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Fino all'ultimo bicchiere (storie di uomini e di vino)


Lisse

Messaggi Raccomandati:

Attenzione: io ho precisato Chianti Classico!

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Come sopra..

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I Chianti Classico buoni sono parecchie decine, per me..

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Anzi, Brunello mi trova favorevolissimo (il Nobile un po' meno:roll:), ma poichè si parlava di Morellino (quindi di vino da pochi euro), mi è sembrato più corretto rapportarlo al Chianti Classico.

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Abbiamo proprio gusti diversi: per me un risotto con i funghi chiama un bianco, Borgogna in primis... mentre l'Amarone lo vedrei soprattutto con preparazioni di carne in umido, magari di selvaggina di pelo..

L'umido no quello lasciamolo al nebbiolo per esempio, ma la selvaggina ci sta al 100/100. Essendo di famiglia bresciana, anche uno spiedo con gli uccellini...ma come vedrai ho detto "piatto semplice", e il risotto ai funghi (o all'amarone) è un abbinamento abbastanza classico per via della "legnosità" dei funghi che ben si lega con l'uso delle botti che fa speri (motivo per cui tu probabilmente lo abbineresti ad uno Cardonnay barricato), la grassezza della mantecatura che ben chiama la gradazione sostenuta, e il chiaro richiamo a sentori selvatici che vanno a nozze con l'amarone. Il gioco dolce-dolce-retrogusto_amaro è altrettanto gustoso.

Est modus in rebus, chiedi e ti sarà detto ;)

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??

Quali morellini preferisci tu?

Dei quattro per me il meno buono è Banti.

Sellari Franceschini è il morellino di una volta, potente, si sente il caldo della Maremma ed il mare vicino, chiaro che non è raffinato, insomma è un buttero, non un signore di campagna.

La Capitana ha lo zampino di Sellari Franceschini, un filo più morbido.

Alberese base è una via di mezzo, ingentilito ma non snaturato.

Quindi esistono valide motivazioni per scegliere, pagare, stappare e bere il morellino. Il prezzo in prima linea. Cosa si può metterci dentro? Solo Sangiovese o anche altro?

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mediamente il Chianti è un vino overpriced (mia personalissima opinione). si paga il brand "Toscana/Chianti/belle zone/turisti stranieri".

il Morelllino di Scansano lo conosco poco, onestamente. ne avrò assaggiate un paio di bottiglie si e no. tendo a bere Rossi del Nord Italia o comunque non toscani.

E non fai male magari uscendo dallo short circuit delle mode.

In effetti non c'è regione italiana dove la vite non prosperi e non dia risultati di qualche più o meno elevato valore, dalla valledaosta a pantelleria.

Le mode dal morellino al nero d'avola, dal negramaro al gewurztraminer in realtà influenzano parecchio le masse dei consumatori... influenzabili :)

Ad ogni modo parlando di autoctoni i vini da nebbiolo e Sangiovese mi pare rappresentino al meglio i rispettivi terroir, le tradizioni, e la storia dell'enologia italiana.

Sono i più tipici e ortodossi (oltre a essere i più buoni IMHO) nonché quelli che danno filo da torcere ai galli transalpini.

Tralascio l'amarone per la sua particolare architettura da appassimento.

Mi aspetterei di più da cannonau, aglianico, MPA, negramaro e primitivo/zinfandel e dai siciliani ma forse è solo una riserva mentale mia che quando devo spendere il biglietto arancio ci penso oramai due volte e finisco per andare sul sicuro

Dei bianchi parliamo un'altra volta. E dei rosati anche.

Per finire in...effervescenza da CO2.

