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La Jihad e le guerre dimenticate


JackSEWing

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P. S. Perche' una corvetta in un mare interno abbia armi strategiche, Dio solo lo sa :)

Tipico "overgunning" sovietico? :pen:

Statisticamente, il 98% dei ragazzi nel mondo ha provato a fumare qualsiasi cosa. Se sei fra il 2%, copia e incolla questa frase nella tua firma

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P. S. Perche' una corvetta in un mare interno abbia armi strategiche, Dio solo lo sa :)

IN TEORIA da quanto si legge è un missile antinave.... o meglio, la versione ottimizzata per il tiro contro-costa di un missile antinave

in pratica è un missile da crociera a tutti gli effetti :) d'altronde la stessa flottiglia del mar caspio è una bizzarria tipicamente russa, esisteva persino quando le coste del mar caspio erano per 3/4 territorio dell'URSS/impero Russo, figuriamoci ora

- - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - -

articolo molto ben fatto su La Stampa

Missili anche dal mare e offensiva di terra: Putin si prende la Siria - La Stampa

Missili anche dal mare e offensiva di terra: Putin si prende la Siria

Dopo i raid Assad invia colonne di tank: i ribelli resistono. Caccia americano cambia rotta per evitare quelli russi

È una pioggia di missili russi dal Mar Caspio che apre la strada all’offensiva di terra di Bashar al Assad contro i ribelli. Ad una settimana dall’inizio dei raid sulla Siria, Vladimir Putin lancia l’attacco militare russo più massiccio dalla fine della Guerra Fredda.

Poco prima dell’alba da quattro navi lanciamissili in navigazione nel Mar Caspio partono almeno 26 missili Kalibr, l’equivalente dei Tomahawk americani. Ognuno porta fino a 2300 kg di esplosivo a destinazione su obiettivi distanti circa 1500 km. La rotta che seguono descrive la mappa della coalizione guidata dal Cremlino: sorvolano l’Iran di Ali Khamenei e attraversano l’Iraq di Haider Al-Abadi per piombare sulla Siria Occidentale con una raffica di esplosioni percepita quasi come un sisma nelle province di Idilib e Hama.

Tempesta di fuoco

Il ministro della Difesa di Mosca Sergei Shoigu parla di «11 obiettivi di Isis colpiti, portando a 112 il totale in sette giorni» ma i comandi turchi, che controllano l’area con radar e satelliti Nato, ribattono che «in quell’area lo Stato Islamico non c’è» e i Kalibr ne avrebbero centrati «solo 2». Testimoni locali descrivono all’Osservatorio per i diritti umani in Siria, basato a Londra, «esplosioni che squarciano il cielo».

È una tempesta di fuoco a cui seguono i raid aerei. Sono almeno 37 gli attacchi dei caccia decollati dalle basi lungo la costa alawita. I Sukhoi-30 sono padroni dello spazio aereo, i Sukhoi-24 eseguono gli attacchi a terra. Bersagliano a Jabal al-Zawiya e Jisr al-Shughour le posizioni dei ribelli islamici della coalizione di Jaish al-Fatah, composta da gruppi sostenuti da Arabia Saudita, Turchia e Qatar più Al Nusra, emanazione di Al Qaeda. L’intento non è solo demolire postazioni fortificate, comandi, campi di addestramento e arsenali ma terrorizzare il nemico. Fargli sentire tutta la potenza del fuoco russo. Impossibile una valutazione delle perdite inflitte ma dalle zone più colpite Tajammu Alezzah, comandante di un gruppo filo-Usa, fa arrivare all’Associated Press un sms: «È iniziata l’offensiva di terra».

È il suono dell’artiglieria russa posizionata a Morek, lungo l’autostrada Damasco-Aleppo, che accompagna le avanzate di truppe siriane lungo tre direttive fra Latameh e Kfar Zeita. Siamo nel Nord della provincia di Hama, nelle aree rurali confinanti con la provincia di Idlib, finora saldamente nelle mani dei ribelli. Il comando russo ha deciso di sfondare dove il nemico si sente più forte e manda avanti la fanteria d’assalto siriana. Ahmad al Ahmad, attivista di Idlib, parla di «un fronte di avanzata di 16 km» con «iraniani e russi che affiancano i siriani» preceduti da blindati e tank. «Abbiamo distrutto due carri siriani, ma ne hanno dozzine» dice Ahmad. Mortai dei ribelli cadono a Baalbeck, culla di Hezbollah in Libano, ferendo cinque militari.

