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Ducati Monster


p.fina

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Cita

350.000 è un numero importante, se parliamo di unità vendute. Tanti sono i Monster usciti dalla Casa di Borgo Panigale nei 28 anni da quel primo, iconico, M900 del 1992; e se pure il modello da allora è cambiato radicalmente, ha sicuramente sempre mantenuto una forte identità. Tutto questo per dire che questo Monster 2021- il cui claim non a caso è "just fun" - è sì un modello di forte rottura, ma mantiene comunque bene in vista le caratteristiche che ne hanno determinato la genesi. Minimalismo, leggerezza e un motore pensato per la strada unito a una ciclistica invece di derivazione Superbike. Allora si trattava del traliccio in acciaio con sospensione ad archetto della 851, oggi è il Front Frame a motore portante della Panigale V4. Un modello talmente importante da perdere completamente l'indicazione della cilindrata. Adesso è semplicemente "il Monster".

Com'è fatto

Modello di rottura, dicevamo, e la cosa si coglie già dal primo colpo d'occhio perché pur mantenendo gli elementi chiave (l'andamento del serbatoio a dorso di bisonte come ad aggredire il gruppo ottico anteriore, il codino ridotto ai minimi termini e il motore in bella vista) la vista laterale lo mostra decisamente più spigoloso e tagliente nel design. Lo stesso serbatoio, vera e propria icona di design, cambia in maniera piuttosto marcata per appoggiarsi su quel Front Frame che - contrariamente alle nostre supposizioni - stringe il motore da 937 cc già utilizzato sulla Supersport 950. E cambia anche l'ergonomia, più moderna, grazie a un accorciamento generale che avvicina la sella al manubrio. La zona laterale, davanti agli incavi per le ginocchia, è nettamente più protesa in avanti, con due "ali" laterali che integrano gli indicatori di direzione. 

La coda rimane corta ed essenziale, ma è nettamente più piatta - anzi, leggermente protesa verso l'alto - rispetto a quanto avveniva in prececenza, e formata dal telaietto lasciato a vista e due fianchetti con passaggi aria ispirati alla Panigale V4. Cambia anche il gruppo ottico anteriore, che integra luci diurne a LED perimetrali e integra al suo interno tutte le componenti ottiche ed elettroniche.

La ciclistica

Il telaio, dicevamo, conta su una struttura Front Frame in alluminio concettualmente simile a quello della Panigale V4, che consente di risparmiare 4,5 kg (-60%) rispetto al traliccio in acciaio dell'821; anche al posteriore la struttura si alleggerisce, con il reggisella realizzato in GFRP (Glass Fiber Reinforced Polymer) che toglie 1,9 kg sul totale. Entrambe le soluzioni contribuiscono a contenere il peso a secco in 166 kg, che diventano 188 in ordine di marcia.

La forcella è un'unità non regolabile con steli da 43 mm; al posteriore troviamo un monoammortizzatore regolabile montato con schema cantilever. I cerchi da 17" - che calzano pneumatici Diablo Rosso III nelle misure 120/70 e 180/55 - montano un impianto frenante a tre dischi (320 mm all'avantreno e 245 al retrotreno) lavorati da pinze Brembo M4.32

Particolare attenzione è stata riservata all'accessibilità, con la sella posizionata a soli 820 mm da terra. Se non bastasse, è prevista una sella optional che abbassa ulteriormente la seduta a 800 mm, e un kit di ribassamento per le sospensioni che riduce l'altezza sella a 775 mm. 

 

Motore ed elettronica

Il propulsore è il Testastretta 11° di 937 cc, che in questa versione Euro 5 ha perso peso (2,4 kg) guadagnando 2 cavalli rispetto all'unità 821 che va a sostituire: la potenza massima si attesta a 111 CV a 9.250 giri e la coppia a 9,5 kgm (93 Nm) a 6.500 giri, ovvero 1.250 giri più in basso rispetto all'821 rendendo la guida più gustosa e semplice grazie all'erogazione più corposa. I tagliandi prevedono il cambio olio ogni 15.000 km e il Desmo Service (con controllo ed eventuale regolazione del gioco valvole) ogni 30.000 km.

La nuova frizione antisaltellamento è anche più leggera nell'azionamento (-20% di sforzo rispetto alla precedente) e modulabile, migliorando la situazione in generale ma anche e soprattutto per venire incontro ai meno esperti. Il Quick Shifter DQS, con assistenza in innesto e scalata, ora è disponibile di serie.

Restando sull'elettronica, il sistema Ride by Wire offre tre riding mode (Urban/Touring/Sport) con traction control DTC, Anti-impennata DWC e Launch Control. L'ABS diventa cornering, e il tutto si gestisce attraverso un bellissimo cruscotto TFT a colori da 4,3" visivamente ispirato alle maxi Panigale e Streetfighter e predisposto per il Ducati Multimedia System.

