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Fino all'ultimo bicchiere (storie di uomini e di vino)


Lisse

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Il gatto Apocalisse... per gli amici 'Lisse.

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Bisognerebbe chiamarti l'Uomo-Vino! Ne parli con così tanta passione da farmi leggere pagine e pagine pur non capendone nulla :idol:

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Bisognerebbe chiamarti l'Uomo-Vino! Ne parli con così tanta passione da farmi leggere pagine e pagine pur non capendone nulla :idol:

Ti ringrazio, Gianmy... però potrei scrivere di più e mi piacerebbe leggere interventi di qualche altro appassionato, anche se agli esordi... altrimenti mi sembra di essere tutto solo in questo topic...:roll:

Il gatto Apocalisse... per gli amici 'Lisse.

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A chiamata, rispondo! :D

L'altra sera ero a cena da amici e mi sono occupato del vino. L'intenzione iniziale era quella di cogliere l'occasione per assaggiare un vino che non ho ancora mai assaggiato, ovvero il Bruciato di Bolgheri (che ho sottoposto al giudizio del buon Lisse qualche diecina di pagine fa), che ahimè purtroppo non ho trovato.

Quindi ho 'ripiegato' per un altro vino, la cui tipologia non avevo ancora mai provato: un Chianti Classico "Riserva".

Nello specifico si trattava di un:

FATTORIE MELINI "Vigneti La Selvanella" Chianti Classico Riserva '10 (spero di aver azzeccato la 'notazione' :mrgreen:)

Beh, che dire... dal basso della mia miserevole esperienza enologica, l'ho trovato davvero un buon vino.

Visto che si è trattato del primo approccio ad un Chianti "Riserva", l'apprezzamento che ho avuto non so quanto possa dipendere dalla tipologia di vino o dall'esser cascato su un produttore 'discreto' (o magari una combinazione dei due). Quello che mi sono ripromesso è che assaggerò sicuramente qualche altro "Riserva" (di altri produttori) per approfondire.

Mai furono più vere le parole del Lisse: "stappare, stappare, stappare..." :)

DISCLAIMER: Purtroppo mentre il thread registra puntate magistralmente alte da parte di Lisse, i miei sono contributi da completo inesperto (ma curioso dell'argomento) che per ora ha come fonte di approvvigionamento la GDO (e non una cantina di fiducia), che naviga su tagli da 20neuri ed a cui mancano i 'fondamentali' (un Chianti "Riserva" lo reputo tale). Siate umani :timido: .

Modificato da RossoPazzo
ortografia
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Caro Rosso Pazzo, caro Lisse, eccomi, per quel che posso.

Ultimamente non sto bevendo bottiglie speciali, un po' sono sempre di corsa, un po' sono spesso raffreddato e non ha senso bere un vino che non si può sentire.

Non conosco quel Chianti riserva, ma Melini è un produttore grosso, però più da quantità che da qualità.

Se vuoi bere qualche buon Chianti con budget entro i 20 euro ti consiglio San Felice, sia il base che la riserva "il Grigio", buonissima (se ricordo bene sui 10 il primo, sui 14-15 la seconda), li trovi anche in alcuni supermercati, ma sono comunque bottiglie molto diffuse.

R: "Papà cosa è successo alla macchina?"

J: "Ho investito un uomo che attraversava la strada senza guardare"

R: "Ma è molto molto rovinata papà"

J: "Continuava a rialzarsi"

Rat-boy e Janus Valker, da Rat-Man

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FATTORIE MELINI "Vigneti La Selvanella" Chianti Classico Riserva '10 (spero di aver azzeccato la 'notazione' :mrgreen:)

Beh, che dire... dal basso della mia miserevole esperienza enologica, l'ho trovato davvero un buon vino.

Visto che si è trattato del primo approccio ad un Chianti "Riserva", l'apprezzamento che ho avuto non so quanto possa dipendere dalla tipologia di vino o dall'esser cascato su un produttore 'discreto' (o magari una combinazione dei due). Quello che mi sono ripromesso è che assaggerò sicuramente qualche altro "Riserva" (di altri produttori) per approfondire.

