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Ma cosa succede a Rossi-Ducati??


albe101

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Guest EC2277

anzi, rilancio: io per risparmi farei ulteriori tagli sui vestiti (?) delle signorinde del paddock :lol:

Guarda io avrei una proposta a riguardo:

body_paint_2.jpg:mrgreen::oops:

Modificato da EC2277
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Rossi: "Cerco sempre di dare il massimo"

Nono a 66 millesimi dalla Ducati del compagno di squadra Nicky Hayden, ma a 27”576 dalla prima posizione: rispetto alle prove, Valentino Rossi ha fatto un bel passo in avanti | G. Zamagni, Sachsenring

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SACHSENRING – Nono a 66 millesimi dalla Ducati del compagno di squadra Nicky Hayden, ma a 27”576 dalla prima posizione: rispetto alle prove, Valentino Rossi ha fatto un bel passo in avanti, girando mezzo secondo più veloce che in qualifica, ma è chiaro che non si può essere soddisfatti. E Vale non lo è.

“E’ andata un pochino meglio – è la sua analisi -, grazie a una modifica fatta nel warm up che, finalmente, mi ha fatto sentire un po’ di più la moto. Sono stato un po’ più veloce dopo le qualifiche disastrose ma, naturalmente, partendo dall’ultima fila diventa difficile. Ho visto subito che il gruppetto di Bautista e Hayden era alla mia portata e, anzi, andavo anche qualche decimino più forte di loro, ma, purtroppo, ho avuto un problema al cambio tra la seconda e la terza marcia e questo mi faceva perdere tanto in accelerazione, la moto si impennava, specie in uscita dall’ultima curva. Avevo deciso di attaccare Hayden dopo il rettilineo, ma non ci sono riuscito proprio per questo problema e, alla fine, mi ha anche fregato Bautista. Sono stato a lungo vicino ad Hayden e abbiamo visto che la GP11 (che usa Nicky, nda) e la GP11.1 (la Desmosedici di Valentino, nda) vanno più o meno uguali: non è un buon segno perché pensavamo di essere più competitivi. Adesso decideremo cosa fare per Laguna: se continuare con due GP11.1 o se portare anche una GP11”.

A che cosa è stato dovuto il miglioramento fatto in gara?

“Abbiamo spostato il bilanciamento dei pesi perché facevo fatica a fermarmi: abbiamo appesantito il posteriore. Purtroppo questa moto non la conosciamo e ci mettiamo più tempo del previsto a trovare una messa a punto accettabile. Sabato sera ero assolutamente convinto di usare la GP11 negli Stati Uniti, ma adesso non ne sono più così sicuro”.

Oggi comunque hai lottato: se non altro significa che non ti sei ancora arreso.

“Quando sei in queste condizioni, ti devi porre degli obiettivi realistici. Ho fatto anche dei sorpassi, a tratti mi sono pure divertito: io cerco sempre di dare il massimo, di essere un professionista al 100%”.

Il campionato si fa interessante tra Stoner e Lorenzo: chi vincerà? Per chi fai il tifo?

“Oggi è stata una gara bellissima, mi hanno detto… Mi spiace non esserci anch’io. Lorenzo ha fatto un gran sorpasso: dura dire chi è favorito o chi preferisco”.

Arrivi sempre all’ultimo momento a trovare una discreta messa a punto; i casi sono due: o tu in prova non spingi al massimo, per ovvi motivi, o sbagliate metodo di lavoro.

“Noi dobbiamo provarci. Hayden è sempre più a posto, noi facciamo più confusione, ma il nostro obiettivo non può essere fare sesto. Noi ci dobbiamo provare, anche a costo di fare confusione. Con la GP11 non brillavo, ma ero comunque più vicino ai primi, mentre con questa fatichiamo troppo. E’ possibile che facciamo confusione, ma abbiamo addosso la pressione e dobbiamo provarci”.

L’anno scorso avevi fatto quarto al rientro dopo l’infortunio: cosa ti aspettavi da questo GP?

“Nel 2010 avevo fatto quarto con le stampelle girando in 1’22”, questa volta ho ottenuto il mio peggior risultato stagionale e abbiamo fatto tanta fatica. Ma il risultato finale dipende anche da cosa fanno gli altri: anche ad Assen eravamo messi male, ma poi ho finito quarto”.