L’uso soverchiante della forza nelle avanzate è la tattica degli ufficiali russi, proietta potenza militare e superiorità psicologica. È un rullo compressore per riprendere il controllo dell’autostrada Damasco-Aleppo, bloccata dai ribelli dal 2012, e incunearsi in profondità nelle roccaforti nemiche. I «comitati locali di combattimento» usano i missili anti-tank Usa, forniti dai sauditi, mentre i siriani hanno la copertura degli elicotteri russi. Le operazioni militari sono a tal punto intense che il Pentagono fa invertire la rotta a un suo aereo in Siria per evitare la «zona a rischio». È una decisione che sembra un riconoscimento del nuovo ruolo russo.

Il plauso del Cremlino

È una guerra anche di immagini. Il Cremlino diffonde la foto di Putin con il ministro Shoigu, seduti uno di fronte all’altro nello studio del presidente attorno alle mappe delle operazioni, e poi il video del lancio dei missili con traiettorie e obiettivi su mappe tridimensionali. L’intento è trasmettere l’immagine di una leadership forte alla guida di un esercito hi-tech. Le parole attribuite a Putin sono: «I militari lavorano bene, dimostrano ottima preparazione». È un modo per dire che la Russia è tornata potenza: adopera il Mar Caspio come il Pentagono fece con il Mar Rosso negli interventi in Iraq e Libia, nel 2003 e 2011; lancia un numero di cruise che rivaleggia con il debutto di Iraqi Freedom contro Saddam; dimostra coordinamento con gli alleati di terra.

Ron Ben Ishai, analista militare a Tel Aviv, parla di «Russia con nuovo status militare globale» capace di «evitare i cieli turchi passando sopra Iran e Iraq perché alleati» nonché impegnata a testare «armi e tattiche nuove come fecero i tedeschi con gli Stukas nella guerra di Spagna». Jeffrey White, veterano del Pentagono in forza al Washington Institute aggiunge: «La presenza militare russa in Medio Oriente non sarà facile da rimuovere» in maniera analoga a «Crimea, Ucraina e Georgia». L’unico fastidio operativo sono i jet turchi sui confini siriani e, per il terzo giorno di seguito, l’antiaerea siriana li «illumina» con un avvertimento esplicito sui rischi che corrono.

Baghdad si allinea a Mosca

Mosca si prepara a estendere le operazioni all’Iraq. A Baghdad i partiti sciiti al governo chiedono al premier Haider Al-Abadi di «chiedere ai russi di colpire Isis anche qui». Dietro c’è l’Iran che vuole l’Iraq a pieno titolo nella coalizione. L’altro tassello del mosaico russo è Israele: il vice capo di Stato Maggiore Nikolai Bogdanovsky ha incontrato il parigrado Yair Golan nel ministero della Difesa a Tel Aviv definendo il coordinamento militare per evitare collisioni in Siria. E ancora: Mosca invia ingenti quantitativi di armi ai peshmerga curdi in Iraq. Putin li vuole dentro il patto «anti-Isis» che sta già ridisegnando un Medio Oriente. Come finora riusciva solo agli Stati Uniti.

inquietante il paragone con la guerra civile spagnola :pen: cosi come è inquietante il fatto che gli americani pensino al fatto che "Rimuovere la presenza russa dal medio oriente" sia un problema da affrontare

Alfa Romeo Giulietta, 1.4 TBI Multiair 170 CV Exclusive (2013)

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Un arma antinave anticosta da 1500 km di portata nel mar caspio e' un tipico non sequitur sovietico :)

se la rimozione americana funziona come in georgia crimea ed ucraina, meglio rispolverare il cirillico :)

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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Siria, pioggia di missili: Mosca "Distrutto il 40% delle postazioni ISIS", Turchia "Facciamo il 3%" - Difesa Online

La Turchia lamenta che siano stati colpiti prevalentemente obiettivi "moderati", citando i gruppi Jabhat al-Nusra e Ahrar al-Sham. Andatevi a vedere chi sono: il primo è al-Qaeda in Siria, il secondo è un gruppo salafita...

Eppure Orwell ci aveva avvisato che le parole avrebbero cominciato a voler dire il contrario...

già Zarathustra

"la 4C sarà un trabiccolo per incompetenti" (Ipse dixit)

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Siria, pioggia di missili: Mosca "Distrutto il 40% delle postazioni ISIS", Turchia "Facciamo il 3%" - Difesa Online

La Turchia lamenta che siano stati colpiti prevalentemente obiettivi "moderati", citando i gruppi Jabhat al-Nusra e Ahrar al-Sham. Andatevi a vedere chi sono: il primo è al-Qaeda in Siria, il secondo è un gruppo salafita...