Prezzi e allestimenti

Il nuovo Ducati Monster 2021 sarà disponibile nelle versioni Monster e Monster+. Le colorazioni, per entrambi, sono Ducati Red con ruote nere, Aviator Grey con ruote Rosso GP, Dark Stealth con ruote nere. Monster costa 11.290 euro; Monster+, che aggiunge alla dotazione il cupolino e la cover sella passeggero sale a 11.790 euro.

Numerose ovviamente le possibilità di personalizzazione, con tanto di kit estetici ispirati a livree iconiche legate a Ducati, oltre a diversi dettagli tecnici e prestazionali.

 

Moto.it

 

Stupendo!

Modificato da AleMcGir
  • Grazie! 2
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Che forza, lo fanno anche in verde?

 

Nuove livree per le Kawasaki naked 2012 

 

Scherzi a parte, considerando la rivoluzione, non è nemmeno caro.

Bel lavoro.

Modificato da TurboGimmo
  • Tristezza! 1

Di questi ne vendono a secchiate.

Vedrete.

[scritto in data 18 Luglio 2013 - Riferito a Jeep Cherokee]

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Un incrocio tra l'anteriore di una MV con una Jappo a caso per tutto il resto... come su altre moto a togliere la scritta sul serbatoio si fatica a riconoscerla.

Ottimo il prezzo però (anche se da qualche foto ho notato un pò troppi cavi a vista e penzolanti e certe plastiche...)

Con tutti i se  e i ma del caso una Brutale serie rosso ha più appeal ai miei occhi...

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Da Ducatista e Monsterista ho dei sentimenti fortemente contrastanti.

 

Il mio lato ingegnere capisce e apprezza le scelte progettuali. Oggettivamente il 821 non è mai stato capace di competere al 100% con Duke 890 e Street Triple, complice anche il peso e le quote ciclistiche, con questo nuovo Monster cambiano completamente strada e sicuramente si portano ai vertici della categoria.

 

D'altro canto faccio davvero tanta fatica ad identificarlo come Monster: esteticamente non è rimasto niente dell'eredità estetica di Galluzzi. Potrebbe avere 18 altri marchi (MV Agusta in primis, bicilindrico a parte) e questo trovo sia un peccato capitale per una moto così iconica.

 

Probabilmente avrei preferito avessero fatto una versione ridotta della Streetfighter per competere alla pari con le altre naked medie, lasciando il nome Monster su moto con fattezze più ortodosse.

 

Comunque si tratta degli stessi "difetti" della nuova Multistrada V4: moto tecnicamente favolosa, ma mentre prima era immediatamente identificabile come Ducati, oggi tra ruota anteriore da 19", forcellone bibraccio e impostazione dei volumi, si è persa l'unicità del modello.
Nella vista laterale per me si percepisce benissimo l'imbolsimento generale e quanto sia virata verso il paradigma GS:

 

ducati-multistrada-v4-s-2021.jpg

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Sicuramente sarà una migliore maxi-enduro da viaggio, ma ho qualche dubbio sul fatto che possa essere una migliore Ducati.

 

 

 

 

Modificato da superkappa125
  • Mi Piace 4

La teoria è quando si conosce il funzionamento di qualcosa ma quel qualcosa non funziona.

La pratica è quando tutto funziona ma non si sa come.

Spesso si finisce con il coniugare la teoria con la pratica: non funziona niente e non si sa il perché.

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beh si.. si nota la proprietà tedesca e la sua tendenza a commissionare moto sempre piū grandi, alte, con serbatoio alto, adatte ai nordeuropei che hanno un'altezza media di 1,85 m

 

l'esempio tipico é infatti la Gs, realisticamente tutte le moto che non siano carenate tipo corsa, attualmente e in futuro tenderanno a diventare delle Gs

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1 ora fa, SoUlSnAkE scrive:

dovesse servirmi una naked anonima che iniza a perdere pezzi dopo 1000km so a chi rivolgermi...😂

Orsù,

non avranno affidabilità nipponica ma oramai pure a Borgo Panigale se la cavano discretamente, dai...

 

Anonima, comunque, molto, almeno in foto...

E soprattutto distantissima dal concetto di design del Monster.

 

Ma, come fa notare qualcuno, e già s'insinuava in tempi non sospetti,

il motociclista medio sta cambiando (meglio, lo è già rispetto solo a qualche lustro fa), la formula vincente è nota, e chi voglia produrre moto di un certo livello/prezzo e volumi relativamente bassi deve giocoforza adeguarsi, alla faccia degli appassionati più sanguigni.

  • Mi Piace 2
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