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L'odissea dei marò in India


Guest EC2277

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....cut...

P.S. Il commento era d'obbligo per ovvi motivi, ma è bene non proseguire oltre sull'argomento poiché viola il regolamento.

Signori,calma.:asp::asp:

Capisco il momento,ma se proprio dobbiamo discuterne,cerchiamo di farlo nella maniera opportuna.

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stanno facendo passare i due marò come santi dimenticando che hanno ammazzato dei civili, ed il governo indiano come un boia sanguinario... ma sto nazionalismo spicciolo dove lo appendete tutti quanti? la disinformazione e l'ignoranza regnano sovrane!

sorvolando sul fatto che una studentessa di scienze politiche non sa manco cos'è il concetto di giurisdizione (come un'altra studentessa di scienze politiche neo parlamentare non sa cos'è la fiducia parlamentare), questo commento dimostra che come dice giustamente ec2277 è la testa della gente che va cambiata, non i governanti

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Due paroline anche sul capitano (minuscolo pure lui) e l'armatore, che pare siano loro i responsabili dell'entrata in porto della nave con tutte le conseguenze.

Una cosa che bisogna ricordare, e non so se possa essere considerata attenuante (per me no) è che la nave è stata spinta ad interrompere il proprio viaggio e ad attraccare in India con l'inganno. Giusto per dire.

Alfiat Bravetta senza pomello con 170 cavalli asmatici che vanno a broda; pack "Terrone Protervo" (by Cosimo) contro lo sguardo da triglia. Questa è la "culona".

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sorvolando sul fatto che una studentessa di scienze politiche non sa manco cos'è il concetto di giurisdizione (come un'altra studentessa di scienze politiche neo parlamentare non sa cos'è la fiducia parlamentare), questo commento dimostra che come dice giustamente ec2277 è la testa della gente che va cambiata, non i governanti

io non sarei però così drastico nel trarre conclusioni.

Mi spiego:

Premessa -Ho parlato poco di questa faccenda perchè non la conosco a fondo e, quando ho cercato di capirci qualcosa, ho più che altro trovato opinioni anzichè informazioni, quindi me ne sono un po' disinteressato. In più sono abbastanza equidistante dalle istanze pacifiste tout court (per inciso le bandiere peace lasciate marcire sui balconi mi ispirano compassionevole istinto perculatorio) come dalle prese di posizione di tanti conoscenti che mi ammorbano le pagine di faccialibro di cuccioli di cane o gatto e di attestati di fratellanza per i marò. Per la cronaca, temo che il 70% di quest'ultimi non sappia cosa sia un marò.

Detto questo, come non capisco e son solidale con chi spera di portarli a casa sani e salvi, ci mancherebbe, così mi ritrovo un po' meno con le opinioni di chi li considera "eroi" tout court senza sapere cosa hanno fatto (per ora mi pare non l'abbia capito nessuno) nè le circostanze in cui è avvenuto il fatto. Di sicuro al momento ci sono solo alcuni indiani sotto qualche metro di terra. E se permettete un pensierino lo rivolgerei volentieri anche a loro e alle loro famiglie.

Non metto bocca sull'intricatissima questione delle giurisdizioni, ma capisco anche i colleghi dei marò e i marò stessi (che al momento mi pare si siano comportati in maniera esemplare, altro che americani piagnucolosi quando vengono processati) che per un lavoro francamente di merda che stan facendo in quel mare credo vorrebbero sentirsi un po' più tutelati dallo stato che servono. Gli indiani sono tendenzialmente un po' popolo di stronzi (si può dire?), quindi unità e fermezza nelle decisioni sarebbero state fondamenteale

La mia paura è che il "santi subito - liberi a casa" ecc.. ecc.. che definire un po' acritico anche se a pelle comprensibile, possa in alcune persone ingenerare un sentimento contrario. Mi viene in mente la tragedia del Cermis, dove tutta l'italia si indignò per il comportamento degli stati uniti, ma qui Formalemente siamo nella stessa situazione. Con alcune differenze sostanziali però:

Nel cermis si sa benissimo cosa successe (cazzoni che per gioco hanno causato una strage) mentre nell'oceano indiano non si sa cosa sia successo di preciso e soprattutto dove

Nel cermis gli stati uniti si schierarono compatti per i propri soldati anche di fronte all'evidenza di una sciagura per futili motivi - qui vedi sopra

Nel cermis la giurisdizione venne rispettata - qui siamo ai limiti del mercato delle vacche

Nel cermis ho assistito a ridiciole dichiarazioni dei top gun americani che mi han fatto cadere le palle - qui mi pare ci siano due ragazzi che tengono un contegno che definire encomiabile è eufemistico

Nel cermis gli usa più che un processo inscenarono una farsa - qui si brancola nel buio

Come vedete la questione per me è molto complessa e si dipana su diversi piani di giudizio: da quello processuale, a quello affettivo, a quello di convenienza politica, a quello filtrato dalla diversa ideologia (si usa ancora?) di chi assiste alla vicenda.

