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Crisi Tirrenia: verso un'Alitalia bis


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Tirrenia, la flotta nata per il rilancio marcisce in porto

Taurus, la nave super veloce

varata nel '98, è dimenticata

I marinai: bella e d'avanguardia,

ma consuma troppo

FERRUCCIO SANSA

GENOVA

La ruggine. Il nemico del traghetto superveloce Taurus, l’orgoglio della flotta Tirrenia, non sono le onde, perché la sua prua affilata non se le ricorda nemmeno più. Al massimo gli arriva l’eco delle mareggiate che si insinua tra i moli del porto di Genova e fa oscillare la nave di qualche centimetro. Il Taurus è fermo da anni. Entrato in servizio nel 1998, dopo appena qualche stagione di gloria è stato abbandonato in un molo defilato. Una nave nuova condannata a essere mangiata dal salino. A Genova nessuno o quasi si ricorda del Taurus, perso tra traghetti in riparazione e ferrivecchi in demolizione. Una delle centinaia di navi ormeggiate nel porto, città nella città, con una superficie pari quasi a quella dell’altra Genova.

Il Taurus doveva diventare il simbolo della Tirrenia moderna che si avviava a nuove sfide e, invece, potrebbe essere il simbolo della crisi della compagnia. E per capire gli errori e le difficoltà della Tirrenia bisogna visitare il Taurus. Ecco l’ingresso pretenzioso che accoglieva i viaggiatori: le scale mobili ferme da anni, la moquette annerita. Entrare non è difficile, «suonare il campanello» c’è scritto, ma chiunque può farsi avanti. All’interno ci si perde nei saloni che per poche stagioni hanno accolto i passeggeri. Ovunque abbandono, puzza di petrolio. Il ponte di comando, che ricorda quello di un aereo, da anni è affacciato sullo stesso orizzonte: il porto. Ogni tanto arriva un tecnico della Tirrenia e si porta via un pezzo. L’equipaggio del Taurus oggi è composto da quattro marinai: passano le giornate aggirandosi per i corridoi vuoti, accendendo i giganteschi motori, provando le luci per un viaggio immobile. Eppure sul sito internet della Tirrenia il Taurus figura tra le unità in servizio: «40 nodi di velocità, 146 metri di lunghezza», ricorda con orgoglio la compagnia. Alle tre gemelle (Aries, Scorpio e Capricorn) è capitata una sorte appena migliore: stanno ormeggiate per dieci mesi l’anno e d’estate vengono riesumate per qualche viaggio.

Non è andata meglio allo Scatto e al Guizzo, i due traghetti veloci varati all’inizio degli anni Novanta: uno è già in disarmo. E pensare che queste navi sono costate alla Tirrenia, e quindi al contribuente, circa cinquecento miliardi di lire. Dovevano servire per dare una boccata d’ossigeno alla Fincantieri in crisi e per lanciare un nuovo modo di navigare. «Gioielli della tecnologia, peccato che si bevessero tonnellate di gasolio per fare poche miglia. Bellissimi, ma totalmente antieconomici...», allargano le braccia i marinai che ci hanno navigato. Insomma, una scelta fallimentare. Chissà che fine faranno i traghetti superveloci. Chissà a che cifra saranno svenduti. Secondo Credit Suisse, l’intera flotta Tirrenia non varrebbe più di 650 milioni. Meno dei debiti della società che ora deve essere privatizzata. Già, dopo l’Alitalia tocca alla compagnia di bandiera del mare (in tutto 90 navi). E le similitudini tra le due vicende non finiscono qui: anche Tirrenia vanta una voragine nei suoi conti con 800 milioni di debiti.

