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Gm venderà Opel a Magna ? [era: FIAT acquisterà OPEL?]


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...probabilmente devono essere particolarmente buoni per invogliare altri a condividerli..

anche se non fossero i migliori in assoluto, aziende in crisi o con scarsa disponibilita' finanziaria preferiscono prenderli gia' fatti che impiegare tempo e denaro per farseli da soli

E comunque anche chi sta bene di suo, come ad esempio Bmw, ha preferito prendere motori da PSA per Mini piuttosto che progettarseli da se.

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I più attivi nella discussione

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.probabilmente devono essere particolarmente buoni per invogliare altri a condividerli..

sopratutto nella misura in cui non hai altre opzioni:

GM nella sua sagacia per il business abbia svuotato opel che gia' non partiva da una situazione piena nemmeno come brand e infatti le dichiarazioni italiane parlano di opel come partner (per spalmare i costi delle componenti) e non di acquisiszione ... e infatti imho il vero problema dei tedeschi e' che la opel cosi' com'e' o la regali o non la piglia nessuno

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7:32 : Segni i punti coglionazzo !

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Marchionne apre la partita per Opel

Domani a Berlino primi colloqui con il governo mentre la lobby pro-Magna arruola Schroeder

VANNI CORNERO

TORINO

Il ferro si batte sinchè è caldo e Sergio Marchionne non ha intenzione di lasciarlo raffreddare. Incassato l’accordo sulla Chrysler, dopo un weekend di pausa, l’Ad della Fiat è pronto ad affrontare la partita per la Opel e domani sarà a Berlino per discutere con il governo tedesco della possibile acquisizione della partecipata di General Motors in Germania. Marchionne gioca a carte scoperte, visto che in un’intervista pubblicata venerdì su “La Stampa” ha dichiarato, parlando della casa di Ruesselsheim: «Sono loro i nostri partner ideali». Per parte sua la cancelliera tedesca Angela Merkel, ha assicurato una corretta valutazione di qualsiasi piano presentato per Opel ed ha escluso un’acquisizione del costruttore da parte dello Stato. L’offerta che il Lingotto potrebbe fare per aggiudicarsi la Opel, secondo il giornale tedesco “Wirtschaftswoche” sarebbe «inferiore al miliardo di euro» e «chiaramente non soddisfacente» per Gm. Da parte sua un sindacalista dell’Ig Metall e componente del Consiglio di sorveglianza di Opel, Armin Schild, rilancia al ribasso asserendo che l’offerta Fiat sarebbe inferiore a 750 milioni di euro. Ma siamo al toto-numeri, visto che manca qualsiasi accenno di conferma.

Proprio per questo il ministro dell’economia tedesco, Karl-Theodor zu Guttenberg, pretende che i candidati ad Opel presentino proposte concrete con tanto di cifre. Detto ciò nessuna preclusione, asserisce Guttenberg, purchè vengano assicurati in maniera duratura i posti di lavoro alla Opel. E il ministro degli Esteri, Frank-Walter Steinmeier, ha preparato un documento in 14 punti la cui sintesi è: mantenimento di tutti gli impianti e della maggior quota possibile di posti di lavoro in Germania. Ad alzare ancora l’asticella è il capo del Consiglio di fabbrica della Opel, Klaus Franz, che chiede alla Fiat un piano che tuteli gli stabilimenti non solo in Germania ma anche nel resto d’Europa. Chiaramente schierato tra gli oppositori, almeno stando al settimanale “Der Spiegel” c’è l’ex cancelliere Gerhard Schroeder, ora presidente di un consorzio per la costruzione di un gasdotto sotto il Baltico e quindi in stretta relazione con la finanza russa, che starebbe svolgendo un lavoro di lobby in favore di Magna, il gruppo austrocanadese interessato ad Opel con una cordata in cui figura la russa Gaz. Insomma, si stanno posizionando i pezzi sulla scacchiera. Tutta la politica italiana, intanto, plaude all’accordo Fiat-Chrysler e ieri il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si è fatto portavoce del sentimento generale: «L’Italia - ha detto - può essere fiera del riconoscimento che una nostra grande impresa ha ottenuto in America e nel mondo».