Il paragone è sempre con Stoner: perché lui con la Ducati faceva una gran differenza rispetto ai suoi compagni di squadra e non ci riesce con la Honda?

“Stoner con questa moto faceva la differenza e guidava bene, ma non penso che andava forte solo perché era un pazzo o perché rischiava più di me. Ma lui la guidava anche da cinque anni e, soprattutto, a parte il debutto nel 2006 con la Honda di Cecchinello, lui in MotoGP è cresciuto con la Ducati: per lui è stato un po’ più facile adattarsi. Io, al contrario, arrivo dopo tanti anni con una moto completamente differente”.

Cosa deve cambiare da qui in avanti?

“Dobbiamo cercare di replicare le nostre migliori gare, cercare di lottare, in una gara come quella di oggi, con il secondo gruppo, quello di Dovizioso, Spies e Simoncelli. Io ho problemi con l’anteriore e per risolverli ci vuole qualcosa di importante: cosa, però, deve essere la Ducati a dirlo. Certo, una moto totalmente nuova è difficile da fare e io non so nemmeno se un telaio tradizionale sarebbe la soluzione giusta: io faccio il pilota, non l’ingegnere”.

Ricapitoliamo: a Laguna Seca settimana prossima che moto userai?

“Dobbiamo ancora decidere: una soluzione è portare una GP11 e una GP11.1, ma ha dei pro e dei contro. Sicuramente dalla GP11.1 ci aspettavamo di più, ma, ripeto, non so se significa fare un telaio tradizionale o adottare un’altra soluzione”.

Perché non sei riuscito a ripetere quanto fatto con la Yamaha nel 2004?

“Quando io provai la Yamaha per la prima volta in Malesia c’erano 2-3 telai e 3 motori differenti da provare e si poteva scegliere. Ma, soprattutto, la M1 era una moto che andava piano, ma curvava, questa, invece, va forte ma non riesco a guidarla”.

Giovanni Zamagni

17/07/2011

Moto.it

Sai che cosa diceva quel tale? In Italia sotto i Borgia, per trent'anni, hanno avuto assassinii, guerre, terrore e massacri, ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e che cos' hanno prodotto? Gli orologi a cucù.( O.Welles)

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Guest EC2277

[OT] Vedendo i recenti sviluppi del Motomondiale mi è sorta una domanda che non mi da pace: da quando in qua la grammatica della lingua italiana prevede che si usi l'espressione: «Ho fatto quarto (od un qualsiasi altro piazzamento).» in luogo dell'espressione: «Sono arrivato…»? [/OT] :roll:

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Da quando è stato tolto come requisito per i giornalisti la conoscenza dell'italiano :| adesso va anche in voga il "è stato sparato"....

[sIGPIC][/sIGPIC]

Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

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Guest EC2277

Poiché ho sentito dire che Preziosi incolpi la Bridgestone di parte dei problemi della Ducati, mi ero messo alla ricerca di un qualche articolo che convalidasse tale notizia. Non ne ho trovati, ma ho trovato quest'intervista:

Vale: "Fatico a guidare, e non so perché".

Sabato 11 Giugno 2011 18:45 di Alberto Cani

Valentino Rossi è in seria difficoltà sul circuito di Silverstone: vedere il nove volte campione del mondo beccare 3"7 di distacco dalla pole è qualcosa di inconcepibile, a maggior ragione se si considera che il pesarese è stato 'bastonato' anche da quasi tutte le altre Ducati (l'unica dietro a lui è quella di Capirex, soltanto 15°).

Una battuta d'arresto preoccupante, che rompe il trend positivo mostrato negli ultimi Gran Premi, dove Vale era riuscito ad avvicinarsi man mano ai primi. In vista della gara di domani, Rossi non può certo essere ottimista: finora ha provato di tutto, ma i tempi non scendono. La sua GP11 è troppo lenta in ingresso di curva, tanto che anche Karel Abraham - senza nulla togliere al ceco, bravissimo ad ottenere il sesto tempo - gli scappava via.

