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L'Italia acquista i primi 3 F-35


fuzz77

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Questo più meno è un sunto dell'editoriale

Si parte dalla considerazione che nessuna delle 3 delle ultime importanti gare - Arabia Saudita, Giappone e India – sia stata vinte dal TYPHOON.

Nativi si concentra sulla vicenda indiana, sottolineando l'eliminazione dei concorrenti americani e russi in fase preliminare, privilegiando prodotti europei. << Il successo del RAFALE ha una rilevanza strategica indubbia >> , scrive il direttore di RID, per il quale la Francia e Sarkozy hanno mobilitato ogni risorsa possibile, con una strategia vincente in zona cesarini che porta ossigeno all'industria aerospaziale francese, in difficoltà sui mercati negli ultimi tempi. Infatti questo successo, il primo per il RAFALE, migliora la competitività del mezzo per altre commesse, sia pure minori, e ne facilita l'evoluzione, che probabilmente sarebbe stata limitata dal monocliente nazionale.

La proposta del TYPHOON per l'India è considerata molto competitiva, del 5-10% più costosa rispetto a quella Dassault sì per le caratteristiche migliori del mezzo, ma anche perché << produrre un aereo in 4 Paesi comporta extra costi rispetto ad un approccio monopaese. >>

L'autore contesta poi che la scelta di una aereo sia << in base solo alle prestazioni o a quanto soddisfa il requisito operativo. >> La Francia, infatti, aveva già conquistato altri contratti (aggiornamento MIRAGE 2000, missili, sottomarini), oltre ad aver fatto davvero tutto il possibile per ottenere anche questa maxi commessa (e si aggiungono dei puntini di sospensione). Il consorzio per il TYPHOON certo non poteva vantare la stessa 'sistematicità'.

Passando all'Italia, la si invita a darsi una svegliata, facendo notare che i tanti tagli non aiutano la competitività del settore aumentano i problemi occupazionali (come dico sempre anch'io su questo foro). Si incolpa il sistema-Italia di non appoggiare il proprio prodotto in tutti i modi, facendo magari pesare gli acquisti passati e futuri di materiale da altri paesi (riferimento ad Israele, ma credo che l'editoriale sia stato scritto prima della notizia sullo M-346) e l'entità dell'impegno militare all'estero, con una nota acidula sulle mancate proteste di Monti per la cancellazione del contratto C-27J dell'USAF ( << neanche quando abbiamo il prodotto migliore al prezzo migliore si vince negli USA e ci si mette al sicuro da cancellazioni o trucchetti. >> ).

già Zarathustra

"la 4C sarà un trabiccolo per incompetenti" (Ipse dixit)

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Un pò invidio i francesi per questa loro nazionalismo, ma mi piacerebbe in ambito militare a una maggiore coesione sia nella progettazione degli aerei/navi che poi nella vendita all'estero. Perchè poi bisogna scontrarsi spesso con giganti come USA e Russia, l'unione farebbe la forza, visto che come know how ci sono davanti solo gli States ma a prezzi ben maggiori

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Gli USA hanno annullato l'acquisto dello "Spartan"?

Eccoti servito. ;)

Obama prende a calci l'Italia

di Gianandrea Gaiani

06-02-2012

L’ 8 febbraio la Commissione Difesa del Senato discuterà del programma F-35, cioè dell’acquisizione dei

nuovi jet statunitensi per le nostre forze aeree e navali. Come è stato ricordato su queste pagine, il tema

ha scatenato una forte polemica tra chi vorrebbe evitare di aderire a un programma militare così costoso

(oltre 16 miliardi di euro più i 2 già versati) e il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, che insieme ad

Aeronautica e Marina difendono a spada tratta l’F-35.

In realtà queste acquisizioni non guardano solo alla qualità del prodotto. L’F-35 sarà forse un

prodigio tecnologico in futuro ma per ora è molto indietro nella fase di sviluppo, come sottolinea anche il

Pentagono che ne ha rallentato l’acquisizione, e costa sempre di più. I fattori che dovrebbero entrare in

discussione dovrebbero riguardare l’interesse strategico dell’Italia e la disponibilità di Washington ad

acquisire in cambio prodotti militari “made in Italy”. A differenza di George W. Bush jr., che ricompensò la

disponibilità italiana ad inviare truppe in Iraq e Afghanistan con ampie commesse, il presidente Barack

Obama ci prende regolarmente a calci in faccia. Senza voler riesumare le indebite pressioni della Casa Bianca per farci combattere la guerra

libica contro il nostro alleato Muhammar Gheddafi, è sufficiente restare sul pano industriale per notare sgarbi reiterati ai nostri prodotti.

Nel 2009, appena insediatosi alla Casa Bianca, annullò l’ordine per la nuova flotta di elicotteri presidenziali, vinta dall’AW-101 di

AgustaWestland (Finmeccanica). Una commessa da 6,5 miliardi di dollari destinati a raddoppiare, annullata quando erano già state prodotti

sette velivoli.

Lo slogan populistico “buy American” utilizzato da Obama come strumento anticrisi si è tradotto in una serie di calcioni nel di dietro all’Italia.

