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Juve, ecco la Coppa Italia

Al gol di Lanzafame replica Filkor su rigore. Chiarenza: «Grande gruppo, ora scudetto»

ENRICO ZAMBRUNO

Come il morso di un cobra, rapido e letale, la Juventus sa colpire in qualsiasi momento. Una squadra cucita ad arte da Vincenzo Chiarenza, il sarto ideale per un gruppo che negli ultimi anni ha vinto tutto: alla lunga collezione di successi ieri si è aggiunta la Coppa Italia Primavera, trofeo che mancava dalla bacheca bianconera dal 2004, vinta per la terza volta pareggiando 1-1 con l'Inter dopo il 2-0 maturato all'andata.

A Milano c'era il pubblico delle grandi occasioni, roba mai vista per un match giovanile. Non potendo gustare il derby d'Italia in serie A, i tifosi si devono accontentare. E così basta una finale giovanile per riscaldare gli animi, con i vari Ribas e Maniero che per una volta conquistano la scena al posto di Ibrahimovic e Trezeguet.

La Juventus è in piena corsa per l'en-plein: dopo Supercoppa e Coppa Italia, vuole anche lo scudetto. Vincere i tre titoli messi in palio dalla Lega sarebbe un tris storico, mai riuscito a nessuna squadra. Una corazzata che parte da Trini - un portiere dalla sicurezza disarmante - e finisce a Lanzafame, il bomber principe del gruppo, all'ultima stagione nella Primavera prima del grande salto in serie A. Un Quagliarella ancora acerbo: ecco chi sembra Lanzafame, già cercato in questi giorni dall'Ascoli per il prossimo anno. In mezzo due talenti come Giovinco e Venitucci, il genietto e l'uomo d'ordine, pronti al definitivo grande salto in prima squadra in scia ai già promossi Marchisio e De Ceglie. Anche dietro la Vecchia Signora non è messa male: a differenza di inizio stagione, quando incassava gol evitabili, la retroguardia si è fatta sempre più solida con il passare del tempo. Fondamentali gli uomini di fascia, Lagnese e Rizza, bravi a spingere come nel difendere.

Senza Cuneaz, ko per una botta alla caviglia destra, Chiarenza mette in soffitta il solito 3-4-1-2 puntando sul più classico 4-4-2, con Pisani difensore centrale al fianco di Di Berardino. La prima fiammata è dell'Inter con Ribas, una vecchia (e negativa) conoscenza dei bianconeri, cui risponde Giovinco con una punizione di poco a lato.

Con il passare dei minuti la Juventus sale di tono, conquista campo, piazzando la zampata vincente poco dopo la mezz'ora. Maniero crea, Lanzafame segna. L'attaccante subalpino è perfetto nella coordinazione volante, un destro che lascia di sasso Tornaghi. Il vantaggio dura però solo 7’, perché nel primo capovolgimento di fronte i nerazzurri centrano il pareggio. Di Berardino è ingenuo nello spingere in area Ribas, il rigore è sacrosanto. Filkor non sbaglia, ma rimarrà l'unico acuto della squadra di Esposito.

L'Inter è troppo nervosa, la Juve tranquilla. Viene espulso per doppia ammonizione Bonucci, poi la festa bianconera può cominciare con il presidente di Lega Matarrese a premiare vincitori e vinti. «Questo gruppo è speciale - gongola Vincenzo Chiarenza -, ora non ci resta che concentrarci sullo scudetto. Sarà dura perché le rivali sono consapevoli del nostro valore, ma noi puntiamo al bis. I successi non sono casuali, c'è un'intera società dietro che lavora ogni giorno». Ciro Ferrara, responsabile del settore giovanile della Juventus, dice: «È andato tutto splendidamente, dall’organizzazione alla cornice, tranne che quando siamo andati a ritirare la coppa in mezzo al campo i dirigenti dell’Inter non c’erano più». L’ad dei milanesi, Ernesto Paolillo, replica: «Ero in campo a rincuorare i miei giocatori. È una polemica stupida e inutile, spero che Ferrara si informi e si scusi. Non dovevo ritirare io la coppa». Ferrara spiega: «Non era mia intenzione fare polemica. Mi sono limitato a osservare che la squadra che perde, di solito, assiste alla premiazione».

da lastampa.it

Eh eh eh...

Non vincete mai... non vincete mai... almeno quando Noi ci siamo!!!!!

ah aha ahh...... ;-)

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Inviato

sono inferiori da 100 e passa anni e quando ci incontrano acchiappano.

sistematico. sicuro come poche cose al mondo. il dna non tradisce.

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