“Oggi è stato molto difficile, come tutto il weekend finora - ha iniziato la sua analisi il ducatista - già ieri siamo partiti abbastanza lontani, ma considerato l’effetto pista nuova poteva anche starci. Oggi, però, no: speravo meglio, siamo scesi soltanto di un secondo, tutti gli altri invece di quasi 2! Il distacco è molto grande e faccio fatica anche rispetto alle altre Ducati. Fatico a guidare la moto: sono lento in ingresso curva e non riesco a fare le linee che vorrei. Tutte le modifiche provate per migliorare non hanno funzionato. A meno che non ci accorgiamo che stiamo facendo un pezzo di pista in più rispetto agli altri, non vedo come possa cambiare la situazione… Domani? Non so, certo non mi aspetto di riuscire a risolvere la situazione, purtroppo. Anche se dovesse piovere, qui non siamo competitivi sul bagnato, a differenza di quanto accaduto a Jerez. Sarà difficile, in ogni caso”.

Hai analizzato l’assetto delle altre Ducati per capire dove si poteva progredire?

“Sì, come al solito, ma ripeto, abbiamo fatto di tutto: alzato, abbassato, allungato, accorciato, lavorato sulle molle e sul precarico, ma con pochi risultati. Nelle altre piste nonostante qualche problema riuscivo a guidare ed ero più vicino alle Honda e alle Yamaha, qui no. Se a Barcellona ho preso 7 secondi in 45 minuti di gara, qui rischio di prenderli in due giri!”.

È il momento più difficile della tua carriera, questo?

“Della carriera non saprei, del 2011 sicuramente!”.

Analizzando il miglioramento delle altre moto, si vede che le Honda sono scese di 8 decimi dal 2010, le Yamaha di 9. La Ducati, con Hayden, è invece rimasta sui tempi dello scorso anno. È preoccupante?

“Sappiamo che Honda e Yamaha hanno fatto grandi passi avanti, non è una novità, e poi noi effettivamente facciamo sempre fatica a fare reali passi avanti in termini di tempi sul giro”.

Il fatto di aver provato di tutto senza risultato, può trasformarsi ora in un freno psicologico in vista della gara?

“Mah, non direi, non sono preoccupato anche perché nelle altre piste la situazione non è questa, e la Ducati sta lavorando”.

Qual è la caratteristica di questa pista che la Ducati non digerisce?

“In ingresso di curva devo tenere troppo il freno in mano per inserire la moto, è lì che perdo tanto”.

A questo punto qual è la soluzione per domani? Non metti la sveglia e non ti presenti al via?

"No no, ci sarò sicuramente! A questo punto però spero che piova, mettiamola così, e poi speriamo che ad Assen le cose tornino come a Le Mans o Barcellona”.

Tutti si aspettano che Rossi dia come minimo 1”5 a Karel Abraham, qui invece te li ha dati lui. Com’è possibile?

“Eh, Abraham è andato forte, è pur sempre davanti anche ad Hayden. Seguendolo ho notato che in curva entra molto più forte di me. Il perché, però, non lo sappiamo…”.

Oggi sei deluso quanto lo potevi essere a Valencia nel 2006, quando hai perso il titolo?

“No, è una cosa diversa, a Valencia la delusione fu molto più grande… Quest’anno sapevamo di dover soffrire, almeno fino a quando non arriveranno degli aggiornamenti tecnici. Certo, però, non mi aspettavo di soffrire così tanto come qui”.

Fonte: www.gpone.com

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Tutti i torti Preziosi non li ha.Quelle gomme li sono nate per M1 e RCV212....Vedi come chupa,che nel momento che si stava perdendo ha usato la tecnica melandri:mrgreen:,ha rispolverato il telaio 2010 e si è rimesso ad andare...In ducati dal 2009 in poi le gomme non hanno piu funzionato su quella moto.

Non so se ricordate che verso fine stagione 2010 ci fu una mezza polemica su chi dovesse avere la forcella ohlins nuova,che pareva aver risolto il problema all'anteriore a stoner.Tornò si rimise a vincere,ma non smise di cadere,sempre per perdita di aderenza all'anteriore...

