Vai al contenuto

Guerra in Siria


Sandro

Messaggi Raccomandati:

Sarà forse per questo che l'amico Hussein e l'amico François stanno lasciando mano libera all'amico Vladimir....

Si sono defilati all'inglese.

Modificato da EC2277
Link al commento
Condividi su altri Social

o meglio, hanno capito che in questo particolare caso, l'amico Vladi aveva ragione. E si sa, all'avversario puoi dar ragione in pratica, ma mai ufficialmente :).

Ovviamente l'amico Vladi avrà l'eleganza di non rimarcare pubblicamente l'increscioso errore dei suoi avversari.. confermando ancora una volta che in politica come nella vita, lo stile è tutto :)

Archepensevoli spanciasentire Socing.

Link al commento
Condividi su altri Social

  • 2 settimane fa...

chi di al quaeda ferisce di al queda perisce...

Chi di al-Qaeda ferisce...... - Analisi Difesa

i turchi, che avevano favorito il passaggio di combattenti islamici diretti in siria, si ritrovano a combattere la stessa gentaglia che avevano aiutato

assad a suo tempo aveva avvisato erdogan del rischio dell'avere certi amici ;) del resto lo stesso dittatore siriano l'aveva presa in quel posto quando aveva agevolato l'ingresso in irak di combattenti islamici anti americani che ora invece ingrossano le file della ribellione siriana

pensate al disastro che ci troveremmo ad affrontare se Putin non avesse impedito l'attacco franco-americano :disp2:

e vorrei ricordare che i giochi olimpici di Sochi sono dietro l'angolo...

Alfa Romeo Giulietta, 1.4 TBI Multiair 170 CV Exclusive (2013)

Link al commento
Condividi su altri Social

...

Latakia bombardata base missilistica di Al Assad

By Settore Medio Oriente

31/10/2013

Nella scorsa notte una violenta esplosione ha scosso un piccolo paese 30 km a sud di Latakia, roccaforte lealista della Siria Alawita.

Da subito l’ipotesi che si è fatta largo in chi segue l’evoluzione del Medio Oriente è stata quella di un attacco aereo da parte di una nazione straniera. E quando si parla di un attacco aereo in Siria come primo responsabile si pensa all’Aeronautica Militare Israeliana. Ma come di prassi lo schema comportamentale di Israele prevede di non confermare ne smentire le notizie relative ad attività militare dello stato ebraico in Siria. A fugare ogni dubbio, e a mettere sia Al Assad che Netanyahu in difficoltà, sono stati gli Stati Uniti d’America che hanno confermato che la responsabilità dell’attacco aereo a Latakia è del governo di Gerusalemme.

Questa dichiarazione mette in forte difficoltà sia Israele che Al Assad, in quanto il governo siriano ha più volte dichiarato che avrebbe risposto nel caso di ulteriori attacchi di Israele al territorio siriano. Gli Stati Uniti sembrano cercare una reazione di Al Assad, una reazione che causerebbe una escalation con Israele. In tale scenario gli Stati Uniti otterrebbero un ulteriore indebolimento del governo di Al Assad, senza essere direttamente coinvolti in un attacco alla Siria.

Ma cosa ha spinto Israele ad attaccare una base a sud di Latakia. Molti parlano di un attacco ai sistemi di difesa aera ospitati da quella base, in particolare il sistema SA-3. Tuttavia il sistema SA-3 non è un arma così avanzata da far scattare un raid israeliano. L’obiettivo del raid deve essere stato un altro e per la posizione della base esiste una concreta possibilità che esse ospitasse i missili antinave Yakhont, oppure sistemi missilistici SA-8, missili che forse sarebbero stati sul punto di essere trasferiti in Libano, ma quest’ultima è una nostra deduzione al momento non suffragata da alcuna prova ufficiale.

Latakia bombardata base missilistica di Al Assad | GeopoliticalCenter

già Zarathustra

"la 4C sarà un trabiccolo per incompetenti" (Ipse dixit)

Link al commento
Condividi su altri Social

  • 1 mese fa...

"siamo una squadra fortissimi fatta di gente fantastici" :si: :si:

Gli anglo-americani sospendono gli aiuti ai ribelli siriani - Analisi Difesa

La decisione di sospendere gli aiuti è stata determinata dalla conquista della grande base logistica di Bab al-Hawa , vicino al confine turco, che i jihadisti hanno strappato con le armi all’ESL impossessandosi di ingenti quantitativi di armi e munizioni.

prima gli anglo-americani armano i ribelli

poi i jihadisti si impossessano delle armi scavalcando i ribelli "Filo-occidentali"

ora al quaeda e i vari gruppi affiliati sono super armati ed equipaggiati per gentile concessione dei nostri campioni :roll: :roll:

senza parole....

Alfa Romeo Giulietta, 1.4 TBI Multiair 170 CV Exclusive (2013)

Link al commento
Condividi su altri Social

Avevi dubbi ?

Sono gli stessi analisti che 40 anni fa dicevano "A volte bisogna bruciare un villaggio per salvarlo" :disp2: e Victor Charlie non sapeva dome mettere le reclute :)

P.S. Assad ha rischiato di diventare lui l'uomo dell'anno di Time , invece di Papa Francesco...non male per un odontotecnico prestato alla politica :)

Archepensevoli spanciasentire Socing.