Eppure Orwell ci aveva avvisato che le parole avrebbero cominciato a voler dire il contrario...

Mi spiace informazione bipluserrata: 1984 non esiste, non è mai esistito

( Nota personale dal diario segreto di O'Brien : da Quando Winston Smith non lavora più qui, questo posto è un macello ) :=)

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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inquietante il paragone con la guerra civile spagnola :pen: cosi come è inquietante il fatto che gli americani pensino al fatto che "Rimuovere la presenza russa dal medio oriente" sia un problema da affrontare

E ancora: Mosca invia ingenti quantitativi di armi ai peshmerga curdi in Iraq. Putin li vuole dentro il patto «anti-Isis» che sta già ridisegnando un Medio Oriente. Come finora riusciva solo agli Stati Uniti.

Fiat 127 - 903 ab | Fiat Regata 100 S i.e. | Daewoo Nubira SW 1600 SX-Fiat Panda Young 750 ab ('89) | Fiat Punto Easy 1.2 Nero Tenore

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SE I RUSSI ?FANNO GLI AMERICANI? - Analisi Difesa

Cit:

Al potere attrattivo della coalizione a guida russa sembrano non sfuggire neppure i curdi siriani che in alcuni settori combattono l’Isis al fianco dei soldati di Assad e che sono in cerca di robuste protezioni internazionali da quando Ankara ha iniziato in luglio una campagna di raid aerei che prende di mira i curdi invece dello Stato Islamico e continua a premere per istituire nel nord della Siria una “zona cuscinetto” di cui farebbero le spese soprattutto i curdi.Un contesto che spiega i duelli aerei tra jet turchi e russi lungo il confine ma soprattutto il motivo per cui a Latakya i russi hanno schierato una vasta gamma di missili antiaerei con i sistemi Tor-M-2, Pantsyr e S-300 in grado di garantire una copertura a tutte le quote e ad ampio raggio che raggiunge i confini settentrionali siriani.

già Zarathustra

"la 4C sarà un trabiccolo per incompetenti" (Ipse dixit)

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SE I RUSSI ?FANNO GLI AMERICANI? - Analisi Difesa

Cit:

Al potere attrattivo della coalizione a guida russa sembrano non sfuggire neppure i curdi siriani che in alcuni settori combattono l’Isis al fianco dei soldati di Assad e che sono in cerca di robuste protezioni internazionali da quando Ankara ha iniziato in luglio una campagna di raid aerei che prende di mira i curdi invece dello Stato Islamico e continua a premere per istituire nel nord della Siria una “zona cuscinetto” di cui farebbero le spese soprattutto i curdi.Un contesto che spiega i duelli aerei tra jet turchi e russi lungo il confine ma soprattutto il motivo per cui a Latakya i russi hanno schierato una vasta gamma di missili antiaerei con i sistemi Tor-M-2, Pantsyr e S-300 in grado di garantire una copertura a tutte le quote e ad ampio raggio che raggiunge i confini settentrionali siriani.

bell'articolo :)

i russi hanno giocato una partita diplomatica prima ancora che militare e l'hanno pure giocata bene.

a prescindere dal messaggio che i media e i politici occidentali vogliono far passare, ovvero di un attacco militare a testa bassa teso solo a complicare la situazione, ad un occhio attento pare evidente proprio il contrario. I russi prima hanno costituito una coalizione solida di nazioni che intendono impegnarsi per un obiettivo condiviso (contrariamente alle ambiguità della coalizione a guida USA) e poi sono passati ad un attacco mirato con obiettivi e tempi ben definiti.

vediamo se avranno successo o meno...