Non basta: per Tirrenia si rischia di assistere a uno spezzatino con le linee in passivo rifilate alle regioni e quelle più redditizie (con le navi più moderne) vendute ai privati. Nonostante le ripetute sollecitazioni dell’Ue, di certezze sulla privatizzazione non ce ne sono molte. A parte l’interessamento dei privati: da Gianluigi Aponte - napoletano, emigrato in Svizzera, che guida uno dei maggiori gruppi armatoriali del mondo - a Vincenzo Onorato della rivale Moby. Ma che cosa ne sarà dei tremila dipendenti (2.400 naviganti e 600 amministrativi)? «Sarà peggio dell’Alitalia», è convinto Roberto Scotti, segretario Filt Cgil settore marittimo. Aggiunge: «Nel trasporto marittimo non sono previsti ammortizzatori sociali. Non solo: i dipendenti della Tirrenia vengono in gran parte dalla Campania, da zone con gravi problemi occupazionali e sociali».

La soluzione? «Forse per garantire l’occupazione bisognerebbe escludere dall’asta gli armatori concorrenti che finirebbero per accorpare e tagliare posti». Ma Scotti pone altri interrogativi: «I privati si prenderanno carico delle linee meno redditizie o dei collegamenti invernali?». Ieri sera sul Genova-Olbia viaggiavano solo 106 passeggeri, sufficienti a coprire meno di un quinto dei 50mila euro di costo della traversata. «Questo - conclude Scotti - è il momento peggiore per vendere. La crisi del settore ha ridotto i prezzi a un decimo di pochi mesi fa, si rischia di svendere, magari facendo un favore a qualcuno». Di sicuro, però, c’è che a timonare Tirrenia verso la privatizzazione sarà Franco Pecorini, l’uomo che forse vanta il record mondiale di permanenza alla guida di una società. Era il 1984 quando salì sul ponte di comando. Da allora non si è mosso, ha resistito a diciotto governi: si diceva che fosse in quota socialista, ma Craxi è passato e Pecorini no. Prodi, pare, si era ripromesso di sostituirlo e non lo fece. Berlusconi, si racconta tra i moli, assicurò un avvicendamento e lo ha riconfermato. Pecorini di certo è stimato in Vaticano: qualcuno racconta dei funerali di papa Wojtyla, con il numero uno della Tirrenia accanto a Bush. E proprio Giovanni Paolo II lo nominò Gentiluomo di Sua Santità.

Un miliardo di fondi pubblici spesi per nulla

La Corte dei Conti: privatizzazione a rischio

FABIO POZZO

TORINO

Con il decreto anticrisi il governo finanzia la privatizzazione della Tirrenia con 65 milioni di euro per ciascuno degli anni 2009, 2010 e 2011. L’operazione, che rientra nel più ampio quadro della liberalizzazione del cabotaggio in Italia imposta dalla Ue, dovrebbe andare in porto nel 2012. Dovrebbe, perché «sulle prospettive del gruppo permane un clima di incertezza che non giova all’esigenza di definire in tempi rapidi» tale processo. Anzi, tutta la vicenda, compreso il passaggio alle Regioni delle quattro compagnie controllate, che coprono i collegamenti con le isole minori, «si trova in una situazione di stallo che non offre prospettive di possibile soluzione in tempi brevi».

A scriverlo è la Corte dei Conti, nella sua relazione sulla gestione finanziaria delle società per gli esercizi dal 2003 al 2007. Un documento che passa ai «raggi X» l’amministrazione dell’eterno Franco Pecorini, l’Ad che dal 1984 e 18 governi guida la compagnia pubblica, tra le più grandi d’Europa, controllata al 100% da Fintecnica. E quindi, dal Tesoro. La conclusione? «L’enorme esposizione debitoria, prevalentemente nei confronti degli istituti di credito, oltre a generare notevoli interessi passivi, dimostra scarsa potenzialità dell’impresa a creare risorse finanziarie per garantire nel tempo l’equilibrio di bilancio». Un equilibrio che probabilmente avrebbe già fatto «splash» se il governo non avesse lanciato la ciambella di salvataggio. «Il risultato d’esercizio non può non essere influenzato dai contributi erogati dallo Stato...» riconoscono i giudici contabili.

