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Ennamo! I PRETI AL GABBIO, E PURE IL CENTRODX E MARGHERITA


alfaomega

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I più attivi nella discussione

Io vorrei ricordare a tutti che, a prescindere da referendum e varie, questa è la Repubblica Italiana, e nel suo territorio vale SOLO la Legge generata dal Governo eletto dagli Italiani.

La legge è uguale per TUTTI, non sta scritto per riempire un buco nei tribunali.

Secondo la Legge della Repubblica Italiana, ogni cittadino è libero di avere opinioni, idee e anche convinzioni religiose come più gli aggradano, e le può liberamente esprimere e sostenere pubblicamente, e può anche cercare di convincere gli altri cittadini in modo civile. Purché le sue idee non si scontrino con ciò che la Legge Italiana dice a chiare lettere.

Se qualcuno -generico- è convinto che la Legge Divina* vale più della Legge Italiana in base a qualsiasi motivo, rifiuta automaticamente la superiorità delle Legge Italiana, e in questo modo compie un gravissimo reato nei confronti della suddetta Repubblica. Mettere in discussione una legge, volendo porne una diversa fornendo come motivazione un dogma è semplicemente ILLEGALE.

Se la Legge Italiana non vi piace e non volete discuterne, potete tranquillamente raggiungere il confine e cercare un posto che meglio si adatti alle vostre idee. Il mondo è grande, il Vaticano purtroppo non abbastanza da contenerli tutti quanti.

Quello che chi crede in un dogma si dovrebbe mettere in testa è che LUI ci crede, IO no.

Io a livello giuridico rispetto solo la legge del Paese in cui vivo, che mi fornisce precisi diritti e doveri. La si può discutere, e difatti elezioni e referendum esistono per questo, ma tutto il resto è aria fritta, o meglio idee personali e che tali devono rimanere.

Alcuni dicono: la Chiesa non esprime opinioni ma pure verità. E io dico: per voi, non certo per me.

La nostra Legge è ottima anche in questo, definisce se stessa come l'unico punto di riferimento civile, si lascia plasmare ma mai sopravanzare da altre leggi.

Se fosse davvero rispettata, non esisterebbero nemmeno discussioni simili.

Venitemi a smentire ora.

There's no replacement for displacement.

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Anche tu ti ecciti palpeggiando pezzi di plastica? Perché stare qui a discutere con chi non ti può capire? Esprimi la tua vera passione passando a questo sito!

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Io dico: siate liberi di scegliere la cosa giusta da fare ascoltando tutte le campane: laiche, agnostiche, religiose.

Sono dei temi altamente delicati che non possono e non devono essere presi con leggerezza o appoggiando l'opinione di una parte politica del paese o di una parte ecclesiastica.

Credo che come non mai i quesiti che vengono sottoposti a giudizio popolare siano scientificamente evanescenti; alla domamda l'embrione è vita, si o no?, nessuno puo' rispondere dimostrando l'esattezza empirica di una delle due risposte possibili.

Personalmente, credo che voterò tre si e un no. Ma sia ben chiaro, lo farò senza la presunzione di dire che questa sia la cosa certamnte giusta.

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Se il consiglio lo do io ,allora ha un valore.

Se lo da la Chiesa,capisci anche tu che per moltissimi assume valore di dogma.

Infatti se credi che la Chiesa rappresenti Cristo e quindi sia la tenutaria della verita' assoluta e' evidente che un suo consiglio assume i toni dell' obbligo.

Ecco che il consiglio diventa costrizione

Quindi secondo te la Chiesa dovrebbe stare zitta?

La religione fa parte della società: la società deve farci i conti, possibilmente evitando di rimandarla nelle catacombe.

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Un problema che sta a monte della relazione fra società e religione è proprio la distinzione fra i concetti di religione e credo.

Voglio dire: le religioni, in se stesse, sono qualcosa di artefatto creato

1. per soddisfare le solite domande tipiche dell'Uomo, dai primordi.

2. per regolare le società in mancanza di una Legge.

Io tenderei a definire il primo punto come "credo" e il secondo come funzione sociale della religione, definibile come "morale". Messi insieme ad arte, si ha una religione completa, un comodo e completo strumento in grado in se stesso di rispondere ai bisogni spirituali di ogni individuo.

[Mi sembra di cercare di vendere un'aspiratutto con questi termini; che bravo che sono, ho inventato lo stampino per le religioni! :)

Ovviamente questa è un'enorme semplificazione, ma prendendola per buona nel suo fondamento, vado avanti.]

