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Intervista a Olivier Francois


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Navigando su internet ho trovato questa intervista a Olivier Francois.

Lancia, intervista a Olivier François

Sulle rive del Po non si specchiano solo le ambizioni del marchio Fiat. Ci sono anche gli eredi di Vincenzo Lancia, l’inventore dell’automobile moderna. Guidati oggi da Olivier François, che arriva dalla Francia ed è un uomo di Marchionne, si vede. Deciso, ma soprattutto chiaro. Nato a Parigi nel 1961, laureato in economia e commercio, Olivier François è alla direzione del marchio Lancia dal 2005 dopo aver fatto esperienza in Citroën, dove ha diretto le filiali danese e italiana, e quindi in Fiat. La Lancia si fa forte soprattutto dei solidi risultati della sua “piccola ammiraglia”, la Ypsilon: un fenomeno senza precedenti non solo in Italia, ma anche in Europa dove è cresciuta nell’ultimo anno del 16%. Risultati inevitabilmente minacciati dalla prepotente vitalità della sfiziosa cuginetta di casa Fiat, che per dimensioni e prezzo si pone in diretta concorrenza.

Dottor François, come reagirà la Ypsilon all’arrivo della 500?

“Ypsilon e 500 sono in effetti simili per misure e appeal: ma un po’ di sana competizione, anche in famiglia, ci sta. Dalla nostra abbiamo qualche atout: una gamma motori più completa, soprattutto Diesel, e un’abitabilità maggiore: 5 posti e un buon baule di volume variabile da 290 a 900 litri, che rende la Ypsilon non esclusivamente cittadina,a differenza delle altre vetture del segmento A. E poi puntiamo sul servizio: tutte le versioni hanno di serie il VYP Service, un assistente personale 24 ore su 24 per ogni circostanza: dalla foratura al prelievo

dell’auto per il tagliando.”

Non è strano aver presentato proprio ora la Ypsilon Sport, quando la 500 viene proposta come una fun-car?

“Il restyling del 2006 andava infatti nel senso dell’eleganza, una caratteristica delle Lancia. Volevamo però coprire lo sport, che avevamo un po’ trascurato. Ora vedremo come reagirà

il mercato all’arrivo della 500: devo ammettere che è un po’ un salto nel buio. Da una parte perderemo qualche cliente, non i clienti Lancia, ma gli indecisi; dall’altra avremo anche un effetto di traino nelle concessionarie che espongono i due marchi. Difficile fare previsioni, ma nel complesso rimango fiducioso che la Ypsilon terrà.”

Si potrebbe puntare sull’estero, dove però il marchio Lancia, nonostante la storia lunga e gloriosa, è un po’ caduto in oblio…

“Sì: già ora un terzo delle Ypsilon sono vendute fuori dall’Italia. Le azioni commerciali e di comunicazione che abbiamo intrapreso funzionano bene, ma so benissimo che l’azione

principale resta quella di completare la gamma. Al momento, Lancia è presente in segmenti che in Europa pesano appena il 23%: è chiaro che non si possono fare miracoli. Ma c’è grande attesa per la Delta HPE, che l’anno prossimo chiuderà un buco proprio nel baricentro della gamma.”

Può già dirci su cosa punterà?

“Abbiamo tre punti vincenti. Prima di tutto lo stile, tipicamente Lancia senza essere un banale remake della vecchia Delta. Secondo, i contenuti: meccanica di pregio, cambi tutti a 6 marce, motori benzina e Diesel solo turbo, molto brillanti. Per finire, un’architettura particolarissima: non mi piace la parola crossover, ma è di certo una vettura poliedrica, che assomma in sé tratti dei segmenti C, D, berlina e station wagon.”

Come già la Thesis, la Delta è piuttosto diversa dal prototipo Stilnovo. Come mai?

“Perché cerchiamo di sviluppare azioni coerenti con la nostra identità, che descriviamo come ‘eleganza e temperamento’. Quindi abbiamo preso la Stilnovo e la abbiamo resa ancora più grande, più abitabile, e con più stilemi sportivi. La Delta HPE è la migliore interpretazione del DNA Lancia.”

