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Crisi economica 2011


TonyH

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Proprio qui casca l'asino: esiste sempre almeno una soluzione che consente di uscire da una crisi.

Il problema sta nel volerla cercare. Poi può capitare che si trovino delle soluzioni sbagliate, o s'individui la soluzione giusta ma la si intraprende nel modo sbagliato.

Però almeno una soluzione esiste sempre.

L'attuale situazione automobilistica europea è paradigmatica a riguardo: le industrie si stanno scannando per non perdere quote in un mercato in contrazione e lo fanno con ricette diverse. La Volkswagen resta fedele alla sua politica aziendale, che le ha consentito di acquisire una posizione egemone e non sembra intaccata dalla crisi. La FIAT ha acquisito la Chrylser e sta cercando di ristrutturare tutta la sua politica costruttiva. La PSA si è alleata con la Opel. La Renault sta tentando la strada delle vetture elettriche. I Coreani quella della super-garanzia. I giapponesi e la Ford sembrano invece immobili e patiscono più degli altri.

Che ciò voglia dire qualcosa?

Io penso proprio di si.

Non dimenticare che una delle soluzioni che menzioni è la delocalizzazione cui stanno puntando tutti, tedeschi compresi, e che è causa di buona parte della nostra crisi.

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Guest EC2277
Le Case possono fare quello che vogliono, ma se la gente non puo'/non vuole spendere non c'e' strategia che tenga, si fallisce..

fonzino quello intende dire, che certe volte non c'e' modo di passare..

Questo è lapalissiano.

Ma tra il dire: «C'è la crisi percui non esiste alcun futuro.» e l'affermare: «C'è la crisi ma se t'impegni la superi tranquillamente.», esiste anche una terza via: «C'è la crisi? È il caso che mi dia una svegliata e lavori per uscirne. Lo posso fare impegnandomi di più in quello che sto facendo, oppure cambiando completamente la mia attività, ma una cosa è certa: se mi lascio travolgere sono fregato. Se invece sono bravo e fortunato ne esco.»

Almeno io la vedo così.

Non dimenticare che una delle soluzioni che menzioni è la delocalizzazione cui stanno puntando tutti, tedeschi compresi, e che è causa di buona parte della nostra crisi.

Non mi risulta che la Volkswagen, la Renault, la PSA, la FIAT abbiano avviato grandi campagne di delocalizzazione degli impianti al di fuori dell'Europa e la delocalizzazione attuata in altri settori è cominciata ben prima dell'attuale crisi.

Modificato da EC2277
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Non mi risulta che la Volkswagen, la Renault, la PSA, la FIAT abbiano avviato grandi campagne di delocalizzazione degli impianti al di fuori dell'Europa e la delocalizzazione attuata in altri settori è cominciata ben prima dell'attuale crisi.

Se delocalizzi, togli posti di lavoro al tuo Paese, indipendentemente che tu scelga l'Europa o la Cina; la Ypsilon in Polonia e la 500L in Serbia per me sono delocalizzazione, anche se sono il primo a dire che è necessaria per questioni di export e posizionamento.

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Guest EC2277

E la Panda a Pomigliano, la futura piccola Quattroporte a Giurgliasco, i futuri SUV medi a Mirafiori, i 300 neo-assunti dalla VM-Motori?

Prima di parlare di delocalizzazione ed associarla alla crisi, mi assicurerei che tale delocalizzazione esista davvero e che sia legata alla crisi ed entrambe le cose non sono valide per gli esempi che hai citato, poiché decise già prima che scoppiasse questa benedetta crisi.

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E la Panda a Pomigliano, la futura piccola Quattroporte a Giurgliasco, i futuri SUV medi a Mirafiori, i 300 neo-assunti dalla VM-Motori?

Prima di parlare di delocalizzazione ed associarla alla crisi, mi assicurerei che tale delocalizzazione esista davvero e che sia legata alla crisi ed entrambe le cose non sono valide per gli esempi che hai citato, poiché decise già prima che scoppiasse questa benedetta crisi.

La crisi di cui stiamo discutendo non è legata (solo) a Fiat, non mischiamo gli argomenti: non sto dicendo che è colpa di Fiat se c'è crisi, ma che non si può negare che nella delocalizzazione molte aziende hanno trovato la salvezza (vedi il tessile in primis, poi il metalmeccanico, ma anche le società finanziarie che scelgono i paradisi fiscali per pagare meno tasse sui fatturati) e che quindi, in un certo senso, sono scappate dalla crisi o da una crisi probabile, che invece ha travolto chi è rimasto (magari perchè non aveva la possibilità di fare altrettanto). Logico, poi, che chiudendo in Italia, la crisi dalla quale queste aziende sono fuggite, si è acuita, innescando la rabbia di operai lasciati a casa perchè troppo costosi rispetto ai colleghi esteri.

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Guest EC2277
La crisi di cui stiamo discutendo non è legata (solo) a Fiat, non mischiamo gli argomenti: non sto dicendo che è colpa di Fiat se c'è crisi, ma che non si può negare che nella delocalizzazione molte aziende hanno trovato la salvezza (vedi il tessile in primis, poi il metalmeccanico, ma anche le società finanziarie che scelgono i paradisi fiscali per pagare meno tasse sui fatturati) e che quindi, in un certo senso, sono scappate dalla crisi o da una crisi probabile, che invece ha travolto chi è rimasto (magari perchè non aveva la possibilità di fare altrettanto). Logico, poi, che chiudendo in Italia, la crisi dalla quale queste aziende sono fuggite, si è acuita, innescando la rabbia di operai lasciati a casa perchè troppo costosi rispetto ai colleghi esteri.

La delocalizzazione delle aziende tessili, così come quella di moltissime altre aziende è cominciata vent'anni fa. Ergo mi pare un tantinello ardito legarla all'attuale crisi.

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Guest EC2277

Ovviamente è un sistema che è andato in crisi per una serie di motivi diversi: conseguenze del sistema creditizio statunitense, sovrasaturazione del mercato europeo, tenore di vita superiore alle proprie possibilità e deficienze croniche del complesso economico-industriale-amministrativo italiano.

Ma così si torna alla domanda di Tony: come uscirne?

Domanda alla quale ne aggiungo un'altra: quali soluzioni possono essere intraprese dal singolo e quali invece (leggasi riforme) devono essere intraprese dal sistema politico-economico italiano od europeo?

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Ovviamente è un sistema che è andato in crisi per una serie di motivi diversi: conseguenze del sistema creditizio statunitense, sovrasaturazione del mercato europeo, tenore di vita superiore alle proprie possibilità e deficienze croniche del complesso economico-industriale-amministrativo italiano.

Ma così si torna alla domanda di Tony: come uscirne?

Domanda alla quale ne aggiungo un'altra: quali soluzioni possono essere intraprese dal singolo e quali invece (leggasi riforme) devono essere intraprese dal sistema politico-economico italiano od europeo?

Nella mia zona ha fatto molti più disoccupati la delocalizzazione del tessile che l'Homer di turno che non paga il mutuo...

Percui senza preoccuparmi più di tanto di macro economia bisogna pensare a perchè la micro economia si è disfatta?

Competitività bassa? Certamente.

Politiche commerciali europee sbilanciate su altri paesi, complice l'inattività italiana a bruxelles? Altrettanto certamente.

Il fronte è vasto, ovunque si guarda c'è qualcosa non meno grave di quello che c'è dall'altra parte.

Fiat Punto I 55 sx '97

Fiat Punto II restyling 1.2 60cv '04

Toyota Prius V2 '06

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