Questo mentre alla Corte fallimentare di Manhattan c’è stata la prima udienza per i legali della società di Detroit, che sta mettendo a punto la richiesta per ottenere 4,5 miliardi di dollari dal governo Usa. Secondo la Casa Bianca potrebbero bastare due mesi per tirare fuori Chrysler dalla bancarotta pilotata, ma “Wall Street Journal” e “Financial Times” temono che i tempi dell’operazione rischino di allungarsi ben oltre le previsioni, soprattutto se i creditori faranno ricorso in tribunale. Sempre il “Wall Street Journal” , però nomina Marchionne «vincitore della settimana» sulla sua rubrica dedicata alle operazioni riuscite e il “Los Angeles Times” lo definisce, riferendosi a quanto fatto in Fiat, «artista dei salvataggi», pur sottolineando che qui il gioco è ancora più difficile. Tra le parole un messaggio concreto viene dalla Borsa, dove i conti sono a favore della Fiat: dalla prima seduta del 2009 a giovedì scorso il titolo ha guadagnato il 54%.

"Meglio con lo Stato che col Lingotto"

Il sindacato tedesco: nazionalizzazione temporanea

ALESSANDRO ALVIANI

BERLINO

Armin Schild ci tiene a sgomberare il campo da possibili fraintendimenti. «No, non si tratta di un'opposizione contro gli italiani, la nazionalità non c’entra». Il responsabile della sezione di Francoforte del sindacato IG Metall è tra i più decisi critici di un eventuale ingresso di Fiat nel capitale di Opel. E il suo è un no che pesa: Schild siede infatti nel consiglio di sorveglianza dell’azienda di Rüsselsheim. Il nome del prossimo proprietario del costruttore tedesco dipende anche dal suo voto. Un voto su cui Marchionne, in arrivo a Berlino lunedì per parlare coi ministri tedeschi dell'Economia, Karl-Theodor zu Guttenberg, e degli Esteri, Frank-Walter Steinmeier, non potrà probabilmente contare. Nulla contro il Lingotto in sé, puntualizza Schild. Anzi «negli ultimi anni Fiat si è ben sviluppata, la qualità dei suoi prodotti è migliorata rispetto a dieci anni fa». È l’ipotesi di un matrimonio con Opel che non lo convince. Così come non convince nessun sindacato tedesco, parte della stampa e svariati politici, come ha dimostrato il Commissario europeo all’Industria, Günter Verheugen, coi suoi dubbi sulla solidità finanziaria del Lingotto pronunciati ad alta voce. «Fiat è un marchio da prendere molto sul serio», tuttavia «tutti i fatti di cui siamo a conoscenza vanno contro una sua collaborazione con Opel», chiarisce Schild. Anzitutto le due aziende hanno già cooperato in passato e «senza successo».

Poi c’è il fatto che il Lingotto «è concorrente diretto di Opel». Le due società «operano esattamente negli stessi mercati ed nelle stesse categorie di autoveicoli: non si integrerebbero, si cannibalizzerebbero e questo non sarebbe positivo né per i dipendenti di Fiat, né per quelli di Opel». Proprio su questo punto che si concentra gran parte dello scetticismo dei tedeschi, che temono un drastico taglio dei posti di lavoro e la chiusura di almeno uno dei quattro impianti di Opel in Germania. Al futuro di Opel, del resto, sono legati sia il destino di Steinmeier, candidato socialdemocratico alla ricerca di un tema che lo aiuti a colmare il distacco da Angela Merkel, sia quello di zu Guttenberg, il barone esperto di politica estera che, a 37 anni, si trova tra le mani il dossier più delicato della sua carriera. Sulla stampa, comunque, non mancano gli opinionisti che appoggiano l’idea di un’alleanza con Fiat (meglio di una società d’investimenti o di una soluzione a spese dello Stato, scrive la conservatrice Faz). Ai piani alti di Opel, tuttavia, i dubbi nei confronti del Lingotto restano. L’offerta messa sul piatto da Fiat, hanno spiegato a La Stampa fonti vicine alla società tedesca, è «nettamente sotto il miliardo», circa 750 milioni. Una cifra «del tutto inaccettabile» e «di gran lunga troppo bassa».