Stesso problema che hanno avuto le yamaha yzr 500 gommate michelin (gomma fatta per la nsr),come pure la prima M1,che di quella moto conservava la ciclistica....Problema sparito velocemente nel 2004 e mai piu' verificatosi.

I piloti che le guidarono cadevano tutti per perdita dell'anteriore non riuscivano a capire quando mollava,e chiaramente non fidandosi,aprivano meno....

Ci sta che a rossi stia accadendo la stessa cosa,come pure le altre ducati alla fine,non è che siano moto che impensieriscono hrc o yamaha...

Vedo però sbagliata la decisione di aggiungere confusione a confusione,portando per entrambi i piloti una moto gp 11 e una 11.1 a laguna.

Cazzo li ci vuole uno che si prenda la responsabilità di tutto il team e decida per tutti.VR compreso.

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Guest EC2277

Credo che Valentino intendesse portare una GP11 ed una GP11.1 per sé, in modo da poter fare dei confronti.

In effetti ha molti spunti interessanti.

Gli spunti interessanti dell'articolo che ho pubblicato (http://dicostanzo.motocorse.com) non sono altro che il riassunto di tutti i discorsi fatti negli ultimi 4 anni qui su autopareri, discorsi che sono sempre stati bollati per idiozie e chi li faceva veniva apostrofato con simpatiche espressioni quali: «Secondo me non capisci una sega di moto».

Non so se ricordate che verso fine stagione 2010 ci fu una mezza polemica su chi dovesse avere la forcella ohlins nuova,che pareva aver risolto il problema all'anteriore a stoner.Tornò si rimise a vincere,ma non smise di cadere,sempre per perdita di aderenza all'anteriore...

Mi pare che tale polemica non fosse tra i ducatisti ma tra Rossi e Lorenzo.

Che ce ne siano state due: una in seno alla Ducati ed una in seno alla Yamaha?

P.S. Io continuo a registrare dei silenzi assordanti.

Modificato da EC2277
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Guest EC2277

Riporto la versione integrale dell'intervista a Preziosi già pubblicata, ma in forma ridotta, da un'altro utente in questo intervento.

Intervista a Filippo Preziosi da MotoSprint.

La super gentilissima Simona mi ha inviato per mail la trascrizione dell’intervista all’ Ing. Filippo Preziosi, papà di tutte le Ducati sportive e da competizione dal 1994 e giù di lì ad oggi.

Penso di fare cosa gradita a chi ci legge non dall’Italia ma dall’estero di avere questa testimonianza non trovando in edicola la rivista.

Articolo firmato Enrico Borghi da MotoSprint di questa settimana.

B-Dopo il piano B (cioè la GP11.1) c’è anche un piano C?

P-C’è sempre un piano ulteriore, è la ragione di esistere dei reparti di Ricerca e Sviluppo. Noi non stiamo reagendo allasituazione attuale, ma continuiamo a lavorare per sviluppare questo progetto. Il programma resta inviariato: ci sono cose da fare per la prossima gara, per la seconda parte della stagione e altre per l’anno prossimo.

B-Ti aspettavi una situazione simile?

P-No, sinceramente pensavo che saremmo partiti in maniera più competitiva. Ma le aspettative non hanno relazione con le azioni. Soprattutto quelle che devi fare per il domani. Noi abbiamo dei piani e li stiamo seguendo.

B-Ti aspettavi Valentino così in difficoltà?

P-No, nemmeno questo. Ma Vale è molto determinato e motivato. E noi continuiamo a lavorare.

B-Com’è il morale del gruppo?

P-Per il livello di difficoltà che stiamo affrontando lo spirito di squadra mi sembra eccellente. Ho visto gruppi infilarsi le dita negli occhi di fronte a difficoltà molto inferiori. Mi ha sorpreso anche la capacità di Valentino di resistere ad una condizione di prestazione non adeguata pur non essendo abituato a questa situazione. Noi eravamo più abituati di lui a soffrire: abbiamo passato anni molto difficili, come il 2004, quindi per noi è più facile affrontare questa stagione.

B-C’è chi ha messo in discussione la squadra di Valentino, cioè Jeremy Burgess.

