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Le situazione finanziaria Alfa anni '70, dubbi e domande


Maggio80

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;)

ma il v8 da 2600 biturbo era ex novo esclusivamente per le corse, tipo 3.5 v10, o era una qualcosa derivato da un progetto precedente?

mai visto ne sentito parlare di questo motore, ma non dubito che sia esistito, anzi sono curioso di capire da dove esce questo coniglio dal cappello..

Eccolo qua il V8 2600!!!!!!

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bella zio!!!

dove l'hai pescato?

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Mi avete fatto venire fino a quassù e mi avete detto...mi avete detto che mi compravate una bomba...arriverò tardi per il pranzo e mia mamma...ahhh...ahhh..e non mi farà mangiare per punizione..aaaaaah che vigliacchi.........nessuno ha una cioccolata??? un croccante???

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Che scoop eh !!! ;-)

Il motore è esposto al circuito di Varano de' Melegari, presso il centro congressi del Centro Internazionale di Guida Sicura di De Adamich... e nella targhetta è specificato che si tratta di un V8 2600 turbo usato in F.Indy nel 90-91.

Nella prima foto in alto a sinistra si nota il turbocompressore Garrett.

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Il motore è derivato dal progetto Ferrari abortito per la Indycar, a sua volta derivato da un progetto Lancia.

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

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Insomma, non si butta via niente...

Ma Lancia per cosa l'aveva progettato?

La Lancia LC2 gruppo C che ha corso nel mondiale endurance nelle stagioni '83 '84 e '85, era equipaggiata da un V8 biturbo di progettazione Ferrari.

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mi ero perso gli aggiornamenti!

porca pupazza..e pensare che ci sono stato a varano ma..non l'avevo notato :|

ottimo cfev ;)

ax..va beh, domani ti regalo un paio di mutande d&g in saldo! :lol:

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Mi avete fatto venire fino a quassù e mi avete detto...mi avete detto che mi compravate una bomba...arriverò tardi per il pranzo e mia mamma...ahhh...ahhh..e non mi farà mangiare per punizione..aaaaaah che vigliacchi.........nessuno ha una cioccolata??? un croccante???

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Ma tu guarda sti ragazzi......... eh eh eh citano il Fusi ma ne sanno eh........ :)

In tanti avete detto cose correttissime. Direi che forse forse si deve solamente valutare "il peso" o "dove stanno sulla scala" tutte le motivazioni.

Alcune sono oggettivamente valide per tutti, come la crisi energetica, il post autunno caldo (altro che autunni, anni intieri, ancorchè per certi versi in Alfa si andò meglio e per altri molto peggio). Certune invece tipicamente Alfa.

La commistione di tali eventi è stata fatale. Consideriamo che tale commistione si è verificata, di fatto in misura minore ma egualmente ci fu, anche in Fiat, tanto che gli anni '70 di Fiat sono un periodo decisamente schifoso (volendo essere cattivi l'ultima crisi è ancora peggio perchè le contestazioni aziendali all'epoca c'erano, oggi no).

I periodi "neri" per via delle crisi sindacali ci son dalla fine degli anni '60 purtuttavia l'azienda si evolve, innova, produce.

La crisi energetiva bacchetta l'Alfa, ma l'Alfanord più che altro, di fatto quasi legittimando ancor d+ l'idea Alfasud.

L'Alfasud diventa la classica industria statale del Sud Italia (non si offenda nessuno, ma per coerenza direi che si deve proprio dire così).

Un uomo comunque forte, che ha smosso mare e monti per far partire lo stabilimento campano a suo tempo impantanato in pastoie clientelari, camorriste e personali, viene estromesso da persone di una certa caratura (come posizione) e totalmente impestate di quanto di veterò si vedrà dopo (e oggi ne paghiamo ancora i così dolci frutti).

Un tecnico valido, rispettato da tutti in azienda anche in climi roventi, muore.

Molti vedono il 1974 come l'anno di inizio della fine: mi tocca concordare, perchè lì la commistione di cose, in un periodo in cui TUTTI, anche i forti (o pseudo tale), i privati con meno "obblighi" verso una base "elettrice", diviene così deleteria da minare definitivamente l'azienda.

