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Cura Di Bella


Devonrex

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Innanzi tutto ti sono vicino, sia come amico virtuale sia come chi ha dovuto a sua volta assistere al soffrire ed allo spegnersi di una persona molto cara ed altri parenti ed amici.

Vabbè, non condivido la scelta di questa sorta di omertà, ma la accetto.

No Devonrex, non sono d'accordo, non è "omertà", ma è rispettare il volere di una persona che sa di essere condannata e che non accetta di passare il resto della sua vita, poco o tanto che sia, come una "diversa". Sì, perché se "la gente" viene a sapere che una persona è malata di tumore inizia a guardarla e trattarla con diffidenza e compatimento e, alla fine della storia, la si emargina. E' per questo che i malati quasi sempre si vergognano di confessarlo.

Quello che proprio non riesco a digerire è che Emma ha sempre rifiutato qualsiasi tipo di cura tradizionale essendo un'accesa sostenitrice del metodo Di Bella. In soldoni: una forma tumorale che avrebbe avuto una buonissima possibilità di guarigione, ha continuato a lavorare fino a ridurla in un letto attaccata 7/24 ad una flebo di morfina.

Non sono un sostenitore del "Di Bella", ma neanche cieco seguace di ciò che dicono i medici. Ogni patologia ha una storia a sé stante. Cosa vuol dire "buonissima possibilità"? E' sicuro o no? Chi ti assicura che dopo anni di chemio, radio, disagi, sofferenze, umiliazioni, non ti trovi ugualmente ad essere dipendente dalla terapia del dolore (frase elegante per dire morfina). Ed allora perché non continuare seguendo le proprie credenze? Almeno si soffre dando la colpa solo a sé stessi e non ad altri. La nostra vita è nostra, sì o no?

Pensa a quanti si affidano a santoni e similari (mi fermo qui altrimenti andrei contro regolamento) pensando che possano risolvere i problemi della loro esistenza.

Questa notizia ha colpito tutta la famiglia come il classico fulmine a ciel sereno e dopo un primo momento di sgomento ci siamo tutti chiesti il perchè di una scelta del genere. Che cosa mai sperava di ottenere? [...] Il sentimento che provo ora è di rabbia.

Scusa, non ti offendere, ma la rabbia dovrebbe provarla chi è malato e si rende conto che con tutta la scienza ed il progresso dell'era moderna si va sulla Luna e, fra poco, su Marte, ma non si riesce a combattere le malattie della Terra, non chi assiste da esterno a simili tragedie.

Scopri di avere una terribile malattia, ti curi con un beverone privo di qualsivoglia fondamento e cosa ottieni? Due anni di un silenzioso calvario, passati a recitare una parte fingendo che tutto andava bene ed ora stai morendo, resa incosciente dalla morfina, in un letto d'ospedale, lasciando un marito e 4 figli.

Non lo so... Un pò mi vergogno per ciò che provo, ma io ci leggo solo un grande egoismo e, Dio mi perdoni, una enorme, smisurata stupidità.

Per fortuna i figli sono grandi. L'egoismo, secondo me, è di chi vuole mettere al mondo dei figli nonostante sia conscia di essere irrimediabilmente condannata, non di chi vuol cercare di allungare il suo futuro secondo quello in cui crede con dei figli che hanno già una loro strada.

C'è forse qualcosa che non riesco a capire?

Ti auguro di cuore di non doverlo capire, perché se lo facessi vorrebbe dire che ti troveresti ad aver vissuto troppo da vicino tale situazione.

Scusa, mi rendo conto che questa mia è stata più uno sfogo, probabilmente poco comprensibile, che un commento, ma sono argomenti che mi toccano molto da vicino ed a volte mi fanno "straparlare".

"ciò che non c'è non si può rompere" (Henry Ford I).

"Non condivido ciò che dici, ma lotterò sempre affinché tu possa continuare a dirlo" (Voltaire).

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Caro Roberto, il tuo non è affatto uno "straparlare". Purtroppo le tue parole mi fanno capire quanto da vicino ti abbia coinvolto una vicenda simile, se non per modalità, quantomeno per le conseguenze.

Qui non si tratta di essere o meno d'accordo: ognuno di noi giudica e valuta le cose che gli accadono con l'unico metro a disposizione, che è la propria esperienza. Non quella dell'amico, del marito, del cugino che ci passano più o meno accanto. La propria e basta, quella che ti lascia i segni indelebili nell'anima.

Io sto vivendo questa cosa con la mia esperienza che, grazie a Dio, è praticamente nulla. Cerco di immaginare, ma credo di non avvicinarmi neppure lontanamente a ciò che si prova. Vorrei capire, questo sì, ma l'unica persona che potrebbe, ahimè, non può più.

Non muoio nemmeno se m'ammazzano! Giovannino Guareschi 1943

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Anche da parte mia la massima solidarietà ed una pacca sulla spalla virtuale. Quanto alla terapia, non saprei... tra parenti ed amici 3 persone che conosco molto bene sono riuscite a vincere questa terribile malattia con la cura "tradizionale"... ma in questi casi, più di tutto credo conti la fortuna, scoprire in tempo la malattia e non perdersi mai d'animo. La prima cura è la voglia di vivere.

