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PAROLE STRANIERE INOPPORTUNE: GLI ITALIANI UNITI CONTRO IL WEEKEND...!

Lo rivela il sondaggio proposto dal sito Internet della Società Dante Alighieri, www.ladante.it. A un passo dalla vetta della classifica si trovano OK e Welfare

080908_sondaggio.jpg Chi l’avrebbe mai detto. Gli italiani protestano contro il weekend! Troppo breve? No, semplicemente troppo poco...italiano. A rivelarlo è il sondaggio proposto dal sito Internet della Società Dante Alighieri, www.ladante.it , che in quasi quattro mesi di permanenza on line ha chiesto ai propri visitatori, di cui circa il 70% italiani, quale fosse a loro parere la parola straniera più inopportuna nell’uso quotidiano della lingua italiana, scritta o parlata. Evidentemente non si riesce proprio ad accettare la sostituzione di un’espressione così lineare come fine settimana con un sinonimo in lingua inglese di certo elegante ma senza dubbio superfluo e, appunto, inopportuno.

Ad un passo dalla vetta (rappresentata comunque da uno scarso 11%, testimonianza del grande equilibrio nelle scelte degli utenti), troviamo OK con il 10%, altro termine “leggero” e poco professionale.

Dal terzo posto in poi iniziano i vocaboli più “impegnativi”: si comincia con Welfare (8%) e si prosegue con Briefing (5%), Mission (4%), Location, Bookshop e Devolution (3%). Viaggiando verso le posizioni più basse si incontrano con il 2% addirittura Computer, Know how, Privacy e Shopping. Non sono mancate, come prevedibile, le segnalazioni per Question time, Meeting, Premier, Election day, Authority, Leadership e Bipartisan. Insomma: è chiaro che gli italiani chiedono più rispetto e più tutela per la propria lingua, soprattutto quando debba essere rimpiazzata da vocaboli stranieri solo per presunta eleganza e non per concreta efficienza, in ambito istituzionale, politico e commerciale ma anche nelle conversazioni e nei discorsi di tutti i giorni, a partire dall’augurio di un buon fine settimana fino al va bene, sono d’accordo. E alla fine poco importa se “Un tranquillo weekend di paura” perda un po’ di fascino o se affermare «domani ci sarà una riunione» sia nella forma forse meno “professionale” di «domani tutti convocati al briefing».

Tra i Paesi con il maggior numero di votanti, Italia esclusa: Argentina, Brasile, Messico, Uruguay, Svizzera, Francia, Grecia e Germania. La graduatoria totale è sempre visibile sul portale della “Dante”, che offre anche l’opportunità di consultare i risultati finali di tutti i sondaggi precedenti.

Il nuovo sondaggio proposto al sito della Società Dante Alighieri è incentrato sulla battaglia in difesa dell’italiano nell’UE e sul dibattito sorto in seguito all’editoriale di Enrico Romagna-Manoja, Direttore del settimanale “Il Mondo”, “Berlusconi rinunci all’italiano in Europa”. I visitatori saranno chiamati a dichiararsi favorevoli o contrari all’esclusione della lingua italiana dall’Unione Europea e all’applicazione di un unico idioma.

SOCIETA' DANTE ALIGHIERI :: IL MONDO IN ITALIANO

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onestamente, non me ne vogliate ma questo sondaggio mi pare una minchiata.

sarà che parlo inglese da mattina a sera, ma non vedo assolutamente nulla di scandaloso ad utilizzare parole che il più delle volte semplificano e velocizzano la conversazione.

molto più scandaloso il fatto che l'italiano lo si sappia parlare e scrivere molto male.

a leggere mail, resoconti, presentazioni, o sentire parlare certi "pezzi grossi" (anche se secondo me il vero problema è la scrittura) mi vengono dei brividi grossi così.

si studi di più l'italiano prima di scandalizzarsi per l'uso di qualche parola straniera qua e là.

