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Featured Replies

Inviato
solo il 5% qualche settimana fa' abbiamo preso il 25 % in un giorno :redd, alla data credo lo abbiamo gia' perduto !!:shock: e non e' successo ninete.

premesso che il "Caffe Americano Grande" (scritto in italiano) di Starbuck e' il mio preferito quando sono li (hai presente Gibbs di NCIS ?) , posso dirti che anche un amico broker, italiano e non facoltoso, e' passato in pochi anni a gestire pacchetti azionari afferenti a mercati/industrie totalmente diversi: come potrebbe capirne qualche cosa veramente? se io , Te o altri qui nel forum hanno dei dubbi sul loro specifico settore dopo esperienza piu' che decennale ?

storie industriali diverse, prodotti e mercati diversi, evoluzioni di settori diversi, cicli di prodotti diversi, sistemi paese diversi, e si potrebbe continuare all'infinito. tutti raggruppati nei portafolgi di singoli broker alla sola ricerca del max gain di breve. il rischio di cazzate catagalattiche in effetti è alto.

detto questo, la mia esperienza non è decennale. anzi, si avvicina ad essere biennale:D ma nonostante ciò, se mi chiedi a che settore appartiene la mia azienda la risposta è..."ehm...a tutti più o meno"...fatti conto:D:D

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I più attivi nella discussione

Inviato

ahh quindi siete anche voi fornitori di soluzioni olistiche end to end e (sulla carta) competitor di tutti :oops:...non ti preoccupare dopo sta crisi gli passa :mrgreen:

Cita

7:32 : Segni i punti coglionazzo !

Inviato

Che bella l'informazione edulcorata :mrgreen:

Rientrano solo quelli di 955 e per una settimana, il resto è normale avvicendamento. Non è cambiato nulla.

Anzi si confermano sempre + 2 settimane di CIG al mese x i coletti bianchi fino a fine anno, con una possibile tranche di 2 mesi interi a cavallo di Lug-Ago-Sett.

Va tutto bene, non vi preoccupate... ;)

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

Inviato
ahh quindi siete anche voi fornitori di soluzioni olistiche end to end e (sulla carta) competitor di tutti :oops:...non ti preoccupare dopo sta crisi gli passa :mrgreen:
Inviato
Che bella l'informazione edulcorata :mrgreen:

Rientrano solo quelli di 955 e per una settimana, il resto è normale avvicendamento. Non è cambiato nulla.

Anzi si confermano sempre + 2 settimane di CIG al mese x i coletti bianchi fino a fine anno, con una possibile tranche di 2 mesi interi a cavallo di Lug-Ago-Sett.

Va tutto bene, non vi preoccupate... ;)

[sIGPIC][/sIGPIC]

Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

Inviato

Solo martedì?? noi anche lunedì...

"The great enemy of the truth is very often not the lie -- deliberate, contrived and dishonest -- but the myth -- persistent, persuasive and unrealistic"

(John Fitzgerald Kennedy)

"We are the Borg. Lower your shields and surrender your ships. We will add your biological and technological distinctiveness to our own. Your culture will adapt to service us. Resistance is futile!"

"Everyone is entitled to their own opinion, but not their own facts!"

Inviato

No, lunedì e martedì altrochè!

Ma meglio così, mi abboffo di bugie e evito di rientrare col machete a far saltare teste.

[sIGPIC][/sIGPIC]

Some critics have complained that the 4C lacks luxury. To me, complaining about lack of luxury in a sports car is akin to complaining that a supermodel lacks a mustache.

Inviato

finalmente un pò di mxxda da sotto i tappeti salta fuori...che facciano un pò di pulizia...visto che ce n'è un gran bisogno

Evasione, riciclaggio, corruzione

i centri off-shore gonfiano la crisi

di LUCA IEZZI

ROMA - "Nel momento in cui i governi stanno cercando di forgiare un sistema finanziario mondiale più stabile, la lotta ai paradisi fiscali è uno dei temi che vanno affrontati con urgenza". Le parole del segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria, dell'ottobre scorso, sono profetiche. L'associazione di paesi sviluppati con sede a Parigi è un po' il braccio internazionale nella lotta l'evasione fiscale: è l'Ocse che tiene la "lista nera" dei paesi che si rifiutano di collaborare e condividere le informazioni sui capitali di cittadini stranieri. Sarà aggiornata a giugno prossimo e al momento contiene tre "recidivi" (Monaco, Andorra e Liechtenstein) gelosi dei propri segreti, più una seconda cerchia di una quarantina che stanno firmando accordi bilaterali con i paesi sviluppati per aumentare la trasparenza su segreto bancario e sistema fiscale.

La posta in palio sono quei 5.000-7.000 miliardi di dollari (sempre stima Ocse) di capitali esteri al sicuro nei paradisi fiscali. Capitali considerati in parte frutto di evasione, riciclaggio e corruzione e che possono aver contribuito a gonfiare la crisi. La cooperazione cresce (dal 2000 ad oggi sono 44 le intese bilatelari firmate), ma si tratta di piccoli passi e più che eliminare il problema si limitano far cambiare destinazione agli evasori. Bermuda ha siglato un protocollo con Washigton e molte società di Wall Street hanno traslocato in Svizzera.