P-Per me lui non è in discussione. E’ il reparto corse che deve fare il grosso del lavoro. spetta a noi trovare la risoluzione dei problemi. Bisogna progettare cose nuove, provarle al Mugello, portarle in pista. Senza un grosso supporto dell’azienda, una squadra non è che possa fare molto.

B-La Desmosedici non porta in temperatura le gomme. Lo si sente dire da tante gare, ma che significa?

P-Le Bridgestone, che forniscono prestazione eccezionali e costanti per tutta la gara, hanno delle caratteristiche particolari, ma solo quando raggiungono la temperatura di corretto funzionamento. Per riuscirci è indeispensabile spingere sulla moto da subito e in maniera fortissima, perchè così si crea l’energia che scalda internamente la gomma e la porta nella condizione di rendere al meglio.

Cioè di fornire le sue grandi prestazioni. Ma se hai qualche problema, che può essere intrinseco nella moto, oppure se le gomme sono di una specifica più dura per la temperatura dell’asfalto, oppure stai facendo dei cambiamenti della moto per cui non c’è affiatamento fra la moto e il pilota (che non sa che reazioni sta per avere) allora si può entrare in un circolo vizioso: il pilota entra guardingo, le gomme non vanno in temperatura e si raffreddano, e allora le prestazioni che offrono sono molto inferiori.

B-Per questo ci sono certi distacchi?

P-Sì. Molto dipende dall’efficacia con cui spingi sulla moto, sulle gomme, in entrata e in uscita di curva. Ma è tutto figlio della confidenza che hai con la moto.

B-Ecco il punto: Valentino non ha ancora quel grado di confidenza. Ma come è possibile, secondo te, dopo tanti mesi?

P-Stiamo cercando di capire come fare per fornirgli una moto che gli dia il massimo del feeling per poter spingere come vuole, come lui sa fare. Questo livello si può ottenere costruendo cose nuove, ma anche lavorando su tutta la moto perchè un problema può essere la coneguenza di un altro.

B-Il concetto Desmosedici, a questo punto, è in discussione?

P-Ogni progetto è in discussione, e io l’ho sempre fatto. Ad esempio, quando abbiamo rinunciato al telaio a traliccio, che era la bandiera della Ducati, per il monoscocca, lo abbiamo fatto senza preconcetti. Faremo la stessa cosa per tutto il resto: non ci sono veti per nessuna soluzione tecnica. Sono la pista e il cronometro che devono dire che scelte fare.

B-Appunto, dati per cambiare ce ne sarebbero.

P-Io non lo so dov’è il problema, altrimenti l’avrei già risolto. Stiamo studiando il progetto per capire cosa cambiare. Siamo qui al Mugello per questo. Noi non molliamo.

B-La struttura precedente a questo monoscocca sembrava più “telaio”. Non potrebbe essere montata sulla GP11.1?

P-Lo dici perchè parti dall’ipotesi che la moto andrebbe meglio, ma non è detto che sia così. Ogni soluzione è in discussione, ma bisogna fare delle cose efficaci. Si può cambiare tutto, ma poi deve funzionare meglio.

B-Il telaio anteriore modificato, provato a Estoril ad inizio maggio, non ha funzionato. Perchè l’anteriore di questa moto è sempre un problema?

P-All’inizio il problema era concentrato abbastanza sulla parte anteriore, e abbiamo fatto un passo a Estoril: Vale ci ha detto che c’era un miglioramento, ma che bisognava continuare a sviluppare cose nuove. Ma intanto il problema è diventato la parte posteriore: infatti riguardo gli scuotimenti e il “pompaggio” in uscita di curva abbiamo fatto un buon passo avanti, grazie alle parti nuove che usiamo da due gare. Ma dopo questa modifica importante, ora il limite è tornato ad essere l’anteriore.

B-E’ una strada lunga.

P-La cosa più difficile adesso consiste nel capire quale soluzione va meglio di un’altra. Su questo Vale ci sta aiutando molto. Dobbiamo selezionare bene le cose su cui concentrare le nostre risorse, ma è proprio questo il difficile: non abbiamo risorse infinite.

B-Valentino cosa chiede di preciso?