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onestamente, non me ne vogliate ma questo sondaggio mi pare una minchiata.

sarà che parlo inglese da mattina a sera, ma non vedo assolutamente nulla di scandaloso ad utilizzare parole che il più delle volte semplificano e velocizzano la conversazione.

molto più scandaloso il fatto che l'italiano lo si sappia parlare e scrivere molto male.

a leggere mail, resoconti, presentazioni, o sentire parlare certi "pezzi grossi" (anche se secondo me il vero problema è la scrittura) mi vengono dei brividi grossi così.

si studi di più l'italiano prima di scandalizzarsi per l'uso di qualche parola straniera qua e là.

Concordo pienamente ;)

Niente di scandaloso a usare qualche parola inglese (magari se pronunciata correttamente è ancora meglio,mi vengono i brividi sentire pronunciare develpment e managment da certi italiani) ma piuttosto impariamo bene l'italiano...e sopratutto non riduciamoci a ridurci alle K (che ormai spopolano anche nei licei classici e lo dico per esperienza) o ancora peggio italianizzare tutto come sento spesso dire:linkato,redirectato,addato,killato o puttanate simili

 

花は桜木人は武士

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...... più rispetto e più tutela per la propria lingua, soprattutto quando debba essere rimpiazzata da vocaboli stranieri solo per presunta eleganza e non per concreta efficienza, in ambito istituzionale, politico e commerciale ma anche nelle conversazioni e nei discorsi di tutti i giorni, a partire dall’augurio di un buon fine settimana fino al va bene, sono d’accordo.

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...Niente di scandaloso a usare qualche parola inglese (magari se pronunciata correttamente è ancora meglio,mi vengono i brividi sentire pronunciare develpment e managment da certi italiani) ma piuttosto impariamo bene l'italiano...e sopratutto non riduciamoci a ridurci alle K (che ormai spopolano anche nei licei classici e lo dico per esperienza) o ancora peggio italianizzare tutto come sento spesso dire: linkato, redirectato, addato, killato...

Io ci metterei anche le parole storpiate italianizzando verbi inglesi come ad esempio "to realize" (rendersi conto), allegramente... tradotto in "realizzare" senza tenere conto del fatto che realizzare in italiano esiste già e vuol dire tutt'altro.

Sono da sempre avverso ad ogni tipo di estremismo o fanatismo, per cui concordo anch'io sul fatto che nulla ci sia di male nell'uso di qualche parola straniera, specie quando NON esiste una parola italiana di pari significato. Mi viene in mente ad esempio il termine "file" che, come tanti altri vocaboli di stampo tecnico/informatico, non possono essere efficacemente tradotti in italiano se non con scomodi e forzosi giri di parole.

Mi disturba invece moltissimo (sarà anche l'età) l'uso gratuito e compiaciuto di parole inglesi del tutto superflue. Ci sono moltitudini di persone che sembrano del tutto incapaci di formulare una frase di media lunghezza senza infilarci una parola inglese. Ecco allora che non si può andare ad una riunione, ma solo ad un meeting, non si può descrivere o installare un dispositivo o uno strumento ma solo un device e così via.

Concordo anche sulla penosità ormai raggiunta in genere dall'italiano ufficialmente parlato (alla radio e in tv) e soprattutto scritto, che a suon di abolizione di forme verbali e di sms-zzazzione si sta gradualmente rudimentalizzando in nome di una "semplificazione" che nasconde, neanche tanto bene, una sempre maggiore ignoranza (intesa in senso letterale). Il che è un vero peccato, perché avremmo una lingua molto articolata, ricca di forme espressive e proprio per questo adatta a meglio fare il suo mestiere, ovvero permettere alle persone di comunicare efficacemente e pienamente tra loro. D'altra parte, come si può pensare che i giovani usino correttamente una lingua (tempi verbali, costruzione corretta di un periodo, uso della punteggiatura...) che NESSUNO insegna loro, a cominciare da tanti sedicenti giornalisti, scrittori, oratori?

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