La crisi che ha portato al progressivo impoverimento Alfa ha quindi molti padri. Ed un sistema che li racchiude quasi tutti. La cessione ha padri dello stesso sistema, la gestione successiva (il "nuovo testamento") e le sue magagne ce l'hanno in un sistema diverso, opposto a quello precedente, con comunque sfracelli. Perchè? Perchè di fatto gli uni e gli altri non hanno alcuna percezione di cose è stata, come è diventata "grande costruttore" l'Alfa Romeo, i primi perchè di professione facevano e fanno altro (chiamatela politica o inculare il prossimo, che in sti periodi le cose concordano e di molto); i secondi perchè pur del settore erano (e rimangono) convinti di essere i migliori, anche se non vendono, vendono male o vendono rumenta. Daltronde si dice che non si deve "essere", ma "essere convinti di essere"........

Successivamente alla estromissione di Luraghi (AD) per motivi noti (se non sono noti ve li spiego), ed alla dipartita verso celesti pascoli di Satta, si arriva alla nomina di altri AD di cui uno fin troppo galantuomo (perchè intendiamoci: la classe dirigente magari bacchettone e baciacristo del primo dopoguerra non era mica grama, semmai i loro delfini e gli attuali delfini delle segreterie dei delfini sono una ciofeca) il secondo invece che durò d+ ma........ anche lui fin troppo signore....... e messo di mezzo anche per questioni sindacali di cui tutti rimasero schifati, riconoscendo una specchiata onestà intellettuale nella persona.

Ma attenzione: Luraghi ancorchè non tecnico evidentemente sapeva scegliere di chi fidarsi, ed aveva una certa impostazione. Chi è venuto dopo conosceva l'Alfa di meno, l'Alfa non era l'azienda di prima, tutto non era quello di prima, si affidava a "chi c'era o chi trovava" (per queste leggerezze ci avrebbe rimesso le palle Massacesi, che pure era riuscito laddove Luraghi aveva solo iniziato, altri non erano riusciti, ovvero la diminuzione della conflittualità a Pomigliano).

E' chiaro che negli anni '70, periodo di contrazione per tutto il mercato automobilistico (e peraltro anche neri spettri da parte di cassandre de noantri) ma anche di cambiamento di filosofia aziendale, del mondo del lavoro, e di progressivo aumento di coglioni in politica e quindi come classe dirigente, ci sarebbero volute persone con le palle per contrastare "quanto possibile" la fisiologica debacle.

In Fiat ci provarono, salvo poi trovare il loro uomo (su consiglio di Cuccia, perchè l'uomo da loro tanto voluto, De Benedetti, poco gli mancò che se li impallinasse tutti, e comunque se li è impallinati egualmente - leggi Gilardini e buonuscite). In Alfa ci provarono "alla maniera becero democristian-statale" e non ci riuscirono.

I soldi si perdevano, è vero che spalmato sulla produzione il deficit dava "un milione a macchina". Ma le perdite che Fiat magari poteva sostenere "di proprio" (e comunque anche ricorrendo a una dimora per cani molto forte), è vero che lo Stato le poteva ancora sostenere, ma di se e per se l'Alfa no. Con ancora gli ammortamenti di Arese (di cui il mancato "raddoppio" non inficiava comunque la redditività, ma in condizioni di produzione a regime) e lo stentare di Pomigliano (che si facessero la metà delle auto che si dovevano fare è arcinoto).

Usando tanti se e tanti ma la storia oggi sarebbe molto diversa. Fatto sta che la crisi gestionale (perchè questo era, ancorchè non interessasse a nessuno, mica si doveva produrre qualcosa di utile nelle partecipazioni statali, questo semmai era un PLUS della generazione precedente!) è stata anche economica, di prodotto, sindacale.

Il Romiti della situazione quà non c'era. Ed anche se ci fosse stato, col piffero che saliva agli alti scranni, forse per puro caso e sarebbe stato segato dopo.