P-Lui non è fissato su determinate soluzioni tecniche: vuole una moto che funzioni secondo il suo stile di guida. Per lui è indifferente cosa facciamo per permettergli di avere più feeling in entrata di curva. Ci dice cosa sente sulla moto quando imposta la traiettoria, oppure quando tocca il gas a centro curva, e ci spiega la reazione della moto. Sta a noi capire se il problema va risolto cambiando pezzi o ridisegnandoli, oppure se si tratta di intervenire sulla messa a punto.

B-L’esperienza passata non conta più?

P-conta poco, perchè dobbiamo concentrarci su quello che vuole Valentino. Cioè sul suo commento, in particolare quello delle ultime due gare: questa è la base su cui dobbiamo lavorare. E giusto cercare di seguire i gusti e le indicazioni del pilota più veloce che hai. Quando il pilota cambia, devi voltare pagine e dimenticarti di ciò che hai fatto: rimetti in discussione le scelte e ti adegui ai nuovi gusti e alle nuove necessità. E’ quello che stiamo facendo adesso.

B-E’ vero che Stoner non ha fatto progredire la Desmosedici?

P-Non credo. Lui nel corso degli anni ci ha dato delle indicazioni che ci hanno portato a fare delle modifiche ad una moto che lo ha portato al livello di competitività e di risultati che ognuno può giudicare.

B- Il MOTORE a V di 90 gradi è un limite alla maneggevolezza?

P-Direi che è improbabile. Rispetto alla Honda, che ha una V di 68 gradi, non credo che 22 gradi di angolo incidano così tanto.

B-E’ inimmaginabile costruirgli attorno un telaio tradizionale in alluminio?

P-No, non c’è nessuna preclusione. Però non basta un Deltabox per andare forte. Si va forte anche per altri fattori, cioè per l’omogeneità del progetto. La Suter ha un telaio perimetrale, ma lunedì non è andata forte. E ci sono Case che si sono ritirate dalla MotoGP pur se avevano il telaio perimetrale in alluminio. Bisogna saperlo fare bene, non è che tutto si faccia con la bacchetta magica.

B-La Ducati non potrebbe acquistare tecnologia in questo campo?

P-Bisogna prima capire se serve.

B-Perchè si parla del telaio, e da tempo?

P-Perchè è la domanda più naturale che qualsiasi persona si può porre di fronte ad una moto che con Valentino Rossi non è competitiva e che dal punto di vista estetico ha una grande differenza visiva. Io vedo la Honda che ha il perimetrale in alluminio e la Ducati no, allora viene da pensare male. Ma che il telaio sia la vera causa del problema è tutto da dimostrare. Due anni fa la Yamaha aveva il motore “big bang” e vinceva, mentre Honda e Ducati avevano lo “screamer” e non vincevano; si sono spesi fiumi di inchiostro per dimostrare che il motore giusto era il big bang. Ma quest’anno la Honda ha lo scramer e vince, così come fece la Ducati nel 2007, quindi?

B-Già, la morale qual è?

P-Dall’esterno ci si limita a commentare quello che si vede ma non si analizzano tutti gli altri elementi che compongono l’equilibrio di una moto.

B-Ma il telaio perimetrale potrebbe migliorare la Desmosedici?

P-Allora: diciamo che si può vincere un titolo mondiale con un telaio Deltabox, si può vincerlo con un telaio a traliccio (perchè lo abbiamo fatto noi nel 2007) e si possono vincere delle gare con un telaio scatolato in carbonio (l’abbiamo fatto sempre noi). Quale sia la soluzione migliore è argomento di discussione: io non sono ancorato alle soluzioni tecniche che abbiamo scelto.

B-Ma si potrebbe vedere un motore Ducati a V di 90 gradi in un telaio di alluminio?

P-Si potrebbe anche vedere una distribuzione a valvole pneumatiche, sul nostro motore. Non c’è limite alla provvidenza!.

B-Significa che la Desmosedici resterà sempre così, come è adesso?

P-E’ il contrario: tutto può cambiare, perchè in Ducati non ci sono preconcetti. Facevamo i bicilindrici, poi abbiamo fatto un quattro cilindri; avevamo telai a traliccio, ora abbiamo un monoscocca. In Ducati non scartiamo a priori nessuna soluzione. Il che però non significa che stiamo facendo di tutto: nio facciamo quello che riteniamo efficace, nei tempi che ci interessano.