Non ho assaggiato questo vino, ma ti posso dire che, dovendo pescare sugli scaffali della GDO, la scelta è stata azzeccata.

Il produttore è di quelli industriali, ma "La Selvanella" è sempre stata una selezione di buon livello.

- - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - -

Ne approfitto per un mio parere sui Chianti Classico "Riserva", ma anche con le versioni "Riserva" di vini di altre denominazioni...

Ho spiacevolmente sperimentato che, almeno in tanti casi, i produttori intendono commercializzare come "Riserva" (che usualmente prevede solo un maggiore affinamento, alias invecchiamento, che sia in legno o vetro... o tutti e due) un vino "da passerella", dimostrativo... spesso ho trovato nel bicchiere dei vini pesantemente segnati dalla maggiore permanenza in legno (quasi sigillati in una cassa da morto), magari perchè le uve di partenza non erano di qualità adatta, oppure vini dove si è puntato molto sulla concentrazione, sull'estrazione e... sul legno.

Il senso di questo mio pensiero sarebbe: non ritenete automaticamente migliori le versioni "Riserva" (e specialmente sul Chianti Classico), rispetto alle versioni base... spesso è il contrario!

Sempre parlando di Chianti Classico, quando non conoscete i vini di un produttore, iniziate ad acquistare le versioni base... successivamente, se sarete rimasti soddisfatti, alle versioni "Riserva" e "Gran Selezione".

- - - - - - - - - - AGGIUNTA al messaggio già esistente - - - - - - - - - -

i miei sono contributi da completo inesperto (ma curioso dell'argomento) che per ora ha come fonte di approvvigionamento la GDO

In pvt, se interessa, ti potrei dare una dritta..

Il gatto Apocalisse... per gli amici 'Lisse.

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Grazie mille del consiglio, alla prossima occasione lo terrò sicuramente a mente! ;) Magari potrebbe essere anche una ulteriore spinta ad "adottare" una cantina.

La scelta più prodotti del medesimo produttore (a meno di non riportare in etichetta nomi del calibro di Banfi, Antinori o simili...) immagino possa essere un limite della GDO, dovendo stare dietro più ai grandi numeri (spesso magari a scapito della qualità).

Sul discorso dei "Riserva", sicuramente quando avrò acquistato un po' più di esperienza magari sarò in grado anche io di 'stanare' qualche furbetto. E' che essendo ancora abbastanza inesperto, per ora adotto (magari sbagliando) un approccio che va per "valori assoluti", quindi:

Chianti < Riserva < Gran Selezione*

oppure

Valpolicella < Superiore

Al sorso, il vino dell'altra sera l'ho trovato decisamente appagante.

Immagino che dipenda molto dal livello medio del mio attuale palato. Come dire: in futuro più salirà la qualità, più mi si affinerà (e magari tra qualche tempo berrò qualche sorso di questo vino "solo se mi verrà offerto." (cit. Lisse su Bruciato di Bolgheri :mrgreen: ) )

La strada che ho davanti è veramente tanta.

Non ho assaggiato questo vino, ma ti posso dire che, dovendo pescare sugli scaffali della GDO, la scelta è stata azzeccata.

In pvt, se interessa, ti potrei dare una dritta..

dica, dica pure...

Ed ora una curiosità che mi è nata proprio buttando giù questo post. Lisse, visto che tu sei un 'biancofilo', è possibile che il preferire un bianco ad un rosso più che dipendere dal mero gusto personale, possa anche essere la diretta conseguenza della maturazione del proprio palato?

(Ipotizzando che un rosso come tipologia di vino quanto a qualità percepita/piacere al sorso/appagamento possa arrivare 'solo' fino ad un certo punto, punto oltre al quale si spingono i bianchi. Ovvero, se volessi ricercare sensazioni ancora più sopraffine, devo affacciarmi alla platea dei bianchi)

*che ho gugolato essere denominazione nata nel 2013.

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