La scuola tecnica in Alfa c'era ancora, retaggio precedente. Anche se non governò + la scuola Satta, i tecnici di Surace & C. erano comunque validi. Per me, non al livello dei precenti, ma cmq una certa validità esisteva.

I soldi? Mancavano. Perchè gestione dissennata oggi, gestione dissennata domani, conversione di una fabbrica in un mero bacino di voti o di un covo di casinisti che oramai avevano anche perso il lume del perchè lottavano rimanendogli solo "il fatto che si deve lottare", che altro vuoi ottenere?

Ed arriviamo, in periodi in cui il bel tempo si stava affacciando, alla decisione fatale: si vende.

Come? Ma ovviamente alla italica maniera, via l'acqua col bimbo dentro.

L'opzione Ford oltre ad essere "straniera" e molto malvista da Torino (che aveva ben + peso politico di oggi, daltronde non mi pare che Marchionne vada a Roma settimanalmente in vagone letto - Valletta sì - nè che abbia un dirigente romano - Romiti - nè che abbia appartamenti a Roma - Agnelli -) sarebbe stata rifiutata anche nel merito. Perchè? Perchè era "aziendale"........ nel senso che la proposta Ford di fatto equivaleva ad un entrare in azienda passo passo, non con l'acquisizione totale da subito, di fatto - è vero - coinvolgendo l'IRI ancora per un po' nella conduzione dell'azienda ma anche fornendo, nel caso, la possibilità di "agire" sul nuovo azionista qualora:

1. questi disattendesse i tanto sbandierati piani occupazionali

2. la gestione fosse veramente dissennata oltre ogni misura (e sarebbe ben stato difficile)

ma anche garantendo

1. la partecipazione ad un utile, qualora raggiunto.

In realtà sarebbe stato un macello per la Ford, perchè ma vogliamo veramente pensare che potessero andar daccordo con dirigenti di nomina politica e, se andava bene, lievemente preparati professionalmente?

Non credo che nessuno dirà mai, ma pensandoci sopra la vedo come "plausibile", che si volesse "uscirne" anche perchè il confronto, e il lavorare con, una mentalità imprenditoriale americana avrebbe amplificato quella idea di "casino" che ebbero gli uomini Nissan in merito a quella boiata che fu la voglia di fare lo stabilimento a Pratola Serra (leggi De Mita) e quindi l'Arna.

Che, vivaddio, con il senno di poi e nel merito, avulso dal prodotto finale e da come vi si sia arrivati, non sarebbe poi stato chissà che tragico evento, dato che le joint all'epoca erano poco diffuse, ma oggi no.

Il "post 1987" è un altro discorso, ma perchè ci si va giù + duri? Perchè di fatto l'impoverimento dell'Alfa, ed il fatto che a ventuno anni dall'evento vi sia ancora una situazione scandalosa come l'attuale per il marchio, è stato questa volta operato NON da dirigenti di nomina politica, e non dalla proprietà statale affacendata alla ricerca di voti, consensi, ed arricchimenti di amici ma da un organismo sedicente privato e che contro tutto il sistema che possedeva e gestiva l'Alfa prima ha sempre tuonato senza vedere come, di fatto, lui avesse le "libertà di agire" ma abbia agito male.

firmaboh.jpg

'80 Alfasud 1.2 5m 4p --- '09 147 JTDm Moving

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Aggiungo solo una piccolissima cosa: come confermato da forse l'ultimo dirigente Alfa Romeo di allora ancora in azienda, fino al 91 si è respirata una qual certa autonomia. Poi è morto tutto.

La decisione per esempio di abbandonare il mercato USA fu determinata da una corrente interna che fece in modo, modificando i business plan, di convincere l'avvocato ovino (grande sostenitore del mercato USA) che l'avventura avrebbe generato perdite notevoli. Così egli si rassegnò.

Il fatto è che i conti erano truccati.

Alfa Romeo come AZIENDA muore in quel momento, trasformandosi un "brand" del gruppo fiat auto. Per mai più rinascere.

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