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Mi aspetterei di più da cannonau, aglianico, MPA, negramaro e primitivo/zinfandel e dai siciliani ma forse è solo una riserva mentale mia che quando devo spendere il biglietto arancio ci penso oramai due volte e finisco per andare sul sicuro

sul Cannonau è vero che la maggioranza dei produttori ha ancora lavoro da fare. Potrebbero guardare all'Argentina dove dopo decenni alcuni produttori illuminati hanno ormai raggiunto livelli di eccellenza con la stessa uva, oltre che a F e E, ma qua sarebbe più complicato IMO.

Ho organizzato una cieca di Cannonau e varie garnache/granacha di altri lidi, ed il vino sardo ne è uscito nella media, pur essendo uno di quelli che aveva ricevuto grandi elogi dalle varie guide italiche (whatever that means, come per quasi tutte le guide). IMO una buona espressione sia il Nepente di Oliena, a 14-16 euro da buone soddisfazioni, senza volersi aspettare miracoli.

Avevo provato a cercare anche un Tai dei colli berici, ma nisba.

Sull'Aglianico IMO Mastroberardino ha fatto un ottimo lavoro ed esprime bene sia la terra che il vitigno. Fra i vini rossi del sud lo trovo quello più avanzato come filosofia, lavoro e sopratutto risultati.

Modificato da RVC
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Sull'Aglianico IMO Mastroberardino ha fatto un ottimo lavoro ed esprime bene sia la terra che il vitigno. Fra i vini rossi del sud lo trovo quello più avanzato come filosofia, lavoro e sopratutto risultati.

Premettendo che è una tipologia che mi interessa poco e seguo relativamente, per me, parlando di vini da uva Aglianico, si parla di Taurasi e basta.

MASTROBERARDINO è il faro indiscusso della denominazione e quello che ha lunghissima tradizione... circa un lustro fa, un amico in visita presso la loro cantina, riuscì a farsi aprire una delle ultime bottiglie del loro Taurasi '28.. in perfetta forma:shock:; inoltre, il loro Taurasi '68, che ho avuto la fortuna di assaggiare, è uno dei più grandi rossi mai fatti in Italia.

I loro Taurasi base (etichetta nera) e riserva (etichetta bianca) sono spesso una bella bevuta, col preavviso di stapparli dopo almeno 12-15 anni dalla vendemmia..

Fra gli altri produttori, segnalo TECCE, URCIUOLO, DI PRISCO, ANTICO CASTELLO, PERILLO, CONTRADE DI TAURASI, COLLI DI CASTELFRANCI, SALVATORE MOLETTIERI... la situazione, però, è abbastanza intricata.. non c'è uno stile prevalente, anzi, spesso le aziende cambiano stile dopo pochi anni... e tante aziende sono giovani, mancanti della profondità di annate necessarie per capirci qualcosa.

P.S.: se vogliamo andare fuori zona e finire sul Vulture, qualcosa di potabile si trova da ELENA FUCCI, MUSTO CARMELITANO e D'ANGELO, ma di quest'ultimo, dopo la divisione dell'azienda, non capisco più chi-faccia-cosa..:?

Il gatto Apocalisse... per gli amici 'Lisse.

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sul Cannonau è vero che la maggioranza dei produttori ha ancora lavoro da fare. Potrebbero guardare all'Argentina dove dopo decenni alcuni produttori illuminati hanno ormai raggiunto livelli di eccellenza con la stessa uva, oltre che a F e E, ma qua sarebbe più complicato IMO.

Ho organizzato una cieca di Cannonau e varie garnache/granacha di altri lidi, ed il vino sardo ne è uscito nella media, pur essendo uno di quelli che aveva ricevuto grandi elogi dalle varie guide italiche (whatever that means, come per quasi tutte le guide). IMO una buona espressione sia il Nepente di Oliena, a 14-16 euro da buone soddisfazioni, senza volersi aspettare miracoli.

Avevo provato a cercare anche un Tai dei colli berici, ma nisba.

Sull'Aglianico IMO Mastroberardino ha fatto un ottimo lavoro ed esprime bene sia la terra che il vitigno. Fra i vini rossi del sud lo trovo quello più avanzato come filosofia, lavoro e sopratutto risultati.