Per cui al momento continuo a starmene alla finestra, considerando come unici punti fermi due marò come persone che fanno un lavoro difficile (che però si è scelto) e che in una situazione molto delicata possono aver sparato, ma non si è nemmeno sicuri di questo, e dei poveracci che per qualche ragione che probabilmente non sapremo mai in questo momento sono sottoterra. Tutto il resto al momento è una nebbia confusa.

P.s.

Scusate la prolissità e le frasi contorte, ma non ho riletto e mi è venuta fame, per cui vado a mangiare :mrgreen:

CI SEDEMMO DALLA PARTE DEL TORTO VISTO CHE TUTTI GLI ALTRI POSTI ERANO OCCUPATI

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Cosimo il commento che ho postato l'ho trovato inopportuno proprio perchè veniva da una sedicente scienziata politica, quindi per forza di cose una persona che dovrebbe essere preparata se non sulla vicenda almeno sul contesto.

Di eroico hanno la tempra con cui stanno affrontando lo smutandamento impostogli dal governo (al posto loro io sarei fuggito all'estero piuttosto di rischiare di farmi impiccare in India), ma nessuno li ha mai santificati, e le famiglie delle vittime (sul comportamento dei pescatori indiani si è parlato poco fa) sono state risarcite con un indennizzo che al netto del cambio valuta li ha resi ricchissimi. Le vittime del Cernis sono state risarcite al 35% dallo Stato Italiano, giusto per ricordare.

Che vadano processati non v'è alcun dubbio, è l'esser stati usati a fini elettorali prima, e lasciati a sè stessi ora, che mi fa infuriare. Da cittadino italiano ora mi sento assolutamente abbandonato a me stesso per questa vicenda.

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Nella tragedia del Cermis , la formalità vennero rispettate. Lo stesso processo , alla fine non fu una farsa ( almeno in primo grado ) , ma fu fatto nei tempi e nei modi previsti.

Qui il problema se vogliamo, è che l'India ha tenuto in caldo la situazione per un anno e passa, istituendo il tribunale in pratica solo ora, dopo la minaccia di non rientro.

Anche perchè in un processo pubblico tutti i lato oscuri ( inganno del Kerala compreso ) usciranno e qui i politici Indiani sanno di aver tutto da perdere .

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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Alfiat Bravetta senza pomello con 170 cavalli asmatici che vanno a broda; pack "Terrone Protervo" (by Cosimo) contro lo sguardo da triglia. Questa è la "culona".

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Io però non riesco ad associare la vicenda a quella del Cermis.

Nel Cermis ci sono stati dei cazzoni che giocavano a fare i Rambo alla roulette russa...però con le tempie altrui, e gli è partita una pallottola vera causando dei morti innocenti.

Io associo molto di più la vicenda Callipari, ove un Soldato USA nell'addempimento dei propri doveri ha sparato alla persona sbagliata.

I due fucilieri, nell'addempimento della loro missione hanno forse (non lo è nemmeno dato a sapere) sparato ad una barca che non doveva essere li (mentre Callipari doveva essere li, ma qualcuno doveva avvertire gli Americani).

Poi ricordiamoci che i Militari Italiani dal Libano in poi (1982) sono sempre stati portati ad esempio come comprotamento nelle missioni di pace, da TUTTI.

"Quando parlate con un abitante del posto toglietivi gli occhiali come fanno gli Italiani" (cit. di un generale -nonmiricordochi- USA in Afganistan)

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se leggete l'ultimo articolo da me riportato vedrete inoltre che ci sono molti elementi che andrebbero presi in considerazione

IN KERALA SCOMPAIONO LE PROVE CHE DISCOLPANO I MARÒ. AFFONDATO IL PESCHERECCIO DELLA DISCORDIA

Gianandrea Gaiani per "Il Sole 24 Ore"

Di rinvio in rinvio il tribunale di primo grado dello stato indiano del Kerala darà forse inizio il 17 luglio al processo a carico dei due fucilieri di marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone accusati della morte di due pescatori indiani imbarcati sul peschereccio Saint Antony avvenuta il 15 febbraio.