Il personale

Alla Corte dei Conti risulta che al 31 dicembre 2003 il totale del personale del gruppo (la capofila Tirrenia, più la non ancora incorporata Adriatica e le quattro controllate regionali) fosse di 3.750 dipendenti. Un esercito che negli anni si è ridotto, sino alle 3.134 unità del 2007, sull’onda degli incentivi all’esodo. E il peso degli stipendi, oneri sociali, Tfr e altri costi relativi è sceso dai 173 milioni del 2003 ai 139,8 del 2007.

Le navi

Erano 42 nel 2003, 36 nel 2004, 26 alla fine del 2007. Undici navi, annota la Corte dei Conti, «hanno un’età che va dai 13 ai 32 anni». Buona parte della flotta, inoltre, è gravata da ipoteca «a favore di banche, a garanzia dei debiti».

I passeggeri

Il gruppo, a fronte della lievitazione delle spese e della riduzione dei contributi dello Stato (-26,34% nel 2007) ha dismesso alcune navi, soprattutto le più vecchie, e ha ridotto l’attività nautica: meno collegamenti, meno viaggi (-5,7% nel 2004, -6,8% nel 2005, -6% nel 2007), meno miglia percorse. «Si è ridotto, così, il numero dei passeggeri trasportati, delle auto a seguito e il traffico di automezzi commerciali».

I compensi del cda

Quelli dei consiglieri d’amministrazione e dei sindaci «sono di importo notevolmente superiore all’importo complessivo stabilito per gli organi della società capogruppo e il loro ammontare si è triplicato nel corso del quinquennio, senza che i documenti di bilancio forniscano alcuna indicazione su tale andamento». Il cumulo dei compensi per i consiglieri d’amministrazione è passato dai 320.287 euro del 2003 ai 973.313 del 2007. Nel frattempo il numero dei dirigenti è passato da 34 a 23.

La corsa alle consulenze

La compagnia, negli anni in esame, ha conferito numerosi incarichi di consulenza, soprattutto nel campo legale. «La spesa media è fra i 600 e i 400 mila euro». Si è ridotta, però, a 139.531 nel 2007.

Gli aiuti di Stato

Al gruppo, dal 2003 al 2007, sono stati erogati contributi in conto esercizio per 1,024 miliardi, che «corrispondono in gran parte al corrispettivo per i servizi svolti in convenzione» (265,5 milioni dal 2004 al 2007), alla remunerazione dei capitali investiti e alla compensazione dei minori introiti derivanti dall’applicazione di tariffe agevolate, ad esempio quelle per i residenti nelle isole.

«Gestione negativa»

La Corte dei Conti dice che «sia sotto il profilo economico e sia patrimoniale»la gestione della Tirrenia Spa «presenta risultati negativi», considerando che «l’utile d’esercizio più cospicuo che si è avuto negli ultimi due esercizi è di 23,135 milioni nel 2006 e di 14,050 nel 2007». I giudici puntano l’indice sugli oneri finanziari che riducono «mediamente del 50% la differenza fra il valore e i costi della produzione». La parte passiva dello stato patrimoniale, infatti, «presenta debiti di 889,606 milioni nel 2006 e di 813,834 nel 2007». Di interessi e commissioni a banche Tirrenia ha versato 32,1 milioni del 2007. Per far fronte a prestiti, è stato ipotecato persino il Palazzo Caravita di Sirignano, la sede generale. La Versailles napoletana dell’Ad Pecorini.

Tirrenia nel caos, Brunetta: è colpa di un cultura tarata ideologicamente

Il ministro sull'inchiesta de La Stampa:

negata ai privati possibilità di crescere

ROMA

Il caso Tirrenia e le difficoltà che la compagnia sta attraversando dimostrano che «purtroppo la cultura italiana del ruolo pubblico in economia è pasticciona, ideologicamente tarata, ideologicamente condizionata. Il risultato è che otteniamo giochi a somma pesantemente negativa com’è successo per Alitalia». Renato Brunetta commenta così l’inchiesta giornalistica de La Stampa.

