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AMC Pacer


el Nino

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Conosco già quel forum...me lo sono letto per bene e non solo riguardo alla Pacer. Fanno restauri pazzeschi...certo che serve manualità e una certa quantità di grano, oltre che le conoscenze giuste per portare in Italia auto dall'America.

el Nino

[sIGPIC][/sIGPIC] I sogni a volte si avverano. Tu sei il mio.

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  • 3 settimane fa...

Ragazzi...non avevo mai guidato una Pacer...

Fino ad ora. :oddio::oddio::oddio:

"the" Nino

PS: Mods, lo so che non si possono postare due risposte in fila, ma l'ultimo intervento risale a più di due settimane fa e non è legato a questo messaggio. Chiedo venia.

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Bene ragazzi, parto subito a bomba dicendovi che...ho guidato questa:

23544925.jpg

Un grazie va al proprietario, "sunnybob", una persona davvero in gamba e un vero appassionato di automobili, con cui ho passato un pomeriggio davvero piacevole.

Ma torniamo alla Pacer. E' del 1976, una versione D/L, cioè quella intermedia, motore 4200cc, 120 cv e cambio automatico a tre marce senza overdrive. Pur conoscendo "abbastanza" l'auto, non avevo mai avuto l'occasione di provarne una, visto che in Italia non era nemmeno ufficialmente in vendita. Guidare un'auto di 40 anni fa con un motore ammeregano è stato pazzesco! L'assetto di guida è da vera auto degli anni '70, morbido e confortevole, con lo sterzo piuttosto evanescente e il cambio automatico che fa tutto da solo. Per essere un'auto dell'epoca, ha alcune chicche di tutto rispetto: tralasciando la portiera destra più ampia e il rollbar di sicurezza integrato (negli anni '70), cito i tergicristalli protetti dal cofano per migliorare l'aerodinamica, con un comando in plancia che, dopo l'uso, li riporta nella posizione originale. Presenti pure il servosterzo e l'aria condizionata (optional ma raccomandata vista la superficie vetrata). Stona l'assenza dei vetri a manovella, ma la Pacer aveva una lista di optional simile a quella di una Mercedes e gli acquirenti se li sono dimenticati. D'altronde si poteva scegliere tra vari motori, decine di colori esterni, dettagli in finto legno, vernici bicolore, tetti in vinile, interni in tessuto, pelle, o tessuto/pelle, cambio a 3 o 4 marce con e senza overdrive, a pavimento o al volante, optional per l'interno e per l'esterno, cerchi in lega, ecc...quindi è comprensibile qualche lacuna.

La macchina esula un po' dalla classificazione di "storica", per lo meno perchè non è così facile vederne una in giro, cosa comprovata pure dagli sguardi della gente durante il giro che abbiamo fatto. La cosa cui bisogna abituarsi è la larghezza. Se la lunghezza è più o meno quella di un'Astra, la Pacer è LARGA. LARGHISSIMA. Quanto una Classe S! E infatti ho lasciato al proprietario il compito di parcheggiarla, per evitare danni, visto che non "ci ho fatto l'occhio" nel poco tempo a disposizione e considerando la mia poca esperienza con la logica del cambio automatico: è la classica D-->N-->R-->P però nelle manovre, complice anche qualche mia titubanza, ci vuole pazienza lavorando di freno per sfruttare il trascinamento del convertitore. Insomma, nei telefilm americani la fanno facile...però finalmente anche io ho fatto accendere le retro per un istante prima di mettere in "park", come loro!

