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Ma cosa succede a Rossi-Ducati??


albe101

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Vale si è trattenuto molto secondo me ultimamente nelle interviste... dimostrando di essere un vero campione

un'altro al suo posto non so cosa avrebbe detto ad ogni conferenza:pen: visto che il problema non è il pilota ma la moto...

Dissento......:roll:

Sai che cosa diceva quel tale? In Italia sotto i Borgia, per trent'anni, hanno avuto assassinii, guerre, terrore e massacri, ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e che cos' hanno prodotto? Gli orologi a cucù.( O.Welles)

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I più attivi nella discussione

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quanta grana ci mettono ogni anno? una ventina di milioni su per giù?

io penso che lo sponsor ci abbia messo anche troppo tempo a dire la sua :D

qua rischiano tutti un bel capitombolo se il progetto dovesse fallire

Stando a certe dichiarazioni di Stoner rilasciate all'inizio di questo campionato ho l'impressione che la Marlboro faccia sentire la sua voce già da un pezzo. Pare infatti che proprio la Marlboro sia stata la causa della dipartita di Suppo, Stoner e, se non rammento male, di gran parte della squadra di tecnici che si occupava della sua moto; d'altronde c'era da fare posto alla squadra di Valentino.

Ecco, ma queste dichiarazioni a che cavolo servono?? :|

Per la cronaca Structure si riferisce all'articolo che riporto sotto e che avevo cancellato poichè non lo ritenevo importante:

04/09/2011 - IL CASO

Rossi, crisi infinita a San Marino

Stoner in pole, Ducati lo rimpiange.

ANDREA SCANZI

MISANO ADRIATICO Guarda, è passato un gatto»; «Quale gatto?». C'è scritto così, nel nuovo casco di Valentino Rossi. A parlare, esprimendo lo sconforto del pilota, sono i suoi due cani. Il resto è un florilegio di «Arc! Porc!» fumettistici. Lui prova a scherzarci su, dopo il mesto 11º tempo in qualifica: «Il casco? C'è scritto quello che penso io mentre guido la Ducati».

Fonte: www3.lastampa.it

Modificato da EC2277
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direi più concorso di colpa

in passato uno è stato mandato dallo psicologo, con l'attuale non possono permetterselo... :)

Ecco, questa è una cosa che non mi è chiara: di piloti passati sulla Desmosedici ufficiale e poi cacciati ce ne sono stati tanti: Bayliss, Capirossi, Checa, Gibernau, Stoner e Melandri.

Di questi l'unico che serba del rancore contro la Ducati è proprio l'ultimo. Gli altri invece hanno tutti avuto un riavvicinamento con la Ducati: Checa e Bayliss in Superbike (quest'ultimo ha pure ricorso sulla Desmosedici), Gibernau e Capirossi in MotoGP, Stoner ha ricevuto la formidabile attestazione di stima di Preziosi. :pen:

Ma ciò è un argomento che esula dal tema della discussione.

Modificato da EC2277
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Non vorrei dire una grullata ma mi pare che il telaio arrivi fino alla parte posteriore del motore e lì di biforchi. Con la biforcazione alta che funge da sostegno al sottosella e quella bassa che funge da attacco per le sospensioni posteriori.

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Dai post che precedono emerge un dato interessante che secondo me, da ducatista cliente oltre che tifoso, è un po' il punto dolente del matrimonio Rossi-Ducati.

Si tratta di questo: i problemi sono due, il primo è come va Rossi con la Ducati così com'è e ne abbiamo parlato (io ho postato un messaggio lungo come i promessi sposi e non intendo annoiarvi ancora, del resto è già stato detto tutto su questa stagione); il secondo è di che cosa succede alla Ducati se, per farlo vincere, ne soddisfa le pretese. Questo secondo problema si sta profilando adesso, ed è quello per me più grave, quello che - ripeto, da cliente e tifoso - temevo di più: la "rossizzazione" della Ducati.