Il fornitore austro-canadese Magna avrebbe offerto - con due partner russi - cinque miliardi. Se dipendesse dal sindacalista Schild, la soluzione ideale sarebbe bloccare il processo di vendita («sono ben lontano dal dire che Magna sia migliore o peggiore», precisa). Lo Stato tedesco «dovrebbe rilevare una partecipazione in Opel» e aspettare la fine della crisi per trovare un partner. Se invece Marchionne dovesse spuntarla, i sindacati sono pronti a farsi sentire. A quel punto «mobiliteremo i dipendenti e impediremo l’accordo», promette Schild. A meno che Fiat e Magna non trovino un accordo e prendano Opel insieme. Una partita altrettanto grossa si gioca fra Porsche e Volkswagen. Il comproprietario di Porsche e presidente del consiglio di sorveglianza di Volkswagen, Ferdinand Piech, preme per vendere Porsche a Vw. Lo riporta il settimanale Focus. In tal modo i debiti accumulati da Porsche per la scalata a Vw (di cui detiene più del 50%) verrebbero notevolmente ridotti. Invece i top manager di Porsche propongono di fondere le due società e far entrare nel capitale l’emirato del Qatar.

Fonte: lastampa.it

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Se invece Marchionne dovesse spuntarla, i sindacati sono pronti a farsi sentire. A quel punto «mobiliteremo i dipendenti e impediremo l’accordo», promette Schild.

Che se ne vadano tutti a casa!

Io, difronte a queste affermazioni fermerei tutto. Non compro/salvo un bel niente e appena Opel non è più 100% GM, smetto con la fornitura di motori. Voglio vedere Opel quanto vende senza Diesel.

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mi sembra di capire che tra sindacalisti italiani e tedeschi non ci siano grosse differenze..:roll::roll:

Purtroppo in Europa sono molto politicizzati. Comunque la vedo dura che la Fiat conquisti da sola Opel, secondo me si dovrà cercare di rilevarla insieme con Magna, con vantaggi per entrambe.

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I sindacati fano la voce grossa adesso, ma alla fine devono comunque scendere a compromessi, posizioni estreme non portano da nessuna parte e questo lo sanno benissimo, anche perche' rischierebbero una frattura con la base, non è questo il problema.

Per chiudere questa partita e' fondamentale l'appoggio della politica e del governo tedesco.

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concordo sul fatto che il ferro va battuto finche' e' caldo solo che ci vuole anche un braccio robusto per continuare a picchiare (o se preferite il coltello dalla parte del manico)

ricordiamoci che negli usa hanno gia' tagliato almeno 6500 posti di lavoro (con il "consenso" dei sindacati) ecco il perche' delle sceneggiate sindacali "nostrane".

d'altro canto rimane il fatto che o cosi o pomi' : o ristrutturi seriamente e ti metti nella condizione di condividerei i costi, oppure opel e' gia' morta (non c'e' bisogno di non vendergli piu' i motori) basta aspettare un po' e gli vendi tutta l'auto da ricarrozzare:|

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ragazzi...ma che discorsi sono "sindacati politicizzati"?? qui parliamo di posti di lavoro....Opel non ce l'ha su con Fiat perché si chiama così o è italiana, ma perché vede nero nel futuro per i propri stabilimenti....ma voi cosa pensereste se Gm qualche anno addietro avesse acquistato Fiat e avesse ventilato l'ipotesi di spostare tutta la produzione in Polonia??sareste scesi sulle barricate....

I sindacati stanno facendo la voce grossa anche per guadagnare terreno in eventuali future trattative....se ci dovesse essere un tavolo farebbero firmare nero su bianco a Fiat che non chiuderebbe uno solo dei loro stabilimenti...non sono sindacati politicizzati, semplicemente fanno il loro lavoro:?!

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