Alfa Romeo Giulietta, 1.4 TBI Multiair 170 CV Exclusive (2013)

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Guest EC2277
[…]

P. S. Perche' una corvetta in un mare interno abbia armi strategiche, Dio solo lo sa :)

Perché è un mare interno solo da un punto di vista geografico, mentre dal punto di vista politico è un territorio di confine e fino alla rivoluzione iraniana quel confine era costituito da una nazione amica degli Stati Uniti. Dopo l'Iran divenne amico dell'Unione Sovietica ed è probabile che il Cremlino volesse poter proteggere quello che era ed è uno stato amico dalle mire espansionistiche di Saddam, senza spingere quest'ultimo a cercare la protezione degli Stati Uniti. In tale ottica delle corvette possono essere ottime basi missilistiche, se armate con missili a lungo raggio e dislocate nei pressi della costa baltica dell'Iran. Infine l'URSS si è dissolta ed il Mar Caspio ha cessato d'essere uno specchio d'acqua circondato per 3/4 dalla Russia, per divenire un territorio conteso tra Russia, Iran, i quali premono affinché continui ad avere lo status giuridico di lago, Turkmekistan, Kazakistan ed Azerbaijan, che invece vogliono gli venga riconosciuto lo status di mare.

Perché?

Perché cambierebbero le leggi che regolano i diritti di sfruttamento dei giacimenti di metano e petrolio che si trovano sotto al fondale del Mar Caspio.

In tal contesto geopolitico, dotare la propria Flotta del Mar Caspio di un buon potenziale offensivo, può essere un'efficace strumento di pressione quest'ultime tre nazioni.

[…]

inquietante il paragone con la guerra civile spagnola :pen: cosi come è inquietante il fatto che gli americani pensino al fatto che "Rimuovere la presenza russa dal medio oriente" sia un problema da affrontare

No, non è inquietante. È logico: per gli Stati Uniti (ma anche per noi) nel lungo periodo è molto più pericoloso lasciare che si crei un'asse filo-Russo in quell'area, che lasciare Assad e l'Iran a combattere contro l'ISIS. Nel secondo caso l'ISIS non fa altro che destabilizzare ed indebolire le uniche due nazioni amiche di Putin nell'area. Nel primo invece c'è il serio rischio che la Russia riesca a costruire una linea d'accesso al Mediterraneo che va dal Mar Caspio alla Siria, passando per l'Iran e l'Iraq e la storia recente ci ha insegnato che non è mai piacevole avere la Russia di Putin come vicino di casa: è il tipico vicino che prima cerca di fare amicizia e poi, dopo averti preso le misure, comincia a decidere come devi comportarti; un po' come gli Stati Uniti ai "tempi d'oro della guerra fredda".

Modificato da EC2277
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Perché è un mare interno solo da un punto di vista geografico, mentre dal punto di vista politico è un territorio di confine e fino alla rivoluzione iraniana quel confine era costituito da una nazione amica degli Stati Uniti. Dopo l'Iran divenne amico dell'Unione Sovietica ed è probabile che il Cremlino volesse poter proteggere quello che era ed è uno stato amico dalle mire espansionistiche di Saddam, senza spingere quest'ultimo a cercare la protezione degli Stati Uniti. In tale ottica delle corvette possono essere ottime basi missilistiche, se armate con missili a lungo raggio e dislocate nei pressi della costa baltica dell'Iran. Infine l'URSS si è dissolta ed il Mar Caspio ha cessato d'essere uno specchio d'acqua circondato per 3/4 dalla Russia, per divenire un territorio conteso tra Russia, Iran, i quali premono affinché continui ad avere lo status giuridico di lago, Turkmekistan, Kazakistan ed Azerbaijan, che invece vogliono gli venga riconosciuto lo status di mare.

Perché?

Perché cambierebbero le leggi che regolano i diritti di sfruttamento dei giacimenti di metano e petrolio che si trovano sotto al fondale del Mar Caspio.

In tal contesto geopolitico, dotare la propria Flotta del Mar Caspio di un buon potenziale offensivo, può essere un'efficace strumento di pressione quest'ultime tre nazioni.

No, non è inquietante. È logico: per gli Stati Uniti (ma anche per noi) nel lungo periodo è molto più pericoloso lasciare che si crei un'asse filo-Russo in quell'area, che lasciare Assad e l'Iran a combattere contro l'ISIS. Nel secondo caso l'ISIS non fa altro che destabilizzare ed indebolire le uniche due nazioni amiche di Putin nell'area. Nel primo invece c'è il serio rischio che la Russia riesca a costruire una linea d'accesso al Mediterraneo che va dal Mar Caspio alla Siria, passando per l'Iran e l'Iraq e la storia recente ci ha insegnato che non è mai piacevole avere la Russia di Putin come vicino di casa: è il tipico vicino che prima cerca di fare amicizia e poi, dopo averti preso le misure, comincia a decidere come devi comportarti; un po' come gli Stati Uniti ai "tempi d'oro della guerra fredda".

Archepensevoli spanciasentire Socing.

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