Link al commento
Condividi su altri Social

  • 4 settimane fa...

Mosca passa all'incasso col gas siriano - Analisi Difesa

MOSCA PASSA ALL’INCASSO COL GAS SIRIANO

di Gianandrea Gaiani, 31 dicembre 2013, pubblicato in Analisi Mondo

da Il Sole 24 Ore

Dopo aver scongiurato i raids aerei e missilistici franco-americani sui Damasco, rifornito di armi l’esercito di Bashar Assad e sostenuto il suo regime al Consiglio di Sicurezza dell’Onu la Russia passa all’incasso in Siria aggiudicandosi i diritti di sfruttamento dei giacimenti di gas e petrolio off-shore. Damasco ha firmato mercoledì un accordo che concede alla società russa Soyuzneftegaz (già attiva nello sfruttamento del greggio nel sud dell’Iraq) l’esclusiva per 25 anni dello sfruttamento del primo giacimento off-shore di gas e petrolio siriano. L’intesa è stata siglata dal ministro del Petrolio siriano, Suleiman Abbas, dalla società statale siriana General Petroleum e dalla compagnia russa. L’area assegnata a Soyuzneftegaz. Comprende di 2.190 chilometri quadrati al largo delle coste siriane di fronte ai porti di Banias e Tartus, dove si estenderebbero le propaggini settentrionali dei giganteschi giacimenti rilevati lungo tutta la costa di Israele e Libano. La società russa, fondata nel 2000 e guidata dall’ex ministro dell’energia Yury Shafranik, si farà carico dei costi di esplorazione, stimati in circa 90 milioni di dollari e, se i giacimenti verranno confermati, dei successivi investimenti per le infrastrutture necessarie all’estrazione di gas e petrolio.

Il valore politico dell’accordo tra Mosca e Damasco non è sfuggito ai ribelli della Coalizione Nazionale Siriana che ha bocciato l’accordo con un comunicato in cui si denuncia “lo scambio tra le ricchezze del Paese e le armi russe che uccidono il popolo siriano”. In prospettiva lo sfruttamento dei nuovi giacimenti siriani off-shore potrebbe garantire un forte supporto alla ricostruzione post bellica del Paese sia in termini di disponibilità energetica sia finanziaria grazie all’export di gas e petrolio. Colpita duramente dalla sanzioni internazionali e dal conflitto civile, la produzione di gas scesa a 16,7 milioni di metri cubi al giorno dai 30 milioni del marzo 2011mentre l’estrazione di greggio è crollata del 95 per cento, da 380 mila barili al giorno ad appena 20mila, dall’inizio del conflitto che in quasi tre anni ha provocato secondo le stime 126 mila morti. Nonostante le riserve stimate nel Paese raggiungano i 2,4 miliardi di barili la gran parte dei pozzi petroliferi si trova nelle regioni orientali e settentrionali sotto il controllo dei ribelli costringendo Damasco a importare petrolio per le esigenze interne incluse quelle militari. Nonostante le sanzioni internazionali tra febbraio e ottobre sarebbero entrati in Siria 17 milioni di barili di petrolio iracheno trasportato da petroliere iraniane con contratti gestiti da società di comodo egiziane e libanesi. Un triangolazione emersa da un’inchiesta giornalistica della Reuters che cita documenti di carico e i pagamenti che coinvolgono “l’asse sciita” Iran-Iraq-Siria. Le forniture di greggio sono arrivate in Siria per metà direttamente dall’Iran e il resto attraverso il porto egiziano di Sidi Kerir.

Protagoniste dell’operazione sono la società petrolifera di Stato di Damasco Sytrol e l’iraniana National Iranian Tanker Co. (NITC), entrambe sottoposte a sanzioni da Stati Uniti e Unione Europea. Le petroliere Camellia, Daisy, Lantana e Clove dell’iraniana Nitc sono state ribattezzate e battono bandiera della Tanzania e secondo i documenti di traffico hanno portato petrolio iracheno dal porto egiziano di Sidi Kerir alla Siria. Una società di transito libanese, la Overseas Petroleum Trading di Beirut, ha spedito almeno due carichi di greggio alla raffineria della siriana Sytrol di Banias per 250 milioni di dollari tra marzo e maggio ed è stata coinvolta in una terza spedizione attraverso la società egiziana Tri-Ocean Energy. Tutte le società coinvolte nell’inchiesta hanno negato ogni addebito.

Soyuzneftegaz-to-Search-for-Oil-in-Syrian-Waters-300x225.jpg

mappa-gas-Gaza-273x300.jpg

Mappa U.S. Geological Survey

già Zarathustra

"la 4C sarà un trabiccolo per incompetenti" (Ipse dixit)

Link al commento
Condividi su altri Social

  • 3 settimane fa...

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere iscritto per commentare e visualizzare le sezioni protette!

Crea un account

Iscriviti nella nostra community. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora

×
×
  • Crea Nuovo...

 

Stiamo sperimentando dei banner pubblicitari a minima invasività: fai una prova e poi facci sapere come va!

Per accedere al forum, disabilita l'AdBlock per questo sito e poi clicca su accetta: ci sarai di grande aiuto! Grazie!

Se non sai come si fa, puoi pensarci più avanti, cliccando su "ci penso" per continuare temporaneamente a navigare. Periodicamente ricomparità questo avviso come promemoria.