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Il futuro dell'Alfa Romeo: trattative di vendita (?)


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DOPO LE DICHIARAZIONI DI MONTEZEMOLO

Fiat, la lunga storia degli aiuti di Stato

Il dichiarato intento di contrastare la demagogia è lodevole, ma questa volta il presidente della Fiat sbaglia

In margine all’inaugurazione dell'anno accademico della Luiss, l'università della Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo afferma che, lui presidente, la Fiat non ha ricevuto un euro di aiuti dallo Stato. E poi invita a non fare confusione: «Gli incentivi sono un sostegno ai consumi e non soldi che vengono dati alle aziende».

Il dichiarato intento di contrastare la demagogia è lodevole, ma questa volta il presidente della Fiat sbaglia. E sbaglia due volte. In primo luogo, perché lo stimolo ai consumi determina maggiori vendite dei beni sussidiati, e dunque un maggior fatturato e un maggior profitto o, nei casi disperati, una minore perdita. Secondo Mediobanca, adeguati incentivi per la rottamazione in Italia aumenterebbero di 2,5 miliardi il fatturato di Fiat Auto nel 2010. Poiché le automobili non vengono collocate al costo, si deve pensare che gli incentivi portino anche più utili. In secondo luogo, perché non è vero che la Fiat, negli anni montezemoliani, non ha avuto aiuti. A smentire il presidente è l’amministratore delegato, Sergio Marchionne, che nell’incontro con i sindacati, tenuto il 22 dicembre 2009 a palazzo Chigi, spiegava come gli ecoincentivi avessero un effetto di 600 milioni sui conti Fiat dell’anno. Marchionne, semmai, lamentava che la forma dell’aiuto— il credito d’imposta — comportasse un anticipo di cassa da parte dell’azienda verso la clientela, e dunque un onere finanziario che diminuisce il beneficio. Non diceva di quanto. Pensiamo possa essere non più del 2-3% considerando il costo del denaro e l’accumularsi dell'onere nel tempo. Marchionne aggiungeva che dal 2004 ai giorni nostri la Fiat ha avuto altri 600 milioni di agevolazioni pubbliche per investimenti e attività di ricerca, pari al 4% del totale impegnato dall’azienda. Quanto alla cassa integrazione, il saldo tra le contribuzioni di azienda e dipendenti e l’erogato ai cassintegrati era a quella data ancora favorevole all'Inps per 200 milioni.

Il presidente di una società, d'altra parte, non può rigettare del tutto l'eredità dei predecessori. La storia della Fiat non si interrompe a ogni cambio di management. E la storia della Fiat dei 10-12 anni precedenti alla presidenza di Montezemolo gronda di aiuti pubblici, com’è stato ampiamente documentato anche dall’indagine parlamentare del 2002. Aiuti che anche i concorrenti in forme diverse avevano ottenuto, per esempio per le fabbriche Volkswagen nell’ex Germania Est.

La battuta di Montezemolo ha suscitato reazioni feroci. Alcune da mondi che non disdegnano, a loro volta, aiuti e aiutini di Stato. Meglio sarebbe stato ripetere che il soccorso pubblico italiano del 2010 è pochissima cosa rispetto ai sussidi francesi e americani. Il mercato è diventato anche il mercato degli aiuti di Stato e della libertà di licenziare, se è vero che Chrysler ha ridotto del 40% gli organici. Il governo traccheggia dicendosi pronto— ma quando?— a tirare fuori 600 milioni di incentivi per l’auto e tutti gli altri settori in panne? Per Fiat sarebbe una frazione della frazione di 600 incerti milioni. Un piatto di lenticchie una tantum rispetto alle perdite implicite ormai a Termini Imerese, dove ogni macchina costa mille euro più del dovuto. D’altra parte quest’anno, come avverte non senza ottimismo Mediobanca, senza incentivi Fiat Auto venderà comunque un milione e 930 mila auto, 70 mila in più del punto di pareggio.

Quanto ai critici della Fiat, che siedono al governo e in parlamento, meglio a loro volta farebbero a spingersi oltre la disputa sugli aiuti e a incalzare la Fiat e l'Exor su quanto capitale di rischio siano ancora disposte a scommettere sull'auto. E a dirci che cosa proporrebbero nel caso (probabile) si sentissero rispondere quello che Marchionne ha già anticipato agli analisti: «Non più un euro su Fiat Auto».

Massimo Mucchetti

Ipse dixi...

Non investono più nulla sull'auto se non i soldi di Obama.

Amen, figlioli.

