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Crisi economica 2011


TonyH

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I più attivi nella discussione

I più attivi nella discussione

vi segnalo questa ulteriore chicca:

I Cds Grecia segnalano default in cinque anni al 99%. Ma Atene non è Buenos Aires. Ecco perché - Il Sole 24 ORE

i debiti greci (e non solo) sono (o forse è meglio dire sarebbero ) assicurati in caso di insolvenza.

Il debito di Atene è una questione molto complessa, perché discutendo del destino di appena 3,25 miliardi di Cds greci netti e di 70 miliardi di euro lordi, si decide, in realtà, della sorte di tutti i Cds del mondo, una montagna di derivati pari a 2.900 miliardi di dollari.
il punto è che gli assicuratori sono le banche , le quali:

  • decidono se c'è effettivamente insolvenza oppure no(vedi articolo)
  • e che probabilmente in modo più o meno indiretto detengono i titoli a rischio

:disp::disp2::disp::disp2::disp::disp2:

Cita

7:32 : Segni i punti coglionazzo !

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Perdonate il doppio post, ma vorrei che qualcuno mi spiegasse:

1) la storia delle buste paga "leggere" di marzo, perché non ci ho capito una mazza;

2) che è successo oggi in borZa.

Grassie.

"Ah! Rotto solo semiasse, IO KULO ANKORA!" (cit.)

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Intanto i depositi bancari in Italia sono scesi di quasi il 9%...:roll::pen:

però i miei BTP volano, VOLANOOOOOOOOOOO :pippa: :pippa:

non c'entra un cazzo, ma sono esaltato lo stesso

Alfa Romeo Giulietta, 1.4 TBI Multiair 170 CV Exclusive (2013)

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però i miei BTP volano, VOLANOOOOOOOOOOO :pippa: :pippa:

non c'entra un cazzo, ma sono esaltato lo stesso

vendili

[sIGPIC][/sIGPIC]

Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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Perché si ricomincerà a ballare la rumba a breve?:roll:

Perché sono attualmente in forte guadagno, quindi non farei l'avido e me lo porterei a casa ;)

La massima di owluca è sempre valida...

[sIGPIC][/sIGPIC]

Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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Finalmente qualcuno se ne accorge....:pen:

Ettore Livini per "la Repubblica"

British GasBritish Gas

L´Italia delle lungaggini burocratiche e dei veti politici colpisce ancora. La British Gas ha rinunciato alla costruzione del rigassificatore a Brindisi, un progetto su cui aveva già investito 250 milioni, destinato a regime a creare un migliaio di posti nell´area. La richiesta per avviare i lavori sull´impianto (a regime avrebbe dovuto garantire il 10% del gas necessario al nostro Paese) era stata presentata al governo italiano nel novembre 2001.

Nichi VendolaNichi Vendola

La pratica ha iniziato poi a rimbalzare come una pallina del flipper tra ministeri, commissioni e tribunali, insabbiata dalle decine di ricorsi degli enti locali, dalle richieste a volte un po´ astruse degli "organismi competenti" e dalle lungaggini della giustizia civile tricolore.

IL GEMELLO GALLESE

Dopo più di un decennio d´attesa, gli inglesi, esasperati, hanno alzato bandiera bianca. «A tutto c´è un limite», ha commentato secco Luca Manzella, ad di British Gas Italia. E così la multinazionale ha messo una pietra sui soldi spesi, ha avviato la procedura di mobilità per i venti dipendenti già assunti e ha dato l´addio al sogno pugliese.

Meglio trasferirsi altrove.

PASSERAPASSERA

La società inglese, del resto, aveva chiesto nel 2001 di poter costruire in Galles un impianto identico a quello previsto nel nostro Paese, ubicato per di più in un´area ad alto interesse naturalistico. Morale: quel rigassificatore è stato approvato nel 2006 e oggi è già pienamente operativo... «Andrò a fondo per capire le ragioni dello stop italiano», ha promesso ieri il ministro allo Sviluppo Economico Corrado Passera a frittata fatta. I ritardi - ha spiegato il governatore della Puglia Nichi Vendola - sono dovuti «alla pretesa di British Gas di eludere le procedure di valutazione ambientale e di imporre un sito inidoneo».

MaerskMaersk

L´HANDICAP TRICOLORE

Il caso del gruppo di Londra non è isolato. Il colosso del trasporto marittimo Maersk ha abbandonato qualche mese fa il porto di Gioia Tauro - dove garantiva il 25% del traffico - dirottando le sue navi (e i suoi soldi) su Malta e Spagna. Il motivo? Le croniche inefficienze e i ritardi nell´ammodernamento delle infrastrutture e dei collegamenti del porto tricolore.

L´Ikea - dopo sei anni di lungaggini burocratiche - aveva deciso di cancellare l´apertura di un nuovo centro in Toscana («in Cina per la stessa pratica ci vogliono solo otto mesi», aveva sottolineato presino il presidente della Ue Manuel Barroso). Poi l´intervento in zona Cesarini del Governatore della regione Enrico Rossi ha resuscitato il progetto che vale 70 milioni e 350 posti di lavoro.

Il porto di Gioia TauroIl porto di Gioia Tauro

POCHI SOLDI DALL´ESTERO

Non si tratta di casi isolati. Il Nimby Forum ha calcolato che - Tav a parte - sono ben 311 in Italia i progetti di impianti contestati nel nostro Paese. E a mettere i bastoni tra le ruote agli investimenti, più che i cittadini, sono i soggetti politici locali. Il risultato è il drammatico crollo degli investimenti esteri in Italia.

Nel 2011 sono calati del 53% (contro un -5% a livello europeo) mentre il valore totale degli impianti di aziende straniere nella penisola è di 337 miliardi, la metà (in confronto al pil) rispetto a quelli di Spagna e Germania. Un dato che accoppiato alla paralisi degli investimenti pubblici - nel 2012 saranno 35,2 miliardi, sette in meno dell´anno precedente - spiega da solo le performance asfittiche (a dir poco) del Pil tricolore. Nella classifica "Doing business" stilata ogni anno dalla Banca Mondiale - un indice che misura la facilità nell´avviare un´impresa - il nostro paese è sceso nel 2012 dall´83esimo all´87esimo, dietro l´Albania, lo Zambia e la Mongolia.

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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