E cos’è mancato invece alla Thesis per essere un’interpretazione di successo?

“Fondamentalmente, una base di vendite che sostenesse adeguati investimenti in comunicazione, generando un circolo virtuoso: ‘auto più venduta – auto più promossa’, soprattutto sui mercati esteri. Questo è il vero limite di questi tentativi, anche di altre Case: fuori dal mercato domestico sono poco sostenuti. C’è un problema strutturale di sostenibilità, quando si va a sfidare i marchi tedeschi sul loro territorio.”

Contro i tedeschi è persa la battaglia o è persa la guerra?

“È persa la battaglia del prodotto direttamente confrontabile, la grande berlina tre volumi. Ma ci sono altri modi di puntare all’alto di gamma senza fare vetture così classiche, e li stiamo esplorando con successo. Nell’alto di gamma Lancia ha di certo ancora molto da dire: abbiamo motori al vertice dei rispettivi segmenti, eleganza, dotazioni e carattere, che sono esattamente gli ingredienti di un alto di gamma di successo. E se togliamo l’equazione ‘alto di gamma = grandi dimensioni’, la guerra la stiamo vincendo tutti i giorni: nel segmento B 3 porte, Ypsilon è leader assoluta; e Musa è la monovolume più venduta in Italia.”

Se la Thesis non dovesse essere confermata, come la Lybra, Lancia diverrebbe un marchio con una gamma di quasi- monovolume: veri e propri, o due volumi poco accentuati, come Ypsilon e Delta HPE. È una scelta precisa, quella di declinare lusso e confort solo in veicoli di questo tipo?

“È più legato a una situazione momentanea. Non puntiamo solo su queste architetture: Lancia significa soprattutto confort della vita a bordo, silenzio, materiali, spazio. Nella ricerca dello spazio si può andare in larghezza, in lunghezza o in altezza; al momento siamo andati in altezza, ma già la Delta è decisamente bassa. Per quanto riguarda le tre volumi, non escludo nulla, ma per il momento nel segmento C interessano poco, almeno in Italia.”

E una vettura di immagine, come la Fulvia Coupé…?

“Ah, quella al valore del marchio avrebbe fatto bene: benissimo. Abbiamo una mezza idea per una vettura di questo tipo, ma occorre pensare alla giusta formula di stile, caratteristiche, investimenti. È facile fare un’auto che piaccia, ma è molto meno facile capire quanto costa produrla, e quanto è vendibile. Il pianale Barchetta era perfetto per le proporzioni della Fulvia, ma troppo datato; quello Brera è troppo grande. Magari si può usare il pianale Punto, e viene fuori una cosa diversa: a quel punto si chiama anche in un altro modo… Detto questo,

personalmente avrei fatto la Fulvia, e non la Barchetta. Ma all’epoca in azienda non c’ero io.”

Oggi lo stile è centrale nel valore di un marchio. Lei ha visto i progetti per le prossime vetture: come le sembrano?

“In tutta onestà, i ragazzi guidati da Marco Tencone sono bravissimi. Di tutti i progetti in corso, non ce n’è uno nato male: sono tutte belle auto, e inequivocabilmente Lancia. Se poi arriveranno alla produzione è un altro discorso, che dipende da mille variabili. Se all’estero avessimo la stessa notorietà che abbiamo in Italia, con le risorse in più potremmo permetterci subito il doppio di modelli in gamma.”

In effetti, all’interno del Gruppo, per ritmo di introduzione di nuovi modelli Lancia è il marchio più statico…

“…o il più dinamico, a seconda dei punti di vista. Come prodotto, è vero: oggi il nostro modello più recente risale al 2004. Questo è dovuto ai bassi investimenti fatti anni fa, nel periodo della crisi. Ma da fuori non potete vedere quello che si sta preparando! Inoltre proprio per compensare il lento rinnovamento della gamma, siamo i più attivi dal punto di vista delle iniziative mediatiche e dei servizi: dalle campagne pubblicitarie, alle serie speciali, al lavoro sulla rete, all’offerta VYP Service. Abbiamo quasi un’iniziativa al mese. Il risultato è che nonostante la concorrenza abbia prodotti più freschi, le nostre vendite sono in costante crescita.”