D'accordo sul Nepente di Oliena, che a me piace parecchio.

Invece non ho mai bevuto un Tai decente, forse non c'è abbastanza caldo e sole per il tipo di uva, ma quelli che ho assaggiato (non pochi qualche anno fa a cantine aperte) erano tutti troppo leggeri e privi di corpo.

R: "Papà cosa è successo alla macchina?"

J: "Ho investito un uomo che attraversava la strada senza guardare"

R: "Ma è molto molto rovinata papà"

J: "Continuava a rialzarsi"

Rat-boy e Janus Valker, da Rat-Man

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Ho organizzato una cieca di Cannonau e varie garnache/granacha di altri lidi, ed il vino sardo ne è uscito nella media, pur essendo uno di quelli che aveva ricevuto grandi elogi dalle varie guide italiche (whatever that means, come per quasi tutte le guide). IMO una buona espressione sia il Nepente di Oliena, a 14-16 euro da buone soddisfazioni, senza volersi aspettare miracoli.

Avevo provato a cercare anche un Tai dei colli berici, ma nisba.

Ritengo che con i Grenache del sud della Francia, spesso da vigne molto vecchie, ci sia ben poco da fare... però una nuova generazione di produttori di Cannonau sta riuscendo a fare bene, secondo me.

Io trovo buoni vini fra i Cannonau di Mamoiada, specialmente dei produttori GIOVANNI MONTISCI e GIUSEPPE SEDILESU... i loro Cannonau base sono buoni e viaggiano ancora attorno alla dozzina di euro, mentre i loro vini di punta ne costano almeno il doppio.

Un'altra zona italica dove sta prendendo piede la vinificazione della Grenache è il sud delle Marche: l'uva è conosciuta localmente come "Bordò" e pare sia un "avanzo" del passaggio dell'armata napoleonica... a seguito di verifiche, si è stabilito sia Grenache.

Iniziò il solito Marco Casolanetti di OASI DEGLI ANGELI, che reperì una vigna centenaria di questa uva Bordò... produce qualche centinaio di bottiglie l'anno di un IGT Marche Rosso chiamato "Kupra"... il vino, che ho assaggiato una decina di volte, è mediamente molto buono, certo che il prezzo (sui 150 euro) non invoglia all'acquisto.

A ruota di Casolanetti, stanno arrivando altri piccoli produttori locali, in primis VALTER MATTONI col suo "Rossobordò"... assaggiato una sola volta, mi è piaciuto poco.. e costa una fucilata (50-60 euro).

Il gatto Apocalisse... per gli amici 'Lisse.

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Premettendo che è una tipologia che mi interessa poco e seguo relativamente, per me, parlando di vini da uva Aglianico, si parla di Taurasi e basta.

MASTROBERARDINO è il faro indiscusso della denominazione e quello che ha lunghissima tradizione... circa un lustro fa, un amico in visita presso la loro cantina, riuscì a farsi aprire una delle ultime bottiglie del loro Taurasi '28.. in perfetta forma:shock:; inoltre, il loro Taurasi '68, che ho avuto la fortuna di assaggiare, è uno dei più grandi rossi mai fatti in Italia.

I loro Taurasi base (etichetta nera) e riserva (etichetta bianca) sono spesso una bella bevuta, col preavviso di stapparli dopo almeno 12-15 anni dalla vendemmia..

Fra gli altri produttori, segnalo TECCE, URCIUOLO, DI PRISCO, ANTICO CASTELLO, PERILLO, CONTRADE DI TAURASI, COLLI DI CASTELFRANCI, SALVATORE MOLETTIERI... la situazione, però, è abbastanza intricata.. non c'è uno stile prevalente, anzi, spesso le aziende cambiano stile dopo pochi anni... e tante aziende sono giovani, mancanti della profondità di annate necessarie per capirci qualcosa.