I successi in questa lotta sono stati a dir poco sporadici: Charles De Gaulle nel 1962 schierò agenti della dogana sulle strade che portavano al principato per convincere il principe Ranieri a far pagare le tasse ai cittadini francesi residenti a Montecarlo. L'Italia avviò uno dei primi condoni del settore con lo "scudo fiscale", imitato da altri paesi. Solo un anno fa lo scandalo sui 1.400 nomi di correntisti europei in Liechtenstein sembravano segnare la fine dei paradisi fiscali all'interno della Ue (Lussemburgo, Austria, isole della Manica) o quelli confinanti (Svizzera e Liechtenstein). Invece nemmeno la direttiva europea che dovrebbe parificare i sistemi nell'Unione è stata ancora approvata.

Stesso discorso per la guerra al riciclaggio: secondo la Banca mondiale ogni anno tra i 1.000-1.600 miliardi di dollari frutto di attività criminali (la metà da paesi poveri) arrivano nelle oasi. Le task force internazionali hanno ottenuto pochi successi nel bloccare i flussi e impedire che in queste "terre senza legge" capitali puliti e sporchi si mischino senza essere più distinguibili.

La svolta, se vera svolta sarà, arriva dagli Usa: i salvataggi delle banche hanno di nuovo portato al centro dell'attenzione la quantità di denaro che i grandi gruppi finanziari hanno parcheggiato offshore. Citigroup ha ottenuto dall'amministrazione Bush iniezioni di capitale per 45 miliardi e garanzie su perdite per altri 300 miliardi. Perdite maturate anche nella 427 controllate nei paradisi fiscali nel mondo. Bank of America (20 miliardi di aiuti e garanzie per 118 miliardi) ne ha 115, Jp Morgan 50. I congressisti americani hanno chiarito che i soldi dei contribuenti non possono salvare banche che invece riuscivano a non pagare tasse sui capitali propri e dei clienti. Di qui anche l'offensiva nei confronti della filiale americana della svizzera Ubs. E deve finire anche la giungla priva di regole degli hedge funds. I fondi più rischiosi e speculativi hanno spesso la propria sede legale offshore: prima del crollo amministravano 2.000 miliardi di dollari, spesso sottoscritti dalle stesse banche che puntavano ai loro rendimenti stratosferici ed esentasse per accrescere gli utili.

Invece ora i fallimenti a catena trasformano i loro titoli nei famosi "asset tossici" che gli Stati dovrebbero accollarsi. Nella sua breve esperienza da senatore Barack Obama propose una legge che vietava a società e banche che facevano affari con enti pubblici di tenere controllate nei paradisi fiscali. Ora, da presidente, e con l'appoggio dei big europei, potrà provare a completare la sua battaglia.

(23 febbraio 2009)

Inviato
La crisi dell'auto colpisce anche la Russia

Vendite in calo, produzione congelata e incentivi per 43 milioni di euro

Nessuno è immune alla crisi, neppure i mercati più forti come quello russo. Anche se nel primo semestre del 2008 la Russia aveva superato la Germania con 1,645 milioni di auto vendute, a gennaio il mercato è crollato del 44,5% rispetto a dicembre 2008 e del 33% rispetto a gennaio. Una brusca frenata a cui segue l'annuncio della Avtovaz, partecipata al 25% da Renault, del congelamento di circa 15.000 operai a marzo. Intanto, per cercare di risollevare il settore, anche Mosca è dovuta ricorrere agli incentivi. Si parla di 2 miliardi di rubli (circa 43 milioni di euro) che saranno concessi alle banche per alleggerire i tassi sui prestiti destinati all'acquisto di una nuova vettura.

A perdere di più in gennaio, secondo il quotidiano Vedomosti, sono stati i Costruttori stranieri. In testa Hyundai (-48%) e Kia (-44%), ma anche le nazionali come Avtovaz sono andate male. Le vendite del principale costruttore russo sono calate del 40% rispetto allo stesso mese del 2007. A poco è dunque servita la sospensione di tutta la produzione a gennaio ed ora si spera di compensare le perdite con la decisione di attuare quelle misure di disoccupazione tecnica che interesseranno tra il 10% e il 14% dei dipendenti, ossia tutti quelli non interessati direttamente dalla linea di assemblaggio.

La Russia, che fino ad oggi era ritenuta l'Eldorado del settore auto, ha davanti a se' un anno molto difficile. Gli esperti prevedono che nell'arco del 2009 la flessione complessiva raggiungerà quota 20/25%.

Autore: Eleonora Lilli

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Inviato

24ore

Tokyo, 10:13

TOYOTA: DIVISIONE FINANZIARIA CHIEDE PRESTITO STATALE

Toyota Financial Services, la divisione servizi finanziari della casa automobilistica giapponese, ha chiesto un prestito da due miliardi di dollari alla Banca per la Cooperazione Internazionale, un istituto di credito statale nipponico. Lo ha riferito la rete televisiva Nhk, senza citare fonti. Toyota avrebbe bisogno della somma per coprire l'aumento dei costi del credito negli Usa.

(03 marzo 2009) repubblica.it

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