E quando avrete questi nuovi prodotti tornerà magari anche la trazione integrale?

“Può darsi. Abbiamo una lunga tradizione nel 4x4, e nell’alto di gamma c’è sempre più spazio per la trazione integrale a prescindere dal fatto che la si usi per Suv o per vetture più classiche. E se c’è spazio nell’alto di gamma, c’è spazio anche per noi.”

Fonte: automobilismo.it

Alcune delle cose che dice mi sembrano condivisibili: ad esempio credo anch'io che sfidare le berline seg. E tedesche sia un'impresa persa in partenza. Inoltre anche lui riteneva importante produrre la Fulvia; peccato per il pianale che manca.

Voi che ne pensate?

"All truth passes through three stages. First, it is ridiculed, second it is violently opposed, and third, it is accepted as self-evident." (Arthur Schopenhauer)

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Dubito che non abbiano prodotto la Fulvia per il pianale.... avevano 3 opzioni: pianale Gpunto (small), Stilo/Bravo(compact)o Premium...

  • Mercedes Benz Classe A180 CDI Sport Nero Cosmo (ex-Alfa 147 2004, ex-Fiat Punto 1993)
  • Jeep Renegade 1.0 Limited Alpine White (ex-Alfa Giulietta 2013, ex-Fiat Bravo 2007, ex-Fiat Punto 2001)
  • Fiat Panda 1.0 Hybrid City Life Bianco Gelato (ex-Fiat Punto 2011, ex-FIat Grande Punto 2006, ex-Fiat Marea 1999, ex-Fiat Tipo 1994, ex-Fiat Tipo 1989, ex-Fiat Uno, ex-Fiat 124)
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Come ha detto Francois, il pianale premium è troppo grande, mente per quello di Gpunto mi sembra ci fossero dei vincoli nella zona del frontale e dei montanti del parabrezza che impedirebbero di rispettare il design del prototipo della Fulvia.

Penso poi che un altro problema, accennato anche da Francois, sia stabilire la redditività dell'operazione; purtroppo si è visto anche con Brera che non sempre auto derivate da prototipi acclamati ottengono il successo commerciale sperato. Alla fine c'è sempre lo scoglio dell'immagine da superare, e la mancanza di continuità nel proporre prodotti di un certo tipo.

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Premium?

Già il compact è grossino per una Fulvia.

Con il Premium veniva fuori davvero troppo grossa.

infatti credo che se la facevano su compact o premium sarebbe venuta fuori una balena in stile brera....forse qualcosa hanno imparato...cioè che una sportiva non deve pesare come un maybach....

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infatti credo che se la facevano su compact o premium sarebbe venuta fuori una balena in stile brera....forse qualcosa hanno imparato...cioè che una sportiva non deve pesare come un maybach....

Forse forse i 1000kg massimi della Fulvia su pianale Barchetta erano irraggiungibili (peccato quanto l'ho sognata nel 2003) con i pianali di oggi e allora meglio non farla piuttosto di fare una cagata ;)

 

花は桜木人は武士

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.......

E una vettura di immagine, come la Fulvia Coupé…?

.....… Detto questo,personalmente avrei fatto la Fulvia, e non la Barchetta. Ma all’epoca in azienda non c’ero io.”

....

Che dire...magra consolazione.

Ma alla Lancia devono mettersi bene in testa che non possono sperare di campare su Ypsilon e Musa, e che la Delta HPE comunque non può essere considerata un punto d'arrivo, bensì di partenza.

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Quali sarebbero i progetti a cui fa riferimento Francois? Dopo Delta mi sembra che di imminente ci sia davvero poco. Nel 2008 Musa avrà 4 anni, Ypsilon 5, entrambe da sostituire in tempi brevi, ma il completamento della gamma?

Inoltre fa riferimento a motori attualmente al top. Forse al top c'è solo il mjt, per il resto stendiamo un velo pietoso...

La sensazione anche dall'intervista è che sul destino di lancia le idee non siano chiarissime. eppure, senza gamma, vende quanto Alfa...

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