Dunque, dato che domande ancestrali e morale sono differenti in ogni individuo, a causa della singolarità di ciascuno, credo sia lecito pensare che oggi, a voler fare i pignoli, esistano circa 6 miliardi di religioni differenti, per rendere piena giustizia a tutti.

Che poi, diversi individui -in varie generazioni- abbiano evoluto e condensato le loro religioni, creando dei gruppi, credo sia naturale.

Certo, si richiedeva ad ognuno dei piccoli adattamenti, ma in questo modo si riusciva a semplificare la vita di società con un unico credo (prima grande forzatura*) e un unica morale (utile e fattibile).

*Io non condivido per niente il fatto che tante persone possano avere lo stesso identico credo, perché mi sembra innaturale. Tutti uguali uguali uguali? Naaah, non ci credo, almeno uno zitto zitto dissente! :)

Ma allora perché funzionava bene? Perché le comunità erano piccole, soprattutto non si confrontavano con l'esterno, e se all'interno qualcuno dissentiva veniva comodamente cacciato a pedate (più tardi, comodamente bruciato sul rogo).

Nell'evoluzione, qualcuno si prese la briga di stendere tutte le giuste regolette morali per la civile convivenza in qualche testo, ovviamente mischiandolo con la funzione "credo" per essere più convincente e coinvolgente.

Nessuno ci credeva al 100%, ma si riusciva ad avere una buona guida generale. La morale faceva le veci della legge, il credo quello di una allora carente conoscenza.

Evolvi che ti evolvi, si riusciva a tenere sempre al passo coi tempi la religione. Ma prima o poi, fisiologicamente, doveva iniziare a decadere il tutto.

Urca, arrivano i nemici! Scienza & Civiltà!

Sempre più conoscenze! Accidenti: viene a mancare il credo, la gente ha trovato altre soluzioni, o forse ha capito che su certe questioni è più giusto far da sé e non in gruppo?

Sempre più stabili conformazioni della società, indipendenti dalla religione! Accidenti: c'è la Legge del potere temporale, non serve più quella religiosa, che la gente inizi a seguire la prima e abbandonare la seconda?

Però nel mezzo le istituzioni della religione non possono permettersi di far decadere il tutto: sai che smacco e che ammanchi di comodità?

Oh beh, il resto lo sappiamo. Chiudo qui questa cronistoria da Readers' Digest della storia delle religioni.

Ma quello che intendo dire è: non sarebbe più bello vivere il proprio credo in modo individuale, senza influssi esterni e senza dogmi, pur confrontandoci in pace? Basta fare la cosa più difficile del mondo: smettere di pensare di essere meglio.

Io non penso che chi crede in un Dio o in quel che più gli pare sia uno sciocco che non ha capito, anzi. Una persona è libera di pensare che il mondo sia stato creato da un irraggiungibile essere superiore o dai propri calzini, se questo lo soddisfa.

Io non ho la risposta, mi faccio delle domande fra me e me e sto zitto, sapendo che nemmeno gli altri ce l'hanno.

Però, santo cielo, perché non si più in grado di vivere la propria spiritualità in se stessi, senza dogmi o influssi esterni?

Io sono stato un Cattolico profondamente convinto, fino al momento in cui ho realizzato che le religioni erano delle enormi prese per le chiappe alla mia intelligenza.

Signori! Santa Madre Chiesa? Ma Santa Madre Chiesa non è altro che un gruppo di persone, le quali non valgono né più né meno di me e voi!

Avete una fede? E' la cosa più bella del mondo! Credere in qualcosa, soprattutto quando non ci delude, è bellissimo. Ma a che serve un'istituzione nel mezzo? E' innaturale!

Cerchiamo di evolvere un poco questo benedetto concetto di fede: la fede non conosce Chiese! Non conosce dogmi, non conosce nemmeno opinioni comuni!

Conosce al massimo ciò che c'è dentro di noi, ciò che pensiamo, ciò che sentiamo. Se c'è un Dio, quello è al massimo in ognuno di noi, in attesa di ulteriori chiarificazioni, che arriveranno dopo. Forse.

Che discorso assurdo che ho fatto, eh? Per lo meno, spero nel mio piccolo di essere riuscito a sviscerare un poco la discussione e il vostro pensiero dall'ottuso scontro religione o non religione.

Con la massima umiltà, ovviamente.

There's no replacement for displacement.

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Quindi secondo te la Chiesa dovrebbe stare zitta?

La religione fa parte della società: la società deve farci i conti, possibilmente evitando di rimandarla nelle catacombe.

non lo so cosa dovrebbe fare la Chiesa...

so solo che mi infastidisce quando un qualsiasi movimento religioso diventa movimento politico perche' ,se su un qualsiasi argomento io mi trovassi ad avere un' idea diversa non potrei confrontarmi ad armi pari .