Quando leggo che stanno virando verso il telaio scatolato di alluminio, addirittura portante (insomma tipo deltabox) mi cade la mandibola (per non parlare di altri organi meno rigidi). La Ducati, che da venticinque anni (dalla 851, per intendersi), si pone come il riferimento assoluto delle moto sportive (perlomeno quelle che poi si vendono ai clienti e che gareggiano in SBK), che ha vinto 14 (mi pare) titoli costruttori e altrettanti (se non di più) titoli piloti in SBK con il telaio a traliccio, adesso si mette a fare una specie di M1-R1-RCV-CBR perché il Sommo - come lo chiama Sarge - vuol guidare alla giapponese.

Da cliente, mi sento preso un po' per il culo. Allora che cosa ci hanno spacciato per tutto questo tempo? La "filosofia alternativa" della moto sportiva italiana per eccellenza conta meno dei capricci del divo? Mi viene in mente la storia della BMW 1000 RR o come si chiama, insomma la SBK. Ottima moto, vincente, persino bella da vedere, però mi chiedo come si sentono i clienti BMW che da anni pagano un botto per avere la sospensione telelever, che la moto non affonda in frenata, il bicilindrico, eccetera e poi scoprono che la loro casa, quando vuol vincere davvero le gare, si mette a fare una R1.

E allora mi chiedo come si sentiranno i ducatisti che per anni hanno preso 916 (e seguenti) - 999 - 1198 e adesso vedono che per vincere davvero si fa una copia della M1 per Rossi e se ne traggono copie della R1 per i clienti.

Avevo già spiegato nel post precedente le ragioni per cui comunque fosse andata non avrei mai voluto Rossi in Ducati e per cui spero ancora che divorzino subito (anche per il bene di Rossi, cui auguro di vincere qualche gara con una jap clienti); adesso poi che Preziosi è costretto a fare la moto come gliela chiede la Philip Morris veramente mi incazzo.

Per carità, capisco che comunque è importante cercare il progresso tecnico e se con il telaio perimetrale scatolato di alluminio si va più forte, una casa sportiva deve anche essere pronta a rivedere le sue convinzioni. Voglio dire, la Ducati non è la Harley o la Guzzi, che tengono appositamente vive concezioni antiche perché il loro DNA non è la performance ma appunto un altro tipo di motociclismo. Però ci sono dei limiti. Perché alla fine la Ducati vende sì il DNA sportivo dei "tituli" SBK, ma vende anche un modo alternativo di fare le moto. Se per vincere devi fare moto giapponesi, allora mi compro una moto giapponese, se voglio percepire l'odore della pista. Oppure una Guzzi se voglio percepire una tradizione italiana. Fino ad oggi la Ducati, con il traliccio, il bicilindrico a 90° (e passi se lo girano indietro e da L diventa a V), il desmo, rappresentava un ottima sintesi di tradizione e performance, era un modo italiano di fare moto comunque vincenti e molto avanti tecnologicamente. Fare moto "soltanto" vincenti, rinnegando però le sue peculiarità e la sua storia, potrebbe non bastare più alla Ducati per vendere le SBK replica e, un domani, le Multistrada e persino le Diavel. Si dice che la Diavel non è una moto da ducatisti; io non la ho ancora provata, probabilmente è vero che è una risposta al V-max della Yamaha, però quella moto ha un senso perché è una Ducati, con quel telaio, quel motore, quel feeling. Se ci trovo un deltabox, tanto vale prendersi il V Max che magari costa anche meno. Su questa strada, che cosa mi devo aspettare in futuro? Un bel 4 cilindri in linea? Non basta la performance, sul mercato è importante anche l'identità, vendere qualcosa di diverso, di particolare a chi lo cerca, anche se è un pelo meno vincente. E il bello è che peraltro fino ad oggi non è affatto stato "meno" vincente. Ma insomma, da cliente Ducati continuerei a preferire una moto con il traliccio e il motore portante che magari perde il titolo SBK, piuttosto che una R1 fatta a Bologna.

E poi: ha senso fare una moto sulle richieste di un pilota che tra un anno se ne andrà? E dopo? Ci teniamo il pacco perimetrale di alluminio?

Giulia Nuova Super 1300

75 1.8 carburatori

33 IE Imola

145 1.6 TS 16V

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