Il ministro della Funzione Pubblica, intervenendo alla radio alla trasmissione "Brunetta della domenica", sottolinea come quella di Tirrenia sia «una storia che viene da lontano»: «Come per l’industria pubblica, i panettoni pubblici, le auto pubbliche, avevamo i traghetti pubblici, con all’origine la giusta motivazione di assicurare i collegamenti con le isole». In questa situazione però il capitale privato non ha avuto «la possibilità di crescere» di fronte alla «concorrenza sleale del capitale pubblico che si permetteva tariffe più basse, tanto pagava Pantalone». Il risultato è che «abbiamo deficit, cattivi servizi e lo Stato ha abdicato a quello che dovrebbe fare: lo Stato deve fare regole, non deve gestire direttamente, deve indicare gli obiettivi e lasciare che il mercato funzioni».

fonte: lastampa.it

"All truth passes through three stages. First, it is ridiculed, second it is violently opposed, and third, it is accepted as self-evident." (Arthur Schopenhauer)

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Altra robaccia da affondare coi cacciatorpedinieri

Ennesima dimostrazione che l' Italia NON ha manager capaci e di conseguenza NON sa gestire le aziende di trasporti in quanto non c'è nessun prodotto da ingegnerizzare ma solo mezzi da gestire e rendere produttivi :lol:

 

花は桜木人は武士

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Io credo che si finirà anche qui con una bad company affidata alle regioni che effettuerà il collegamento con le isole (ad es. nel Golfo di Napoli) e una good company ceduta ai privati.

Comunque di certo qui si avranno meno margini con i licenziamenti. Penso a tutti i lavoratori partenopei: se venissero licenziati, in una situazione sociale come quella di Napoli, scoppierebbe davvero il caos.

P.S.: a proposito di sprechi di denaro pubblico. Nella città in cui abito, molti sono marittimi (parecchi proprio dipendenti Tirrenia). Nel periodo in cui sono a casa, invece di attendere semplicemente un nuovo imbarco, si recano presso quella malefica invenzione chiamata "Cassa Marittima".

Sottoposti a "visita medica" da medici compiacenti, viene fatto risultare che hanno contratto delle malattie a causa del loro lavoro (anche semplici dolori bastano) e viene loro fatta avere un'indennità di circa 40 € al giorno.

Appena si avvicina il periodo del nuovo imbarco, queste persone comunicano ai medici della cassa marittima di essersi ristabiliti, e questa storia si ripete continuamente.

Cioè, in pratica, si è creato un modo per dare un ulteriore stipendio a queste persone, e i politici locali si garantiscono un proficuo (per loro) bacino elettorale di "clientes".

Che schifo. :?

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Questa storia mi ricorda le famose "Michelangelo e Raffaello" che tristezza, quello che per l'Italia dovrebbe essere un vanto, diventa subito ruggine

Le 5 iniezioni hanno questo scopo:

- pilot: ridurre rumorosità, vibrazioni, stress meccanico generati dalla main - Heritage

- pre-main: ridurre NOx - 5 dadi

- main: principale..... - Tre bocchette tonde

- post-main: ridurre PM10 - Quadrilatero

- last: favorire la rigenerazione del DPF

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W l'ItaGlia :lol:

Oh però siamo grandi...un popolo che tira a fregarsi come pochi altri ma siamo cmq nel G8 :lol: quale altro apese al mondo vanta ciò ?

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OT - 12Cyl ti prego c'è un sito tutto su Mic e Raf, dove si colleziona, tramite immagini e testimonianze, tutto ciò che riguarda i due capolavori navali italiani, è l'unico al mondo, altrimenti la memoria di quelle due navi sarebbe andata persa, se vuoi ti posso inviare dei rif. - Chiudo OT

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[OT]

GTI, mandami il riferimento, così se mio nonno ha del materiale relativo a quegli imbarchi vedrò di postarlo su questo sito.

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