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[RISOLTO] Ripercorriamo la carriera di Schumi.....

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Inviato

...a questo punto un riassunto ci vuole... :wink:

Da Kataweb motori:

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Era già nella storia, da oggi è nella leggenda. C'era una volta Juan Manuel Fangio. C'è Michael Schumacher. Per 45 anni l'argentino era stato l'unico capace di vincere cinque mondiali. Michael Schumacher lo aveva affiancato nell'estate 2002 a Magny Cours, vincendo con sei gare d'anticipo. Oggi lo ha sorpassato. Con una Ferrari dedicata a Gianni Agnelli. Fangio: l'epopea degli eroi, tutto cuore e rischio. Schumi: l'eroe di un mondo diventato tecnologia e professionalità. Ma ci vogliono anche cuore, e forza, e volontà, e passione assoluti per vincere sei-mondiali-sei in dieci stagioni, e facendo anche risorgere la Ferrari.

Il figlio di Rolf ed Elisabeth è partito da Kerpen, un borgo satellite di Colonia. Su un kart, a 4 anni. Nel 1984, a 15, è già campione junior di Germania. Il più forte, naturalmente, anche l'anno dopo. E via su, con tutti i classici della carriera: la formula Koenig nel 1987 e la formula tre tedesca, vinta nel 1990, l'anno del destino. Lo prendono in Mercedes, lo sceglie Jochen Neerpasch per il vivaio piloti, insieme ad Heinz Harald Frentzen e Karl Wendlinger, da allevare nelle corse turismo. E conosce anche Corinna, che era la fidanzata di H-H e diventerà sua moglie. L'esordio su una F3000, quasi di soppiatto. A Sugo, in Giappone: subito secondo. E poi la vittoria alla Nuvolari a Macao in F.3, quella del contatto ravvicinato con tale Mika Hakkinen.

L'anno dopo, la svolta. Eddie Jordan lo vuole nella sua 'Minardi' all'irlandese. Gli dà la sua prima f.1 il 23 agosto 1991: qualifiche del gran premio del Belgio, a Spa, la pista dei campioni. In griglia è settimo. In un campionato con Senna, Prost, Piquet, Mansell, Berger, Patrese, Alesi, Alboreto. Ed un certo Mika Hakkinen.

In griglia Michael Schumacher - chè non è ancora Schumi - resta fermo, perchè si rompe la frizione. E lui ha avuto sempre un solo punto debole, le partenze. (Tanto per dire, fermo al semaforo ha perso uno dei quattro mondiali lasciati agli altri in 10 stagioni). Ma lo ha già notato Flavio Briatore, che lo strappa a Jordan e gli dà il contratto per l'ardita Benetton già per la corsa successiva. A Monza, l' 8 settembre, è ancora settimo in griglia. Stavolta parte.

Ed è quinto dietro a Mansell, Senna, Prost e Berger. Alle spalle, il compagno di squadra: Nelson Piquet.

In Benetton si costruisce il trio vincente, con Ross Brawn ed il progettista Rory Byrne che lo seguiranno poi in Ferrari. Tre uomini, una macchina da guerra. Con tanti cavalli in meno, ma uno Schumacher in più arrivano i primi due titoli mondiali. Il primo, nell'anno della morte di Senna: il 1994. In quel maledetto primo maggio di Imola, Schumi pensò di smettere. Ma solo dopo aver vinto la corsa. La terza consecutiva. E a Montecarlo fece poker. Lui, che giocatore è solo al calcio. A fine stagione: otto vittorie buone. Una, a Spa, cancellata per irregolarità della macchina. Un secondo posto, a Silverstone, abraso perchè ignora una bandiera nera. Ma alla fine dà un punto di distacco a Damon Hill, eliminato ad Adelaide al giro 32. E sono le prime polemiche.

L'anno dopo però è ancora lui il più forte: nove vittorie e campionato conquistato con 2 gare di anticipo. Il bis mondiale il 22 ottobre 1995, un' altra alba iridata. Stavolta dal Giappone, circuito di Aida: una magia. Partito dalla seconda fila, entra al pit stop con 21" di vantaggio su Coulthard. Sta fermo 24", ma quando rientra in pista lo scozzese è ancora dietro di 4". Prodigi. A 26 anni è il più giovane bicampione della storia. Ma i record li farà tutti.

Nel '96 la nuova sfida. Vincere con la Ferrari in astinenza dal 1979. Lo vogliono Jean Todt e Luca di Montezemolo. La prima vittoria in rosso: sotto la pioggia di Barcellona il 2 giugno, festa d'Italia con una macchina non proprio competitiva. E poi altre due: ancora a Spa ("il mio salotto di casa") e a Monza.

Nel '97 e' già in corsa per un altro mondiale. Lo perde a Jerez, a 21 giri dalla fine, quando cerca di buttare fuori Villeneuve. La Fia gli cancella tutti i 78 punti che aveva conquistato con 5 vittorie e 3 secondi posti. E quel giorno a vincere fu un tale Mika Hakkinen, l'unico avversario riconosciuto. Quello che con la McLaren gli fece perdere all'ultima gara a Suzuka anche il mondiale del '98. Stallo' al via, Schumi. E 8 mesi e 12 giorni dopo andò contro il muro a Silverstone, e si ruppe la gamba destra. Tornò in Malesia e fece vincere il compagno Irvine in lotta per il titolo con la 'sua' macchina. Ma per la Ferrari in Giappone nel '99 fu gioia 'solò per la Coppa Costruttori. In qualche modo, il primo mondiale di Schumi in rosso. Il vero trionfo, quello che spezzò l'incubo di Maranello fu quello del 2000 a Suzuka, con una gara di anticipo. Una stagione cominciata bene con tre successi consecutivi a Melbourne, Interlagos e Imola.

E continuata con altri sei, al Nurburgring, a Montreal, a Monza... E poi la quasi certezza arrivata proprio a Indianapolis. E la matematica sicurezza nell'alba giapponese. E Montezemolo e Todt in parrucca rossa a Sepang... Rinata la Ferrari, con Schumacher al volante non ce n'è stato più per nessuno. Nel 2001 9 vittorie e 5 secondi posti: mondiale già chiuso in Ungheria, quattro gare di anticipo. Sembrava che fosse record imbattibile. Non per Schumi e la Ferrari, che l'anno scorso hanno fatto campionato a parte: campionato già chiuso a luglio, a Magny Cours. Undici vittorie, cinque secondi ed un terzo posto: 16 volte su 17 sul podio. E pioggia di record: è l'unico ad aver superato i 1.000 punti, l'unico capace di vincere 70 gp, l'unico che è andato più del 60% delle volte sul podio. Semplicemente Michael Schumacher, l'unico.

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