Nonostante fosse il velivolo più adatto ai requisiti militari l’AW-101 è stato estromesso anche dalla gara pere gli elicotteri Combat Sar,

specifici per il recupero dei piloti caduti dietro le linee nemiche e pochi giorni or sono la Defense budget priorities and choises, cioè la lista

della spesa presentata dal capo del Pentagono, Leon Panetta, ha cancellato l’ordine per 38 cargo tattici Alenia Aermacchi C-27j Spartan.

La motivazione? Non servono più anche se sono il meglio al mondo per portare truppe e materiali negli angoli più remoti e in piste in

terra battuta, ma i 21 già in produzione e 13 in servizio verranno venduti sul mercato raddoppiando così’ il danno all’azienda italiana che non

riuscirà a vendere aerei nuovi ad altri Paesi finché non saranno piazzati gli “usati garantiti” ex statunitensi, più economici perché svenduti.

Washington ce l’ha con gli italiani? Pare di si anche perché ambirebbe a togliere di mezzo l’industria europea (o renderla vassalla di quella

americana) dal mercato degli armamenti approfittando del fatto che la crisi ha ridotto le commesse europee. Obama ci tratta a pesci in faccia

e lo dimostrano anche le difficoltà incontrate dalla nostra Aeronautica per comprare dagli statunitensi ordigni e software necessari ad armare i

velivoli teleguidati Reaper e Predator che abbiamo acquisito da loro.

La Casa Bianca non è però tenera neanche con gli altri europei. Basti pensare alla “porcata” tirata ai franco-tedeschi di Eads annullando

la commessa per i nuovi aerei da rifornimento vinta dall’Airbus per indirne un’altra su misura per Boeing, sconfitta nella prima gara.

Il potere arrogante del “buy American” meriterebbe però una risposta adeguata. Finmeccanica ha in teoria le carte migliori per aggiudicarsi la

competizione per il nuovo addestratore avanzato delle forze aeree statunitensi, con l'M-346 Master di Alenia Aermacchi. Si tratta senza

dubbio del velivolo mi9gliore presente sul mercato nel suo segmento ma con l’aria che tira negli States non sarebbe male se l’8 febbraio

governo e parlamento italiani dicessero forte e chiaro a Washington che compreremo l’F-35 solo se loro acquisteranno il Master e si terranno i

C-27J.

Il governo tecnico di Mario Monti ha una buona occasione per dissolvere i molti dubbi che circolano sull’autonomia del suo esecutivo

non solo dall’asse Parigi-Berlino ma anche da Washington. Gli affari sono affari e l’Italia deve acquistare l’F-35 solo se ci conviene e se

l’industria americana ci fornirà finalmente contropartite sostanziose e concrete. In caso contrario possiamo benissimo fare a meno di

quell’areo acquistando nuovi Typhoon (ne avevamo ridotto il numero da 121 a 96) equipaggiandoli anche per l’attacco come fanno i tedeschi.

Non è quello che vuole l’Aeronautica italiana e certo ci costerà comunque qualche miliardo ma almeno con il Typhoon lavoreranno le nostre

aziende, da produttori e non da sub-contraenti dell’americana Lockheed Martin.

Certo la Marina senza F-35 non riuscirà a rimpiazzare gli Harrier sulla portaerei Cavour ma questo problema potrebbe essere risolto tra

qualche anno acquistando o prendendo in leasing dai marines una ventina di F-35B con costi tutto sommato limitati. In ogni caso sono gli

interessi nazionali che devono prevalere non le forme di vassallaggio politico, strategico e industriale. Restituire un paio di pedate a Obama

potrebbe indurlo a portarci più rispetto e in ogni caso a un governo che vuole “salvare l’Italia” è lecito chiedere di spiegarci almeno a vantaggio

di chi.

http://www.labussolaquotidiana.it/ita/articoliPdf-obama-prendea-calci-litalia-4421.pdf

già Zarathustra

"la 4C sarà un trabiccolo per incompetenti" (Ipse dixit)

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La cancellazione delle commesse fa parte di questo business ma mi chiedo come mai non esistano clausole di salvaguardia almeno per i costi gia sostenuti, ovvero i velivoli già prodotti o in avanzato stato di produzione...

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Eccoti servito. ;)

Obama ci prende regolarmente a calci?

Semmai prende regolarmente a calci tutto il comparto bellico statunitense riducendo di 2/3 le acquisizioni degli F-22, imponendo tagli ai costi dell'F-35 e via elencando…

:roll:

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Obama ci prende regolarmente a calci?

Semmai prende regolarmente a calci tutto il comparto bellico statunitense riducendo di 2/3 le acquisizioni degli F-22, imponendo tagli ai costi dell'F-35 e via elencando…

:roll:

Cos'è capitato, l'industria bellica non lo sostiene per la rielezione?.... li ormai sono in piena campagna elettorale...

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No, la crisi finanziaria scatenata dai mutui sub-prime, la successiva crisi industriale ed il fallimento di non rammento quale stato dell'Unione, hanno imposto ad Obama d'effettuare tutta una serie di aiuti di stato creando problemi alle finanze federali. Percui ora si deve tagliare tutto il tagliabile, a partire dall'industria bellica.

Modificato da EC2277
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