La posizione di guida è particolare, visto l'ingombro del motore...in pratica l'acceleratore è quasi quasi in asse con il volante, però l'assenza del pedale della frizione, oltre che la già citata larghezza dell'auto, riproporziona il tutto. Larghezza che manca al posteriore...il divanetto ospita solo due persone, nonostante l'omologazione per 5 persone, però senza particolare agio. Mi spiego meglio, lo spazio è quello di una Punto per quanto riguarda le gambe, manca forse un poco di spazio a livello delle spalle e qualche centimetro nell'altezza dello schienale, vista pure l'assenza degli appoggiatesta posteriori. Interessante lo spazio maggiore per l'ingresso dato dalla porta destra più larga e i sedili totalmente reclinabili, quasi a tavolino, che consentono maggiore libertà all'ingresso e all'uscita. Altra nota dolente, il bagagliaio, ma per questo c'è la station wagon...ovviamente 3 porte come tante giardinette nostrane.

Per ora mi fermo qui, appena avrò tempo posterò qualcos'altro su questa stupenda vettura.

el Nino

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Un'esperienza interessantissima!

Già guidare un'auto americana lo è (l'ho fatto diverse volte e sempre con interesse), guidarne una anni '70 ancor più, farlo su quella che io ritengo il canto del cigno della AMC è il massimo!

Bel colpo el Nino :agree:.

P.S.: Hai qualche foto degli interni?

"ciò che non c'è non si può rompere" (Henry Ford I).

"Non condivido ciò che dici, ma lotterò sempre affinché tu possa continuare a dirlo" (Voltaire).

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CUT - un modello decisamente interessante ed esotico. Credo di averla vista anche ultimamente nel film Splice, con Adrien Brody.

La Pacer ha una storia strana. Era stata pensata per sbaragliare la concorrenza soprattutto a livello di sicurezza e meccanica ed è rimasta..."fregata". All'inizio ha avuto anche vendite in linea con le previsioni, ma poi è calata bruscamente a causa di variazioni di mercato imprevedibili (avvento delle prime compatte giapponesi, impossibilità di vendita su altri mercati data la cubatura dei motori, ecc) e scelte piuttosto antieconomiche, tipiche di una casa automobilistica, la AMC, che non è mai voluta scendere a compromessi sul fronte della soddisfazione dei clienti.

Ad esempio, pur considerando l'enorme bacino d'utenza americano, non si può pensare di vendere un'auto A SCELTA del cliente con il cambio al piantone e a pavimento, con 3 o 4 marce, con o senza overdrive. Solo per questa cosa significa avere OTTO differenti varianti, da abbinare a due motori (poi diventeranno tre), di cui uno in due varianti, a carburatore singolo e doppio corpo. Se aggiungiamo 15 tinte per l'esterno, alcune differenti da un m.y. all'altro (vedi immagini sotto), da abbinare a moquette interne diverse, adesivi e/o finto legno, tetti di vinile in vari colori e tralasciando l'elenco chilometrico di optional e rivestimenti interni (cambiano pure volanti e plancia...), capisci che bastava poco per mettere in crisi un'intera casa automobilistica, che seguiva questa filosofia per TUTTE le auto prodotte.

E la AMC era una pericolosa rivale per le Big Three, visto che aveva a listino auto che andavano dalla sub-compact alle full size, comprese muscle cars e station wagon. La messa in commercio di un'intera famiglia di crossover (berline, cabrio, sw e coupè su telaio 4x4) e l'alleanza con Renault, per introdurre in America auto più compatte contro lo strapotere delle prime "giappe" non servì a molto. E alla fine la AMC venne inglobata nella grande famiglia Chrysler che pensò bene di sfruttare al meglio quello che c'era a magazzino, oltre al marchio Jeep...ad esempio uno dei motori della Pacer è il papà del famoso 4.2 litri, poi ridotto a 4.0 litri, della Wrangler.

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Un'esperienza interessantissima! Già guidare un'auto americana lo è (l'ho fatto diverse volte e sempre con interesse), guidarne una anni '70 ancor più, farlo su quella che io ritengo il canto del cigno della AMC è il massimo! Bel colpo el Nino. P.S.: Hai qualche foto degli interni?

Concordo roberto...abituato ad auto compatte e con motori di cubatura ridotta, ci ho messo un po' a "capire" la Pacer. Quando leggevo su 4R la frase "guida all'americana, impostazione turistica, sterzo evanescente, ecc..." pensavo fosse un'esagerazione. Invece è proprio così. Si "galleggia" sulla strada, ma MOLTO comodamente.