Nel frattempo alcuni elementi di prova in grado di dimostrare l'innocenza dei nostri militari scompaiono o vengono compromessi o forse sarebbe meglio dire si "inabissano" come lo stesso peschereccio Saint Antony affondato dopo essere stato posto in disarmo dal suo proprietario Freddy Bosco. La vicenda è stata raccontata dall'inviato del Quotidiano Nazionale Lorenzo Bianchi, uno dei reporter italiani che meglio ha seguito la vicenda realizzando diversi scoop sull'argomento.

Bosco aveva incassato 30 mila euro dall'Italia a titolo di risarcimento dei danni subiti e il 10 maggio aveva ottenuto il dissequestro del peschereccio dal tribunale di Kollam adducendo la motivazione che quella barca era il suo unico mezzo di sostentamento. Alla stampa però dichiarò che dopo quanto era successo il 15 febbraio nessuno avrebbe voluto imbarcarvisi.

Infatti Bosco tolse all'imbarcazione eliche, motori e attrezzature lasciando ormeggiato nel porto di Neendakara il solo scafo in legno peraltro in pessime condizioni. Il Saint Antony era già semiaffondato a inizio giugno e il 23 dello stesso mese venne portato in secco da una squadra di 12 portuali di Kavanad munita di carrucole e di funi e pagata da Bosco 600 euro, come rivela il Quotidiano Nazionale.

Tutti gli elementi di rilievo ai fini processuali rischiano però di risultare compromessi. I residui di polvere da sparo nei fori dei proiettili sono stati "lavati" e la salsedine erode anche i fori provocati dai colpi di armi automatiche lasciando come unici elementi a disposizione i rilievi effettuati dalla polizia del Kerala oggetto di polemiche fin dall'inizio della vicenda.

Vale la pena ricordare che l'autore dell'autopsia sui cadaveri dei due pescatori, il professor Sasikala, confermò il 16 febbraio di aver trovato i resti di proiettili calibro 7,62 non in uso ai militari italiani imbarcati sulla petroliera Enrica Lexie. Il calibro venne poi "corretto" nella perizio balistica attribuendo i morti ad armi da 5,56 millimetri compatibili con i fucili Beretta Sc 70/90 dei fucilieri e contemporaneamente il professor Sasikala non venne più autorizzato a rilasciare dichiarazioni ai media.

Inoltre i rilievi sulle traiettorie dei proiettili che colpirono il Saint Antony mostrarono chiaramente che le raffiche vennero sparate orizzontalmente, quindi da un'imbarcazione alta dal livello del mare circa quanto il Saint Antony (forse una motovedetta dello Sri Lanka), non dall'alto verso il basso come avrebbero dovuto essere se sparati dalle murate di una grande petroliera. Il sospetto che l'affondamento del Saint Antony non sia stato casuale è quindi legittimo soprattutto se si tiene conto che anche le testimonianze di Bosco e del suo equipaggio sono cambiate almeno tre volte dopo il 15 febbraio.

Inoltre, a mettere in dubbio la buona fede delle autorità indiane contribuisce ora un nuovo dettaglio. Una lista di documenti firmata dal "Circle inspector of police" della stazione di polizia costiera di Neendakara accenna all'esistenza di un apparato Gps sul peschereccio colpito del quale nessuno aveva mai parlato prima. Uno strumento che avrebbe potuto chiarire fin da subito la posizione dell'imbarcazione sgomberando il campo dal dubbio fondato che il Saint Antony si trovasse in realtà molto più a sud di quanto dichiarato e non abbia mai incontrato la petroliera Enrica Lexie.

Occorrerà ora vedere quanto peso vorrà dare l'Italia a questi elementi nell'ambito del processo il cui ultimo rinvio, datato 10 luglio, è stato giustificato con la necessità della difesa di disporre della traduzione ufficiale degli atti processuali dall'inglese all'italiano e viceversa. Nella precedente udienza del 18 giugno, il team legale italiano aveva presentato una lista di quattro interpreti tra i quali alcuni preti cattolici, che dovranno assistere i due marò durante l'intero dibattito processuale.

in pratica è probabile che i pescatori indiani siano stati uccisi proprio da alcuni pirati

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