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

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Lasciando un attimo da parte i privati, calcola quante 159 all'anno immatricolano le forze dell'ordine e il resto dell'amministrazione dello stato. Fatto? Ora sottraile alle 110k unità vendute da alfa nel 2009. Quante probabilità ci sono che FGA venda Alfa? Se lo sapessi farei il bookmaker :)

Ma chiedevo più che altro ad ACS, visto che lui c'è dentro... ;)

Ed in ogni caso volevo dire se c'è effettivamente la volontà da parte di FGA di voler vendere un suo brand a qualche concorrente. Perchè possono anche esserci delle offerte di acquisto, ma se no hanno intenzione di vendere possiamo parlarne all'infinito di fantagamme e sinergie... :pen:

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Parli di "polpette difficili"...se intendi la produzione sui segmenti alti spostata negli Stati Uniti, allora c'è da fare una riflessione...ok, farle là e trasportarle quà costa meno...e siamo d'accordo...però se le fai là, le devi anche vendere là...magari mi sbaglio, ma sembrerebbe un po' bizzarro non venderle là, facendocele...ma che cosa si venderebbe? Una Sebring marchiata Alfa? Quelli sanno benissimo che cesso sia la loro Sebring e comunque vogliono roba di un certo livello a marchio Alfa...io continuo a pensare, ma forse, chissà, confondo la realtà con le mie aspettative da appassionato, che si vogliano liberare del canchero e tirarci sù qualche soldo, utile a breve...

La produzione dei segmenti alti di là è "pacifica"..... SE si faranno, si faranno di là. E chiaramente le venderanno anche là.

Forse sfugge una cosa, anzi due:

1. le Alfiat quelli "di là", che comandano altro che come ci han raccontato all'inizio, non le vogliono vedere.

2. se si faranno delle Alfa Romeo lo decideranno "quelli di là".

E' chiaro ora?;)

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E' sicuramente meno triste che vedere il marchio sul cofano delle 159 che, al secondo anno di vita della macchina, ha perso già tutti i colori e sembra un cerchio di plastica capitato lì per caso...

Sarà per questo che con decisione unilaterale condivisa da NESSUNO voleva cambiare i colori e la grafica del marchio??????:pen::pen::pen::pen:

:§

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Beh si spera che investiranno anche i tanti "Sognati":):) soldi di F.Piech

L'ho domandato molti post fa, ma evidentemente è un interrogativo troppo astratto per essere preso in considerazione. Ma visto che siamo spesso in fantaeconomia, ripropongo la domanda: esistono analisi sul valore monetario del marchio Alfa?

"Vigila sui tuoi pensieri: la tua vita dipende da come pensi".

Libro dei Proverbi

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Nel senso che vale il contrario...vedi caso Arna? Diciamo che un suv su base Jeep in Europa sarebbe facilmente "digeribile". Jeep non è la Nissan dei tempi dell' Arna... All'epoca l'industria automobilistica Jap aveva immagine zero, come la cinese di adesso e come quella coreana di qualche anno fa.

V'è da dire che l'Arna era UNA macchina, UNA, in una gamma che nel 1984 contava i segmenti C, D, E, E superiore e le sportive di segmenti C, D/E.

Costava quanto una Uno senza opzionali, non si è venduta perchè come Alfa aveva una linea improponibile, e la si è venduta come il pane quando a fine produzione il prezzo al nuovo è crollato.

La Jeep di oggi che "origina" un SUV è chiaramente +...... digeribile, ma non so poi quanto se non hai altro e la fai uscire a marchio Alfa"svalutato"...

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E visto che proprio oggi ne ho svuto conferma... la carriera potrebbe avere una svolta positiva.

La mia prossima auto, non imposta, sarà Alfa solo se passerà di mano la proprietà del Marchio. E di sicuro non sarà italiana...

Vediamo quanto durano se anche gente come me, che ha cmq sempre comprato, e poi provato a "capire" e far capire certe cose anche da dentro... e proprio perchè dentro ha deciso che non c'è nulla da capire, se ne vanno.

Rimarranno proprio pochi e completamente senza fidelizzazione, in balìa di tutto...

Sul punto 1) sei in compagnia..... e ci siamo capiti. La gente valida esce ad un ritmo vorticoso. Sai, è dura per chi ha passione o professionalità dover subire macchine da tassinari e clienti tassinari..........

Sul punto 2) caro te....... vidi prima certe cose, altre le vedemmo insieme, le prove son state fatte, ma i "facinorosi" tutti i torti non li avevano: sai, talvolta essere distanti e fuori fa vedere le cose meglio e prima.

:)

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Ma questo ulteriore "passettino" non può essere visto in ottica vendita? Si rimarchiano mito e bravetta come Abarth,

Ma scusa, lo chiedo perchè vedo che anche altrove sembra che sti due prodotti in croce siano chissà che gran problema per la cessione.......

Mi risulta che Fiat produca ancora per GM con cui ha rotto gli accordi. Non è così barbino pensare che, diciamola per farsi capire, VAG acquista il marchio, i prodotti che vengono venduti, e paga il "diritto intelletuale" e la "costruzione" di questi due prodotti fino a quando non li sostituisce...

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Leo, non fraintendermi, non ho nulla contro i due modelli in croce... 955 (la sua gestazione, almeno) ai miei occhi ha il gran pregio di aver riacceso la mia passione per Alfa... Ma il mio discorso si riallaccia a quello sulla concorrenza fatto ieri.

...e guardo il mondo da un Doblò/Mi annoio un pò...

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