Riguardo al "canto del cigno" non sono totalmente d'accordo: la AMC si ritrovò nel bel mezzo della crisi petrolifera del '73 con auto dai motori enormi, nonostante già negli anni '60 si fosse concentrata sulla riduzione dei consumi e delle dimensioni delle macchine, oltre a proporre una forte condivisione dei componenti per offrire auto più economiche. Ad esempio la Pacer da me provata ha un impianto anti-inquinamento all'avanguardia (per l'epoca), quando da noi la marmitta catalitica è arrivata piuttosto di recente e come dimensioni siamo sui 4.30 m, che per l'americano medio corrisponde alle nostre seg. B.

Diciamo che la Pacer venne presa come "capro espiatorio" per la sua forma strana e, in parte, perchè il suo sviluppo, a causa dei continui cambiamenti in corsa, costituì un discreto bagno di sangue dal punto di vista economico. Difatti la AMC venne assorbita dalla Chrysler nel 1987, ben 7 anni dopo l'uscita di scena della mia beniamina. Attribuire ad essa tutte le colpe per il fallimento della casa automobilistica mi sembra ingeneroso verso una macchina che ha delle chicche di tutto rispetto. Se invece per "canto del cigno" intendi che la Pacer è il non plus ultra e lo stato dell'arte della capacità creativa della AMC, mi trovi PIENAMENTE d'accordo...

Tornando a noi, eccoti accontentato con alcune foto:

da questa foto si può notare la particolare forma del parabrezza, molto avvolgente e "panoramica" e l'abbassamento del pannello porta per migliorare la visibilità. Tra le razze del volante si intravedono gli strumenti ausiliari optional e il bracciolo anteriore con serratura a chiave. Oltre al quadro principale troviamo l'indicatore della marcia inserita, il contagiri, poi la radio e sotto i comandi per l'aria condizionata. Volevo far notare in particolare a Paolo GTC (so che ci tiene) che le portiere sono "quasi" a tetto, come sulle auto disegnate dal buon Giugiaro...

pa1qr.jpg

In questa immagine possiamo vedere gli interni "esclusivi" della versione intermedia D/L in tessuto "basketry" e quello che penso sia sky, ma non ne sono sicuro e potrebbe essere similpelle o vinile. Nonostante il nome preciso, spesso questi interni vengono chiamati "indiani" per l'analogia con i tessuti dei pellerossa, forse per il disegno della striscia centrale. I sedili anteriori presentano appoggiatesta regolabili e abbattibili e, pur essendo molto comodi, lo schienale mi arriva a malapena al collo (sono 1.82 m, mica un Watusso). Credo sia una caratteristica delle auto dell'epoca, che ho ritrovato solo sulla Panda30 e sulla Clio 1, dotata anche di uno schienale strettissimo all'altezza delle spalle, per agevolare i movimenti al volante. Si vede anche l'ingombro del passaruota posteriore, dotato di rivestimento/appoggiabraccio imbottito, che limita la larghezza del divanetto, teoricamente omologato per tre persone, ma comodo solo per due.

pa2m.jpg

In questa foto si vede meglio la disposizione dei comandi, con gli strumenti secondari parecchio in basso (ma è una consuetudine di molte ammeregane) e il cambio al piantone. Oltre alla bocchetta centrale e alle due laterali, sono presenti altre due bocchette aggiuntive: una per il passeggero, ben visibile in questa immagine, e l'altra dedicata al guidatore...è quel rettangolo sotto al piantone dello sterzo. Semplicemente geniale. A queste particolarità si aggiungono le alette parasole con doppia luce di cortesia, cassetto illuminato e con serrratura e la plafoniera con la luce generale e doppio spot di lettura...direi niente male, considerando che siamo nel 1976!

pa3ke.jpg

el Nino

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