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La Repubblica Italiana e' uno stato laico non religioso. Qualsiasi organizzazione, Chiesa Cattolica compresa, ha al suo interno diritti e doveri, regolamentati dalla legge. Se qualsiasi organizzazione, Chiesa Cattolica compresa, viola la legge, puo' essere perseguita. Questo vale in Italia come negli altri paesi, ovviamente. Ritengo piu' grave che esponenti politici violino questa legge, come devalorizzazione delle leggi stesse.

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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LEGGE ELETTORALE - Art. 98 [ T.U. delle leggi elettorali; Titolo VII ]: Il pubblico ufficiale,l'incaricato di un pubblico servizio, l'esercente di un servizio di pubblica necessità, il ministro di qualsiasi culto, chiunque investito di un pubblico potere o funzione civile o militare, abusando delle proprie attribuzioni e nell'esercizio di esse, si adopera a costringere gli elettori a firmare una dichiarazione di presentazione di candidati od a vincolare i suffragi degli elettori a favore od in pregiudizio di determinate liste o di determinati candidati o ad indurli all'astensione, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da lire 600.000 a lire 4.000.000.

e ancora....

ART. 51. della legge 352/1970

LE DISPOSIZIONI PENALI, CONTENUTE NEL TITOLO VII DEL TESTO UNICO DELLE LEGGI PER LA ELEZIONE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI, SI APPLICANO ANCHE CON RIFERIMENTO ALLE DISPOSIZIONI DELLA PRESENTE LEGGE. LE SANZIONI PREVISTE DAGLI ARTICOLI 96, 97 E 98 DEL SUDDETTO TESTO UNICO SI APPLICANO ANCHE QUANDO I FATTI NEGLI ARTICOLI STESSI CONTEMPLATI RIGUARDINO LE FIRME PER RICHIESTA DI REFERENDUM O PER PROPOSTE DI LEGGI, O VOTI O ASTENSIONI DI VOTO RELATIVAMENTE AI REFERENDUM DISCIPLINATI NEI TITOLI I, II E III DELLA PRESENTE LEGGE.

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LEGGE ELETTORALE - Art. 98 [ T.U. delle leggi elettorali; Titolo VII ]: Il pubblico ufficiale,l'incaricato di un pubblico servizio, l'esercente di un servizio di pubblica necessità, il ministro di qualsiasi culto, chiunque investito di un pubblico potere o funzione civile o militare, abusando delle proprie attribuzioni e nell'esercizio di esse, si adopera a costringere gli elettori a firmare una dichiarazione di presentazione di candidati od a vincolare i suffragi degli elettori a favore od in pregiudizio di determinate liste o di determinati candidati o ad indurli all'astensione, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da lire 600.000 a lire 4.000.000.

Non sono un giurista quindi non sono sicuro al 100% di quello che dico, ma a me sembra che la legge non condanni al gabbio chi invita all'astensione. L'articolo in questione parla de "l'incaricato di un pubblico servizio, l'esercente di un servizio di pubblica necessità, il ministro di qualsiasi culto, chiunque investito di un pubblico potere o funzione civile o militare" che agisca "abusando delle proprie attribuzioni e nell'esercizio di esse" per COSTRINGERE gli elettori o VINCOLARLI.

E' certamente il caso del funzionario del comune che dice "se non ti astieni al referendum non ti do la licenza edilizia". Invece non riesco ad immaginare il caso del ministro del culto. Sarebbe il caso di un prete che dice "se non ti astieni al referendum non ti sposo o non battezzo tuo figlio"? Ma in passato la Chiesa è arrivata a scomunicare chi votava per certi partiti e nessuno ha chisto di condannarla. Forse l'abuso c'è nel caso in cui non sia la chiesa come istituzione, ma il prete che per suoi interessi tenta di costringere o vincolare al voto? O forse (più probabile), dato che il voto è segreto, il reato nasce nel momento in cui, la chiesa o chi per lei, non si limita a suggerire un certo comportamente, ma vorrebbe controllare il voto stesso (costringere o vincolare) abusando delle proprie attribuzioni. In altre parole il prete non può rifiutarsi di sposare tizio perché ha votato in un certo modo, dato che, essendo il voto segreto, il prete non può sapere come ha votato tizio...

In sintesi, non credo che la Chiesa o chi inviti all'astensione commetta un reato, poi se qualche giurista si trovasse a leggere queste pagine mi farebbe molto piacere sapere come si configuri l'abuso delle attribuzioni da parte di un ministro del culto e come può un giudice stabilire che un ministro del culto abbia commesso tale abuso.

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