P.S.: se vogliamo andare fuori zona e finire sul Vulture, qualcosa di potabile si trova da ELENA FUCCI, MUSTO CARMELITANO e D'ANGELO, ma di quest'ultimo, dopo la divisione dell'azienda, non capisco più chi-faccia-cosa..:?

Diceva Goethe (che non è un esterno del Bayern Monaco :)) la vita è troppo breve per bere male.

Aggiungerei per "assaggiarle tutte"...

Quindi Taurasi di MB in beva un '98 un duemila?

per intanto mi sono procurato il suo fda vintage '08 speriamo di non trovare ehm legnosità ;)

Modificato da Zero c.
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Ritengo che con i Grenache del sud della Francia, spesso da vigne molto vecchie, ci sia ben poco da fare... però una nuova generazione di produttori di Cannonau sta riuscendo a fare bene, secondo me.

Io trovo buoni vini fra i Cannonau di Mamoiada, specialmente dei produttori GIOVANNI MONTISCI e GIUSEPPE SEDILESU... i loro Cannonau base sono buoni e viaggiano ancora attorno alla dozzina di euro, mentre i loro vini di punta ne costano almeno il doppio.

Un'altra zona italica dove sta prendendo piede la vinificazione della Grenache è il sud delle Marche: l'uva è conosciuta localmente come "Bordò" e pare sia un "avanzo" del passaggio dell'armata napoleonica... a seguito di verifiche, si è stabilito sia Grenache.

Iniziò il solito Marco Casolanetti di OASI DEGLI ANGELI, che reperì una vigna centenaria di questa uva Bordò... produce qualche centinaio di bottiglie l'anno di un IGT Marche Rosso chiamato "Kupra"... il vino, che ho assaggiato una decina di volte, è mediamente molto buono, certo che il prezzo (sui 150 euro) non invoglia all'acquisto.

A ruota di Casolanetti, stanno arrivando altri piccoli produttori locali, in primis VALTER MATTONI col suo "Rossobordò"... assaggiato una sola volta, mi è piaciuto poco.. e costa una fucilata (50-60 euro).

Il Kupra l'ho assaggiato, ma non ricordo esserne rimasto folgorato. Magari era l'annata, chi lo sa, purtroppo non ho tenuto nota ed ormai sono passati degli anni.

Se non ricordo male era una delle etichette presenti al padiglione vinitaly all'EXPO (a cercare fra le 100/1400/1500 millantate, ci sono una dozzina di etichette valide, anche se quel sistema di servizio a me continua a non convincere troppo ed il controllo di temperatura di alcuni era proprio sballato).

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Il Kupra l'ho assaggiato, ma non ricordo esserne rimasto folgorato. Magari era l'annata, chi lo sa, purtroppo non ho tenuto nota ed ormai sono passati degli anni.

Anni relativamente pochi, la prima annata ufficialmente in commercio è la 2005, l'ultima la 2011...

Io mai messo piede a Vinitaly.

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LAURENT TRIBUT Chablis 1er Cru "Côte de Léchet" '08: colore giallo chiaro, grande acidità, gusci di conchiglie, iodio, limone, rocce, pochissimo legno avvertito, peso medio.

Laurent Tribut è strettamente imparentato con i Dauvissat (quelli "giusti";)), poichè ha sposato la figlia di René nonché sorella di Vincent.. per anni, i suoi vini sono stati realizzati nella cantina dei Dauvissat, mentre solo da poco ne ha una propria.

Azienda piccola, circa cinque ettari totali, dei quali poco più di uno del 1er Cru in questione.. lo stile è lo stesso dei parenti più famosi (anche le etichette..:mrgreen:) e l'affinamento dei vini avviene in botti usatissime (vent'anni o giù di lì).

All'uscita, questa bottiglia costava una ventina di euro... il problema è sempre la reperibilità.

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Il gatto Apocalisse... per gli amici 'Lisse.

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