi sembra di portare in giro la nonna.

In entrata alla parabolica il collaudatore mette le 4 frecce, che purtroppo significa proprio quel che temevo: rientrare ai box.

Un commissario a lato pista ? Schivo un birillo in mezzo alla parabolica, segno che qualcuno è andato peggio di me, lì quantomeno, e rientro ai box.

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The end (della pista in M3)

Scendo un pò nervoso, questa storia dei freni non mi è piaciuta affatto e mi sento un pò ferito nell’orgoglio.

Puzza di pastiglie/diski abbrustoliti, continui tik-tak-tok molto forti dai cerchi che iniziano a dissipare calore.

Ci godiamo i giri di tutti gli altri, che sfrecciano sul rettilineo avvolti da un bel latrato metallico. Chiacchieriamo di freni, SMG, doppia frizione, Marzo ?, “che auto hai ?” ...

“E’ previsto un giro guidato dal collaudatore ?” ... voglio proprio vedere come staccano loro ... “no, mi spiace” ... mannaggia.

Non facciamo in tempo a vederci attorniati da facce nuove (il gruppo che arrivava dall’handling) che ci richiamano per danzare sull’acqua.

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Pista handling (va bè ... tornantino bagnato) con Z4M

Dietro ai paddock hanno allestito una mini-pista, rettilineo, tornantino irrorato artificialmente, esse, tornantino normale.

2 Z4M ci aspettano, una bianca (bellissima) ed una nera.

Di lato, gazibo per breefing teorico, punto di corda ritardato, sovrasterzo, sottosterzo, controsterzo, ...

Arriva il mio turno, posto guida già a posto, entro in pista.

Primi 4 giri senza DSG, ultimo con.

Come predetto da tutti, il passaggio + difficile non è il tornante, al quale tutti ci troviamo +o- concentrati ed attenti: è la esse seguente, in parte per le caratteristiche dell’asfalto ancora + scivoloso del resto del piazzale un pò perchè i continui passaggi hanno spalmato l’acqua degli irrogatori ben oltre il tornantino. Alla fine avremo + problemi con quest’ultima che con il tornante.

Ma ragazzi quant’è divertente ! Rimarrei lì tutto il giorno a giocare con il posteriore (dell’auto, in mancanza ...).

Esperienza comune, su indicazione del collaudatore, al 2° o 3° passaggio, di schiacciata pesante e testacoda secco, alla facciazza delle ns. velleità di piloti professionisti.

Tutti meno uno, che per età, postura e sguardo sembra avere manico ed esperienza diversa, e se ne sbatte bellamente del bagnato e controlla in derapata ad ogni passaggio.

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Sessione teorica (M3)

Snack al volo, compreso di chiacchiere da bar sulla piattaforma circolare di premiazione: ci sembrava di dominare il circuito e forse anche di sentire il fragore del pubblico salendo per scherzo sul podio.

Non so bene come doveva essere la sessione, entrati e seduti davanti al flat-screen di cui sopra è iniziato ... un dibattito.

Nel gruppo 2 persone, oltre al sottoscritto, hanno iniziato uno scambio molto nutrito con chi avrebbe probabilmente voluto chiudere velocemente l’ultima sessione per andare. Che alla fine ha apprezzato gli apporti ed il confronto, nel quale ben poco si è parlato dei contenuti originali.

Uno dei temi è stato i ... freni in carboceramica (pallino di uno dei commensali), ai quali ho fatto eco io sul mono-pistoncino, e l’altro che lamentava troppo giocattolini sul mezzo a discapito di accessori veri per chi se ne intende.

Alla fine, davvero interessante e ricco di spunti, sui quali tornerò; spero solo che qualcuno nel resto del gruppo non si aspettasse una descrizione puntuale delle caratteristiche della M3, perchè il dibattito l’ha completamente affogata.

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Fine sessione

Saluti, baci, questionario.

Alle voci prestazioni ho messo solo un “soddisfatto”, il resto “completamente soddisfatto”: potente e veloce lo è, una veria skeggia, ma forse sono io che inizio ad aspettarmi di +.

I collaudatori della scuola sono stati un buon incrocio tra compagni di merende e pazienti maestri accompagnatori. Un bravo a tutti.

Noi non so come siamo andati, credo bene, ma certo ci siamo divertiti.

P.S. come sono ‘sti freni ? Si è trattato di mancanza di conoscenza della pista e delle distanze di staccata, dell’auto, di tutt’e due ? Sono io che freno male ? Ho cercato la massima concentrazione, pestone a ruote diritte, ... teoricamente da manuale, però ... uhm, argomento da riaffrontare, con un buon corso a questo punto.

PS.1: tornato al volante della mia 335d ho dovuto “staccare” il cavetto che collegava direttamente il cervelletto al piede dx, e non è stato automatico.

PS.2: lo spunto della M3 non è molto diverso da quello del twin-turbo diesel. E’ chiaro che ha qualcosa come 3400 giri in più da urlare. Se però qualcuno con la 335i scende dalla M3 e non cambia auto lo capisco.

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