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'90 Fiat Tempra 1.4 ('99 - '00) - '96 Fiat Coupé 1.8 16v ('00 - '01)

'92 BMW 316i ('01 - '05) - '03 BMW 318Ci 2.0 16v ('05 - '15)

'09 BMW 320d xDrive ('15 - now)

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bike: special su base Ducati Monster 800S i.e.

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No Devonrex, non sono d'accordo, non è "omertà", ma è rispettare il volere di una persona che sa di essere condannata e che non accetta di passare il resto della sua vita, poco o tanto che sia, come una "diversa". Sì, perché se "la gente" viene a sapere che una persona è malata di tumore inizia a guardarla e trattarla con diffidenza e compatimento e, alla fine della storia, la si emargina. E' per questo che i malati quasi sempre si vergognano di confessarlo.

assolutamente uno deve pesare alla qualità della propria vita e di chi ti sta intorno, se ti trovi di fronte all'ipotesi di dover subire trattamenti medici pesanti (che purtroppo si protraggono troppo spesso ben oltre all'accanimento terapeutico facendo patire dolori enormi) che ti costringono ad un continuo dentro-fuori dagli ospedali stando male come un cane (obbligando anche i propri cari a mettere in stand by le proprie vite) senza avere poi concrete possibilità di guarigione tanto vale spendere il tempo che ti resta con chi ti vuole bene ed accettare la propria malattia

sono scelte che vanno rispettate

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No Devonrex, non sono d'accordo, non è "omertà", ma è rispettare il volere di una persona che sa di essere condannata e che non accetta di passare il resto della sua vita, poco o tanto che sia, come una "diversa". Sì, perché se "la gente" viene a sapere che una persona è malata di tumore inizia a guardarla e trattarla con diffidenza e compatimento e, alla fine della storia, la si emargina. E' per questo che i malati quasi sempre si vergognano di confessarlo.

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Scusa, non ti offendere, ma la rabbia dovrebbe provarla chi è malato e si rende conto che con tutta la scienza ed il progresso dell'era moderna si va sulla Luna e, fra poco, su Marte, ma non si riesce a combattere le malattie della Terra, non chi assiste da esterno a simili tragedie.

assolutamente uno deve pesare alla qualità della propria vita e di chi ti sta intorno, se ti trovi di fronte all'ipotesi di dover subire trattamenti medici pesanti (che purtroppo si protraggono troppo spesso ben oltre all'accanimento terapeutico facendo patire dolori enormi) che ti costringono ad un continuo dentro-fuori dagli ospedali stando male come un cane (obbligando anche i propri cari a mettere in stand by le proprie vite) senza avere poi concrete possibilità di guarigione tanto vale spendere il tempo che ti resta con chi ti vuole bene ed accettare la propria malattia

sono scelte che vanno rispettate

Ciò nonostante non riesco proprio a definire ingiustificata la rabbia di Devonrex.

Cioè, ragazzi, mica lui è arrabbiato direttamente con sua cugina: è nella situazione di chi all'improvviso si sente raccontare una vicenda tristissima con certi connotati e si chiede "ma perché diavolo non ha fatto in quell'altra maniera, che avrebbe potuto salvarla?" È un'erosione interna dettata dal fatto che forse la soluzione, per quanto dolorosa e umiliante, era percorribile e avrebbe condotto a risultati positivi, e invece ora la persona cara è lì a soffrire.

Non credo proprio che Devonrex sia nella situazione di non rispettare la scelta - se tale è stata - di evitare ulteriori sofferenze e sperare in quel metodo alternativo. Ma non si fa una ragione del fatto che ora lei sia in quelle condizioni senza che lei si sia lasciata aiutare. Questo genera rabbia IMHO.

Naturalmente sono mie supposizioni. Ma credo che avrei gli stessi sentimenti.

Il problema è mantenere una velocità di pensiero che sia superiore alla velocità della macchina.

E NON VALE SOLO NEL RALLY!!! :§

Gli accenti? Usiamoli bene! Gli accenti in italiano

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Ciò nonostante non riesco proprio a definire ingiustificata la rabbia di Devonrex.

Cioè, ragazzi, mica lui è arrabbiato direttamente con sua cugina: è nella situazione di chi all'improvviso si sente raccontare una vicenda tristissima con certi connotati e si chiede "ma perché diavolo non ha fatto in quell'altra maniera, che avrebbe potuto salvarla?" È un'erosione interna dettata dal fatto che forse la soluzione, per quanto dolorosa e umiliante, era percorribile e avrebbe condotto a risultati positivi, e invece ora la persona cara è lì a soffrire.

Non credo proprio che Devonrex sia nella situazione di non rispettare la scelta - se tale è stata - di evitare ulteriori sofferenze e sperare in quel metodo alternativo. Ma non si fa una ragione del fatto che ora lei sia in quelle condizioni senza che lei si sia lasciata aiutare. Questo genera rabbia IMHO.

Naturalmente sono mie supposizioni. Ma credo che avrei gli stessi sentimenti.

Non muoio nemmeno se m'ammazzano! Giovannino Guareschi 1943

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