B-Il motore della Desmosedici può staere in un telaio tradizionale?

P-Certo. Anche la VFR750 aveva un motore a V di 90 gradi dentro un telaio convenzionale in alluminio.

B-Tiriamo delle somme: si può dire che nel ventaglio delle possibilità che stai analizzando c’è anche il telaio tradizionale in alluminio?

P-No

B-Bene, così è chiaro.

P-Però si può dire che questa è una soluzione tecnica “standard” per il mondo delle corse, quindi tutte le soluzioni che noi pensiamo per il futuro si confrontano anche con questa. E non è escluso che un giorno anche la Ducati possa fare una cosa del genere. Il che però non vuol dire che la stiamo facendo adesso… Comunque, se anche la stessimo facendo, non lo direi.

B-E’ stata giusta la scelta di mettere in pista un ibrido in versione 2012?

P-Sì, e anche Valentino è d’accordo. Perchè gara dopo gara abbiamo il confronto con gli altri e le indicazioni di Vale, per la moto che è la base di partenza per il prossimo anno. Se avessimo tenuto questa moto in naftalina fino a Valencia, avremmo avuto meno tempo per migliorarla.

B-Però Valentino ha detto che il materiale attuale non è sufficiente per il prossimo anno.

P-Sono completamente d’accordo. Infatti noi non pensavamo di mettere in pista la moto nuova e poi andare in ferie. Adesso inizia lo sviluppo.

B-Molti ducatisti dicono che la moto non va cambiata, e che è colpa di Valentino se non vince. Perchè non la sa sfruttare.

P-A me paicciono le moto che vincono: la nostra non sta vincendo, quindi va cambiata.

B-Che dire del timore dei ducatisti, di vedere”giapponesizzata” la Ducati?

P-Non scherziamo! La Ducati a quattro cilindri è giapponesizzata? No, perchè è sempre la Ducati fatta da noi, in Italia. Le giapponesi sono fatte in Giappone, saranno sempre diverse. E questo al di là del fatto che qualsiasi soluzione adotti, l’ha già adottata qualcuno prima di te, un’ottantina di anni fa. Nessuno inventa più niente.

B-Non ti fa riflettere che i piloti Ducati, in media, facciano più fatica ad usare la Desmosedici rispetto a come i piloti Honda, mediamente, non facciano con la RCV?

P-Non mi preoccupa il grado di difficoltà della moto, quanto il livello di prestazioni che è in grado di dare. E in questo momento la nostra non è al livello necessario. Se poi una moto vincente è anche facile da sfruttare, tanto meglio.

B-Ma la Ducati facile non lo è mai stata.

P-E’ stata vincente.

B-Però viene sfruttata sempre da un solo pilota…

P-La Honda ha un livello di investimento in MotoGP che è molto più grande del nostro ed è normale che possa produrre una serie di soluzione tecniche tali da soddisfare un ventaglio ampio di piloti. Quando noi abbiamo dato a Stoner una moto per vincere il mondiale, abbiamo fatto anche più del nostro dovere, pur se qualche altro pilota soffriva. Se un domani dovessimo riuscire a fare una moto che permetta a Valentino di vincere il titolo, io mi accontenterò anche se gli altri piloti saranno un po’ più in dificoltà.

B-Ci sono tifosi che mettono in discussione Valentino.

P-Invece la scelta è giusta, perchè lui è il pilota ideale per sviluppare una moto migliore. Potevamo essere competitivi da subito, e non lo siamo stati; però Valentino è un valore aggiunto.

B-E adesso che si fa?

P-Lavoriamo per la gara. Anche se la prestazione in prova è uno degli elementi critici, Vale vuole una moto che gli permetta di fare i 120 km della gara in modo costante e competitivo. Non siamo ancora al livello degli avversari, quindi dobbiamo sforzarci di lavorare di più. Ma dobbiamo anche tenere presente che non è automatico che un gap si possa chiudere in fretta, perchè mentre tu lavori, anche gli altri vanno avanti. E la Honda sta lavorando moltissimo.

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